Se, guardando allo stato dell’economia mondiale, il periodo non è dei più felici, Più libri più liberi volta pagina. Dopo quella che è stata definita «la crisi del decimo anno» la più importante fiera nazionale della piccola e media editoria volta pagina.
Invece di farsi schiacciare dalle difficoltà presenta un programma ricco di proposte aprendosi, per la prima volta, alla città di Roma e puntando tutto sulla formazione. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Fabio Del Giudice, Direttore di Più libri Più liberi.
Quali sono i punti di forza e le novità di Più libri più liberi 2012?
L’undicesima edizione si presenta con grosse novità. È come se il decimo anno avesse chiuso una fase della manifestazione e oggi se ne aprisse un’altra. Sono cambiate parecchie cose dal punto di vista organizzativo: il 2012 è stato un anno particolare per l’editoria, ma anche per tutto quanto il sistema economico del Paese e, chiaramente, la crisi ha avuto delle ripercussioni anche sulla manifestazione. Noi – e mi riferisco a tutta l’Associazione italiana editori – abbiamo ritenuto che fosse opportuno, proprio in virtù di questo quadro critico, investire ancora di più sulla manifestazione provando così a dare l’impulso per il rilancio sia del progetto editoriale nazionale che di quello dell’editoria indipendente. Insomma, invece di subire il momento sfavorevole, ci siamo attivati per combatterlo. Tra le principali novità di questa edizione c’è l’uscita di Più libri più liberi dal suo contesto naturale, quello che la ospita da 10 anni, il Palazzo dei congressi dell’Eur (che pure continuerà ad essere il momento centrale della manifestazione) per disseminarsi in tutta quanta la città. Abbiamo in programma circa 150 appuntamenti in 100 diversi luoghi di Roma che ospiteranno, prevalentemente prima, ma anche durante e dopo la manifestazione, degli incontri con il brand Più libri. Ciò che mi preme sottolineare è che non si tratta di eventi estranei alla città, ma di iniziative che si inseriscono naturalmente all’interno del tessuto culturale urbano. Questa sinergia è frutto del tentativo di cercare la collaborazione delle maggiori istituzioni culturali attive a Roma – a cominciare dalle università – per proporgli di inserire nei loro palinsesti degli appuntamenti legati alla manifestazione. La risposta è stata entusiastica e, per quanto si tratti di una prima esperienza, abbiamo ricevuto moltissime adesioni.