È la politica, seppur romanzata, a guidare la classifica generale e quella di Narrativa.
Due Paesi, Italia e Francia, due autori di fama mondiale, Umberto Eco e Michel Houellebecq, e due romanzi, Numero Zero e Sottomissione che in maniera più o meno indiretta fanno i conti con i grandi temi che animano la scena politica presente, passata
e futura con un taglio ironico e amaro.
Eco fa un salto indietro di 23 anni, nell’Italia a cavallo tra lo stragismo di mafia e di Mani pulite e parla di giornalismo, di quello cattivo, lasciando trasparire una critica non troppo velata sui tempi presenti.
Houellebecq invece fa un salto in avanti di 7 anni e tratteggia lo scenario politico della Francia del 2022 dove il presidente musulmano Ben Abbes, vince le elezioni e islamizza la società.
Come è ovvio si tratta di due libri già molto discussi, che dividono la critica su più fronti e che si possono paragonare solo in quanto si contendono il primato in libreria a gennaio, un mese convulso e segnato dal tragico attentato parigino alla redazione di «Charlie Hebdo».
L’Europa di oggi è stata spinta, brutalmente, a riflettere su sé stessa ed è qui che il ruolo del libro si fa fondamentale.
Laddove i giornali, Internet e la televisione tentano di coprire l’attimo presente, il ruolo dell’approfondimento, della riflessione intima, della metafora che aiuta ad espandere la coscienza, a trasformare le opinioni volatili in convinzioni più o meno salde è ancora del libro. E qui la narrativa può giocare un ruolo fondamentale, sconfinando in un campo che troppo spesso si crede di proprietà esclusiva della saggistica. In un momento in cui si denuncia e si combatte, giustamente, per contrastare il fenomeno del calo della lettura, gli editori dovrebbero riflettere sul ruolo fondamentale ed esclusivo che ancora possono giocare, con le loro pubblicazioni, nel presente.