La rivista50 sfumature di prezzi
di Elisa Molinari
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Se, per sbaglio, siete riusciti a non farvi travolgere dal turbinio di sfumature della signora James e state iniziando a sentirvi esclusi dal club, non preoccupatavi. Siete nel Paese giusto! E, dopo tutto, neanche così in ritardo: i cugini d’Oltralpe hanno potuto mettere le mani sull’edizione francese di Fifty Shades of Grey (50 nuances de gris, ovviamente) solo dal 17 ottobre.
Confrontando infatti, nei principali store europei, i prezzi del primo volume della trilogia
(gli altri in alcuni mercati non sono ancora usciti), l’Italia si dimostra il paese
(quasi) ideale per poter leggere le gesta della giovane Anastasia Grey.
Fatta eccezione per la Germania, dove il prezzo di copertina dell’hardcover è di 12,99 euro, il nostro paese si dimostra in Europa, promozioni a parte, quello con i prezzi più bassi dopo la Germania, con i suoi 14,99 euro.
A tutta cucina
di Interviste a cura di P. Sereni
Abstract ∨
Le pubblicazioni enogastronomiche sono una delle eccellenze della nostra produzione
editoriale, ne parliamo con alcuni degli editori di Più libri più liberi.
Che plus può dare un piccolo editore ad una produzione editoriale spesso considerata poco prestigiosa?
Roberto Da Re Giustiniani (responsabile editoriale Kellermann editore). Credo che fare l’editore sia ancora un lavorare sulla cultura e sulla creatività. Cercare soluzioni nuove, spendere nella grafica, nella realizzazione di un prodotto che possa essere riconosciuto e valutato anche per il suo aspetto formale. Se dico artigianalità intendo proprio lo scrivere le pagine a mano, creare dei disegni originali, finire ogni quaderno uno ad uno col suo bordo colorato.
Marzia Corraini (editore Corraini). Perché poco prestigiosa? La cucina, se considerata nella sua progettualità, ha originalità, capacità di racconto di adesione al tempo e allo spazio. Dà origine a un comparto editoriale importante. Per noi il segmento è piccolo perché cerchiamo appunto progetti originali spesso laterali e innovativi che abbiano un forte impatto visivo e inventivo.
Luca Iaccarino (direttore della collana I Cento, Edt). Si tratta invece di una produzione
variegata. Noi abbiamo affrontato il settore partendo dall’aspetto più complesso e nello stesso tempo più autorevole: le guide ai ristoranti. L’abbiamo fatto organizzando una generazione di recensori quarantenni collaboratori delle maggiori testate (e food blogger) ma che mai avevano avuto la responsabilità di un progetto proprio.
Anni di crisi
di Giovanni Peresson
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L’attuale contesto economico è complessivamente caratterizzato da un insieme di provvedimenti volti a ridurre l’eccesso di spesa accumulatosi nell’economia mondiale negli ultimi anni.
Tutto ciò si è tradotto nel nostro Paese, tra 2011 e 2012, in una riduzione della spesa pubblica e in un incremento della pressione fiscale sui redditi delle famiglie. Famiglie sfibrate da un decennio di difficoltà, in apprensione per il futuro (invecchiamento della popolazione, carenza di forti reti familiari e relazionali, effetti sulla tenuta della zona euro, crescita dello spread tra titoli di stato e bund tedeschi) e provate da determinanti oggettive: disoccupazione, diminuzione dei redditi, manovre finanziarie di rientro, ecc. Fattori che hanno portato a una revisione della spending review del carrello anche da parte della «classe media» che, tra la seconda parte del 2010 e il 2012, è stata progressivamente toccata dagli effetti delle manovre economiche. L’effetto per il settore editoriale è che anche il mercato del libro ha mostrato nel 2011 importanti segni di difficoltà con una flessione complessiva del -4,6% (Fonte: Aie).
In realtà avevamo un quadro di mercato già in fase di rallentamento. Riferendoci ai soli canali trade partivamo un +4,9% nel 2009, che scendeva a un +2,7% nel 2010, e alla fine dello scorso anno si piazzava ad un -3,5% (Fonte: Nielsen).
Valori negativi che, lo ricordiamo, avevano fatto registrare anche altri settori come la musica (-5,0%), l’home entertainment (-17,6%), il cinema di sala (-10,3%), la stampa quotidiana e periodica (tra il -2,2% e il -3,0%).
Il fatto che tutti questi settori si stiano spostando in zona negativa mostra come, accanto a fattori macroeconomici e sociali (il «clima di fiducia» delle famiglie), indica piuttosto che stanno operando una serie di altri campi di forza con l’effetto di ridisegnare comportamenti, prodotti, modi di leggere e comprare, usare le tecnologie, percepire il prezzo che sono trasversali ai settori.
Biblioteche e terremoto
di Elena Vergine
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I due eventi sismici che hanno colpito le regioni dell’Abruzzo e dell’Emilia Romagna – il primo nel 2009 e il secondo quest’anno – hanno messo a dura prova non solo cittadini, industrie e amministrazioni, ma anche istituzioni fondamentali per la vita culturale del territorio quali le biblioteche.
A distanza di anni per l’Abruzzo, e di mesi per l’Emilia, abbiamo provato a offrire una stima dei danni, delle soluzioni, delle criticità e delle iniziative messe in atto per uscire dallo stato di crisi. Ci hanno aiutato i presidenti dell’Associazione italiana biblioteche (Aib) dell’Abruzzo, Tito Vezio Viola, e dell’Emilia, Lidia Bonini.
Eccellenze in fiera
di Paola Sereni
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In un’ideale graduatoria dei meriti ascrivibili a Più libri più liberi, al via il 6 dicembre prossimo al Palazzo dei Congressi di Roma, quello di aver saputo, negli ultimi undici anni, diventare un luogo d’elezione dove tanti piccoli e medi editori hanno potuto trovare spazio, visibilità e pubblico, entrerebbe sicuramente nel podio.
Nelle prossime pagine abbiamo provato, attraverso nove interviste ad altrettanti degli editori che quest’anno (alcuni anche per la prima volta) saranno presenti a Più libri, a tratteggiare il quadro entro cui si muovono alcuni settori d’eccellenza della nostra produzione libraria, dalla saggistica ai libri per ragazzi fino alla produzione di titoli legati alla cucina e all’enogastronomia. Quello che ne emerge è un quadro composito spinto da tensioni opposte.
La crisi da un lato, impone di ripensare i piani editoriali sia in termini di numero
di titoli prodotti sia rispetto alle strategie di costo; la spinta verso la creatività, la qualità e l’innovazione dall’altra che, caratteristica intrinseca nel dna della piccola imprenditoria italiana, è irrinunciabile anche in un periodo di ristagno di idee come quello che stiamo attraversando. Non va dimenticato che è stata in passato proprio la piccola editoria a esplorare, talvolta per la prima volta, alcuni settori, o meglio alcune nicchie di essi. Basta pensare all’area ragazzi, appunto, o a quella enogastronomica, dove spesso sono proprio gli indipendenti a scommettere su progetti impegnativi ma di qualità.
Fantasy is coming
di Elisa Molinari
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«Quando ero un bambino leggere libri fantasy o di science fiction era pari a leggere spazzatura. Le maestre mi portavano via i libri di mano e dicevano che leggere era una cosa buona, ma non in questo caso». Questo il primo rapporto del piccolo George
Raymond Richard Martin, autore del fortunato ciclo Cronache del ghiaccio e del fuoco, con il fantasy o, meglio, con la percezione che del genere avevano i suoi insegnanti. A cinquant’anni di distanza, qualcosa sembra essere cambiato. Elfi, gnomi, folletti e vampiri – un tempo «spazzatura» – sono ormai onnipresenti, non solo in libreria. Dopo l’enorme successo della trasposizione cinematografica de Il signore degli anelli – La compagnia dell’anello nel 2001 e del primo capitolo della saga di Harry Potter, anch’esso nelle sale nel 2001, si è assistito a uno sdoganamento del genere presso il grande pubblico. Le cronache di Narnia, La bussola d’oro, Eragon, Twilight e Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. E, ancora, sul piccolo schermo, Games of thrones, Merlin, La spada della verità.
Se fino a vent’anni fa, anche per gli evidenti problemi legati agli effetti speciali, i casi di successo erano limitati – uno su tutti, Fantaghirò, la fortunata mini-serie del 1991 – oggi il mondo del fantastico è ormai un genere se non proprio mainstream, almeno (ri)conosciuto.
La San Diego Comic-Con, la più grande convention americana dedicata a fumetti, fantascienza e fantasy è passata dai 145 partecipanti del 1970 agli oltre 130 mila di quest’anno. Stesso discorso per il Lucca Comics & Games, l’appuntamento italiano che è riuscito a radunare nel 2011 oltre 150 mila appassionati di fumetti, giochi di ruolo e mondo fantasy. Senza ricorrere ai numeri, è sufficiente curiosare su Pinterest nei board dedicati ai costumi di Halloween per capire quanto il fantasy, almeno coi suoi rappresentati più illustri, sia ormai entrato a far parte dell’immaginario collettivo.
I libri al cinema
di Elena Vergine
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Talvolta i libri sono il primo anello di una catena che porta alla realizzazione una pellicola cinematografica con ripercussioni di vario genere sulla casa editrice.
Quali sono i passaggi che un editore deve prepararsi ad affrontare? Quali sono le criticità e quali i benefici?
Un film su quattro che esce nelle sale italiane è tratto da un libro. Quali le ragioni di questo fenomeno?
Gianluca Catalano (Sales and marketing manager, Edizioni E/O). I motivi sono diversi. Credo che il primo di questi sia che è molto più facile fare un film ispirandosi a un libro piuttosto che scrivere una sceneggiatura originale. L’altra ragione potrebbe essere che la scrittura per il cinema non è un’arte così coltivata in questi anni, quindi accade spesso che molti autori di narrativa si adattino – e con successo – a fare sceneggiature per il cinema.
Stefania De Pasquale Klein (Rights office, Sperling & Kupfer). Da sempre la grande letteratura ha ispirato i grandi film. La novità che colgo oggi è una particolare attenzione da parte dei produttori alla letteratura italiana come fonte di ispirazione.
Il manuale è pop
di Lorenza Biava
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Chi l’ha detto che a poter essere «aumentati» siano solo gli e-book interattivi?
Basta un giro nel reparto «cucina» di qualsiasi libreria ben fornita per accorgersi di un tipo particolare di libro che da qualche anno si è ritagliato una sua dimensione nella vasta produzione di titoli enogastronomici.
Si tratta delle formule miste booknon book che con le loro confezioni colorate e «pop» si sono guadagnate ampi spazi nell’assortimento del settore. Dal manuale sui macaron, squisiti dolcetti francesi entrati nell’immaginario comune grazie al film di Sofia Coppola sulla vita di Maria Antonietta, corredato di apposito sac à poche, a quello sull’arte del barbecue accompagnato dai forchettoni d’ordinanza, questo nuovo tipo di manualistica arriva da lontano e solo recentemente è entrata nel catalogo degli editori italiani. «È una tendenza nata già nel 2006-2007 in Francia, dove si afferma immediatamente in modo prepotente sul mercato, quando da noi i tempi non sembravano ancora maturi – spiega Tatjana Pauli, direttore editoriale di edizioni Gribaudo, sigla editoriale del Gruppo Feltrinelli – Dopo qualche anno, intorno al 2010, qualche titolo era arrivato sul nostro mercato dalla Francia e il gradimento di librai e pubblico iniziava a manifestarsi. Nella primavera 2011 Gribaudo ha lanciato la propria collana Idee preziose in cucina con quattro titoli, corredati da prodotti di Pavoni Italia, produttrice di teglie di silicone di qualità. Ogni confezione conteneva un ricettario illustrato e una teglia di silicone per realizzare dolci, muffin, cioccolatini, sformati dolci e salati. Le vendite sono arrivate subito e hanno superato le nostre aspettative, inducendoci a pubblicare altri 4 titoli in autunno 2011 e a proseguire questo tipo di produzione editoriale con convinzione anche nel 2012: gli ultimi usciti sono un box dedicato al cake design con stampi decorativi, uno sul sushi (accompagnato da un vero e proprio set per gustare il sushi) e uno sui cocktail (libro+ shaker e misurino)».
Intervenire davvero
di Marco Polillo
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Come emerge dal Rapporto Aie sullo stato dell’editoria 2012, questo è l’anno dei segni meno. L’editoria italiana sta soffrendo per la crisi: da quando è iniziata, nel 2008, abbiamo avuto anni di riduzioni di fatturato, ma meno di altri settori. Adesso qualcosa è cambiato: il libro, da sempre prodotto anticiclico, è stato travolto a sua volta dalla crisi dei consumi. E ne risente esattamente come gli altri.
Il mercato del libro nel 2011 è entrato in una zona d’ombra, e la situazione è peggiorata, in modo deciso ma in linea con tutti gli altri settori, nel 2012: -3,7% il giro d’affari lo scorso anno, secondo i dati Nielsen, per i canali trade, -4,6% se consideriamo invece tutto il perimetro del mercato del libro (dati Aie), -8,7% (sempre dati Nielsen, canali trade) nei primi nove mesi del 2012.
Nel 2011 diminuisce pure la lettura: oggi sono 25,9 milioni (723 mila meno del 2010) le persone che leggono almeno un libro all’anno in Italia. Cresce solo l’offerta editoriale: aumentano i titoli e le copie immesse sul mercato ma diminuiscono i prezzi medi e si consolida il segmento dell’e-book.
Le forme del sublime
di Emilio Sarno
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Il settore dell’editoria d’arte è diventato sempre più – lo abbiamo visto nel corso di questi anni, nel monitoraggio che viene fatto in occasione di Artelibro – un insieme di segmenti di prodotti/servizi che le aziende propongono al mercato: quello «consumer» dei lettori e dei frequentatori della libreria (sempre meno), e quello dei servizi b2b a musei, altri editori, aziende di merchandising, amministrazioni pubbliche e fondazioni bancarie (sempre più).
In qualche misura lo stesso concetto di «editore» d’arte (che sceglie e seleziona autori e immagini per un progetto editorialmente coerente di catalogo) è stato sostituito da logiche e modelli in cui fa premio l’organizzazione e la vendita di servizi nell’ambito della «valorizzazione» del patrimonio artistico. Un insieme di segmenti in cui il digitale anche sul versante consumer (e-book e App) e non più solo in quello delle banche dati iconografiche, comincia a presentare valori non ancora importanti in termini assoluti ma certamente interessanti.
Quello che è certo è che questo settore della produzione, che è quello con il quale si è portati a identificare l’interezza del settore, passa da 57,9 milioni di euro di vendite a prezzo di copertina nel 2008 nei canali trade (ma che sono sostanzialmente librerie e librerie on line), a 54 milioni dello scorso anno. Una perdita, dunque, di poco meno di 4
milioni di euro (-6,7%) in quattro anni. Da questo valore restano escluse tutte quelle forme (e canali) di vendita dei libri d’arte che si svolgono nei bookshop museali o in occasioni di mostre temporanee. Nel 2010 ultimo anno di cui si dispone di un dato, questo canale veniva valutato in 25 milioni di euro.
Libri e red carpet
di Ester Draghi
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Se è vero che molti romanzi hanno ispirato alcune delle maggiori opere cinematografiche del passato oggi questo sodalizio si rinnova in maniera sempre più evidente. Sono infatti usciti o in procinto di uscire diversi film ispirati ad alcuni noti best seller internazionali (si pensi a Lo Hobbit, Breaking Down, o Anna Karenina di Joe Wright) ma anche, ed è in questo secondo ambito che si assiste ad un vero e proprio boom, italiani: due casi esemplari sono Gomorra di Saviano (uscito nel 2006) e La solitudine dei numeri primi (2008) di Giordano. «Mi sembra evidente che favorire la comunicazione e lo scambio tra autori italiani nei rispettivi ambiti di riferimento faccia parte di una strategia mirata a cercare una via originale all’universo narrativo, invece di ricorrere a immaginari di importazione» ci spiega Laura Paolucci (Direttore editoriale cinema di Fandango).
I titoli di lungometraggi tratti da libri sono infatti in crescita nelle sale cinematografiche, con importanti ricadute anche sul mondo editoriale. «L’integrazione e lo scambio tra i vari linguaggi, in particolare tra letteratura e cinema, è parte essenziale della nostra politica culturale – conferma Laura Paolucci – ma quello della Fandango è un caso particolare perché si tratta di una società complessa, strutturata come una “factory”. Oltre a produrre e distribuire film, siamo anche una casa editrice (anzi un gruppo editoriale con interessi che spaziano dalla scoperta di nuovi autori italiani alla saggistica, dalla letteratura straniera al fumetto). La Fandango si occupa di molte attività che riguardano in maniera più ampia l’industria culturale».
Per aspera ad astra
di Giorgio Kutz
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In questi tempi in cui tutti si arranca per recuperare credito all’estero (in tutti i sensi) fa sempre un certo piacere imbattersi in nomi di italiani che hanno conquistato successo e riconoscibilità internazionali.
È il caso di Elastico, piccolo editore esordiente nel mondo dei libri interattivi per tablet, che ha ben due titoli posizionati al top delle classifiche, due reinterpretazioni high-tech di antiche storie di personaggi sempreverdi, Pinocchio e Ulisse.
Di quest’ultimo, Il Viaggio di Ulisse (The Voyage of Ulysses), pubblicato a ridosso dell’estate, abbiamo trovato lusinghiere recensioni e addirittura un award in un sito statunitense. Il sito è Kirkus Reviewsche che, con grande rigore recensisce libri in commercio, ma fa anche scouting di esordienti e agevola i rapporti tra autori, agenti letterari e industria editoriale (da poco e con sempre maggior convinzione anche nel segmento del digitale).
Dietro il fantasioso brand di Elastico sta un elegante sito di riferimento (in doppia versione italiana e inglese) e i nomi dei due titolari, Paolo Gonzato e Giorgia Conversi: le due anime (grafica ed editoriale) forgiate nella produzione di libri (cartacei) come service agli editori. «È dura e non siamo la Disney – dice Paolo – ma abbiamo coperto gli investimenti e Samsung è venuta a cercarci per avere la versione android della nostra App sui loro tablet».
Piccoli grandi libri
di Interviste a cura di P. Sereni
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Il settore dei libri per ragazzi rappresenta il segmento di maggior successo internazionale dell’editoria italiana, nella vendita di diritti ma anche nelle coedizioni (rilevate per la prima volta quest’anno nel Rapporto sullo stato dell’editoria Aie, sono state 1.108). Spesso, ad attirare l’attenzione degli editori stranieri non è solo la produzione dei grandi gruppi ma anche il catalogo dei piccoli e medi editori italiani.
Player on the road
di Elisa Molinari
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Il giro del mondo in ottanta giorni è un romanzo di Jules Verne del 1873 in cui il ricco aristocratico londinese Phileas Fogg e l’inseparabile Passepartout tentano di circumnavigare il mondo in 80 giorni. Con una fiducia incondizionata nel progresso e nella velocità (e nell’inventiva del genere umano – impossibile dimenticarsi della slitta a vela usata per arrivare a Chicago!), i due, spinti dall’idea che «l’imprevisto non esiste», riescono a vincere la scommessa con i soci Reform Club e tornare a Londra allo scoccare dell’ottantesimo giorno, dopo essere passati attraverso Egitto, India, Hong Kong, Giappone e Stati Uniti.
C’è chi nel campo dell’editoria digitale cerca di ripetere l’impresa, nonostante un ritmo di marcia meno pressante – dopotutto, Verne era un romanziere – e provare, fuor di metafora, a esportare il proprio modello di business in tutto il mondo. Si tratta di Kobo, il retailer nippo-canadese che ha da poco siglato una partnership con Mondadori grazie alla quale ha portato non solo la propria piattaforma ma anche gli e-reader e i device targati Kobo nel nostro paese.
Per capire con chi si ha a che fare, ecco qualche numero. Si parla di una realtà che può contare, a soli tre anni dalla sua fondazione, su dieci milioni di utenti e tre milioni di titoli disponibili (un milione dei quali gratuiti) in circa 200 paesi.
Nata a Toronto nel 2009 come Shortcovers e ribattezzata solo in seguito come Kobo – anagramma di «Book» – è, ad oggi, nonostante la giovane età (Amazon è maggiorenne, Apple ha ormai 36 anni), una delle realtà con il più elevato tasso di crescita nel campo dell’editoria digitale.
Produzione 2012 con segno meno
di Sandro Pacioli
Abstract ∨
Il fatto di disporre da gennaio di quest’anno dei dati mensili della produzione libraria
forniti da IE-Informazioni editoriali permette (per la prima volta) di disporre di nuovi punti di osservazione dell’andamento del mercato.
Si confermano innanzitutto delle costanti produttive indipendentemente dall’anno di riferimento: il picco di maggio (7.623 titoli nel 2011 e 7.836 quest’anno) o quella di luglio (rispettivamente 5.305 e 5.641). Lo stesso vale per i flessi: giugno. Maggio è il mese in cui si riversa sui canali di vendita gran parte della produzione: da solo vale il 18% lo scorso anno e il 19% quest’anno (il valore è calcolato sul mese di agosto). Poi, certo, sarà interessante andare a vedere questa situazione settore per settore: narrativa,
ragazzi, ecc..
Da gennaio ad agosto 2011 erano stati pubblicati dagli editori italiani 42.193 opere, quest’anno nello stesso arco di mesi sono scesi a 40.348.
Saggistica doc
di Paola Sereni
Abstract ∨
Secondo i dati sulla produzione di Informazioni editoriali, dal 2005 ad oggi il numero dei titoli e delle copie della saggistica è in costante crescita, come pure il loro peso sugli scaffali delle librerie. Ne parliamo con tre realtà molto diverse tra loro. Il tratto comune? L’essere piccoli, di qualità e indipendenti.
Segnali di lettura
di Lorenza Biava
Abstract ∨
I dati presentati a Francoforte parlano chiaro: il mondo del libro è in crisi, calano i fatturati, si ridisegnano gli assetti dei canali di vendita. Ma non è tutto. A riportare un preoccupante segno negativo sono anche e soprattutto i lettori di libri che sono oggi 25,9 milioni, 723 mila in meno rispetto al 2010. L’indagine Nielsen dello scorso marzo, che lega alla lettura l’acquisto di libri, ci dice che il 7% dei forti lettori (ovvero coloro che leggono più di 12 libri all’anno) sono a loro volta il 5% dei forti acquirenti e generano da soli il 44% dei volumi venduti. La piramide dell’acquisto è così ancor più concentrata (e acuminata verso l’alto) rispetto a quella della lettura. Il 13% di chi compra più di nove libri all’anno genera un volume di vendita che rappresenta, circa, il 55% delle copie vendute nei canali trade italiani.
In un simile contesto è chiaro che la promozione della lettura assume un carattere fondamentale e che proprio dalle iniziative volte ad allargare la base di lettori ci si può aspettare risultati migliori e più duraturi per un mercato in affanno come è sempre più quello del libro.
Per inquadrare meglio il contesto entro cui si muove il nostro Paese, abbiamo raccolto una selezione delle iniziative di promozione della letteratura più diffuse nelle quattro maggiori nazioni europee: Francia, Spagna, Germania e Regno Unito.
La prima evidenza che balza all’occhio osservando l’esperienza estera è la varietà delle iniziative proposte da fondazioni per la lettura (Germania), consorzi pubblici privati (Regno Unito), centri per la promozione del libro (Francia) e ministeri/associazioni degli editori (Spagna).
Il modo più semplice per leggere le linee comuni e le proposte innovative sviluppate dai vari paesi è probabilmente quello di individuare il pubblico cui le singole iniziative si rivolgono in prevalenza. Non tutte le campagne, infatti, hanno come destinatario lo stesso pubblico di lettori deboli, pensiamo ad esempio alle numerose fiere del libro organizzate sia a livello nazionale – dal Salone del libro di Parigi a Liber, la fiera del libro di Barcellona – che locale, tutte rivolte alla cosiddetta «gente del libro».
Un format per il futuro
di Giovanni Peresson
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Nell’annus horribilis per l’editoria libraria del nostro Paese, Librerie Feltrinelli ha inaugurato a Roma in via del Corso un nuovo format che rappresenta una proposta innovativa rispetto ai loro precedenti multistore. Red rappresenta «un ulteriore sviluppo dei format di Librerie Feltrinelli. – ci dice Stefano Sardo direttore generale di Librerie Feltrinelli – Soprattutto nasce da quanto abbiamo sperimentato in questi anni nei nostri megastore sull’abbinamento tra libri, cultura e cibo. Abbiamo visto che costituisce una contaminazione non solo molto apprezzata dalla clientela, ma con un trend in crescita. Avevamo l’esperienza storica di Mestre, certamente lo store più evoluto dal punto di vista della ristorazione, ma anche le caffetterie con offerte più o meno ampie in termini di assortimento e di servizi che ci hanno indicato come spazi comuni di vivibilità, di socializzazione, di sosta legati al cibo, accanto ad assortimenti librari ampi e profondi fossero una formula che incontrava un crescente gradimento da parte del pubblico. E non dimentichiamo l’esperienza che deriva dall’accordo con Antica Focacceria San Francesco».
Un mondo accessibile
di Rosa Mugavero
Abstract ∨
In Italia sono già tredici gli editori e i gruppi editoriali che, aderendo al progetto Lia - Libri Italiani Accessibili, hanno deciso di cogliere la sfida di produrre contenuti editoriali accessibili per le persone non vedenti e ipovedenti. Come è noto infatti, grazie al modello di produzione messo a punto dal progetto Lia, questa prima schiera di editori italiani, che rappresenta il 60,2% della quota di mercato a valore nei canali trade (fonte: Ufficio studi Aie su dati Nielsen), ha cominciato a realizzare i primi e-book accessibili (vedi R. Mugavero, Lia entra nel vivo, «GdL», 10, novembre, 2012, pp. 26-27).
Tuttavia, il concetto di accessibilità applicato al mondo dell’editoria è un tema che interessa non solo gli editori italiani. Considerato infatti che nel mondo vivono circa 39 milioni di persone non vedenti e 246 milioni di ipovedenti (fonte: Organizzazione mondiale della salute), non stupisce sapere che, anche a livello internazionale, sempre più editori hanno iniziato a porre la propria attenzione nei confronti del tema dell’accessibilità.
Del resto, rendere disponibili al maggior numero di persone le proprie opere pubblicate, è uno degli scopi dell’industria editoriale. Pertanto, complici anche la diffusione delle nuove tecnologie e l’evoluzione dell’editoria verso il digitale, molti editori internazionali hanno deciso di occuparsi di accessibilità e di cominciare ad attuare una serie di strategie di produzione, finalizzate a mettere a disposizione contenuti editoriali accessibili anche alle persone che soffrono di una qualche forma di disabilità visiva.
È il caso di Penguin Books che, da circa un anno, ha iniziato ad integrare i requisiti essenziali dell’accessibilità all’interno delle proprie linee guida per la creazione di e book, come ci ha spiegato Chris Rogers (Digital publishing technology coordinator di Penguin Books).
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