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Fiere e festival

Eccellenze in fiera

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Paola Sereni

In un’ideale graduatoria dei meriti ascrivibili a Più libri più liberi, al via il 6 dicembre prossimo al Palazzo dei Congressi di Roma, quello di aver saputo, negli ultimi undici anni, diventare un luogo d’elezione dove tanti piccoli e medi editori hanno potuto trovare spazio, visibilità e pubblico, entrerebbe sicuramente nel podio. Nelle prossime pagine abbiamo provato, attraverso nove interviste ad altrettanti degli editori che quest’anno (alcuni anche per la prima volta) saranno presenti a Più libri, a tratteggiare il quadro entro cui si muovono alcuni settori d’eccellenza della nostra produzione libraria, dalla saggistica ai libri per ragazzi fino alla produzione di titoli legati alla cucina e all’enogastronomia. Quello che ne emerge è un quadro composito spinto da tensioni opposte. La crisi da un lato, impone di ripensare i piani editoriali sia in termini di numero di titoli prodotti sia rispetto alle strategie di costo; la spinta verso la creatività, la qualità e l’innovazione dall’altra che, caratteristica intrinseca nel dna della piccola imprenditoria italiana, è irrinunciabile anche in un periodo di ristagno di idee come quello che stiamo attraversando. Non va dimenticato che è stata in passato proprio la piccola editoria a esplorare, talvolta per la prima volta, alcuni settori, o meglio alcune nicchie di essi. Basta pensare all’area ragazzi, appunto, o a quella enogastronomica, dove spesso sono proprio gli indipendenti a scommettere su progetti impegnativi ma di qualità.

Intervenire davvero

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Marco Polillo

Come emerge dal Rapporto Aie sullo stato dell’editoria 2012, questo è l’anno dei segni meno. L’editoria italiana sta soffrendo per la crisi: da quando è iniziata, nel 2008, abbiamo avuto anni di riduzioni di fatturato, ma meno di altri settori. Adesso qualcosa è cambiato: il libro, da sempre prodotto anticiclico, è stato travolto a sua volta dalla crisi dei consumi. E ne risente esattamente come gli altri. Il mercato del libro nel 2011 è entrato in una zona d’ombra, e la situazione è peggiorata, in modo deciso ma in linea con tutti gli altri settori, nel 2012: -3,7% il giro d’affari lo scorso anno, secondo i dati Nielsen, per i canali trade, -4,6% se consideriamo invece tutto il perimetro del mercato del libro (dati Aie), -8,7% (sempre dati Nielsen, canali trade) nei primi nove mesi del 2012. Nel 2011 diminuisce pure la lettura: oggi sono 25,9 milioni (723 mila meno del 2010) le persone che leggono almeno un libro all’anno in Italia. Cresce solo l’offerta editoriale: aumentano i titoli e le copie immesse sul mercato ma diminuiscono i prezzi medi e si consolida il segmento dell’e-book.

Piccoli grandi libri

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Interviste a cura di P. Sereni

Il settore dei libri per ragazzi rappresenta il segmento di maggior successo internazionale dell’editoria italiana, nella vendita di diritti ma anche nelle coedizioni (rilevate per la prima volta quest’anno nel Rapporto sullo stato dell’editoria Aie, sono state 1.108). Spesso, ad attirare l’attenzione degli editori stranieri non è solo la produzione dei grandi gruppi ma anche il catalogo dei piccoli e medi editori italiani.

Saggistica doc

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Paola Sereni

Secondo i dati sulla produzione di Informazioni editoriali, dal 2005 ad oggi il numero dei titoli e delle copie della saggistica è in costante crescita, come pure il loro peso sugli scaffali delle librerie. Ne parliamo con tre realtà molto diverse tra loro. Il tratto comune? L’essere piccoli, di qualità e indipendenti.

Segnali di lettura

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Lorenza Biava

I dati presentati a Francoforte parlano chiaro: il mondo del libro è in crisi, calano i fatturati, si ridisegnano gli assetti dei canali di vendita. Ma non è tutto. A riportare un preoccupante segno negativo sono anche e soprattutto i lettori di libri che sono oggi 25,9 milioni, 723 mila in meno rispetto al 2010. L’indagine Nielsen dello scorso marzo, che lega alla lettura l’acquisto di libri, ci dice che il 7% dei forti lettori (ovvero coloro che leggono più di 12 libri all’anno) sono a loro volta il 5% dei forti acquirenti e generano da soli il 44% dei volumi venduti. La piramide dell’acquisto è così ancor più concentrata (e acuminata verso l’alto) rispetto a quella della lettura. Il 13% di chi compra più di nove libri all’anno genera un volume di vendita che rappresenta, circa, il 55% delle copie vendute nei canali trade italiani. In un simile contesto è chiaro che la promozione della lettura assume un carattere fondamentale e che proprio dalle iniziative volte ad allargare la base di lettori ci si può aspettare risultati migliori e più duraturi per un mercato in affanno come è sempre più quello del libro. Per inquadrare meglio il contesto entro cui si muove il nostro Paese, abbiamo raccolto una selezione delle iniziative di promozione della letteratura più diffuse nelle quattro maggiori nazioni europee: Francia, Spagna, Germania e Regno Unito. La prima evidenza che balza all’occhio osservando l’esperienza estera è la varietà delle iniziative proposte da fondazioni per la lettura (Germania), consorzi pubblici privati (Regno Unito), centri per la promozione del libro (Francia) e ministeri/associazioni degli editori (Spagna). Il modo più semplice per leggere le linee comuni e le proposte innovative sviluppate dai vari paesi è probabilmente quello di individuare il pubblico cui le singole iniziative si rivolgono in prevalenza. Non tutte le campagne, infatti, hanno come destinatario lo stesso pubblico di lettori deboli, pensiamo ad esempio alle numerose fiere del libro organizzate sia a livello nazionale – dal Salone del libro di Parigi a Liber, la fiera del libro di Barcellona – che locale, tutte rivolte alla cosiddetta «gente del libro».

Più... internazionali

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

di Interviste a cura di Lorenza Biava

Parola d’ordine: internazionalizzazione. Sempre più importante nei bilanci di molti editori, la compravendita dei diritti è anche un momento fondamentale per creare rapporti con gli editori stranieri, portando all’estero la cultura italiana. Ecco perché quest’anno Più libri più liberi riproporrà il 6-7 dicembre il Fellowship Program rivolto agli operatori di settore stranieri interessati a sondare nuove opportunità di relazione e di mercato. Punto di forza sarà la proposta degli editori che offrirà una variegata panoramica di ciò che di meglio la piccola e media editoria indipendente ha da offrire a chi è in cerca di autori e libri italiani da tradurre e pubblicare all’estero. Una premessa importante per fare in modo che la fiera promossa dall’Associazione acquisti un profilo sempre più internazionale, qualificandosi sempre più come luogo ideale per favorire incontri mirati tra editori italiani e stranieri come raccontano alcuni dei professionisti protagonisti delle scorse edizioni.

A volte ritornano

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Ester Draghi

Dal 6 al 9 dicembre torna a Roma, per l’undicesimo anno, Più libri più libri. La manifestazione spalancherà ancora una volta le porte del Palazzo dei Congressi dell’Eur a oltre 50 mila visitatori desiderosi di incontrare autori, editori e di scovare piccoli e grandi tesori cartacei. Una vera e propria rivincita, quella di tornare ad affermare con forza la propria presenza nella capitale, specialmente se si pensa a tutte le difficoltà – dovute ai tagli effettuati dalla pubblica amministrazione – incontrate nella X edizione, quando sembrava che la fiera della piccola e media editoria fosse destinata a scomparire.

Trame di mafia

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Gaia Weiss

«Storicamente né la penna, né la spada sono state particolarmente efficaci quando si tratta di combattere la ‘ndrangheta, l’organizzazione criminale che soffoca la Calabria. Ma un festival letterario sta contribuendo a infrangere un muro di silenzio radicato, alimentato da una miscela di paura e rassegnazione». Così inizia l’articolo che il «New York Times» ha recentemente dedicato a Trame, il festival di libri sulle mafie organizzato a Lamezia Terme a fine giugno e che Aie ha sostenuto fin dalla prima edizione. Se le condizioni sono difficili, continuare ad opporsi e magari con lo strumento per eccellenza della formazione, della conoscenza, dell’approfondimento, diventa un segno di libertà, e l’organizzazione del festival in una «zona a rischio » come Lamezia Terme assume il valore simbolico di un gesto di coraggio.

C'è app e app

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2012

di Cristina Mussinelli

Cosa funziona e cosa no in una buona applicazione per ragazzi? Quali sono le regole da seguire, i canoni da rispettare, gli errori da evitare per sviluppare un prodotto di qualità? Conclusasi la prima edizione del BolognaRagazzi Digital Award, tenutasi quest’anno, possiamo dire che una risposta a queste importanti domande c’è, ed è alla portata di tutti. Infatti, di fronte al difficile compito di selezionare tre finalisti su un totale di 252 applicazioni provenienti da 170 editori di 25 paesi, la giuria internazionale – di cui ho fatto parte insieme a Warren Buckeitner (Children’s Technology Review), Chris Meade (If Book) e André Letria (Pato Lógico Edições) – ha stilato una checklist di 13 domande da porsi per capire se la propria app è veramente valida. La riproponiamo qui di seguito. Siete pronti a mettervi alla prova?

Dove sboccia la lettura

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2012

di Paola Sereni

I libri sbocciano in maggio. Perché se in questo mese la natura si risveglia, lo stesso capita alla voglia di leggere. Ma perché un fiore sbocci, si sa, va prima gettato il seme: è questo lo spirito del Maggio dei libri, la campagna nazionale nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura come elemento chiave della crescita personale, culturale e civile e che quest’anno ha avuto una più ampia declinazione per formati promozionali a fasce di pubblico. La campagna, promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni e le attività culturali, è iniziata il 23 aprile, in coincidenza con la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore promossa dall’Unesco, ed è culminata il 23 maggio con la Festa del libro. Tre le parole chiave di quest’anno: Web, scuola, giovani. Che si rispecchiano anche nelle iniziative sostenute dall’Aie e volte a coinvolgere sempre di più i lettori di domani, attraverso un uso dinamico di Internet e la partecipazione più attiva delle scuole.

All'ombra della crisi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2012

di Gabriele Pepi

Nonostante la fase più acuta della crisi dell’Eurozona sia passata (almeno a sentire le rassicurazioni dei vari premier europei), il 2012 continuerà a essere duro per la Spagna, sottoposta a una cura da cavallo dal primo ministro Mariano Rajoy. Il progetto di finanziaria 2012 varato a fine marzo dal governo prevede infatti un’ulteriore esplosione della disoccupazione (oggi al 24,3%) e un debito record per il Paese (al 79,8%) per la fine del 2012. Questo è il contesto economico con cui è obbligato a fare i conti anche il mercato editoriale spagnolo che nel 2010, secondo i dati diffusi dalla Federaciòn de Gremios de editores, non è stato immune dalla crisi diffusa che ha colpito tutte le principali editorie europee. Gli ultimi anni sono stati fecondi di cambiamenti anche per l’editoria spagnola: l’emergere e il diffondersi degli e-book (e la conseguente nascita di un nuovo modo di leggere), l’arrivo del self-publishing e di nuove piattaforme di distribuzione (Amazon ha aperto la versione in lingua spagnola del Kindle store ad aprile), la possibilità di realizzare piccole tirature con il print on demand e quella di pubblicare esclusivamente in forma elettronica.

Spagna letteraria

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2012

di Gaia Weiss

L’esule e l’esilio sono certamente un’invenzione romantica, proprio per lo stretto rapporto che stabilivano tra individuo e identità nazionale. Se quest’ultima non esisteva se non in fieri o da conquistare con dura lotta, ne nasceva di conseguenza una doppia fisionomia culturale. Questa duplicità si è riproposta in molti modi nel ‘900, in stretta relazione con l’esistenza – e la violenza – delle dittature che si sono abbattute con particolare ferocia, come inevitabile, sui ceti intellettuali, su artisti, poeti, scrittori; in fondo, sempre le vere voci della «nazione» o dell’anima profonda di popoli calpestati. Non ha fatto eccezione la Spagna nello scorso secolo, specialmente dai «Giorni del ‘36»; è inutile chiederselo, eppure è suggestivo domandarsi che cosa sarebbe successo se la repubblica fosse riuscita a resistere sei mesi ancora: la Spagna sarebbe entrata in guerra a fianco degli alleati, contro i nazifascismi e certo la sua storia – e quella dell’Europa – sarebbe stata diversa… È certo comunque che dal 1939 al 1973, quando esce Si te dicen que caí di Juan Marsé del 1973, l’ultimo romanzo spagnolo che dovette essere pubblicato all’estero per ragioni di censura la letteratura maggiore spagnola è quella dell’esilio; con una singolare inversione: quando finalmente gli spagnoli ebbero libertà di parola, avevano già cominciato ad accogliere altri esuli della stessa area linguistica, i profughi delle tante dittature e disastri latino-americani.

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