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Libri di Ester Draghi

Cartonati ma non solo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2012

di Ester Draghi

Il gruppo Edicart è presente sul mercato da oltre 25 anni ed è una delle realtà editoriali pioniere nella produzione di libri dedicati ai personaggi dei cartoni animati che negli anni ha stretto alcuni tra i più importanti accordi di licensing del settore. Dal 1986 ad oggi, Edicart infatti si è mantenuta fedele alla propria politica editoriale che all’acquisizione di nuovi marchi editoriali unisce la ricerca di partnership con operatori specializzati anche sul mercato estero. A ciò si affianca la diversificazione dei canali di vendita che ha permesso alla casa editrice di Legnano di essere presente in tutti i principali ambiti della distribuzione del libro per bambini – dalla libreria alla cartolerie, dalla grande distribuzione ai canali alternativi. Di questo e molto altro parliamo con Luigi Cagnola.

Confezionare il futuro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2012

di Ester Draghi

Sempre più spesso, quando si parla delle nuove tecnologie e del digitale in relazione al loro impatto sulla filiera editoriale, si tende a focalizzare l’attenzione su applicazioni, e-book, e-reader e via dicendo, dimenticandosi di come esse invece influenzino anche servizi più tradizionali, quali legatura e confezionamento. Ma cosa si intende effettivamente per innovazione tecnologica applicata ai processi di produzione del libro? «Si può considerare innovazione tecnologica la possibilità di spostare parte delle stampe prodotte in offset verso il digitale. Nel confezionamento invece è meglio parlare di tecnologie che si adeguano al digitale, alle piccole tirature, al modo di stampare che è innovativo e più flessibile rispetto all’offset» specifica Chiara Remondino (presidente di Hrf). «Le esigenze in definitiva non cambiano, gli editori desiderano un prodotto finito, di qualità, in tempi rapidi e queste sono caratteristiche tipiche della filiera digitale. Al massimo si aspettano una maggiore competitività».

Editoria e conversioni

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2012

di Ester Draghi

Siamo nel pieno di una rivoluzione, quella degli e-book e dell’editoria digitale, ed è quindi opportuno porsi alcune domande riguardo l’adeguatezza delle prassi di lavorazione consolidatesi negli ultimi anni. I pareri di alcuni operatori del settore.

A volte ritornano

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Ester Draghi

Dal 6 al 9 dicembre torna a Roma, per l’undicesimo anno, Più libri più libri. La manifestazione spalancherà ancora una volta le porte del Palazzo dei Congressi dell’Eur a oltre 50 mila visitatori desiderosi di incontrare autori, editori e di scovare piccoli e grandi tesori cartacei. Una vera e propria rivincita, quella di tornare ad affermare con forza la propria presenza nella capitale, specialmente se si pensa a tutte le difficoltà – dovute ai tagli effettuati dalla pubblica amministrazione – incontrate nella X edizione, quando sembrava che la fiera della piccola e media editoria fosse destinata a scomparire.

Libri e red carpet

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Ester Draghi

Se è vero che molti romanzi hanno ispirato alcune delle maggiori opere cinematografiche del passato oggi questo sodalizio si rinnova in maniera sempre più evidente. Sono infatti usciti o in procinto di uscire diversi film ispirati ad alcuni noti best seller internazionali (si pensi a Lo Hobbit, Breaking Down, o Anna Karenina di Joe Wright) ma anche, ed è in questo secondo ambito che si assiste ad un vero e proprio boom, italiani: due casi esemplari sono Gomorra di Saviano (uscito nel 2006) e La solitudine dei numeri primi (2008) di Giordano. «Mi sembra evidente che favorire la comunicazione e lo scambio tra autori italiani nei rispettivi ambiti di riferimento faccia parte di una strategia mirata a cercare una via originale all’universo narrativo, invece di ricorrere a immaginari di importazione» ci spiega Laura Paolucci (Direttore editoriale cinema di Fandango). I titoli di lungometraggi tratti da libri sono infatti in crescita nelle sale cinematografiche, con importanti ricadute anche sul mondo editoriale. «L’integrazione e lo scambio tra i vari linguaggi, in particolare tra letteratura e cinema, è parte essenziale della nostra politica culturale – conferma Laura Paolucci – ma quello della Fandango è un caso particolare perché si tratta di una società complessa, strutturata come una “factory”. Oltre a produrre e distribuire film, siamo anche una casa editrice (anzi un gruppo editoriale con interessi che spaziano dalla scoperta di nuovi autori italiani alla saggistica, dalla letteratura straniera al fumetto). La Fandango si occupa di molte attività che riguardano in maniera più ampia l’industria culturale».

Editori... in catena

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2012

di Ester Draghi

I piccoli editori hanno un peso estremamente significativo nelle catene di librerie. Talune lo collocano verso un ammontare dell’80%, altre più sotto, ma è comunque importante per il servizio al cliente. Peso che, pur non traducendosi in un pari valore di vendite, costituisce una ricchezza irrinunciabile. Come fare a tradurre questo patrimonio culturale in una forza in grado di non farsi fagocitare dalla potenza commerciale dei grandi gruppi editoriali per arrivare ai lettori? Ne abbiamo parlato con i buyer di alcune grandi catene di librerie. Qual è il valore della proposta editoriale o dei singoli titoli/autori delle piccole case editrici nell’assortimento? Barbara Lepore (Category Manager presso Librerie Feltrinelli). Se il termine «valore» lo intendiamo in senso culturale e di qualità del servizio reso ai clienti, la risposta è abbastanza ovvia: il valore della proposta di molti piccoli editori e di molti autori pubblicati da queste case editrici è inestimabile. Un assortimento tarato esclusivamente sui grandi gruppi editoriali, sulle sigle maggiori e sugli autori più popolari renderebbe inutile l’esistenza stessa delle librerie, sia indipendenti che di catena, a partire dalle librerie Feltrinelli. Sia chiaro, però, che un criterio di dimensione non è di per sé un criterio di valore. Insomma, non basta essere piccoli per essere anche bravi e «necessari». Un editore può anche essere «piccolo» ma è soprattutto fondamentale che sia un bravo editore. Ossia che oltre a saper scegliere buoni libri e ottimi autori, sappia pubblicarli con la dovuta cura, sappia promuoverli, sappia «parlare» al pubblico e prima ancora ai librai.

Ed è più internazionale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2013

di Ester Draghi

Da 1.800 titoli a 4.629. Significa un incremento medio annuo del 16%. È questo il valore della crescita dell’export dell’editoria italiana in termini di titoli di cui ha venduto i diritti all’estero tra 2001 e 2011. Ed è in questo contesto che dobbiamo leggere i risultati del Fellowship program che l’Aie, in collaborazione con l’Ice e Promoroma, ha proposto anche quest’anno agli oltre 400 piccoli editori presenti a Più libri più liberi. Nelle quattro giornate della Fiera sono stati organizzati incontri con 19 operatori stranieri che hanno preso parte al programma il cui obiettivo principale è stato quello di presentare a livello internazionale la più recente produzione delle piccole e medie case editrici italiane a un gruppo ristretto di operatori stranieri qualificati che hanno così potuto conoscere e approfondire quanto di meglio la piccola editoria indipendente offre. Ma la grande novità di quest’anno è stata la presenza cinese. La quale, a sua volta, si inserisce in un rapporto molto più lungo che ha offerto all’editoria italiana gli strumenti per conoscere e rapportarsi con questo grande mercato.

Storie in musica

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Ester Draghi

L’educazione musicale è un aspetto fondamentale della crescita dei ragazzi e in più è un elemento trasversale che, declinato in modi diversi, accomuna fasce d’età anche molto lontane fra loro. Se l’insegnamento della musica nelle scuole italiane è spesso trascurato, considerato secondario o principalmente tecnico, gli editori italiani che si occupano di musica sono caratterizzati da una produzione moderna, attuale, vivace e prolifica. Di questo e tanto altro abbiamo parlato con Laura Moro di Curci e Antonio Monaco di Sonda.

Piccoli artisti crescono

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Ester Draghi

Luce, colore, immagini, storie. L’arte spiegata ai bambini è questo e anche di più. Se i genitori italiani sembrano essere tutti d’accordo nel considerare l’educazione artistica dei propri figli una priorità per la quale sono disposti a spendere anche cifre importanti è anche vero che l’era digitale mette a disposizione dei bambini di oggi strumenti e giochi interattivi a basso costo. Allora perché continuare a orientarsi verso libri a carta stampata? Per la qualità del progetto editoriale, la scelta dei materiali e l’esperienza delle realtà che ci stanno dietro.

Pubblicare idee

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Ester Draghi

«Pubblicare libri significa divulgare idee e modi di vivere. Farlo a servizio della missione ecclesiale vuol dire aprirsi ad una prospettiva ampia e universale, che porta il messaggio cristiano, con la sua novità e originalità, all’interno del mondo culturale e delle sue tendenze». Con queste parole il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di stato, ha inaugurato lo scorso 15 gennaio i nuovi locali della Libreria editrice vaticana, editore ufficiale della Santa Sede. Il cardinale si è inoltre compiaciuto per l’allargamento del catalogo dell’editrice oltre i settori del magistero e della liturgia, al vasto ambito della cultura cattolica italiana e internazionale. Ne conviene don Giuseppe Costa, dal 2007 direttore della Lev, per il quale essere «editore del papa» significa «avere una dimensione internazionale, tipica del magistero del sommo pontefice e più in generale della santa sede», mantenendo «contatti con tutto il mondo editoriale, non soltanto cattolico». In questa visione rientrano la partecipazione ai saloni internazionali dell’editoria, su tutti la Fiera del libro di Francoforte, quella di Santo Domingo e il Religious education congress di Los Angeles, come pure un incremento nella vendita dei diritti editoriali all’estero. «Il magistero e gli insegnamenti di Benedetto XVI sono stati decisivi non soltanto per il catalogo della Lev, ma anche per quello degli altri editori cattolici – afferma don Costa. – Un papa dalla grandezza teologica e culturale incommensurabile. È uno dei più grandi teologi di antico stampo, con un respiro enciclopedico. Il suo stile è decisamente moderno. Mi sarebbe piaciuto segnalarlo per un premio Nobel per la letteratura perché con il suo linguaggio ha modificato quello della letteratura religiosa rendendolo più attuale, immediato, libero da barocchismi e comprensibile. In alcuni tratti, addirittura poetico».

Mamme digitali

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Ester Draghi

Il Sistema infanzia di Rcs (Sfera) è una realtà internazionale, multicanale e multimediale che pone al centro della sua offerta un target d’elezione: la mamma (in particolare la futura mamma e la mamma con figli fino all’età scolare) con tutti i suoi bisogni. Abbiamo chiesto a Gabriele Melazzini (direttore Sistema infanzia di Rcs MediaGroup) di raccontarci la sua esperienza. Come funziona il vostro modello di business, a cavallo tra stampa e digitale? L’approfondita conoscenza del target e dei suoi bisogni specifici e la conseguente capacità di intercettare e «intrattenere» le mamme in una relazione di scambio e fiducia determina l’efficacia del nostro modello di business, non solo in Italia ma anche in Spagna, Messico e Cina, Paesi dove è già stato replicato con successo. Come evidenziato dall’Osservatorio mamme, da noi organizzato in collaborazione scientifica con il Politecnico di Milano per monitorare l’evoluzione del rapporto delle mamme con l’informazione, la mamma è un soggetto straordinariamente capace di muoversi in un contesto ricco di stimoli e sollecitazioni provenienti da tante fonti di cui sa riconoscere il valore aggiunto: per esempio, usa molto il Web per interazione, praticità e aggiornamento ma considera la stampa specializzata la fonte più autorevole e affidabile. Nel nostro caso stampa e Web generano un circolo virtuoso di reciproci rimandi: sei mamme su dieci arrivano al nostro sito Quimamme.it dalle nostre riviste («Io e il mio Bambino», «Donna&Mamma», «Insieme» e «Dolce Attesa»). E proprio le riviste specializzate sono la fonte preferita (28%), seguita dal Web (21%) e dagli specialisti (20%).

Non solo gadget

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2013

di Ester Draghi

Quanto pesa in media il non-book sul fatturato delle librerie? Una domanda apparentemente semplice la cui risposta non è scontata né univoca. A giudicare da quanto emerge dalle testimonianze, raccolte nelle pagine successive, dei librai (indipendenti e di catena), dei produttori di non-book (italiani e stranieri), e dai distributori, possiamo ragionevolmente affermare che il peso delle merceologie sul fatturato è aumentato, sta aumentando. Tradotto in termini percentuali si può dire che oscilla dal 6 al 20%: le variabili sono molteplici e dunque i numeri cambiano molto a seconda, per esempio, se si considerano anche musica e cinema o se si fanno i calcoli al netto Iva. Ma l’aumento del peso della merceologia non-book sul fatturato non è l’unico fenomeno che caratterizza la libreria italiana nel 2013 perché il trait d’union che collega le interviste che seguono si può riassumere in un’unica parola chiave: «qualità». Qualità dei prodotti, qualità del servizio, qualità dell’offerta. Perché nelle migliori librerie non si deve trovare di tutto. Si deve trovare il meglio. Dunque il non-book non va inteso come un «plus» ma come un «must», una risorsa che – parafrasando le parole di Achille Mauri – se sfruttata con «spregiudicatezza» può diventare un elemento distintivo e un fattore di marginalità. E allora l’obiettivo del libraio deve essere quello di imporre a questo settore un cambio di ruolo, trasformandolo da acquisto d’impulso a «destination».

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