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Editoria universitaria

Prospettiva Open Access

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Edward Nawotka

I modelli di pubblicazione e di concessione delle licenze Open Access per riviste accademiche, scientifiche, mediche o per altre pubblicazioni legate al mondo della ricerca, possono spesso rivelarsi un argomento incomprensibile ai più. E «se sei confuso, allora, significa che stai iniziando a comprendere l’inizio del problema», sostiene Christopher Kenneally, direttore e business development manager del Copyright Clearance Center (Ccc). In definitiva, tutto dipende da cosa si intende per «open». «Esistono una moltitudine di definizioni», afferma Kenneally, «che variano a seconda delle condizioni imposte dall’ente finanziatore. Nel Regno Unito, ad esempio, il Wellcome Trust, una delle principali istituzioni finanziatrici della ricerca a livello nazionale e mondiale, impone che i beneficiari dei suoi fondi rendano pubblici gratuitamente i risultati dei loro studi tramite l’Open Access».

Università:problemi e prospettive

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2014

di Mirka Giacoletto Papas

L’editoria universitaria, generalmente identificata come editoria accademico professionale, in quanto dall’elaborazione dei risultati della ricerca e dei contenuti della didattica derivano gran parte dei testi per le professioni, rappresenta oggi un fatturato di 950 milioni di euro con 7.500 addetti nelle case editrici, che salgono a 22.000 se si considera anche l’indotto. Di questi 950 milioni di euro, solo 300 fanno capo all’editoria universitaria vera e propria, cioè per la didattica e la ricerca. Perché una somma quasi eguale è il fatturato delle fotocopie illegali, fenomeno storico e in continua crescita, se si considera anche la pirateria digitale. Il che corrisponde a 5.000 posti di lavoro e 500 librerie in meno ,specie nei centri medio-piccoli del Mezzogiorno. Questi pochi concetti e numeri portano direttamente al cuore dell’editoria universitaria. Che è il più bel mestiere del mondo, perché significa essere fonte e produzione di cultura finalizzata a creare e sviluppare competenze per se stessi, sì, ma in funzione della società e del futuro collettivo, quindi con grande capacità di coinvolgimento e gratificazione. Ma è anche il più sofferto, perché ai problemi generali dell’editoria (distribuzione, marginalizzazione internazionale, comportamenti di lettura, nuove modalità di lavoro imposte dalle tecnologie, conseguenti nuovi modelli di business ecc.) aggiunge problemi propri, legati alla specificità degli interlocutori e del mercato.

«Adozioni» in università

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2014

di Lorenza Biava

Gli uffici commerciali delle case editrici dedicano molta energia alla promozione del proprio catalogo tra i docenti universitari, i dati sono sempre più importanti livello decisionale. Certo, non vige per l’acquisto dei libri e dei manuali universitari lo stesso rapporto che troviamo nel settore scolastico tra testi di adozione e relativo acquisto, ma ben più di qualcosa si può dire anche rispetto ai libri consigliati negli atenei italiani. Per capire meglio come si muove il multiforme panorama del libro universitario abbiamo intervistato Nicola Labianca, titolare di Athena Università (www.athenauniversita.it), la principale banca dati che raccoglie le anagrafiche del settore (al momento copre 25 atenei e oltre il 50% della popolazione universitaria) e che da gennaio ha stipulato una convenzione con Aie.

Studiare tra carta e digitale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2014

di Marina Micheli

I dispositivi mobili per l’accesso a Internet e la lettura stanno facendo la loro comparsa nella «cassetta degli attrezzi» degli studenti universitari. Così che, al di là della retorica che spesso contraddistingue i discorsi sul digitale nella didattica universitaria, in questo periodo di rapidi cambiamenti è essenziale esaminare empiricamente l’uso delle tecnologie di studenti e insegnanti. L’indagine è-book, promossa dal Gruppo accademico professionale dell’Aie nel 2013, va in questa direzione grazie ad un questionario che indaga i metodi di studio degli universitari, in particolare l’uso che essi fanno di materiali cartacei e digitali per prepararsi agli esami. I risultati (pubblicati nell’e-book Stili di studio degli universitari italiani tra carta e digitale) non si limitano a presentare le tendenze generali – come se gli studenti fossero un insieme omogeneo –, ma identificano cinque profili che rappresentano differenti modalità di studio. Gli studenti che hanno compilato per intero il questionario sono stati 1.513. Per individuare gli stili di studio, il questionario chiedeva di indicare l’intensità di utilizzo (su una scala da 1 a 10) di materiali/strumenti didattici, equamente divisi tra cartacei e digitali. I più utilizzati si sono confermati i manuali cartacei consigliati dal docente (valore medio 9), seguiti dagli appunti (8,3) e dalle slide prodotte dal docente (7,3), primo materiale digitale per popolarità. Seguono tre strumenti «analogici» – le fotocopie (7,1), «libri e altre fonti cartacee individuate dallo studente per approfondire» (6,9), dispense del docente acquistate in copisteria (6,7) – e quattro digitali – materiali di approfondimento individuati dallo studente in rete (6,5) o consigliati dal docente (5,9), testi in formato e-book o Pdf (5,2) e materiale integrativo sul sito Web degli editori (4,7).

Strategie e saggi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Elena Vergine

Università in crisi, lettori sempre più digitali, peer review e criteri Anvur, visibilità sul Web. Queste sono solo alcune delle parole chiave che caratterizzano l’esperienza delle case editrici di saggistica universitaria. Dei metodi e delle strategie per affrontare con successo questo mercato così particolare abbiamo discusso con Francesco Latini (Responsabile editoriale di Arbor Sapientiae) e Diego Guida (titolare Guida Editore).

Librerie d'ateneo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Serena Baccarin

Dalle indipendenti alle realtà a sigla editoriale, il mondo librario che gravita attorno agli atenei si compone di librerie che si distinguono per storia, struttura, progetto imprenditoriale e rapporto con l’istituzione. Tra queste esistono librerie che per diversi fattori e con differenti costituzioni societarie, sono nate e operano in seno all’Università. Abbiamo indagato l’esperienza di tre «librerie d’ateneo», interrogandoci sul comportamento d’acquisto e sulle ripercussioni generate dalle riforme universitarie, dalla circolazione delle fotocopie e dall’avvento del digitale. Ne abbiamo discusso con Eleonora Salvatore, responsabile della Libreria Egea, presso l’Università Bocconi di Milano, Gianluigi Blengino, presidente della Clu di Genova, e con Patrizia Zamparo, titolare della Libreria Cluva presso lo Iuav di Venezia.

Non chiamatelo manuale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Paola Sereni

Da qualche anno, ormai, ai manuali universitari si sono affiancati altri modi di studiare e preparare l’esame: alcuni ideati dagli editori mentre altri, dalle dispense alle slide ai riassunti delle lezioni, proposti dai docenti stessi o assemblati dagli studenti. Si tratta di cambiamenti che impongono una profonda riflessione soprattutto agli editori universitari, come spiega Mirka Giacoletto Papas, Presidente del Gruppo accademico professionale di Aie.

Upi al lavoro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Lorenza Biava

L’ultimo rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani (disponibile su www.almalaurea.it) rileva come sia sempre più difficile per i giovani entrare nel mondo del lavoro. La laurea nell’arco della vita lavorativa, continua a rappresentare un forte investimento contro la disoccupazione pur se meno efficace in Italia rispetto agli altri Paesi tanto che, nell’intervallo di età 25-64 anni, i laureati godono di un tasso di occupazione più elevato di oltre 12 punti percentuali rispetto ai diplomati. È evidente quindi il ruolo di raccordo che l’editoria universitaria, raccogliendo da un lato le istanze interne all’università e dall’altro i nuovi bisogni formativi del mondo del lavoro, può giocare in questo senso. Ne parliamo con Claudia Napolitano, presidente del coordinamento Upi.

La mappa dell’editoria

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

di Sandro Pacioli

La seconda parte del 2011 è stata, diciamola tutta, un po’ avara di vicende societariedi rilievo (prima avevamo avuto lo shopping Feltrinelli in Spagna e in Italia con Donzelli). Bisogna attendere la prima metà del 2012 per assistere a trasformazioni societarie importanti. È infatti a giugno che si è conclusa la vendita da parte di Rcs di Flammarion a Gallimard. I fili rossi che si dipartono dalla mappa che si può trovare nelle pagine successive, o che ne derivano, sono molteplici e diversi.

La nuova formazione

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Sandro Pacioli

Quali sono oggi i fabbisogni formativi in ingresso richiesti dalle case editrici che stanno «virando» una parte crescente della loro produzione di titoli e di offerte di servizi verso il digitale? Per rispondere a questa domanda l’Associazione italiana editori che, da undici anni ormai, organizza con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e l’Università degli studi di Milano uno dei principali master di editoria del nostro Paese, ha deciso di aggiornare proprio quell’indagine che fu alla base dell’avvio del master stesso. E del suo concept didattico.

Up d'Italia

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Redazione

Difficile tracciare confini netti data la varietà delle caratteristiche che le accomunano e allo stesso tempo le differenziano. Ciò di cui si ha la certezza è che le University press italiane sono una realtà fondamentale all’interno degli atenei nazionali. Una chiacchierata con il consorzio che le riunisce permette di capire come si sono sviluppate e verso dove stanno andando.

Un sito da scoprire

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2011

di Redazione

Il primo passo verso il nuovo progetto risale a cinque anni fa con il rinnovo degli spazi dello storico punto vendita di largo Gemelli divenuto, grazie al restyling, un luogo di aggregazione all'interno dell'ateneo, oggi l'editrice Vita e pensiero lancia il proprio nuovo sito.

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