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Editori

La notte dei libri

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2013

di Intervista a cura di E. Vergine

Lo scorso anno, il 21 giugno, si è tenuta la prima edizione di Letti di Notte, la manifestazione di promozione della lettura ideata da Marco Zapparoli (Marcos y Marcos) e Patrizio Zurru (Libreria Piazza Repubblica di Cagliari). L’iniziativa ha coinvolto migliaia di lettori che hanno partecipato alle attività organizzate dalle e nelle librerie, molte delle quali collegate tra loro via Skype, per celebrare insieme il piacere della lettura: spaghettate in libreria, tornei letterari, laboratori di scrittura per bambini, maratone di lettura, passeggiate sotto le stelle in compagnia di librai ed editori, questi eventi (e tanti altri ancora) hanno illuminato la prima notte bianca delle librerie italiane. A fare quadrato attorno al libro nel 2012 sono state 50 librerie – molte delle quali hanno registrato delle vendite «da Natale» – e 12 editori. Quest’anno gli editori sono triplicati, mentre librerie e biblioteche salgono a 100, alcune delle quali all’estero. Abbiamo chiesto a Marco Zapparoli di raccontarci la genesi di Letti di Notte, la sua particolarità, i punti di forza.

Lettura trendy

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2013

di Marianna Albini

Per quei lettori che finiscono un romanzo e si guardano attorno stupiti e disorientati all’idea di non avere nessuno con cui commentarne il finale, è in arrivo una buona notizia: i gruppi di lettura. È un fenomeno sempre più attuale: cresce il numero dei lettori che si appassionano a questa nuova forma di lettura condivisa e decidono di trovarsi regolarmente per discutere e mettere a nudo opinioni, impressioni ed emozioni nate con un libro tra le mani. Il gruppo di lettura non è una novità, ma finora l’idea che il grande pubblico ne aveva era quella di una tradizione del mondo anglosassone, invece i gruppi di lettura in Italia – volendo considerare solo quelli censiti – sono 450, e in continuo aumento. Ma che cosa sono esattamente e come funzionano? L’idea dei gruppi di lettura viene effettivamente dal nord Europa, dove negli ultimi venticinque anni hanno avuto una grande diffusione: ci si ritrova una volta al mese, si mangia insieme, si passano un paio d’ore a discutere di un libro o un autore letto nel mese precedente, si sceglie un nuovo libro per il prossimo incontro. Spesso riunioni private tra colleghi e amici, in Italia si trasformano, soprattutto per quello che riguarda la tendenza dei gruppi che nascono ora, in un appuntamento più pubblico, senz’altro più aperto perché spesso nato con il supporto o per iniziativa di librerie o biblioteche, e dove il valore aggiunto sono le persone che il gruppo di lettura coordinano o animano.

Non solo gadget

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2013

di Ester Draghi

Quanto pesa in media il non-book sul fatturato delle librerie? Una domanda apparentemente semplice la cui risposta non è scontata né univoca. A giudicare da quanto emerge dalle testimonianze, raccolte nelle pagine successive, dei librai (indipendenti e di catena), dei produttori di non-book (italiani e stranieri), e dai distributori, possiamo ragionevolmente affermare che il peso delle merceologie sul fatturato è aumentato, sta aumentando. Tradotto in termini percentuali si può dire che oscilla dal 6 al 20%: le variabili sono molteplici e dunque i numeri cambiano molto a seconda, per esempio, se si considerano anche musica e cinema o se si fanno i calcoli al netto Iva. Ma l’aumento del peso della merceologia non-book sul fatturato non è l’unico fenomeno che caratterizza la libreria italiana nel 2013 perché il trait d’union che collega le interviste che seguono si può riassumere in un’unica parola chiave: «qualità». Qualità dei prodotti, qualità del servizio, qualità dell’offerta. Perché nelle migliori librerie non si deve trovare di tutto. Si deve trovare il meglio. Dunque il non-book non va inteso come un «plus» ma come un «must», una risorsa che – parafrasando le parole di Achille Mauri – se sfruttata con «spregiudicatezza» può diventare un elemento distintivo e un fattore di marginalità. E allora l’obiettivo del libraio deve essere quello di imporre a questo settore un cambio di ruolo, trasformandolo da acquisto d’impulso a «destination».

Bambini in prima fila

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Elisa Molinari

Si è svolta lo scorso 24 marzo la terza edizione del Toc Bologna dal titolo Play, learn, grow – publishing for the next generation, occasione per cogliere le tendenze e le novità dell’editoria per ragazzi. La sensazione è che sia proprio questo il settore che segni il passo per tutti, grandi compresi. A guidare il cambiamento sembrano essere proprio i bambini, sempre più consapevoli dei prodotti, delle tecnologie e sempre più determinanti nelle scelte d’acquisto. Dominique Raccah, ceo di Sourcebooks, esordisce raccontando proprio che «per molto tempo abbiamo fatto leggere ai bambini quello che volevamo che leggessero. Sempre più però i bambini stanno guidando il mercato in base a quello che scelgono di leggere». Di cosa si tratta? Tantissime serie, graphic novel e manga. Sul come leggono, le risposte sono molteplici: carta, digitale e, sempre più, il binomio carta e app. Le tendenze non si fermano qui: Kristen McLean, ceo di Bookigee, ne individua quattro. La prima? Gli autori sono sempre più in prima linea, soprattutto quelli ibridi, quelli che hanno deciso di muoversi verso il digitale, con o senza un editore alle spalle. Ibridi perché pubblicano sia in formato cartaceo che digitale, ibridi perché pubblicano secondo il modello tradizionale ma non hanno paura di provare il selfpublishing. Segni particolari? Si tratta fondamentalmente di imprenditori, più inclini rispetto ai colleghi «tradizionali» a usare blog, Facebook, Twitter, raccogliere dati e valutare le opzioni offerte dal mercato. Il monito per gli editori di fronte a questi nuovi autori? «Attenzione, oggi avete due clienti: i lettori e gli autori».

Classici digitali

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Elena Vergine

Qual è lo «stato dell’arte» delle iniziativedigitali degli editori italiani? Quali sperimentazioni hanno avuto maggior successo e qual è la cifra che le contraddistingue? La digitalizzazione del catalogo è un’operazione che paga? Accanto al boom delle trilogie indagato da Oddina Pittatore in questo numero del «Giornale della Libreria» (Un titolo tira l’altro, pp. 22-23) sembra che un altro fenomeno stia emergendo nello scenario dell’editoria italiana. La ricostruzione in e-book del catalogo di un certo autore, operazioni accurate che dietro nascondono riflessioni complesse. Anche perchè, fin dagli avvii del mercato degli e-book, la valorizzazione del catalogo in digitale è parsa un’occasione importante per tutta l’editoria. La recente uscita nei maggiori store on line delle Opere complete di Sigmund Freud targate Bollati Boringhieri, e la conclusione, pochi mesi fa, della pubblicazione in e-book dell’imponente serie di tutte le 75 inchieste di Maigret per Adelphi sono l’occasione per riflettere sulle opportunità e le problematiche dietro la realizzazione di un catalogo digitale di qualità, sia per la narrativa che per le opere di reference. Anche perchè, sebbene si tratti di iniziative molto diverse, hanno qualcosa in comune. Entrambe possono contare su una solida base di partenza: il prestigio riconosciuto di edizioni cartacee curate con attenzione e competenza, che hanno contribuito ad allargare la notorietà degli autori in questione nel nostro Paese e che si sono rivelate fondamentali per agevolare il lavoro di digitalizzazione.

Dalle Ande alle Alpi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Gabriele Pepi

Paese dal passato travagliato, la letteratura ha sempre occupato un posto importante nella vita politica e sociale del Cile: due premi Nobel (Gabriela Mistral e Pablo Neruda) e decine di scrittori di talento, tra cui molti sono riusciti a farsi conoscere anche al di là delle Ande, lo testimoniano e, proprio la ricchezza della produzione letteraria del «Paese sottile», ne hanno fatto l’ospite d’onore alla 26esima edizione del Salone del libro di Torino. Molta della letteratura cilena contemporanea è ben nota in Italia e alcuni nomi raggiungono altissime tirature, basti ricordare Luis Sepúlveda (Guanda), Isabel Allende e Marcela Serrano (Feltrinelli) a cui si affiancano altri autori, altrettanto interessanti, come Antonio Skármeta (Garzanti), Roberto Bolaño (Sellerio), Alejandro Jodorowsky (Feltrinelli) e Hernán Rivera Letelier (Guanda). Naturalmente non bastano questi nomi a esaurire la letteratura cilena e restano altre voci intriganti da scoprire sulle quali abbiamo chiesto numi a Santiago Elordi, addetto culturale dell’ambasciata del Cile in Italia e scrittore a sua volta.

Il Paese sottile

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Ilaria Barbisan

«Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso». I versi di questa poesia di Luis Sepúlveda (tratta da Il potere dei sogni) ben riassumono la storia e la tempra del Cile. Uno stato dal passato recente convulso, difficile, per certi versi drammatico e addirittura tragico, che però ha avuto la forza di coltivare, condividere, moltiplicare i sogni che hanno reso la sua cultura letteraria più viva che mai. Una cultura fatta di tensione civile e di originalità espressiva che caratterizza i più importanti scrittori cileni diventati familiari, che seppur costretti al nomadismo in terra straniera sono fortemente radicati nel loro territorio e hanno costruito una specifica identità anche e soprattutto all’estero. Da queste premesse la decisione di scegliere il Cile come Paese ospite d’onore al Salone del libro di Torino di quest’anno, con un cartellone denso di grandi personalità di fama consolidata anche nel nostro Paese: da Isabel Allende a Marcela Serrano, dallo stesso Luis Sepúlveda ad Arturo Fontaine e Oscar Bustamante, senza dimenticare i ricordi di personaggi emblematici della letteratura mondiale come Pablo Neruda, Roberto Bolaño, Gabriela Mistral, Violeta Parra e anche Bruce Chatwin, cileno onorario che è stato ispirato dal Cile per scrivere il suo romanzo più famoso, In Patagonia.

Software per crescere

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Lorenza Biava

L’innovazione tecnologica in questi ultimi anni ha avviato una radicale trasformazione dei processi distributivi che ha interessato, accanto a editori, grossisti e distributori, anche la realtà delle librerie italiane. Se a questo si sommano gli effetti negativi della crisi sulla disponibilità dei librai ad investire in tecnologie e nuovi servizi è ben chiaro come il quadro che ci si ritrova ad osservare sia decisamente complesso. Questa complessità fatta di spinte verso il nuovo e di timore di esporsi troppo è ben chiara osservando il profilo della libreria italiana che emerge da un piccolo sondaggio che abbiamo voluto realizzare coinvolgendo i produttori di alcuni tra i più diffusi software gestionali per librerie: BooksManager, Decalibro, MacBook, Mr.Book e WinVaria che insieme coprono circa l’80% del mercato. Il primo dato che colpisce è quello relativo all’uso di alcuni tradizionali strumenti di fidelizzazione: gli allert sms e le carte fedeltà, funzionalità opzionali che sono appunto gestite dai singoli gestionali. A utilizzare i primi è circa 46% delle librerie servite, un po’ meno di un libraio su due, mentre ad aver implementato una carta fedeltà è appena il 29,6% (ricordiamo che le librerie servite dai cinque software sono principalmente punti vendita indipendenti e cartolibrerie mentre restano sostanzialmente escluse le grandi catene che si appoggiano per lo più su gestionali di proprietà).

To the Future

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Redazione

Prima rivista di settore europea a ospitarne in esclusiva gli interventi, il «Giornale della libreria» inaugurerà a partire dal numero di giugno un’importante collaborazione con «Publishing Perspectives», uno dei più noti magazine on line dedicati a notizie e opinioni sull’editoria internazionale. Scelti come la più rappresentativa tra le riviste d’associazione ospiteremo, di numero in numero, gli interventi di Edward Nawotka, direttore editoriale di quella che è stato definita «la BBC del mondo del libro», sui temi più attuali dell’editoria internazionale iniziando, con il prossimo numero, dalla digital disruption. Proprio perché guardare a ciò che accade oltre Oceano e intercettarne le tendenze potrebbe rivelarsi decisivo da un punto di vista strategico per gli editori italiani, siamo felici di poter offrire ai nostri lettori una finestra sui tanti futuri possibili del libro.

Un mese da leggere

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Paola Sereni

Come ogni primavera è tornato anche quest’anno il Maggio dei libri, la campagna nazionale di promozione della lettura promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni e le attività culturali in collaborazione con l’Associazione italiana editori. Per il terzo anno consecutivo, la campagna che ha preso le mosse lo scorso 23 aprile, Giornata mondiale del libro promossa dall’Unesco, e che si concluderà il 27 maggio con la Festa del libro, ha messo i libri al centro della vita degli italiani con una serie di iniziative volte a creare attenzione attorno alla lettura intesa come fattore di crescita civile, culturale e sociale. Tra le tantissime iniziative che coloreranno questo mese (a fine aprile erano circa 750 quelle di cui dava notizia il sito dedicato alla manifestazione www.ilmaggiodeilibri. it mentre lo scorso anno, in tutto, sono stati oltre 3.000 gli eventi registrati) non possono mancare le campagne promosse direttamente dall’Associazione italiana editori rivolte principalmente all’educazione alla lettura delle fasce più giovani di popolazione, ma non solo.

Un titolo tira l'altro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Oddina Pittatore

Se non appartiene a una serie non è un bestseller, sembra essere il leit-motiv delle vendite internazionali del 2012. Negli Stati Uniti, nel Regno Unito e su Amazon, le trilogie scritte da due sole autrici, E. L. James e Suzanne Collins, hanno occupato prepotentemente i due terzi delle Top 10. Successi multipli che replicano (o superano), in un periodo più ravvicinato, le ottime affermazioni ottenute negli ultimi anni dalle storie che si sono sviluppate in una serie: Harry Potter (J.K. Rowling), Millenium (Stieg Larsson), Twilight (Stephenie Meyer), Le cronache del ghiaccio e del fuoco (George Martin), il ciclo dell’Eredità (Christopher Paolini), solo per citare alcune delle principali, senza dimenticare la saga capostipite, Il Signore degli anelli. Si tratta sempre di fiction scritte dallo stesso autore e caratterizzate dallo stesso protagonista, le cui avventure continuano da un libro all’altro, dando luogo a una serie che si estende su più volumi e che avvince il lettore per la curiosità di seguire i personaggi a lungo termine. I libri sviluppati in serie appartengono indifferentemente a diversi generi, dal fantasy al distopico al thriller fino al romance erotico delle Sfumature. Possono avere lunghezze e durata variabili, anche se le trilogie sembrano particolarmente baciate dal successo mentre le saghe fantasy mostrano una tendenza a dipanarsi in un numero maggiore di volumi (dai 7 di Harry Potter ai 12, nell’edizione italiana, della saga di George Martin). Dal loro successo, a loro volta scaturiscono altre serie, che imitano il genere sulla cresta dell’onda che ha scalato le classifiche. Sono, però, tutti accomunati da due fattori: la durata nel tempo e il potenziale effetto moltiplicatore creato da ogni nuova uscita che dà vita a rinnovate occasioni di pubblicità e di diffusione. Nell’arco delle storie prolungate il lettore ha maggiore possibilità di affezionarsi ai personaggi e di appassionarsi agli sviluppi delle loro vite, secondo un meccanismo molto simile a quello utilizzato dalle serie televisive.

È politica, bellezza!

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Gabriele Pepi

«Ciò che maggiormente irrita i politici non è tanto l’essere criticati quanto piuttosto il non essere citati». A dirlo è Antonio Polito, giornalista ed ex direttore de «Il riformista» che abbiamo intervistato per capire come nasce un libro di approfondimento politico. E così si scopre che i politici italiani oggetto di tante pubblicazioni che ritroviamo in libreria (Elena Refraschini ci racconta quante esattamente se ne pubblicano Italia in Politica da leggere pp.13-14 di questo «GdL») si attengono ancora all’aforisma di Oscar Wilde: «Parlate di me bene o male purché ne parliate». Partiamo dall’inizio: come nasce l’idea alla base del progetto di un libro di attualità politica? Sostanzialmente in due modi: l’autore ha un’idea forte che propone al proprio editore oppure, viceversa, è l’editore che, facendosi portavoce di un bisogno di approfondimento ancora inespresso dal panorama dei libri in commercio, propone un progetto ad un autore di fiducia. Per esperienza personale [In fondo a destra, appena edito per i tipi di Rizzoli, nasce da una precisa richiesta dell’editore milanese ndr] in entrambi i casi il libro può «uscire bene». In fin dei conti gli editori dovrebbero essere gli organizzatori di cultura del nostro Paese, compito che portano avanti anche commissionando lavori originali al loro parco di autori.

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