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Canali di vendita

Libraie doc

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2013

di Serena Baccarin

Le donne ad oggi rappresentano il 72% del personale librario (Ufficio Studi Aie, marzo 2012) e il loro peso cresce anche nei ruoli direttivi. Dal rapporto con gli editori alla clientela, ci siamo interrogati sulla natura e sul valore aggiunto della gestione femminile nelle librerie. Ne abbiamo discusso con Pieranna Margaroli, che gestisce con la sorella la Libreria Margaroli di Verbania; Tamara Guazzini, presidente della Libreria Rinascita di Empoli; Lorenza Manfrotto, titolare con le sorelle Veronica e Lavinia della Libreria Palazzo Roberti di Bassano Del Grappa; Sabina Borri, a capo di Borribooks di Roma e con Daniela Bonanzinga dell’omonima libreria messinese.

Libro e non libro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2013

di Ester Draghi e Paola Sereni

Che il non-book abbia assunto un peso preponderante nei fatturati delle librerie indipendenti e soprattutto di catena è ormai uno scenario attuale. Quaderni, taccuini, penne e oggettistica varia e collaterale rispetto al prodotto libro trovano sempre più spesso posto vicino alla cassa o su tavoli dedicati, un modo semplice e redditizio per non sacrificare spazio ai libri e garantirsi al contempo margini che questi ultimi non permettono. Ne parliamo con i responsabili degli assortimenti non-book di alcune catene italiane.

Non-book a scaffale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2013

di Serena Baccarin

A fronte di un mercato sempre più in sofferenza, che ha registrato una flessione del 4,4% nei primi quattro mesi del 2013 (fonte Nielsen), le librerie muovono in altre direzioni nel tentativo di tamponare l’emorragia generata dal libro fisico e trovando nel non-book una delle possibili fonti di fatturato sostitutivo. L’introduzione di fasce merceologiche diverse dal libro diventa sempre più strutturata, grazie anche ai grandi gruppi editoriali che nel corso dell’ultimo anno ne hanno organizzato la distribuzione, commercializzando brand di non-book nei canali trade. Tuttavia in corrispondenza di più invitanti margini di guadagno, il prodotto extra editoriale è spesso sinonimo di indici di rotazione molto elevati e di rimanenze a magazzino. Nell’abbracciare questo fenomeno le librerie si confrontano con temi che superano la selezione dell’assortimento, quali la scelta del layout e la necessità di acquisire nuove mentalità e competenze. Ne abbiamo discusso con quattro librai che da qualche tempo hanno deciso di dedicare spazio al non-book all’interno delle loro librerie: Alberto Galla (Gruppo Galla 1880, Vicenza), Paola Fioretti (Libreria Scuola e Cultura, Roma), Alessandra De Alessandri (Libreria Mercurio, Torino) ed Enrico Fassi (Libreria Articolo 21, Bergamo.)

Produrre sogni

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2013

di Elena Vergine

Dai giochi educativi alle scatole colorate, dal vino ai cofanetti regalo, dagli accessori tecnologici alle magliette letterarie fino alle classiche agende: tutto questo (e non solo) è non-book. Merceologie originali che, soprattutto in tempi di crisi, possono aiutare le librerie a distinguersi, a diventare luoghi multifunzione, ma senza perdere di vista il loro tradizionale core business. Gli esempi che vi proponiamo in questo articolo dello speciale non-book dedicato ai produttori sono sette realtà virtuose, molto attente ai cambiamenti di tendenza del mercato in generale e del loro target di riferimento in particolare. I loro sono prodotti attrattivi, talvolta inusuali, accomunati dalla qualità, con innumerevoli punti di contatto con il classico assortimento librario in quanto veri e propri prodotti culturali che vedono nelle librerie il loro canale naturale. Dunque è proprio per questo che diventa necessario, per i librai, sviluppare una loro cultura del non-book. «In negozi in cui per il lettore medio tutto è uguale e tanti libri insieme, anche se diversi, fanno una sola libreria, non tante librerie diverse, queste merceologie (se scelte con garbo e intelligenza) diventano elementi distintivi, e fattori di marginalità.», (intervista ad Achille Mauri, «Gdl», 1, 2013, Portatrice di futuro, di G. Peresson, pp. 26-27).

Affrontare la crisi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Giovanni Peresson

La crisi e le difficoltà del mercato come elemento con cui bisogna fare i conti ma da affrontare anche come opportunità di cambiamento e di innovazione. Cambiamento e innovazione per rispondere ai nuovi comportamenti d’acquisto del cliente, che legge e compra libri digitali, vuole prezzi diversi, ma vuole anche professionalità e cura nell’assortimento. Innovazioni che devono però – si legge in modo più o meno trasparente da tutte le interviste – sapersi collegare con la «tradizione» del mestiere. Operazione possibile solo attraverso investimenti che mettono al centro la formazione del personale. È un po’ questo il filo rosso che attraversa le otto interviste ad altrettanti librai e responsabili di catena nelle pagine successive. Certamente non possiamo considerare queste risposte come un vero e proprio campione della situazione delle migliaia di librerie e cartolibrerie del nostro Paese. Ma sicuramente il loro è un punto di vista importante rispetto a un periodo che si configura tra i più difficili per tutto il settore: iniziato nella seconda metà del 2011, proseguito per tutto lo scorso anno, non lascia ancora in questo 2013 intravvedere un’uscita e una fine, se le previsioni di incremento del Pil per il 2014 parlano di un +0,5%. Certo sappiamo delle difficoltà di molte librerie e dell’effetto che risale lungo tutta la filiera. O ne discende. Edward Nawotka, in questo stesso «GdL», riferendosi alla situazione degli Stati Uniti afferma: «Le librerie indipendenti – almeno come rivenditori di libri cartacei – sembrano avere le stesse possibilità di sopravvivere alle grandi catene che di scomparire». Perché «possono permettersi di essere più innovative in termini di marketing e vendita diretta». La libreria, aveva detto, pochi mesi fa, Achille Mauri («GdL», 1, 2013, pp. 26-27) deve «farsi portatrice di futuro». Speriamo. (G. Peresson)

Software per crescere

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Lorenza Biava

L’innovazione tecnologica in questi ultimi anni ha avviato una radicale trasformazione dei processi distributivi che ha interessato, accanto a editori, grossisti e distributori, anche la realtà delle librerie italiane. Se a questo si sommano gli effetti negativi della crisi sulla disponibilità dei librai ad investire in tecnologie e nuovi servizi è ben chiaro come il quadro che ci si ritrova ad osservare sia decisamente complesso. Questa complessità fatta di spinte verso il nuovo e di timore di esporsi troppo è ben chiara osservando il profilo della libreria italiana che emerge da un piccolo sondaggio che abbiamo voluto realizzare coinvolgendo i produttori di alcuni tra i più diffusi software gestionali per librerie: BooksManager, Decalibro, MacBook, Mr.Book e WinVaria che insieme coprono circa l’80% del mercato. Il primo dato che colpisce è quello relativo all’uso di alcuni tradizionali strumenti di fidelizzazione: gli allert sms e le carte fedeltà, funzionalità opzionali che sono appunto gestite dai singoli gestionali. A utilizzare i primi è circa 46% delle librerie servite, un po’ meno di un libraio su due, mentre ad aver implementato una carta fedeltà è appena il 29,6% (ricordiamo che le librerie servite dai cinque software sono principalmente punti vendita indipendenti e cartolibrerie mentre restano sostanzialmente escluse le grandi catene che si appoggiano per lo più su gestionali di proprietà).

La religione in libreria

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Elena Vergine

È un periodo di grande tumulto nella capitale. Prima c’è stata l’emozionante attesa per il Conclave, poi la fumata bianca e migliaia di pellegrini pronti ad acclamare il papa neoeletto, infine il primo Angelus del pontefice che si è risolto, come prevedibile, nell’ennesimo bagno di folla in Piazza San Pietro. La strada principale che collega lo Stato Vaticano a Roma, inquadrando scenograficamente la Basilica, è Via della Conciliazione. Progettata dagli architetti Marcello Piacentini e Attilio Spaccarelli dopo i Patti Lateranensi dell’11 febbraio 1929, questa arteria è anche la zona d’Italia a più alta concentrazione di librerie specializzate in religione. Riportiamo di seguito l’esperienza di quattro librai della zona.

Welcome to the future

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Elisa Molinari

Come saranno le librerie del futuro? Quali elementi del mondo fisico mantenere in un mondo sempre più digitale? Una caffetteria è importante? A queste e a tante altre domande sta cercando di dare una risposta Foyles, la storica libreria londinese nata nel 1903, il cui negozio principale in Charing Cross Road ospita oltre 200.000 titoli disposti su cinque piani. Centodieci anni di storia che saranno debitamente celebrati in agosto, come si legge sul sito della libreria: «Abbiamo creato il nostro business vendendo storie, eppure la storia di Foyles non appartiene solamente a noi, ma a tutti gli innumerevoli amanti dei libri che hanno vagabondato tra gli scaffali, anno dopo anno. Per questo motivo, ad agosto sarà allestita una galleria presso gli spazi di Charing Cross Road per mostrare i volti passati, presenti e futuri di Foyles. Per questo motivo la libreria chiede a tutti di inviare il proprio ricordo personale, che sia una vecchia foto, un disegno, un racconto o un souvenir». Nostalgici a Foyles, ma non troppo: oltre a celebrare le glorie passate, a Londra si guarda al futuro. La libreria ha infatti unito le forze con «The Bookseller», una delle riviste di settore più importanti del mondo anglosassone, per coinvolgere clienti e addetti ai lavori nel ripensamento del nuovo negozio, probabilmente l’ultima libreria di grandi dimensioni costruita nel Regno Unito, i cui lavori di «ristrutturazione» inizieranno nel 2014. Il progetto, annunciato il 3 dicembre scorso alla Futurebook conference a Londra, prende avvio in un momento in cui le librerie tradizionali si trovano ad affrontare uno scenario decisamente complesso. Ne abbiamo parlato con Miriam Robinson, responsabile marketing della libreria: «La decisione di spostarci nelle nuova location è nata quando il Central St. Martin’s College of Art ha annunciato che avrebbe cambiato sede. La struttura che lo ospitava è perfetta per una libreria come la nostra, con le sue ampie aree luminose». Aree che lo studio Lifschultz Davidson and Sandilands sarà chiamato a ripensare, ma in ottima compagnia.

Dentro il magazzino

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Lorenza Biava

Trovato, scelto e comprato con pochi click. Fin qui tutto semplice ma cosa succede nei magazzini di un grande store on line quando premiamo il tasto «acquista»? Per scoprirlo siamo andati a visitare il magazzino di Ibs.it, ad Assago (Milano), proprio qualche giorno prima dell’annuncio della fusione di Internet Bookshop Italia con il sito specializzato nella vendita della scolastica nuova e usata Libraccio.it che è entrato nel capitale di Ibs con una quota del 5,2% (il restante 94,8% è controllato da Emmelibri Gruppo Messaggerie). «Ogni giorno qui evadiamo circa 20.000 ordini – spiega Guido Rugginini, direttore operativo per Ibs.it, che ci accompagna alla scoperta del magazzino della prima libreria on line nata in Italia – e tendenzialmente, se un ordine viene effettuato prima delle 14 e la merce è a magazzino, possiamo farlo partire entro sera in modo che il cliente finale lo riceva la mattina successiva a casa». Le 620mila occorrenze librarie disponibili arrivano negli 8mila metri quadri del magazzino di Assago da distributori, grandi editori e piccole-piccolissime case editrici che non possedendo una rete distributiva inviano quotidianamente, a mezzo posta, i libri acquistati dagli utenti. «Il numero dei titoli disponibili direttamente è cresciuto esponenzialmente da quando ci siamo trasferiti fuori Milano. Nel 1998 ci appoggiavamo al grossista Iperbook (20 mq di magazzino) e a un secondo magazzino in centro città (250 mq). Nel 2003 con il trasferimento a Trezzano siamo arrivati a 2mila metri quadri e poi nel 2007 ci siamo spostati qui e abbiamo raddoppiato lo spazio a disposizione fino ad arrivare alle dimensioni attuali. La necessità di spazi più grandi è stata determinata dall’aumento dei volumi e dall’introduzione di nuove modalità per gestire le merci. All’inizio non potevamo tenere uno stock di magazzino e ciò impattava anche sui tempi di spedizione del prodotto, poi, con l’aumento degli spazi abbiamo potuto tenere a stock i best seller, le novità e in ultimo anche il catalogo: i titoli di libri in stock sono oggi 130.000 cui si sommano 20.000 titoli di Dvd e 40.000 di CD».

Neonate in provincia

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Serena Baccarin

Nonostante il mondo editoriale sia stato attraversato da una profonda contrazione dei consumi, registrando una diminuzione dell’8,7% degli acquisti nei canali trade (fonte Ufficio Studi AIE, ottobre 2012), l’anno appena concluso ha visto nascere nuovi punti vendita. Tra le librerie indipendenti che hanno avuto il coraggio di sfidare le prospettive poco rosee del mercato, emergono le librerie per ragazzi, che lungo tutta la penisola si sono lanciate alla conquista delle zone periferiche.

A caccia di lettori

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2013

di Lorenza Biava e Elena Vergine

Prima, di più e più a lungo. Potrebbero essere queste le tre «p» della promozione alla lettura. Iniziare a leggere prima, cioè da piccoli; farlo di più, cioè puntare a creare lettori forti; e leggere più a lungo cioè sviluppare iniziative che consentano di conservare la consuetudine alla pagina scritta anche in età adulta. Convinti che su e giù per la Penisola di buone pratiche non ne manchino, abbiamo chiesto ai presidenti dell’Associazione italiana librerie (Ali), Alberto Galla, e dell’Associazione italiana biblioteche (Aib), Stefano Parise, di indicarcene tre ciascuna. I risultati sono raccolti nelle prossime pagine. È il caso di dirlo: buona lettura!

Eventisti e Bookjokey

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2013

di Serena Baccarin

Presentazioni di libri, mostre, spettacoli musicali, ma anche giochi letterari. Con l’affermarsi della libreria come luogo d’incontro, le attività che si svolgono all’interno dello spazio commerciale si sono arricchite, conquistando una rinnovata importanza. L’evento è ormai un aspetto caratterizzante del lavoro in libreria, un servizio offerto con continuità dai librai indipendenti e di catena, che con passione propongono iniziative volte a saziare gli appetiti culturali del pubblico. Se da un lato si assiste all’istituzione di una figura preposta all’interno dei megastore, e alla nascita di agenzie specializzate in eventi letterari, dall’altro si incontrano librai indipendenti sempre a caccia di nuove idee, pronti a mettersi in gioco e a giocare con i libri. Dall’esperienza di Librerie Feltrinelli, passeremo a indagare due realtà indipendenti virtuose, che si contraddistinguono per vivacità e intraprendenza: Piazza Repubblica Libri di Cagliari e Libreria Giufà di Roma.

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