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Libri di Gabriele Pepi

Fenomeno Larsson

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Gabriele Pepi

C’è stato un tempo eroico in cui, quando si parlava di Svezia, il primo pensiero erano le artiche bellezze (non solo paesaggistiche) offerte dalla penisola seguite, a breve distanza, dal senso di libertà e avventura emanato da quella natura selvaggia e potente. Bei tempi e proprio per questo forse ormai tramontati. Oggi le bionde sono sempre meno, i fiordi sono invasi dai turisti e le foreste profanate da cacciatori di alci della domenica ma, nonostante questo, l’estremo nord non è mai stato così vicino a casa nostra. Merito oltre che dell’opera di paziente semina di case editrici geolocalizzate come Iperborea – da almeno vent’anni impegnata nella diffusione delle letterature nord europee – anche e soprattutto di fenomeni popolari come il boom di Stieg Larsson che, con la sua trilogia Millenium (Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta), edita da Marsilio, e i tre omonimi film campioni di incassi, ha ripetuto anche in Italia il successo già raggiunto in mezzo globo, senza contare le bizzare iniziative fioritegli intorno.

Informazione in libreria

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Gabriele Pepi

Dati corretti e veritieri sono fondamentali per una gestione funzionale della libreria, tuttavia mettere in comunicazione tutti gli attori del sistema editoriale non è semplice. Se a ciò si aggiunge che le informazioni che transitano da un soggetto all’altro rappresentano un pacchetto assai consistente, come fare a gestire la complicata massa di dati che relazionano le migliaia di titoli disponibili con molte centinaia di interlocutori? Una soluzione – cui si affidano la maggior parte delle librerie italiane (circa 1.500) – è quella offerta da Informazioni Editoriali con il sistema integrato di servizi, comunicazione e teleordinazione Arianna+. 

Sacreblue, on lit!

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2012

di Gabriele Pepi

Nicolas Sarkozy ha da poche settimane lasciato il campo al socialista Francois Hollande e già Oltralpe ci si chiede cosa deciderà di fare il nuovo premier per i tanti problemi che affliggono l’editoria francese tra cui, non ultimo, la promozione della lettura. Tante le questioni calde, dall’Iva che Hollande vorrebbe riportare dal 7 al 5,5% alla nomina di una figura istituzionale che ricopra il ruolo di «mediatore per il libro», dalla creazione di un fondo di sostegno per le librerie a partire da un contributo sulle vendite on line fino allo sviluppo di un portale digitale comune per librerie e case editrici. Tra le priorità di Hollande anche l’attuazione di campagne di promozione della lettura tra i più giovani e l’aumento del budget a disposizione dei bibliotecari da destinare all’acquisizione di nuovi titoli per le collezioni pubbliche. Nel nostro Paese, al contrario di quanto avviene Oltralpe, stentiamo a credere che i problemi concreti dell’editoria, delle librerie e delle biblioteche possano essere voce di dibattito durante un’elezione politica. Ma quanto e cosa leggono i nostri cugini d’Oltralpe?

All'ombra della crisi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2012

di Gabriele Pepi

Nonostante la fase più acuta della crisi dell’Eurozona sia passata (almeno a sentire le rassicurazioni dei vari premier europei), il 2012 continuerà a essere duro per la Spagna, sottoposta a una cura da cavallo dal primo ministro Mariano Rajoy. Il progetto di finanziaria 2012 varato a fine marzo dal governo prevede infatti un’ulteriore esplosione della disoccupazione (oggi al 24,3%) e un debito record per il Paese (al 79,8%) per la fine del 2012. Questo è il contesto economico con cui è obbligato a fare i conti anche il mercato editoriale spagnolo che nel 2010, secondo i dati diffusi dalla Federaciòn de Gremios de editores, non è stato immune dalla crisi diffusa che ha colpito tutte le principali editorie europee. Gli ultimi anni sono stati fecondi di cambiamenti anche per l’editoria spagnola: l’emergere e il diffondersi degli e-book (e la conseguente nascita di un nuovo modo di leggere), l’arrivo del self-publishing e di nuove piattaforme di distribuzione (Amazon ha aperto la versione in lingua spagnola del Kindle store ad aprile), la possibilità di realizzare piccole tirature con il print on demand e quella di pubblicare esclusivamente in forma elettronica.

Dentro e fuori la libreria

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2012

di Gabriele Pepi

Capita ormai sempre più spesso di notare sul bancone di farmacie, erboristerie o negozi specializzati in alimentazione naturale, agili libretti quando non volumi veri e propri, dedicati ai temi più disparati dal benessere psico-fisico della persona, alle cure naturali, alla psicologia. Proverbialmente al momento giusto nel posto giusto, finiscono così inaspettatamente sullo scontrino del classico «lettore per caso» che, entrato in negozio per acquistare tutt’altro, si ritrova tra le mani proprio il libro di cui scopre di sentire il bisogno. È la manualistica di divulgazione – cioè quell’eterogeneo insieme di settori sul «fai da te», cucina, gastronomia, guide di viaggio, sport, tempo libero, giochi, ecc. – che sempre più spesso lascia gli scaffali delle librerie per approdare a canali di vendita alternativi capaci di catturare in modo più efficace lo sguardo e l’attenzione del lettore. Se la libreria resta il primo e più importante luogo di acquisto dei libri (con un occhio però alle vendite on line visto che, secondo Nielsen, la manualistica pesa il 14,3% sul canale), non c’è limite ai nuovi canali di vendita che possono rivelarsi, talvolta inaspettatamente, funzionali. Selezionarli non è sempre facile per le case editrici, tanto più che spesso un esercizio commerciale può rivelarsi perfetto per una collana o, addirittura, per una sottocollana ma diventare poco efficace per altri progetti editoriali sviluppati dall’editore. Se infatti in libreria la manualistica si disperde nella miriade di pubblicazioni che quotidianamente arrivano tra le mani dei librai, i punti vendita specializzati offrono maggiori garanzie di visibilità e di riuscita nella difficile sfida di suscitare la curiosità nel lettore. Senza contare che spesso, in sede di bilancio, il fatturato complessivo realizzato dai punti vendita alternativi si rivela più incisivo di quello dei canali tradizionali che sovente nel proprio assortimento non lasciano molto spazio al settore.

Conquistare l'infedele

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

di Gabriele Pepi

Assecondare i cambiamenti nelle modalità d’acquisto, sempre più infedeli e multicanale, del lettore è diventata la parola d’ordine per molti nuovi progetti lanciati nei mesi scorsi. La fusione in Internet bookshop Italia della società proprietaria delle librerie Melbookstore, Altair, e la creazione della catena di librerie a insegna Ibs.it ha provato a immaginare un’integrazione tra librerie fisiche e on line. Un canale, quello tradizionale, che ha visto anche l’inaugurazione, da parte di Feltrinelli, di un nuovo concept store, RED – Read, eat & dream, nel quale il food diventa uno spazio esperienziale innovativo. Sul fronte on line è San Paolo a tentare una formula ancora poco esplorata dal settore religioso con il varo, a giugno, del suo primo store, in competizione con i portali di e-commerce religiosi ma anche con quelli generalisti, grazie ad una proposta che strizza l’occhio anche all’utente laico.

Librerie di quartiere

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2013

di Gabriele Pepi

Chi l’avrebbe mai detto che questo annus horribilis ci avrebbe portato anche qualche buona notizia? Nonostante la crisi dei consumi e le difficoltà finanziarie, ci sono ancora persone che decidono di aprire una libreria indipendente o senza ricorrere a formule di franchising. Ri-immaginare spazi fisici (non grandissimi) con una loro marginalità economica, pensare a luoghi di incontro, affrontare la sfida del digitale e della concorrenza degli store on line ma anche – più prosaicamente – avere a che fare con distributori, editori, promotori e, non ultimi, clienti sempre più interconnessi da tablet e smartphone e di conseguenza sempre meno pazienti, è la sfida che le tre neonate librerie presentate in queste pagine hanno raccolto nel corso dell’ultimo anno. Si tratta di librerie di varia accomunate da una dimensione rionale e un’aspirazione di servizio in due città, Milano e Roma, che ancora per certi versi conservano la dimensione intima del quartiere.

È politica, bellezza!

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Gabriele Pepi

«Ciò che maggiormente irrita i politici non è tanto l’essere criticati quanto piuttosto il non essere citati». A dirlo è Antonio Polito, giornalista ed ex direttore de «Il riformista» che abbiamo intervistato per capire come nasce un libro di approfondimento politico. E così si scopre che i politici italiani oggetto di tante pubblicazioni che ritroviamo in libreria (Elena Refraschini ci racconta quante esattamente se ne pubblicano Italia in Politica da leggere pp.13-14 di questo «GdL») si attengono ancora all’aforisma di Oscar Wilde: «Parlate di me bene o male purché ne parliate». Partiamo dall’inizio: come nasce l’idea alla base del progetto di un libro di attualità politica? Sostanzialmente in due modi: l’autore ha un’idea forte che propone al proprio editore oppure, viceversa, è l’editore che, facendosi portavoce di un bisogno di approfondimento ancora inespresso dal panorama dei libri in commercio, propone un progetto ad un autore di fiducia. Per esperienza personale [In fondo a destra, appena edito per i tipi di Rizzoli, nasce da una precisa richiesta dell’editore milanese ndr] in entrambi i casi il libro può «uscire bene». In fin dei conti gli editori dovrebbero essere gli organizzatori di cultura del nostro Paese, compito che portano avanti anche commissionando lavori originali al loro parco di autori.

Dalle Ande alle Alpi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Gabriele Pepi

Paese dal passato travagliato, la letteratura ha sempre occupato un posto importante nella vita politica e sociale del Cile: due premi Nobel (Gabriela Mistral e Pablo Neruda) e decine di scrittori di talento, tra cui molti sono riusciti a farsi conoscere anche al di là delle Ande, lo testimoniano e, proprio la ricchezza della produzione letteraria del «Paese sottile», ne hanno fatto l’ospite d’onore alla 26esima edizione del Salone del libro di Torino. Molta della letteratura cilena contemporanea è ben nota in Italia e alcuni nomi raggiungono altissime tirature, basti ricordare Luis Sepúlveda (Guanda), Isabel Allende e Marcela Serrano (Feltrinelli) a cui si affiancano altri autori, altrettanto interessanti, come Antonio Skármeta (Garzanti), Roberto Bolaño (Sellerio), Alejandro Jodorowsky (Feltrinelli) e Hernán Rivera Letelier (Guanda). Naturalmente non bastano questi nomi a esaurire la letteratura cilena e restano altre voci intriganti da scoprire sulle quali abbiamo chiesto numi a Santiago Elordi, addetto culturale dell’ambasciata del Cile in Italia e scrittore a sua volta.

Il Maggio in numeri

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Gabriele Pepi

Nelle librerie e nelle biblioteche. Nei piccoli festival letterari fino al Salone internazionale del libro di Torino. Ma anche nelle scuole e nelle associazioni culturali negli ospedali, nelle strutture carcerarie, per le strade, nei parchi e in altre location inedite, raggiunte grazie alla collaborazione di partner come Unicoop-Tirreno (i supermercati di Lazio e Toscana), Poste Italiane (uffici postali e PosteShop), Italo, Banca Etruria. Senza dimenticare gli spazi virtuali e il Web: animato dalle tante visite al sito ufficiale della campagna, dai like su Facebook e dai follower su Twitter. Guardando allo scorso Maggio dei libri possiamo ancora una volta dire che è stato un mese vissuto intensamente. La terza edizione della campagna di promozione della lettura, organizzata dal Centro per il libro e la lettura, in collaborazione con l’Associazione italiana editori, si è chiusa venerdì 31 maggio, raggiungendo l’obiettivo di diffondere la lettura in tutto il Paese, con particolare riguardo per le scuole, per il pubblico più giovane e per quei contesti che ancora non erano stati raggiunti dal piacere della lettura. Un successo confermato da numeri in forte crescita. Anzitutto le iniziative, che quest’anno sono state 3.006 distribuite in tutte le regioni italiane (+26% rispetto al 2012), hanno avuto una vera e propria esplosione social: oltre 70.350 like su Facebook (pari al +160% rispetto all’inizio della campagna), 4.555 follower su Twitter e 284mila visualizzazioni del sito ufficiale. Sempre per restare in tema anche l’app sviluppata dal Maggio dei libri ha ottenuto ottimi risultati di download: 1.158 le app aggiornate/scaricate sui dispositivi iOS e 625 quelle installate sui dispositivi Android. Ma come sono andate le iniziative rivolte ai giovani? Anche quest’anno Il Maggio dei Libri ha dedicato particolare attenzione alle iniziative rivolte al pubblico degli studenti.

Film, libri e made in Italy

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Gabriele Pepi

«La sfida dei mercati internazionali oggi può essere affrontata solo in un’ottica di sistema. Servono progetti di internazionalizzazione congiunti che possano essere l’inizio di una nuova visione per esportare il nostro made in Italy». Con queste parole Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia e di Aie, presentava a inizio giugno la prima parte di Words on screen. New Italian Literature into Film, il progetto congiunto che ha portato a New York per due giorni una selezione di pellicole italiane tratte da romanzi italiani ma anche dibattiti con registi, produttori, scrittori ed editori. Obiettivo della missione – nata nell’ambito dell’anno della cultura italiana negli Stati Uniti e dalla collaborazione con Anica e la Fondazione Cinema per Roma e con il sostegno del Ministero per lo sviluppo economico – è quello di rafforzare la presenza dell’industria cinematografica ed editoriale italiana sul mercato statunitense e di favorire rapporti di coproduzione internazionale. «Gli Stati Uniti rappresentano una sfida molto particolare per la penetrazione culturale, – prosegue Polillo. – È un Paese particolarmente “autarchico” e chiuso ai prodotti culturali stranieri: solo il 5% dei libri in commercio è in traduzione da altra lingua. Se c’è una “cultura” che può provare ad rompere questo tabù è sicuramente quella italiana che comunque riveste un fascino particolare negli Stati Uniti. Ma abbiamo bisogno di nuove strategie, alleanze e risorse. L’alleanza tra produttori ed editori costituisce potenzialmente un mix formidabile proprio per la forza evocativa che i libri e cinema tricolore hanno da sempre in giro per il mondo: se riuscissimo a fare in modo di costruire un nuovo modello per l’estero ne trarrebbe beneficio l’intero sistema Paese». Per capire meglio gli orizzonti dell’iniziativa che si colloca nel più ampio «Progetto speciale di promozione del made in Italy», che per due anni porterà in giro per il mondo i prodotti dell’industria cinematografica promuovendoli come già si fa per la moda o il food, abbiamo intervistato Francesca Medolago Albani, responsabile dell’Ufficio studi, sviluppo e relazioni associative di Anica che ha curato il progetto insieme a Fabio Del Giudice per conto di Aie.

Dall'evento al libro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2013

di Gabriele Pepi

Ci sono periodi in cui le notizie scarseggiano e ce ne sono altri, invece, come gli undici mesi appena trascorsi, dove i grandi eventi mediatici – che si tratti delle ultime elezioni politiche nazionali (ne abbiamo parlato diffusamente in uno speciale uscito sul «Giornale della Libreria» di aprile), delle rivolte in Medio Oriente, dell’elezione di un nuovo Papa o di fatti di costume come la nascita del Royal Baby – sembrano susseguirsi a distanza più ravvicinata del solito, scardinando la consueta routine dell'informazione e portando con sé l'immancabile effetto a catena sul mondo del libro. Un effetto che, per alcuni di questi eventi mediatici, raggiunge una scala globale, come nei casi, diametralmente opposti, dell’elezione di papa Bergoglio e della nascita dell’erede al trono inglese, letteralmente spolpati dall’industria editoriale in una miriade di pubblicazioni, più o meno ufficiali, tra le quale perdersi non è affatto difficile. Partiamo dall'elezione papale che ha visto salire al soglio di Pietro Jorge Mario Bergoglio, uno dei papi più mediatici degli ultimi anni e sicuramente dotato di un carisma e di una capacità naturale di entrare in sintonia con i fedeli che non può che far correre il pensiero a papa Wojtyla, a sua volta grande comunicatore (e, per quanto ci riguarda apprezzato autore). La produzione di libri legati all’elezione del nuovo papa Francesco negli ultimi mesi ha subito quindi una prevedibile accelerazione. Per accorgersene basta dare un’occhiata alle classifiche che mensilmente riportiamo nelle prime pagine del «GdL»: i titoli dedicati agli scritti di Bergoglio o ai suoi insegnamenti sono cresciuti esponenzialmente e spesso si sono ritrovati ad occupare la vetta della classifica.

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