Quali sono i principali trend dell’editoria d’arte internazionale? Quali cambiamenti la stanno trasformando e quali sono i player più interessanti di questo mercato? Ce lo racconta Gareth Long, coordinatore della London Art Book Fair (26-28 settembre, Whitechapel Gallery, Londra).
Come prima cosa, come nasce la London Art Book Fair?
Nel 2009 Iwona Blazwick, direttrice della Whitechapel Gallery, e Marcus Campbell, che all’epoca dirigeva la London Artists’ Book Fair, decisero che, nonostante il declino delle case editrici tradizionali, si sarebbe dovuta organizzare una fiera del libro il cui mandato era quello sia di celebrare che di catalizzare i cambiamenti futuri dell’intera editoria d’arte. Il concept consisteva nel presentare un’istantanea del settore nella sua totalità e rappresentarne ogni manifestazione – dai libri d’arte contemporanea ai cataloghi di musei, libri di lusso, libri artistici, pubblicazioni accademiche e riviste – per mostrare, insomma, che l’editoria non si sta ridimensionando, ma solo trasformando. Uno degli scopi principali della London Art Book Fair inoltre, consiste nel diventare sempre più un ambiente che offra l’opportunità di promuovere lo scambio tra le varie case editrici, i professionisti e i collezionisti. I libri che trattano d’arte e quelli artistici in senso stretto hanno la tendenza ad avere modelli di distribuzione completamente differenti rispetto ai libri più mass market e le fiere del libro sono uno dei principali canali in cui queste opere possono essere scoperte e scambiate. Esiste una fiorente comunità di editori indipendenti che ha iniziato a conoscersi tramite i sistemi di distribuzione condivisa che i libri d’arte generano e, in secondo luogo, tramite appuntamenti professionali o fiere di settore come la nostra: penso per esempio a quelle di New York, Los Angeles, Vancouver, Berlino, Londra, Parigi, Amsterdam e Toyko.