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Marzo 2013

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Marzo 2013
Fascicolo digitale

La rivista

40 anni in mongolfiera
di Redazione
 
Abstract
Chi ha una qualche familiarità con i libri per bambini non può non avere mai incrociato la collana delle storie della fattoria, quella dei libri gioco con calamite, puzzle, e suoni, oppure, per i più piccini, i carezzalibri. I libri della mongolfiera per dirla con altre parole, quelli delle edizioni Usborne, che quest’anno festeggiano i loro primi 40 anni con ottimi risultati di vendita visto che nel 2012 sono entrate tra le prime 10 case editrici per ragazzi in Italia con una crescita sul fatturato dell’anno precedente pari al 60%. Ne parliamo con Peter Usborne, fondatore della casa editrice della mongolfiera. Come nasce la sua casa editrice? La mia carriera di editore è iniziata più di cinquanta anni fa con la pubblicazione di un giornalino comico studentesco che ho ideato quando frequentavo l’Università di Oxford. Dopo la laurea ho avviato una rivista satirica che oggi è molto famosa: «Private Eye». Dopo tre anni sono entrato in un grande gruppo editoriale come assistente particolare del Presidente. Un pomeriggio mia moglie mi telefonò per comunicarmi che stavo per diventare padre. Fu una notizia sconvolgente e la mia vita cambiò completamente. Mi rivolsi subito al mio superiore per chiedere un trasferimento in un settore del suo impero editoriale che avesse collegamenti con l’infanzia. Così entrai a fare parte della divisione editoriale educativa e imparai a pubblicare, con grande successo, libri molto semplici di non fiction per gli alunni delle scuole. Dopo alcuni anni finii per creare la mia azienda (grazie a un consistente prestito del mio ex datore di lavoro) e iniziai a pubblicare da casa libri molto più divertenti per bambini. Uno dei primi si intitolava Spycraft; era molto divertente, molto elegante, completamente diverso da tutto quello che era stato pubblicato prima e a tutt’oggi rimane il mio libro Usborne preferito. A 40 anni di distanza dai suoi inizi, la Usborne Publishing è molto cresciuta e oggi è una delle più famose case editrici per l’infanzia; i nostri volumi sono tradotti in più di 100 lingue e il marchio Usborne è presente in numerosi Paesi tra i quali anche l’Italia.
Bambini in vacanza
di Elena Vergine
 
Abstract
Quando ci si muove in famiglia si sente spesso la necessità di individuare degli strumenti a «misura di bambino» per coinvolgere anche i piccoli viaggiatori in un turismo più consapevole. Abbiamo selezionato per voi due diversi case history di realtà che hanno studiato proposte di qualità per rispondere alle necessità di genitori e ragazzi.
Chi legge di più
di Giovanni Peresson
 
Abstract
È perfino paradossale. Oggi le vere agenzie che si occupano di promozione della lettura nel nostro Paese, sono diventate le famiglie italiane che procurano e leggono ai loro figli i libri che le case editrici pubblicano e diffondono. Altro che scuola, biblioteche, festival letterari o saloni del libro. Come possiamo interpretare altrimenti, il fatto che il 63,3% dei bambini di 2-5 anni (in proiezione 1,4 milioni di bambini) «legge, colora, sfoglia libri o albi illustrati tutti giorni al di fuori dell’orario scolastico»? E soprattutto che questa percentuale cala al 54,3% tra i 6-10 anni quando iniziano a frequentare la scuola elementare? Anche se la «lettura» in un bambino tra i 2 e i 5 anni è certamente qualcosa di molto più complesso e articolato di come siamo abituati a considerare la «lettura» – si integra e completa con il gioco, il disegnare e il colorare, il giocare con le immagini e le storie, nel rapporto genitoriale, ecc. – essa fa parte della quotidianità del bambino, molto di più che nelle fasce di età immediatamente successive. E tutte insieme molto di più rispetto alla media della popolazione adulta italiana. Paradossale certo, anche se vanno fatte alcune precisazioni. Lettura nel senso proprio del termine da una parte, rapporto con la forma libro dall’altra nella sua capacità di creare relazioni all’interno della famiglia, tra mamma (o papà) e bambino dall’altra. Confronto tra «lettura» quotidiana da una parte (che è anche disegnare, sfogliare un libro, colorarlo, giocarci, ecc.) e lettura di «almeno un libro non scolastico nei dodici mesi precedenti» dall’altro. Ma allora la differenza si allarga, anziché restringersi!
Club 2.0
di Elisa Molinari
 
Abstract
C’era una volta il club del libro, un appuntamento in cui discutere, possibilmente in salotto davanti a un buon tè e dei biscotti, del libro del mese. Il passo dal salotto di casa alle poltroncine degli show televisivi, almeno negli Stati Uniti, è stato breve. Un nome su tutti? Oprah Winfrey. Il suo famoso book club, costola dell’acclamato talk show The Oprah Winfrey Show, nei quindici anni di attività, dal 1996 al 2011, ha raccomandato a milioni di americani 70 libri, con effetti tali sulle vendite da parlare addirittura di «effetto Oprah». Al Greco, professore di marketing della Fordham Univerisity, ha addirittura calcolato che circa 55 milioni di copie siano state vendute grazie ai suggerimenti dell’istrionica conduttrice. Dopo un anno di silenzio, a giugno 2012 Oprah si è reinventata, annunciando l’Oprah Book Club 2.0. «Rispetto alla passata edizione, si tratta di un book club on line interattivo, pensato per il mondo digitale», ha annunciato Oprah che non potrà più contare sul suo storico programma televisivo ma sul suo canale via cavo, sulla sua rivista e, ovviamente, sul Web. Molto ora si gioca sulla partecipazione dei lettori, a cui sono messi a disposizione tutti i canali social: da Twitter (con l’hashtag dedicato #oprahsbookclub con cui è possibile inviare domande, commenti e rispondere alle domande a tema), a Facebook (dove gli utenti sono chiamati a postare le proprie foto), a Storify (collettore di tweet, foto e post). È stata inoltre creata una mappa per trovare gli altri lettori del Book Club sparsi per tutto il mondo e, tramite l’applicazione mobile GroupMe, il club ha una sezione in cui i lettori potranno creare gruppi più piccoli con cui discutere.
Dentro il magazzino
di Lorenza Biava
 
Abstract
Trovato, scelto e comprato con pochi click. Fin qui tutto semplice ma cosa succede nei magazzini di un grande store on line quando premiamo il tasto «acquista»? Per scoprirlo siamo andati a visitare il magazzino di Ibs.it, ad Assago (Milano), proprio qualche giorno prima dell’annuncio della fusione di Internet Bookshop Italia con il sito specializzato nella vendita della scolastica nuova e usata Libraccio.it che è entrato nel capitale di Ibs con una quota del 5,2% (il restante 94,8% è controllato da Emmelibri Gruppo Messaggerie). «Ogni giorno qui evadiamo circa 20.000 ordini – spiega Guido Rugginini, direttore operativo per Ibs.it, che ci accompagna alla scoperta del magazzino della prima libreria on line nata in Italia – e tendenzialmente, se un ordine viene effettuato prima delle 14 e la merce è a magazzino, possiamo farlo partire entro sera in modo che il cliente finale lo riceva la mattina successiva a casa». Le 620mila occorrenze librarie disponibili arrivano negli 8mila metri quadri del magazzino di Assago da distributori, grandi editori e piccole-piccolissime case editrici che non possedendo una rete distributiva inviano quotidianamente, a mezzo posta, i libri acquistati dagli utenti. «Il numero dei titoli disponibili direttamente è cresciuto esponenzialmente da quando ci siamo trasferiti fuori Milano. Nel 1998 ci appoggiavamo al grossista Iperbook (20 mq di magazzino) e a un secondo magazzino in centro città (250 mq). Nel 2003 con il trasferimento a Trezzano siamo arrivati a 2mila metri quadri e poi nel 2007 ci siamo spostati qui e abbiamo raddoppiato lo spazio a disposizione fino ad arrivare alle dimensioni attuali. La necessità di spazi più grandi è stata determinata dall’aumento dei volumi e dall’introduzione di nuove modalità per gestire le merci. All’inizio non potevamo tenere uno stock di magazzino e ciò impattava anche sui tempi di spedizione del prodotto, poi, con l’aumento degli spazi abbiamo potuto tenere a stock i best seller, le novità e in ultimo anche il catalogo: i titoli di libri in stock sono oggi 130.000 cui si sommano 20.000 titoli di Dvd e 40.000 di CD».
Esperimenti di successo
di Elena Vergine
 
Abstract
Raccontare la scienza ai bambini in modo semplice e accattivante non è cosa semplice, per di più in un Paese come il nostro dove regna il non-dialogo tra le due culture e dove le statistiche evidenziano un progressivo calo delle iscrizioni nelle facoltà scientifiche. Una delle ragioni dell’ostilità degli italiani per la scienza è che questa viene spesso comunemente intesa come qualcosa di astruso, comprensibile solo a pochi eletti, gli «scienziati» appunto. Non c’è nulla di più lontano dalla realtà: esperimenti editoriali stranieri e nostrani dimostrano che la scienza vende. Ne abbiamo parlato con due case editrici che hanno reso il libro di scienza per bambini un piccolo successo editoriale, Editoriale Scienza ed Edizioni Dedalo.
Fare sistema
di Rosa Mugavero
 
Abstract
Per aumentare la disponibilità di contenuti editoriali accessibili alle persone non vedenti e ipovedenti nel gennaio 2011, come è noto, è stato avviato Libri italiani accessibili (Lia), il progetto finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali e coordinato dall’Associazione italiana editori, tramite la sua società di servizi Ediser. Per raggiungere questo obiettivo e mettere a disposizione un catalogo online di tremila titoli di narrativa e saggistica accessibili alle persone affette da deficit visivo, il progetto Lia ha deciso di cogliere le opportunità di un mercato nascente e in continua crescita, come è quello degli e-book, e di mettere a frutto tutte le potenzialità offerte dall’evoluzione dell’editoria verso il digitale, cimentandosi in una sfida ancora più ambiziosa, ovvero consentire alle persone non vedenti e ipovedenti di leggere gli stessi e-book dei lettori normodotati, acquistandoli negli stessi modi e negli stessi tempi. Nei primi due anni di attività il progetto Lia ha quindi studiato e progressivamente messo a punto un innovativo modello di produzione, catalogazione e distribuzione in grado di integrarsi il più possibile all’interno dei processi già esistenti all’interno della filiera editoriale tradizionale.
Fenomeno Peppa Pig
di Redazione
 
Abstract
È stata il fenomeno indiscusso dell’editoria per ragazzi nel 2012, i suoi libri hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo e i bambini sembrano non desiderare altro che sentir parlare di lei. Peppa Pig è la maialina più famosa del momento, un successo transmediale che in Italia è stato declinato, per quanto riguarda la parte relativa ai libri, da Silvia D’Achille per Giunti Kids. Può raccontarci come è cominciata la sua avventura con Peppa Pig? Si può parlare di «colpo di fulmine»: la vidi per la prima volta nello showroom di uno stampatore, ma allora pensavo fosse la protagonista del libro che avevo davantiì agli occhi, non sapevo che fosse un character con tanto di copyright e serie animata alle spalle. Due anni dopo, Rai venne in casa editrice a presentarci le sue nuove licenze: quando fu il turno di Peppa, la riconobbi subito! A quel punto, mi misi a studiare il personaggio: la serie, i temi trattati, il linguaggio, la struttura degli episodi, il successo in Inghilterra, ecc. Scegliere un personaggio su licenza non è sempre semplice: negli ultimi anni il mondo del licensing è cambiato molto e non c’è più quella garanzia di successo che l’esposizione televisiva sembrava dare fino a qualche tempo fa. Come prima cosa, l’offerta è notevolmente aumentata, sia per il moltiplicarsi dei canali televisivi (digitale e pay tv) e la nascita di reti dedicate (Rai yoyo, Cartoonito, Disney Junior, Boing, ecc.), sia per l’uso diventato quotidiano di mezzi diversi dalla Tv (internet con YouTube in primis, ma anche i Dvd che ormai i bambini sanno avviare in totale autonomia). Inoltre, nell’ambito ragazzi, si è assistito a un progressivo abbassamento del target con un autentico proliferare di prodotti prescolari. E l’esperienza di altri Paesi non è necessariamente indicativa: a parte casi eccezionali, si registrano performance molto diverse da nazione a nazione. Tutto questo per dire che, così come nella scelta di un autore o di una storia, anche per i licensing è necessaria una riflessione squisitamente editoriale: ciò che mi portò a scegliere Peppa fu proprio la convinzione che potesse funzionare anche solo sui libri, indipendentemente dall’eventuale riuscita televisiva.
I più amati
di Rosalba Rattalino
 
Abstract
La graduatoria degli autori per bambini in assoluto (trasversalmente ai generi) più venduti nel 2012 vede Geronimo Stilton al secondo posto, preceduto solo dall’autrice delle 50 sfumature, sostanzialmente una conferma rispetto al 2011: allora Geronimo deteneva il podio ma non si misurava con un fenomeno editoriale dell’entità del trittico porno-soft di E. L. James. Sempre parlando di classifica generale degli autori: fra i primi dieci più venduti nelle librerie aderenti al circuito Arianna+, ben quattro (quindi quasi la metà) sono autori di libri per bambini e ragazzi. Oltre a Geronimo Stilton, spiccano i nomi di Silvia D’Achille (4° posto, notevole balzo in avanti rispetto all’anno precedente), Tony Wolf al 7°, Anna Casalis al 10°. Seguono poi Tea Stilton in 15° posizione, invariata rispetto al 2011. Jeff Kinney (20°), Luigi Garlando (30°), Tullio Altan (32°), Antoine de Saint-Exupéry (33°), Gianni Rodari (34°). L’elenco potrebbe proseguire, ci fermiamo qui per non appesantire la lettura. Complessivamente l’editoria per bambini e ragazzi si segnala con quasi venti nomi nella top cento degli autori più venduti. Puntiamo ora i riflettori su come titoli, autori e editori si sono spartiti nel 2012 i primati delle vendite 0-13: top ten per fasce di età. In questo caso la fonte dati è costituita dal totale librerie (fisiche e online) aderenti al servizio Arianna+ di Informazioni Editoriali.
Il peso dei ragazzi
di Rosalba Rattalino
 
Abstract
Un’amica libraia mi raccontava di recente «dovresti vedere i bambini quando sono loro a scegliere i libri, con che attenzione li passano in rassegna uno ad uno, e come sono selettivi! questo si, questo no, sanno cosa vogliono». Segno dunque che nei piccoli l’incontro con il libro (cartaceo) è oggi come in passato un incontro denso di fascino. Forse gli occhi non brillano davanti a qualsiasi racconto o immagine, ma l’attrazione verso il libro nell’imprinting infantile c’è. Il settore 0-13 anni ha rappresentato nel 2012 il 10,8%, sostanzialmente in linea con l’anno precedente (nel 2011 era 10,7%) con un leggerissimo segnale di trend in crescita (Tab. 1). Questo pone le vendite di libri per bambini e ragazzi al terzo posto di rilevanza dopo la narrativa e le scienze sociali e umane. Seppur di poco, sopra alle vendite di «varia».
L'Oriente bambino
di Elena Refraschini
 
Abstract
La crisi economica non ha colpito soltanto i Paesi occidentali, ma anche i mercati generalmente in crescita dell’Asia orientale. Proprio per questo motivo, gli editori children e YA nazionali sono stati in questi ultimi anni riluttanti nel comprare i costosi diritti di bestseller provenienti da Occidente, per favorire invece l’interscambio di opere creative locali. Come afferma in un’intervista a «Publisher’s Weekly» Claire Chiang, responsabile del consiglio organizzativo dell’Asian Festival of Children’s Content di Singapore: «Possiamo accedere senza difficoltà e con grandi benefici ai testi educativi e d’intrattenimento per bambini provenienti dall’Occidente; al contrario, i materiali creati in Asia, anche quelli già disponibili sul mercato, vengono raramente promossi e tradotti, e rimangono in gran parte inesplorati. Questa è una grave perdita per i bambini di tutto il mondo, ed è anche un mercato potenziale da sfruttare». Ma di cosa parliamo, quando parliamo di produzione per l’infanzia nelle nazioni asiatiche? Mercati maturi e stabili come quello giapponese, sudcoreano e taiwanese vendono all’estero diritti per libri illustrati, fumetti a scopo educativo e manga; invece, mercati emergenti come quello cinese si basano ancora fortemente sull’importazione, per alzare gli standard qualitativi domestici. Un tratto comune dell’area sembra essere comunque quello della ricerca di contenuti educativi e che siano appetibili per delle nicchie, come antidoto per contrastare il grave problema del calo delle nascite.
Leggere per crescere
di Antonio Monaco
 
Abstract
L’editoria per ragazzi come la conosciamo oggi è un fenomeno recente di una quarantina di anni, preceduto da una fase di preparazione di altri venti. Rispetto ad altri settori il suo vantaggio è di avere preso coscienza di sé, nell’ultimo decennio, con molta determinazione. Innanzitutto ha un target specifico: i bambini e i ragazzi. Un target che implica il rinnovamento continuo delle generazioni ed è estremamente differenziato per fasce d’età, molto più degli adulti. Ed è inoltre é investito di tutti i cambiamenti sociali in forma anticipata (vedi il cambiamento multietnico nel nostro ambiente sociale e l’impatto delle nuove tecnologie della comunicazione sui cosiddetti «nativi digitali»). E anche l’intera filiera dell’editoria per ragazzi presenta delle peculiarità. Ci sono librerie e biblioteche specializzate. Esiste un «ambiente educativo» che assume la promozione della lettura come scopo istituzionale e che abbraccia figure come insegnanti, animatori culturali, pediatri e genitori. Nella produzione editoriale, accanto ad autori specializzati, si è affiancata con un peso sempre più rilevante la presenza degli illustratori. È il settore che è stato maggiormente investito dalla globalizzazione, basta pensare alla massiccia presenza di coedizioni, o allo scambio di diritti che ha visto progressivamente il nostro Paese incrementare e rendere positivo lo scambio con l’estero: all’inizio del 2001 per ogni titolo esportato ne importavamo tre, nel 2011 su tre titoli importati ne abbiamo esportati quattro. Infine l’innovazione di prodotto dal punto di vista tecnico-materiale ha un grande peso: per i materiali utilizzati, i formati, il colore, lo stile linguistico e comunicativo, l’esuberanza delle pagine (pop up). Il mercato del libro per ragazzi è cresciuto costantemente nei primi dieci anni degli anni Duemila al ritmo medio annuo dell’ 1,5%. Con il 2011 c’è stata una frenata e nel 2012 il segno meno (- 0,4%) ha investito anche il settore ragazzi: nulla rispetto al - 7,8% complessivo. La crisi non risparmia nessuno, ma è prevedibile un più rapido attraversamento del tunnel.
Neonate in provincia
di Serena Baccarin
 
Abstract
Nonostante il mondo editoriale sia stato attraversato da una profonda contrazione dei consumi, registrando una diminuzione dell’8,7% degli acquisti nei canali trade (fonte Ufficio Studi AIE, ottobre 2012), l’anno appena concluso ha visto nascere nuovi punti vendita. Tra le librerie indipendenti che hanno avuto il coraggio di sfidare le prospettive poco rosee del mercato, emergono le librerie per ragazzi, che lungo tutta la penisola si sono lanciate alla conquista delle zone periferiche.
Nuovi canoni
di Laura Novati
 
Abstract
L’incontro doveva avvenire nella Libreria Mursia, all’angolo tra via Galvani e via Melchiorre Gioia a Milano, dove da un paio di anni si svolgono regolarmente incontri e presentazioni, non sempre strettamente legati a nuove uscite della casa editrice; durante le ferie natalizie però, un improvvido allagamento ha reso inagibili i locali che si spera riaprano in marzo, consentendo la ripresa delle attività. Di questi incontri si occupa spesso Guido Oldani. Nato nel 1947 a Melegnano, ha pubblicato diverse raccolte poetiche (Stilnostro, 1985, Sapone, 2001, La betoniera, 2005). È stato curatore dell’Annuario di poesia di Crocetti ed è presente in alcune antologie, tra cui Il pensiero dominante, Garzanti 2001 e Almanacco dello specchio Mondadori 2008. Adesso, ha preso in carico questa collana, Argani, della Mursia.
Piccoli artisti crescono
di Ester Draghi
 
Abstract
Luce, colore, immagini, storie. L’arte spiegata ai bambini è questo e anche di più. Se i genitori italiani sembrano essere tutti d’accordo nel considerare l’educazione artistica dei propri figli una priorità per la quale sono disposti a spendere anche cifre importanti è anche vero che l’era digitale mette a disposizione dei bambini di oggi strumenti e giochi interattivi a basso costo. Allora perché continuare a orientarsi verso libri a carta stampata? Per la qualità del progetto editoriale, la scelta dei materiali e l’esperienza delle realtà che ci stanno dietro.
Pour épater le prof
di Giorgio Kutz
 
Abstract
È ormai storia passata quella del Bett fiera di gadget tecnologici con rubizzi imbonitori che esibivano rumorosamente le loro mercanzie «pour épater le prof». L’ultima edizione del febbraio scorso è stata impressionante per le dimensioni (oltre 650 espositori di tecnologie per la didattica), per il fittissimo calendario di seminari, eventi, conferenze (oltre 120 eventi «light» al giorno, della durata massima di 40 minuti ciascuno), e in generale per un mood più attento ai servizi, ai metodi, ai modelli, ai risultati, all’efficienza e all’efficacia delle soluzioni tecnologiche, mood figlio della conclamata complessità di questo mondo, e della sua incessante aggressività commerciale.
Storie in musica
di Ester Draghi
 
Abstract
L’educazione musicale è un aspetto fondamentale della crescita dei ragazzi e in più è un elemento trasversale che, declinato in modi diversi, accomuna fasce d’età anche molto lontane fra loro. Se l’insegnamento della musica nelle scuole italiane è spesso trascurato, considerato secondario o principalmente tecnico, gli editori italiani che si occupano di musica sono caratterizzati da una produzione moderna, attuale, vivace e prolifica. Di questo e tanto altro abbiamo parlato con Laura Moro di Curci e Antonio Monaco di Sonda.

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