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Lettura

Un mese da leggere

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Paola Sereni

Come ogni primavera è tornato anche quest’anno il Maggio dei libri, la campagna nazionale di promozione della lettura promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni e le attività culturali in collaborazione con l’Associazione italiana editori. Per il terzo anno consecutivo, la campagna che ha preso le mosse lo scorso 23 aprile, Giornata mondiale del libro promossa dall’Unesco, e che si concluderà il 27 maggio con la Festa del libro, ha messo i libri al centro della vita degli italiani con una serie di iniziative volte a creare attenzione attorno alla lettura intesa come fattore di crescita civile, culturale e sociale. Tra le tantissime iniziative che coloreranno questo mese (a fine aprile erano circa 750 quelle di cui dava notizia il sito dedicato alla manifestazione www.ilmaggiodeilibri. it mentre lo scorso anno, in tutto, sono stati oltre 3.000 gli eventi registrati) non possono mancare le campagne promosse direttamente dall’Associazione italiana editori rivolte principalmente all’educazione alla lettura delle fasce più giovani di popolazione, ma non solo.

Chi legge di più

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Giovanni Peresson

È perfino paradossale. Oggi le vere agenzie che si occupano di promozione della lettura nel nostro Paese, sono diventate le famiglie italiane che procurano e leggono ai loro figli i libri che le case editrici pubblicano e diffondono. Altro che scuola, biblioteche, festival letterari o saloni del libro. Come possiamo interpretare altrimenti, il fatto che il 63,3% dei bambini di 2-5 anni (in proiezione 1,4 milioni di bambini) «legge, colora, sfoglia libri o albi illustrati tutti giorni al di fuori dell’orario scolastico»? E soprattutto che questa percentuale cala al 54,3% tra i 6-10 anni quando iniziano a frequentare la scuola elementare? Anche se la «lettura» in un bambino tra i 2 e i 5 anni è certamente qualcosa di molto più complesso e articolato di come siamo abituati a considerare la «lettura» – si integra e completa con il gioco, il disegnare e il colorare, il giocare con le immagini e le storie, nel rapporto genitoriale, ecc. – essa fa parte della quotidianità del bambino, molto di più che nelle fasce di età immediatamente successive. E tutte insieme molto di più rispetto alla media della popolazione adulta italiana. Paradossale certo, anche se vanno fatte alcune precisazioni. Lettura nel senso proprio del termine da una parte, rapporto con la forma libro dall’altra nella sua capacità di creare relazioni all’interno della famiglia, tra mamma (o papà) e bambino dall’altra. Confronto tra «lettura» quotidiana da una parte (che è anche disegnare, sfogliare un libro, colorarlo, giocarci, ecc.) e lettura di «almeno un libro non scolastico nei dodici mesi precedenti» dall’altro. Ma allora la differenza si allarga, anziché restringersi!

I più amati

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Rosalba Rattalino

La graduatoria degli autori per bambini in assoluto (trasversalmente ai generi) più venduti nel 2012 vede Geronimo Stilton al secondo posto, preceduto solo dall’autrice delle 50 sfumature, sostanzialmente una conferma rispetto al 2011: allora Geronimo deteneva il podio ma non si misurava con un fenomeno editoriale dell’entità del trittico porno-soft di E. L. James. Sempre parlando di classifica generale degli autori: fra i primi dieci più venduti nelle librerie aderenti al circuito Arianna+, ben quattro (quindi quasi la metà) sono autori di libri per bambini e ragazzi. Oltre a Geronimo Stilton, spiccano i nomi di Silvia D’Achille (4° posto, notevole balzo in avanti rispetto all’anno precedente), Tony Wolf al 7°, Anna Casalis al 10°. Seguono poi Tea Stilton in 15° posizione, invariata rispetto al 2011. Jeff Kinney (20°), Luigi Garlando (30°), Tullio Altan (32°), Antoine de Saint-Exupéry (33°), Gianni Rodari (34°). L’elenco potrebbe proseguire, ci fermiamo qui per non appesantire la lettura. Complessivamente l’editoria per bambini e ragazzi si segnala con quasi venti nomi nella top cento degli autori più venduti. Puntiamo ora i riflettori su come titoli, autori e editori si sono spartiti nel 2012 i primati delle vendite 0-13: top ten per fasce di età. In questo caso la fonte dati è costituita dal totale librerie (fisiche e online) aderenti al servizio Arianna+ di Informazioni Editoriali.

Il peso dei ragazzi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Rosalba Rattalino

Un’amica libraia mi raccontava di recente «dovresti vedere i bambini quando sono loro a scegliere i libri, con che attenzione li passano in rassegna uno ad uno, e come sono selettivi! questo si, questo no, sanno cosa vogliono». Segno dunque che nei piccoli l’incontro con il libro (cartaceo) è oggi come in passato un incontro denso di fascino. Forse gli occhi non brillano davanti a qualsiasi racconto o immagine, ma l’attrazione verso il libro nell’imprinting infantile c’è. Il settore 0-13 anni ha rappresentato nel 2012 il 10,8%, sostanzialmente in linea con l’anno precedente (nel 2011 era 10,7%) con un leggerissimo segnale di trend in crescita (Tab. 1). Questo pone le vendite di libri per bambini e ragazzi al terzo posto di rilevanza dopo la narrativa e le scienze sociali e umane. Seppur di poco, sopra alle vendite di «varia».

Leggere per crescere

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Antonio Monaco

L’editoria per ragazzi come la conosciamo oggi è un fenomeno recente di una quarantina di anni, preceduto da una fase di preparazione di altri venti. Rispetto ad altri settori il suo vantaggio è di avere preso coscienza di sé, nell’ultimo decennio, con molta determinazione. Innanzitutto ha un target specifico: i bambini e i ragazzi. Un target che implica il rinnovamento continuo delle generazioni ed è estremamente differenziato per fasce d’età, molto più degli adulti. Ed è inoltre é investito di tutti i cambiamenti sociali in forma anticipata (vedi il cambiamento multietnico nel nostro ambiente sociale e l’impatto delle nuove tecnologie della comunicazione sui cosiddetti «nativi digitali»). E anche l’intera filiera dell’editoria per ragazzi presenta delle peculiarità. Ci sono librerie e biblioteche specializzate. Esiste un «ambiente educativo» che assume la promozione della lettura come scopo istituzionale e che abbraccia figure come insegnanti, animatori culturali, pediatri e genitori. Nella produzione editoriale, accanto ad autori specializzati, si è affiancata con un peso sempre più rilevante la presenza degli illustratori. È il settore che è stato maggiormente investito dalla globalizzazione, basta pensare alla massiccia presenza di coedizioni, o allo scambio di diritti che ha visto progressivamente il nostro Paese incrementare e rendere positivo lo scambio con l’estero: all’inizio del 2001 per ogni titolo esportato ne importavamo tre, nel 2011 su tre titoli importati ne abbiamo esportati quattro. Infine l’innovazione di prodotto dal punto di vista tecnico-materiale ha un grande peso: per i materiali utilizzati, i formati, il colore, lo stile linguistico e comunicativo, l’esuberanza delle pagine (pop up). Il mercato del libro per ragazzi è cresciuto costantemente nei primi dieci anni degli anni Duemila al ritmo medio annuo dell’ 1,5%. Con il 2011 c’è stata una frenata e nel 2012 il segno meno (- 0,4%) ha investito anche il settore ragazzi: nulla rispetto al - 7,8% complessivo. La crisi non risparmia nessuno, ma è prevedibile un più rapido attraversamento del tunnel.

A caccia di lettori

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2013

di Lorenza Biava e Elena Vergine

Prima, di più e più a lungo. Potrebbero essere queste le tre «p» della promozione alla lettura. Iniziare a leggere prima, cioè da piccoli; farlo di più, cioè puntare a creare lettori forti; e leggere più a lungo cioè sviluppare iniziative che consentano di conservare la consuetudine alla pagina scritta anche in età adulta. Convinti che su e giù per la Penisola di buone pratiche non ne manchino, abbiamo chiesto ai presidenti dell’Associazione italiana librerie (Ali), Alberto Galla, e dell’Associazione italiana biblioteche (Aib), Stefano Parise, di indicarcene tre ciascuna. I risultati sono raccolti nelle prossime pagine. È il caso di dirlo: buona lettura!

Eventisti e Bookjokey

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2013

di Serena Baccarin

Presentazioni di libri, mostre, spettacoli musicali, ma anche giochi letterari. Con l’affermarsi della libreria come luogo d’incontro, le attività che si svolgono all’interno dello spazio commerciale si sono arricchite, conquistando una rinnovata importanza. L’evento è ormai un aspetto caratterizzante del lavoro in libreria, un servizio offerto con continuità dai librai indipendenti e di catena, che con passione propongono iniziative volte a saziare gli appetiti culturali del pubblico. Se da un lato si assiste all’istituzione di una figura preposta all’interno dei megastore, e alla nascita di agenzie specializzate in eventi letterari, dall’altro si incontrano librai indipendenti sempre a caccia di nuove idee, pronti a mettersi in gioco e a giocare con i libri. Dall’esperienza di Librerie Feltrinelli, passeremo a indagare due realtà indipendenti virtuose, che si contraddistinguono per vivacità e intraprendenza: Piazza Repubblica Libri di Cagliari e Libreria Giufà di Roma.

Lettura che cambia

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2013

di Giovanni Peresson

La lettura nel 2012 è tornata a crescere, dopo il disastroso risultato del 2011 (-2,7%). Questo è, in fondo, uno dei pochi dati positivi che possiamo ricordare per l’anno trascorso oltre alla diffusione di tablet, e-reader, alla crescita del mercato degli e-book e all’aumento del numero di titoli pubblicati (il 37% sul totale a novembre). Nel 2012 il 46,0% della popolazione con più di sei anni di età dichiarava di aver letto «almeno un libro non scolastico nei 12 mesi precedenti». In proiezione si tratta di circa 26,2 milioni di persone. Nel 2011 la penetrazione della lettura era scesa al 45,3% con un totale di 25,917 milioni di lettori. Dunque quest’anno registriamo un aumento della lettura del +1,2% sull’anno precedente. Il dato Istat ridimensiona anche le preoccupanti (a ragione) previsioni che scaturivano dai dati presentati lo scorso settembre dal Centro per il libro e la lettura, che davano nel p1-p3 un -4,4% e una sostanziale stabilità (+0,0%) nel periodo immediatamente successivo. Ricordiamo che i dati Istat sulla lettura – a cui abitualmente ci riferiamo – si basano su uno dei campioni più ampi e solidi, oltre che storicamente (at)testati, in materia di «lettura». Istat considera «lettori» le persone con più di sei anni d’età (Nielsen per Cepell considera i maggiori di 14) che hanno letto almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali nei 12 mesi precedenti l’intervista (e qui la definizione coincide). Ma la differenza più importante, e che sicuramente influenza le dimensioni dei valori (ma non dovrebbe avvenire per le tendenze!) è costituita dall’ampiezza del campione.

Biblioteche e terremoto

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Elena Vergine

I due eventi sismici che hanno colpito le regioni dell’Abruzzo e dell’Emilia Romagna – il primo nel 2009 e il secondo quest’anno – hanno messo a dura prova non solo cittadini, industrie e amministrazioni, ma anche istituzioni fondamentali per la vita culturale del territorio quali le biblioteche. A distanza di anni per l’Abruzzo, e di mesi per l’Emilia, abbiamo provato a offrire una stima dei danni, delle soluzioni, delle criticità e delle iniziative messe in atto per uscire dallo stato di crisi. Ci hanno aiutato i presidenti dell’Associazione italiana biblioteche (Aib) dell’Abruzzo, Tito Vezio Viola, e dell’Emilia, Lidia Bonini.

Segnali di lettura

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Lorenza Biava

I dati presentati a Francoforte parlano chiaro: il mondo del libro è in crisi, calano i fatturati, si ridisegnano gli assetti dei canali di vendita. Ma non è tutto. A riportare un preoccupante segno negativo sono anche e soprattutto i lettori di libri che sono oggi 25,9 milioni, 723 mila in meno rispetto al 2010. L’indagine Nielsen dello scorso marzo, che lega alla lettura l’acquisto di libri, ci dice che il 7% dei forti lettori (ovvero coloro che leggono più di 12 libri all’anno) sono a loro volta il 5% dei forti acquirenti e generano da soli il 44% dei volumi venduti. La piramide dell’acquisto è così ancor più concentrata (e acuminata verso l’alto) rispetto a quella della lettura. Il 13% di chi compra più di nove libri all’anno genera un volume di vendita che rappresenta, circa, il 55% delle copie vendute nei canali trade italiani. In un simile contesto è chiaro che la promozione della lettura assume un carattere fondamentale e che proprio dalle iniziative volte ad allargare la base di lettori ci si può aspettare risultati migliori e più duraturi per un mercato in affanno come è sempre più quello del libro. Per inquadrare meglio il contesto entro cui si muove il nostro Paese, abbiamo raccolto una selezione delle iniziative di promozione della letteratura più diffuse nelle quattro maggiori nazioni europee: Francia, Spagna, Germania e Regno Unito. La prima evidenza che balza all’occhio osservando l’esperienza estera è la varietà delle iniziative proposte da fondazioni per la lettura (Germania), consorzi pubblici privati (Regno Unito), centri per la promozione del libro (Francia) e ministeri/associazioni degli editori (Spagna). Il modo più semplice per leggere le linee comuni e le proposte innovative sviluppate dai vari paesi è probabilmente quello di individuare il pubblico cui le singole iniziative si rivolgono in prevalenza. Non tutte le campagne, infatti, hanno come destinatario lo stesso pubblico di lettori deboli, pensiamo ad esempio alle numerose fiere del libro organizzate sia a livello nazionale – dal Salone del libro di Parigi a Liber, la fiera del libro di Barcellona – che locale, tutte rivolte alla cosiddetta «gente del libro».

Giocare controvento

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

di Pierdomenico Baccalario e Davide Morosinotto

Ho recentemente fotografato due scaffali di letteratura per ragazzi alla Waterstone di Reading, una cittadina universitaria a Ovest di Londra e a Sud di Oxford. Mi ha colpito l’intuizione di offrire al lettore una selezione di romanzi classici e moderni, di fumetti e fantascienza, che avessero come tema comune quello della distopia e dell’utopia: utopie immaginarie, cercate, fallite, per bambini. Distopie a fumetti, televisive, teatrali e romanzesche. Vi si diceva che è distopico un mondo alternativo dove qualcosa è andato diversamente rispetto al nostro, mentre è utopico un mondo più distante, ma in qualche modo immaginato.

Lia entra nel vivo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

di Rosa Mugavero

Grazie all’adesione dei primi editori e dei primi canali distributivi, il progetto Lia mette in atto il modello di produzione e distribuzione degli e-book accessibili di Iperborea, Gruppo Mondadori, Gruppo Giunti, Sonda, Gruppo Rcs, Polillo, Minimum Fax, Il Mulino, Gruppo GeMS, Editori Laterza e Zanichelli Editore. Sono questi i primi editori che hanno deciso di partecipare al progetto Lia-Libri Italiani Accessibili e che con i loro titoli contribuiranno a mettere a disposizione un catalogo di tremila e-book di narrativa e saggistica, accessibili alle persone non vedenti e ipovedenti. Tra i primi titoli selezionati per la composizione del catalogo ci sono best seller, vincitori di premi letterari e novità editoriali come ad esempio Inseparabili di Piperno, vincitore del Premio Strega, l’ultimo titolo di Carofiglio, Fai bei sogni di Gramellini, il premio Pulitzer Jennifer Egan e il premio Andersen Aidan Chambers. Ma quali sono stati gli aspetti del progetto Lia che più hanno convinto gli editori all’adesione?

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