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Fiere e festival

Profondo rosso

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2013

di Elisa Molinari

L’ultima fiera del libro che si è svolta lo scorso ottobre a Francoforte l’ha confermato: il 2012, che fa fatto segnare un -7,8% di fatturato nei canali trade, è stato uno degli anni più difficili per il mercato editoriale nostrano tanto che, per la prima volta, la stessa presenza del nostro Paese alla Buchmesse ha visto un calo del 7% nel numero degli espositori italiani. Ma il dato più allarmante è l’emorragia che dall’inizio della crisi ha fatto perdere in due anni il 14% del fatturato, per non parlare di un altrettanto preoccupante calo dell’export e delle difficoltà che hanno registrato anche quest’anno le librerie fisiche (quelle indipendenti passano dal 35% al 32% a fronte di una crescita dell’on line dal 8,9% all’11%). Proprio queste ultime costituiscono uno sbocco d’elezione per fare conoscere ai lettori la proposta editoriale dei piccoli e medi editori che, più dei grandi, beneficiano del lavoro attento del libraio per incrementare le possibilità di incontrare il proprio pubblico. Ma le difficoltà per gli editori indipendenti sono anche altre: dall’impatto delle rese all’allungamento dei tempi di pagamento fino agli oneri finanziari sui bilanci. Ne parliamo con Fabio Del Giudice, direttore di Più libri più liberi.

App ed eventi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Giorgio Kutz

A fronte di una crisi economica sempre più opprimente un bisogno diffuso di cultura percorre come un brivido il Paese da nord a sud, e si riverbera, come abbiamo visto negli articoli precedenti, in mille iniziative locali che si pongono e ci pongono domande inquietanti sul nostro futuro europeo e planetario. La crisi economica non riesce a far tacere questa irrequietezza ma anzi sembra stimolarla. In questo nuovo mondo «glocal» le iniziative locali aprono le finestre del pianeta, trovano cittadinanza sul Web e, da poco tempo, anche su applicazioni per tablet e iphone/smartphone.

Città del libro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Paola Sereni

Cosa rappresenta un festival letterario per il territorio che lo ospita? Sicuramente un fattore di attrazione turistica importante, capace di portare centinaia quando non migliaia di persone nei borghi e nelle città che lo ospitano, con il relativo indotto in termini di spesa per ristoranti, alberghi, musei ed esercizi commerciali (non ultime proprio le librerie, siano esse indipendenti o collettive, come spiega in questo numero Serena Baccarin nel suo Effetto festival, pp. 32-34, in entrambi i casi perfette valvole di sfogo per catalizzare l’interesse verso i libri protagonisti del festival) tanto che oggi l’economia dei festival e degli eventi culturali è uno dei settori più rilevanti e in crescita a livello non solo italiano ma internazionale, poiché rappresentano un valido strumento di marketing strategico, sviluppo economico e comunicazione territoriale, tanto nel settore profit quanto nel no profit. Ma se allarghiamo lo sguardo ad un orizzonte più vasto, l’arricchimento maggiore che una rassegna letteraria può portare al territorio che la ospita, e più in generale al Paese, è forse la consapevolezza del ruolo che anche un piccolo centro può avere nella diffusione della cultura, e non solo di quella del libro. Forse è per questo che, soprattutto a partire dagli anni Novanta, manifestazioni di questo tipo si sono capillarmente diffuse nel nostro Paese, chi guadagnando di anno in anni consensi chi durando appena il tempo di qualche edizione. Una crescita talmente prolifica da essere difficile da seguire, anche solo per poterne dare notizia, e che spesso ha finito per rischiare l’«effetto Babele» con programmi troppo simili, scrittori onnipresenti e ospiti che, gira che ti rigira, finivano per essere sempre gli stessi.

Effetto festival

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Serena Baccarin

Sono più di 1.200 i festival a carattere culturale che ogni anno si svolgono lungo tutta la penisola, kermesse che da gennaio al periodo natalizio animano capoluoghi e piccole città di provincia, trasformandoli in spazi di confronto e condivisione privilegiati. Manifestazioni che rappresentano non solo un’occasione d’incontro per lettori, autori ed editori, ma che costituiscono scenari e atmosfere ideali per ridare slancio al prodotto culturale. Qual è l’indotto dei festival sul territorio, come cambiano i comportamenti d’acquisto e quali effetti si registrano sulle vendite in libreria? L’abbiamo chiesto a quattro librai che, da soli o in collaborazione con i colleghi delle altre librerie cittadine, gestiscono la vendita dei libri durante i festival delle loro città: Marco Tasin (titolare della Rivisteria di Trento), Marialuisa De Marco, (responsabile de L’altra Libreria di Perugia), Raffaele Casula (della Libreria Novecento di Nuoro), e Luca Nicolini (che con la moglie Carla gestisce la Libreria Coop Nautilus di Mantova).

Nuove strade

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Elisa Molinari

Dopo il successo della prima edizione, la Fiera del Libro per Ragazzi ha riproposto, in collaborazione con Children’s Technology Review, il Bologna Ragazzi Digital Award, al fine di incoraggiare le produzioni eccellenti ed innovative nell’ambito delle app derivate da libri, prevedendo le categorie Fiction e Non Fiction, per poter premiare sia le app che si concentrano sullo storytelling, sia quelle che si concentrano sull’aspetto ludico e di reference. Il premio, rivolto a tutti gli editori e sviluppatori di applicazioni indirizzate a bambini e ragazzi dai due ai quindici anni, ha visto quest’anno la partecipazione di 242 app da 32 paesi diversi, prodotti pubblicati entro l’anno, pensati già in ottica internazionale. Imparziale la giuria internazionale, composta da Warren Buckleitner (Children’s Technology Review), André Letria (Pato Lògico Edições), Chris Meade (if:book) e Cristina Mussinelli (Associazione Italiana Editori). L’idea di fondo è che le nuove tecnologie hanno aperto nuove strade innovative a chi si occupa di storytelling nel mondo ragazzi. Se è vero che a volte la tecnologia può distrarre dalla storia e che capita di vedere alcuni prodotti che non siano altro che la digitalizzazione di versioni a stampa con l’aggiunta di alcune animazioni sparse, in altri casi invece la magia della tecnologia si fonde perfettamente in illustrazioni di qualità, narrazione, creando un’esperienza ricca e piacevole da esplorare.

Ed è più internazionale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2013

di Ester Draghi

Da 1.800 titoli a 4.629. Significa un incremento medio annuo del 16%. È questo il valore della crescita dell’export dell’editoria italiana in termini di titoli di cui ha venduto i diritti all’estero tra 2001 e 2011. Ed è in questo contesto che dobbiamo leggere i risultati del Fellowship program che l’Aie, in collaborazione con l’Ice e Promoroma, ha proposto anche quest’anno agli oltre 400 piccoli editori presenti a Più libri più liberi. Nelle quattro giornate della Fiera sono stati organizzati incontri con 19 operatori stranieri che hanno preso parte al programma il cui obiettivo principale è stato quello di presentare a livello internazionale la più recente produzione delle piccole e medie case editrici italiane a un gruppo ristretto di operatori stranieri qualificati che hanno così potuto conoscere e approfondire quanto di meglio la piccola editoria indipendente offre. Ma la grande novità di quest’anno è stata la presenza cinese. La quale, a sua volta, si inserisce in un rapporto molto più lungo che ha offerto all’editoria italiana gli strumenti per conoscere e rapportarsi con questo grande mercato.

Le storie infinite

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2013

di Elisa Molinari

Indagare il rapporto tra libri e film non può essere più solo l’esame dei flussi di film che hanno avuto, come si dice, il libro come primo anello della catena del valore. Dai numeri emerge – anche per il mercato italiano – una tendenza chiara che ci deve far interrogare sul bisogno che lo spettatore o il lettore (spesso sono la stessa persona, che può non aver visto il film ma solo il trailer o solo ascoltato l’autore del romanzo in una trasmissione televisiva) ha oggi di nuove forme di narratività, su come le consuma, su come entra dentro le storie e sulle domande che pone a chi le storie le crea e le distribuisce. Vediamo, innanzitutto, le principali evidenze che scaturiscono dall’aggiornamento dell’indagine (quella precedente e relativa agli anni 2005-2008 è consultabile su www.giornaledellalibreria.it alla sezione Convegni).

Più libri resiste...

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2013

di Elena Vergine

Il 2012 è stato per la piccola editoria un altro anno negativo. I dati che Nielsen ha presentato a Più libri più liberi fanno segnare un -7,1% a valore nei canali trade (esclusa Gdo) rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. 2011 che a sua volta si era chiuso con un -4,8%. Dati di vendita, si badi. Perché se dovessimo considerare i dati di fatturato desunti da un campione di 251 piccoli e medi editori (dati desunti da altrettanti bilanci) a fine 2011 quel -4,8% diventava già lo scorso anno un -6,1%. Anche tenendo conto del diverso campione (quest’ultimo considera anche i piccoli marchi controllati o collegati a gruppi maggiori) questi valori ci dicono che, in due anni, in termini di sole vendite il settore ha perso quasi il 12% di mercato. Per effetto delle rese, della crescita dei costi finanziari, di distribuzione e di magazzino (che Nielsen non può rilevare) il conto economico della gestione caratteristica potrebbe essere, facendo le debite proporzioni con il 2011, del 27,1% peggiorativo dell’andamento rispetto alle vendite nei canali trade.

Di fiera in fiera

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2012

di Ginevra Vassi

Dodici fiere, praticamente una al mese: questo, in sintesi, il bilancio di un anno di fiere organizzate, in vario modo, dall’Associazione italiana editori, attraverso Ediser. Anno caratterizzato da una flessione per quanto riguarda il numero degli espositori, ma che, rispetto al precedente, ha visto aumentare il numero delle manifestazioni, passate delle 10 del 2011 alle 12 di quest’anno. Il 2012 si è aperto, a fine gennaio, con la missione alla Fiera del libro di Calcutta, una delle principali dell’India, Paese la cui presenza nei cataloghi delle nostre case editrici, soprattutto per quanto riguarda la narrativa, è cresciuta a partire dalla seconda metà degli anni Novanta. Oggi i lettori italiani possono scegliere tra un’offerta, proposta da 36 case editrici, di 169 titoli di 70 autori indiani. L’editoria indiana rappresenta lo 0,2% delle traduzioni di un’editoria come quella italiana in cui il 20% dei titoli pubblicati provengono da altre editorie. È cresciuta inoltre, anche se i numeri restano piccoli, la vendita dei diritti di libri italiani verso il mercato indiano: raddoppiano nella seconda metà dell’ultimo decennio e lasciano soprattutto intravedere un trend di crescita costante in assenza di politiche coordinate di intervento. In occasione della partecipazione dell’Italia in qualità di Paese ospite d’onore e a completamento del ricco programma letterario organizzato dall’Ambasciata d’Italia di New Delhi e dal Consolato d’Italia a Calcutta, l’Aie ha organizzato una missione di operatori grazie al contributo del Ministero Affari Esteri e alla collaborazione del Consolato d’Italia a Calcutta, dell’ex Ice e della Publishers & Booksellers Guild. Le sette case editrici presenti hanno potuto presentare una panoramica della nostra editoria sia per tipologia di pubblicazioni – dalla narrativa alla saggistica, dalla letteratura per bambini alla produzione universitaria, ai testi per l’insegnamento dell’italiano – sia per dimensioni, essendoci rappresentanti di piccoli editori specializzati e di grandi gruppi.

Novità in fiera

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2012

di Intervista a cura di E. Vergine

Se, guardando allo stato dell’economia mondiale, il periodo non è dei più felici, Più libri più liberi volta pagina. Dopo quella che è stata definita «la crisi del decimo anno» la più importante fiera nazionale della piccola e media editoria volta pagina. Invece di farsi schiacciare dalle difficoltà presenta un programma ricco di proposte aprendosi, per la prima volta, alla città di Roma e puntando tutto sulla formazione. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Fabio Del Giudice, Direttore di Più libri Più liberi. Quali sono i punti di forza e le novità di Più libri più liberi 2012? L’undicesima edizione si presenta con grosse novità. È come se il decimo anno avesse chiuso una fase della manifestazione e oggi se ne aprisse un’altra. Sono cambiate parecchie cose dal punto di vista organizzativo: il 2012 è stato un anno particolare per l’editoria, ma anche per tutto quanto il sistema economico del Paese e, chiaramente, la crisi ha avuto delle ripercussioni anche sulla manifestazione. Noi – e mi riferisco a tutta l’Associazione italiana editori – abbiamo ritenuto che fosse opportuno, proprio in virtù di questo quadro critico, investire ancora di più sulla manifestazione provando così a dare l’impulso per il rilancio sia del progetto editoriale nazionale che di quello dell’editoria indipendente. Insomma, invece di subire il momento sfavorevole, ci siamo attivati per combatterlo. Tra le principali novità di questa edizione c’è l’uscita di Più libri più liberi dal suo contesto naturale, quello che la ospita da 10 anni, il Palazzo dei congressi dell’Eur (che pure continuerà ad essere il momento centrale della manifestazione) per disseminarsi in tutta quanta la città. Abbiamo in programma circa 150 appuntamenti in 100 diversi luoghi di Roma che ospiteranno, prevalentemente prima, ma anche durante e dopo la manifestazione, degli incontri con il brand Più libri. Ciò che mi preme sottolineare è che non si tratta di eventi estranei alla città, ma di iniziative che si inseriscono naturalmente all’interno del tessuto culturale urbano. Questa sinergia è frutto del tentativo di cercare la collaborazione delle maggiori istituzioni culturali attive a Roma – a cominciare dalle università – per proporgli di inserire nei loro palinsesti degli appuntamenti legati alla manifestazione. La risposta è stata entusiastica e, per quanto si tratti di una prima esperienza, abbiamo ricevuto moltissime adesioni.

Più libri più idee

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2012

di Paola Sereni

Dopo undici anni di fiera è arrivato il momento per Più libri più liberi di espandersi al di fuori del massiccio Palazzo dei Congressi dell’Eur. Naturale che, data l’attenzione da sempre riservata dalla manifestazione alla formazione in ingresso nel mondo dell’editoria, le prime ad essere coinvolte siano state proprio le università e gli istituti della capitale. Affrontando i «futuri» del libro anche prima della fiera stessa, in un «fuori Fiera» capace di coinvolgere la città e le realtà culturali di Roma, Più libri raccoglie la sfida di avvicinarsi alle fasce più giovani della popolazione di lettori con il duplice obiettivo di promuovere il ruolo della manifestazione e fornire agli studenti gli strumenti per interpretare i grandi cambiamenti in atto nel mondo del libro.

A tutta cucina

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Interviste a cura di P. Sereni

Le pubblicazioni enogastronomiche sono una delle eccellenze della nostra produzione editoriale, ne parliamo con alcuni degli editori di Più libri più liberi. Che plus può dare un piccolo editore ad una produzione editoriale spesso considerata poco prestigiosa? Roberto Da Re Giustiniani (responsabile editoriale Kellermann editore). Credo che fare l’editore sia ancora un lavorare sulla cultura e sulla creatività. Cercare soluzioni nuove, spendere nella grafica, nella realizzazione di un prodotto che possa essere riconosciuto e valutato anche per il suo aspetto formale. Se dico artigianalità intendo proprio lo scrivere le pagine a mano, creare dei disegni originali, finire ogni quaderno uno ad uno col suo bordo colorato. Marzia Corraini (editore Corraini). Perché poco prestigiosa? La cucina, se considerata nella sua progettualità, ha originalità, capacità di racconto di adesione al tempo e allo spazio. Dà origine a un comparto editoriale importante. Per noi il segmento è piccolo perché cerchiamo appunto progetti originali spesso laterali e innovativi che abbiano un forte impatto visivo e inventivo. Luca Iaccarino (direttore della collana I Cento, Edt). Si tratta invece di una produzione variegata. Noi abbiamo affrontato il settore partendo dall’aspetto più complesso e nello stesso tempo più autorevole: le guide ai ristoranti. L’abbiamo fatto organizzando una generazione di recensori quarantenni collaboratori delle maggiori testate (e food blogger) ma che mai avevano avuto la responsabilità di un progetto proprio.

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