C’è un Paese in cui le biblioteche sono un vero simbolo di innovazione: la Cina. Qui, il settore delle biblioteche sta vivendo un’evoluzione che va oltre l’ampliamento del patrimonio librario o l’ammodernamento delle strutture. A cambiare è il ruolo stesso delle biblioteche nella società, la loro funzione educativa e culturale, e il modo in cui si relazionano con il pubblico nell’era digitale.
Secondo i dati più recenti – come riportato dall’agenzia Xinhua – alla fine del 2023, la Cina contava 3.246 biblioteche pubbliche con una collezione totale di 1,44 miliardi di libri, in crescita del 5,6% sul 2022. Rispetto all’anno precedente, le visite alle biblioteche sono aumentate del 46,9%, raggiungendo quota 1,1 miliardi.
Le biblioteche non sono più soltanto luoghi di conservazione dei libri, ma veri e propri centri culturali multifunzionali, «third place» – ovvero quegli spazi sociali alternativi alla casa e al lavoro – che coniugano apprendimento, svago e comunità. Questi ambienti sono diventati punti di riferimento non solo per la consultazione, ma anche per la socializzazione, la formazione e l’innovazione. Offrono spazi per lo studio, sale conferenze, aree dedicate ai più giovani e agli anziani, servizi digitali, corsi di formazione, zone ristoro, spesso 24 ore su 24. Come riporta il Global Times, l’apertura continua sta diventando una tendenza diffusa in tutto il Paese, offrendo rifugio a chi studia, lavora o a chiunque abbia bisogno di un luogo tranquillo per leggere fino a tarda notte.
In molte città della Cina, le nuove biblioteche sono progettate da architetti di fama internazionale e diventano rapidamente simboli urbani. Tra i casi più celebri, la Tianjin Binhai Library, famosa per il suo design futuristico e la sua cascata di libri che ha fatto il giro del mondo sui social. E ancora la The Water Drop Library, a Huzhou, costruita con uno specchio di acqua scintillante al posto del tetto, a cui è possibile accedere percorrendo una passerella; oppure la Beijing City Library progettata dallo studio norvegese Snøhetta, un’incredibile architettura che prende ispirazione dalla valle del vicino fiume Tonghui.
Al di là di questi gioiellini architettonici, uno degli aspetti più innovativi riguarda la digitalizzazione dei servizi, a partire dall’espansione delle collezioni digitali. Le biblioteche cinesi giocano un ruolo fondamentale nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio culturale, contribuendo a trasmettere il valore della memoria storica attraverso la digitalizzazione di antichi manoscritti, la promozione della letteratura locale e l’organizzazione di eventi culturali. La Biblioteca Nazionale della Cina, per citare un esempio, ospita ad oggi circa l’80% delle 130mila opere antiche digitalizzate a livello nazionale.
Ma questa trasformazione digitale si traduce anche in una nuova esperienza per gli utenti: grazie alle app, ai QR code e ai sistemi di Intelligenza Artificiale, in molte biblioteche cinesi è possibile prenotare libri, consultare archivi, partecipare a incontri, senza recarsi fisicamente sul posto. In alcune di esse, l’innovazione tecnologica si manifesta anche nell’automazione dei servizi, grazie a robot per la gestione delle collezioni e per la consegna automatica di libri, a sistemi di riconoscimento facciale per l’accesso e la sicurezza e scaffali intelligenti che aiutano gli utenti a trovare rapidamente i titoli desiderati.
Spazi di socializzazione e incontro, architetture avveniristiche e servizi digitali avanzati: l’esperienza cinese dimostra come le biblioteche possano diventare protagoniste dell’innovazione sociale e culturale, adattandosi alle esigenze di una società in rapido cambiamento. Tuttavia, mantenere strutture all’avanguardia e offrire tecnologie di alta qualità richiede investimenti costanti, che devono essere bilanciati con l’obiettivo di garantire un accesso gratuito e universale alla conoscenza.
Laureata in Lettere all’Università degli Studi di Verona, ho conseguito il master Booktelling, comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica di Milano che mi ha permesso di coniugare il mio interesse per i libri e l’intero settore editoriale con il mondo della comunicazione digital e social.
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