Se non appartiene a una serie non è un bestseller, sembra essere il leit-motiv delle vendite internazionali del 2012. Negli Stati Uniti, nel Regno Unito e su Amazon, le trilogie scritte da due sole autrici, E. L. James e Suzanne Collins, hanno occupato prepotentemente i due terzi delle Top 10. Successi multipli che replicano (o superano), in un periodo più ravvicinato, le ottime affermazioni ottenute negli ultimi anni dalle storie che si sono sviluppate in una serie: Harry Potter (J.K. Rowling), Millenium (Stieg Larsson), Twilight (Stephenie Meyer), Le cronache del ghiaccio e del fuoco (George Martin), il ciclo dell’Eredità (Christopher Paolini), solo per citare alcune delle principali, senza dimenticare la saga capostipite, Il Signore degli anelli.
Si tratta sempre di fiction scritte dallo stesso autore e caratterizzate dallo stesso protagonista, le cui avventure continuano da un libro all’altro, dando luogo a una serie che si estende su più volumi e che avvince il lettore per la curiosità di seguire i personaggi a lungo termine.
I libri sviluppati in serie appartengono indifferentemente a diversi generi, dal fantasy al distopico al thriller fino al romance erotico delle Sfumature. Possono avere lunghezze e durata variabili, anche se le trilogie sembrano particolarmente baciate dal successo mentre le saghe fantasy mostrano una tendenza a dipanarsi in un numero maggiore di volumi (dai 7 di Harry Potter ai 12, nell’edizione italiana, della saga di George Martin). Dal loro successo, a loro volta scaturiscono altre serie, che imitano il genere sulla cresta dell’onda che ha scalato le classifiche.
Sono, però, tutti accomunati da due fattori: la durata nel tempo e il potenziale effetto moltiplicatore creato da ogni nuova uscita che dà vita a rinnovate occasioni di pubblicità e di diffusione. Nell’arco delle storie prolungate il lettore ha maggiore possibilità di affezionarsi ai personaggi e di appassionarsi agli sviluppi delle loro vite, secondo un meccanismo molto simile a quello utilizzato dalle serie televisive.