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Canali di vendita

Il settore ragazzi nelle librerie on line

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2006

di Massimo Gentili

Il settore ragazzi su Ibs non dà però ancora risultati in linea con la quota di mercato che si registra nelle librerie: siamo esattamente alla metà, il 4,8% nel 2005 contro il 9,7% nazionale. È un dato comunque in crescita (nei primi quattro mesi del 2006 siamo al 6,1%, con 24.000 copie vendute contro le 48.000 dell’intero 2005) ma risente dell’inclinazione consolidata a cercare su Ibs il «libro mestiere» piuttosto che il «libro svago»; più saggistica che narrativa.

Librerie.Coop

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2006

di Giovanni Peresson

Si è costituita a fine marzo una nuova società chiamata a dare vita in tutta Italia alla prima catena di librerie con marchio Coop: librerie.Coop. La società, che ha sede a Bologna, sarà controllata da cinque tra le maggiori cooperative di consumatori italiana: Coop Adriatica (30%), Coop NordEst (20%), NovaCoop Piemonte (20%), Unicoop Tirreno (20%), e Coop Liguria (10%). In base al piano di fattibilità del progetto, librerie.Coop aprirà almeno 15 librerie entro il 2008 – a partire da Bologna, Roma, Napoli, Torino, Genova e Venezia - occupando a regime circa 100 nuovi librai. Inoltre, secondo lo statuto della start up, le altre cooperative potranno aderire al progetto rilevando quote azionarie o aprire proprie librerie con il sistema del franchising.

Il quotidiano al supermercato

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2006

di Claudio Li Calzi

Nel 1999 è stata avviata una «sperimentazione» che ha poi reso possibile la vendita di quotidiani e periodici in punti vendita diversi dalle edicole come bar, tabaccherie, librerie, distributori di benzina e grande distribuzione organizzata. Con il D.lgs 170/2001 l’allargamento dei canali è divenuto definitivo e negli ultimi quattro anni la diffusione di carta stampata nella Gdo è cresciuta del 60%: più di mille punti vendita hanno allo stato attuale giornali e riviste nel loro assortimento. Come valorizzare al meglio questa opportunità? Si dovrebbero auspicare accordi tra le case editrici e le insegne commerciali volti alla promozione delle pubblicazioni attraverso iniziative di co-marketing e d’affiancamento delle testate ad altre categorie merceologiche in funzione del momento di consumo, così da incrementare il fenomeno dell’acquisto d’impulso e, di conseguenza, le vendite delle pubblicazioni. Se l’editore non riesce a persuadere l’insegna commerciale dell’opportunità derivanti dallo sfruttamento delle leve di merchandising, lo spazio assegnato alla categoria sarà sempre esiguo, e, quindi, la crescita del fatturato non potrà che essere modesta.

Vendere o prestare?

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2005

di Paola Fallerini

Nel giugno 2003 il Comune di Roma ha emanato un bando di gara per l’apertura di librerie in periferia sostenendo in questo modo una politica di diffusione delle librerie nelle aree della Capitale che ne sono sprovviste. Il bando aveva l’obiettivo di proseguire nel programma di rivalutazione, elaborato dal Dipartimento di autopromozione sociale del Comune, di quelle aree caratterizzate, dal punto di vista sociale e culturale, da alti valori di degrado urbano, offrendo contributi in conto capitale e contributi in conto gestione (fino a un massimo del 50% delle spese), non superiori a 50.000 euro per l’apertura di nuove librerie e 25.000 euro per l’apertura di bookshop in spazi messi a disposizione dalle biblioteche. Abbiamo parlato con i responsabili di due di questi bookshop: Ada Codecà della libreria Almayer all’interno della biblioteca Elsa Morante di Ostia Lido (inaugurata il 13 febbraio 2004), Marcello Orecchioni e Salvatore Cimarelli della libreria Fierobecco nella biblioteca Cornelia di Montespaccato (inaugurata l’8 luglio 2004).

Una libreria on the road

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2005

Autori vari

Questa piccola e accogliente libreria, situata nella non centralissima, ma assai vitale, via Piero della Francesca, in zona Sempione, a Milano, si distingue per la semplicità, ma insieme anche per la capacità di distinguersi nella vasta e concorrenziale offerta di librerie cittadine: da un lato sfidando l’attuale tendenza a privilegiare i punti vendita di grandi dimensioni (spesso ricavati dalla ristrutturazione di spazi che ospitavano cinema o luoghi di spettacolo) e puntando su una offerta di genere e su un rapporto più personale con il cliente-lettore; dall’altro organizzando corsi di scrittura e attività di vario tipo.

Tra sogni e segni

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2005

di Gaia Benvenuti e Ivan Donati

La Libreria dello Spettacolo è nata nel 1979 a opera di Cristina Spigaglia, sua attuale proprietaria, mossa allora e oggi unicamente da una passione e da un amore innato per la lettura; lei stessa, riprendendo la terminologia utilizzata da Baricco, si colloca nella categoria dei «lettori malati» cioè di coloro che sono disposti a divorare ogni genere di libro. Il progetto di aprire una libreria tematica alla fine degli anni Settanta è stato senza dubbio molto coraggioso e non privo di considerevoli rischi in un periodo in cui il modello dominante era ancora quello della piccola e media libreria generica indipendente e della cartolibreria che operava su ordinazione soprattutto nel caso di testi scolastici. In questo senso la Libreria dello Spettacolo può dunque essere considerata anticipatrice, preceduta soltanto dalla Libreria del Mare di via Broletto (1977), di una tendenza che esploderà solo qualche anno più tardi con la nascita della Libreria dello Sport (1982), della Libreria del Giallo (1985), e della più recente Libreria Militare (1997) per citare solo le più conosciute a Milano.  

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