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Fiere e festival

Di Salone in Fiera

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2014

di Edward Nawotka

Nel momento in cui scrivo questo editoriale si è appena conclusa la Fiera di Londra che, per quanto mi riguarda, resta un appuntamento unico nel panorama fieristico internazionale. Perché proprio Londra? Londra è una capitale multietnica dove nel giro di un singolo isolato si possono sentire parlare non meno di una dozzina di lingue diverse, per non parlare dei diversi accenti inglesi. A Londra persino le etichette nei negozi hanno iniziato a parlare almeno tra lingue diverse: sterline, euro e rubli. Come amante dei libri trovo affascinante questa ricchezza che si riverbera anche nella cultura delle librerie londinesi: non è raro che in un singolo quartiere trovino spazio una Foyles, una Waterston, una libreria indipendente e una libreria di antiquariato. A Chelsea, dove abitualmente alloggio durante la fiera, mi sono imbattuto in una libreria Daunt dove sono stato sorpreso di trovare in vetrina tre volumi di Karl Ove Knausgård del ciclo Min Kamp [in Italia tradotto da Ponte alle Grazie con il titolo La mia lotta], cui facevano compagnia, sul tavolo all’ingresso, una selezione dei volumi della Pushkin Press, uno degli editori più attenti al design e alla resa grafica dei propri volumi che ci siano sul mercato: si tratta di una selezione che non mi sarei mai aspetto di trovare in quella che di fatto è una libreria di catena.

La versione di Gud

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2014

di Redazione

Maggio è il mese del Salone Internazionale del libro di Torino. Per tutti i visitatori che affolleranno il Lingotto Gud mette a disposizione una sua piccola guida con le essenziali regole di sopravvivenza per attraversare indenni il "paese delle meraviglie" della lettura.  

Le novità del Salone

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2014

di Intervista a cura di E. Vergine

Il Salone internazionale del Libro di Torino è un appuntamento imprescindibile per il mondo culturale italiano, una manifestazione di grande successo in un contesto nazionale depresso, nel quale le statistiche parlano di un calo del 7% annuo dei consumi culturali. Lo scorso anno anche il numero dei visitatori del Salone aveva segnato un 7%, ma questa volta di segno positivo, una tendenza che speriamo si confermi anche in questo 2014 che si preannuncia più ricco che mai di novità. Ne abbiamo parlato con Ernesto Ferrero, direttore editoriale del Salone.

Più libri Circus

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2014

di Antonio Monaco

Ogni anno in Italia vengono pubblicati circa 60 mila titoli. Di questi il 25%, cioè un libro su quattro, è pubblicato da un piccolo e medio editore ma difficilmente riesce a superare i tanti ostacoli che affollano la strada che lo separa dal magazzino editoriale alle vetrine delle librerie. Più libri più liberi è nato per questa ragione. Per garantire ai piccoli e medi editori italiani la vetrina che meritano. E oggi, dopo 11 edizioni di Più libri Più liberi a Roma, il più importante evento italiano della piccola e media editoria indipendente parte per un tour nelle piazze italiane e diventa Più libri Circus. Va aggiunto che la fiera Più libri Più liberi non è solo un evento nazionale che valorizza la piccola editoria italiana. È diventato anche un marchio prestigioso che evoca immediatamente una vetrina editoriale di qualità, innovativa e di ricerca. Ma Più libri Circus non è una semplice fiera libraria che si aggiunge alle centinaia già presenti in Italia. In una fase di difficoltà del mercato vuole offrire un preciso contributo alla filiera editoriale e una risposta alla crisi delle vendite. Gli editori e i loro libri cercano i lettori «per la strada», nei diversi territori italiani, coinvolgendo direttamente tutti gli operatori (librai, bibliotecari, grossisti, insegnanti, animatori della lettura). Il problema dell’editoria oggi non è solo di mercato ma di identità e legittimità. Non basta riaffermare l’identità e il ruolo professionale dell’editore: la sua funzione valutativa e selettiva degli autori da una parte e di qualificazione delle opere dall’altra. Dobbiamo andare a ricostituire il patto etico che ci lega ai lettori. Vent’anni fa si è consumato il mito della «piccola editoria», oggi dobbiamo riaffermare il valore dell’indipendenza e della qualità. Più la situazione è difficile e più crescono le aspettative. Ma unirsi quando le forze sono esaurite è inutile, bisogna farlo prima, quando abbiamo ancora qualcosa da dare, da dire e da fare.

Il libro religioso a Torino

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2014

di Elena Vergine

Un Cupolone di libri alto otto metri, sarà questo lo stand del Vaticano, Paese ospite della 27esima edizione del Salone internazionale del libro di Torino, un’occasione di grande visibilità anche per tutta l’editoria religiosa italiana. Messa a dura prova dalla crisi, come del resto tutta la produzione editoriale, ma attenta al cambiamento e con una rinnovata vivacità di proposte e di tematiche attuali, l’editoria religiosa – che da noi diventa sinonimo di cattolica – coglie gli stimoli provenienti dai vertici della Chiesa declinandoli in cataloghi ricchi di novità. Se infatti il nuovo pontefice ha saputo guadagnare le attenzioni anche del mercato editoriale laico insistendo sulla necessità di instaurare un dialogo tra cattolici e realtà distanti, la sua figura è stata di ispirazione per la stessa editoria religiosa, portando al centro dell’attenzione mediatica e del dibattito ecclesiale temi e valori nuovi: le emergenze sociali, le questioni familiari, i pilastri della vocazione e della missione cristiana e la teologia stessa con alcuni suoi esponenti. La stessa importanza attribuita da papa Francesco ad Internet, definito «un dono di Dio», e alle opportunità del digitale si rispecchia nella corsa verso l’innovazione e nell’apertura verso il digitale delle case editrici religiose. Dunque, anche in virtù della presenza del Vaticano al prossimo Salone internazionale del libro di Torino, il segmento dell’editoria religiosa si prepara ad accendere i riflettori sulla propria produzione.

Nasce lo Smart Book

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2014

di Giulia Marangoni e Elisa Molinari

Come promuovere il dialogo tra editoria e Ict, mettendo in luce nuove opportunità di sviluppo di prodotti e servizi innovativi per l’industria dei contenuti? Una risposta viene dal network europeo Tisp (Technology and Innovation for Smart Publishing) che, sotto il coordinamento di Aie, ha pubblicato lo Smart Book, una risorsa digitale dedicata ai professionisti dei due settori, on line in occasione della Fiera di Londra.

Biblioteche e cultura, un bilancio

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2014

di Ester Draghi

Gennaio è un mese di bilanci: il 2013 si è concluso e la crisi economica generale non accenna ad allentare la sua morsa, il mondo culturale italiano ha di fronte a sé altri dodici mesi in cui la lotta per la sopravvivenza si preannuncia ardua. Tuttavia l’anno appena trascorso non si è lasciato alle spalle solo cose brutte e BiblioPride – patrocinata, tra gli altri, dall’Assocciazione italiana editori – è una di quelle iniziative che non vanno dimenticate e che, ci auguriamo, festeggerà in questo 2014 la sua terza edizione. La Giornata nazionale delle biblioteche, svoltasi lo scorso 5 ottobre a Firenze, non era una manifestazione sui cui tutti erano pronti a scommettere «E invece – racconta Stefano Parise (presidente dell’Aib) – si è conclusa con una grande festa nonostante la pioggia insistente. Infatti, se tenace si è dimostrato il temporale abbattutosi durante l’intera giornata sulla città toscana, altrettanto lo sono state le oltre 2.500 persone che hanno visitato la Bibliotenda e i numerosi stand delle realtà associative che si occupano di promozione della lettura e della cultura».

Cronache dalla città assediata

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2014

di Giovanni Peresson

Rispetto al 2011 la piccola editoria ha visto ridursi le vendite del 12,4% nei canali trade (-12,5% a volume: Fonte Nielsen) e il quadro appare anche più negativo se si considera tutto il perimetro in cui opera: -14,7% a partire da 209 bilanci di Pe, Fonte: Aie; -20,7% secondo il panel di 150 piccoli editori che hanno partecipato al numero «zero» dell’osservatorio Aie dedicato alla piccola editoria. La «crisi dentro la crisi», come titolava il convegno di apertura di Più libri. Meglio, una «crisi» – anche economica – dentro un cambiamento che attraversa piccoli e grandi, editori e librerie, lettori e canali di vendita (anche alcune librerie on line non se la passano più bene). In una parola: cambia la stessa funzione editoriale sulla quale si sono interrogati Sandro Ferri (Edizioni E/O) e Riccardo Cavallero (Mondadori) con tutti gli effetti che ciò può avere sulla filiera come sulle competenze professionali.

Dietro le quinte di Più libri più liberi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2014

di Redazione

Da gennaio il «Giornale della Libreria» inaugura una collaborazione con Gud che ogni mese racconterà il mondo dell'editoria attraverso il linguaggio del fumetto. Su questo numero abbiamo scelto di riproporre il capitolo conclusivo della cronaca disegnata di Più libri più liberi realizzata dal disegnatore durante la dodicesima edizione della fiera. www.gud.it/fumetto/

Se gli editori fanno rete

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2013

di Paola Sereni

Roma è una città di cui tutto si può dire tranne che manchi di cultura. Perché allora, pur essendo culla di moltissimi editori indipendenti, di librerie, di biblioteche e di attivissime associazioni culturali, stenta ad essere percepita come una città «del libro»? Ne abbiamo discusso con Silvia Barbagallo che ha curato Più libri più luoghi, il calendario degli eventi off della fiera di Più libri dal quale quest’anno è nato il progetto della «Roma del libro», una mappa durevole pensata per raccogliere, quartiere per quartiere indirizzi e siti delle principali realtà che operano nel mondo del libro.

Cultura «con»

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2013

di Ginevra Vassi

A un tiro di schioppo dalla mecca del cinema, uno dei più riusciti esempi del made in Hollywood si chiama Con, San Diego Comic Con International, la più grande convention legata al mondo dei fumetti. Definita oggi come il «Super Bowl della cultura nerd», l’evento nasce come fiera del fumetto nel 1970 grazie ad un gruppo di appassionati del settore, oltre che di film e letteratura fantasy e science fiction. La convention negli anni è cresciuta a dismisura, fino a diventare una celebrazione delle arti popolari al punto che colossi cinematografici, televisivi ed editoriali l’hanno trasformata in uno degli eventi cruciali per la promozione della stagione a venire. Guai però a pensare che si tratti di un raduno di allampanati trekker e cosplayer: l’evento californiano (ma non sono quello) è ormai diventato uno degli appuntamenti imperdibili per intravedere tendenze future nel campo non solo della nona arte ma, a 360 gradi, dell’intrattenimento. Se l’appuntamento californiano è forse il più noto, nel Nord America si è assistito negli ultimi anni a una proliferazione di con: da New York a Seattle, da Vancouver a Denver, da Baltimora e Anaheim. I numeri? Oggi il San Diego Comic Con vanta circa 130 mila ingressi l’anno, New York 116 mila e Toronto ben 91 mila. A giocare un ruolo fondamentale spesso sono proprio la città ospitanti, capaci di creare delle vere e proprie sinergie con gli eventi. Come? Basta chiedere a camerieri di fastfood obbligati a travestirsi da tartarughe ninja e osservare fermate dell’autobus con indicazioni scritte in lingua dothraki. Come si spiega? Fa tutto parte della diffusione della cultura nerd, spiega Charles Brownstein, executive director del Comic book legal defense fund. «I con sono un riflesso di quello che sta succedendo nel più ampio mondo dell’intrattenimento». Difficile identificare in maniera definitiva i motivi dello sdoganamento del genere. C’è chi dice che sia dovuto al fortissimo senso di community degli appassionati, c’è chi sostiene che questa spettacolarizzazione sia un riflesso degli effetti speciali del cinema. I nostalgici si dicono sicuri che la passione per questo genere sia il retaggio dalle generazioni precedenti, amplificata – fanno eco i blogger – da internet. Chissà allora cosa direbbe oggi Will Eisner, leggendario fumettista statunitense a cui è dedicato l’ambitissimo Eisner Award (conferito proprio durante il SDCC) che ebbe a dire: «Sogno un mondo in cui i fumetti siano apprezzati come medium per tutti i generi di storytelling, non solo per i supereroi».

Graphic novel e mercato

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2013

di Elena Vergine

Novembre, andiamo, è tempo di migrare... a Lucca. Per gli appassionati di fumetti, ma anche di giochi e videogiochi, il Lucca Comics & Games è un evento imperdibile. Dal 1966 ad oggi la fiera di Lucca ha cambiato volto diverse volte, ma è rimasta la principale manifestazione dedicata ai fumetti in Italia e, per dimensioni, è una delle più importanti in Europa e nel mondo. Lucca è anche l’occasione per gli editori che popolano questo mercato, di fare il punto della situazione: «Da sempre il Lucca Comics è un termometro che consente di misurare lo stato di salute del mercato e di capire quali saranno le tendenze che riusciranno ad affermarsi nei mesi successivi – spiega Giovanni Russo (coordinatore dell’area Comics a Lucca) –. Alla manifestazione partecipano tutte le realtà italiane che si occupano di fumetti, dagli editori ai distributori, dai librai ai collezionisti, quindi tutta la filiera è ben rappresentata». Negli ultimi anni il Lucca Comics ha registrato un aumento vertiginoso delle presenze passando dai circa 50-60 mila biglietti staccati nel 2006 agli oltre 180 mila dello scorso anno «Quest’anno speriamo di fare ancora meglio anche perché le iniziative sono aumentate, abbiamo un parco mostre qualitativamente (oltre che quantitativamente) molto ricco e, solo in area Comics, possiamo contare su sei sale incontri che funzionano tutto il giorno, senza contare la sala proiezioni dedicata alle anteprime cinematografiche di opere che gravitano attorno a questo mondo – aggiunge Russo –. Il panorama di proposte è talmente variegato che abbiamo dovuto organizzare la manifestazione in aree e sotto aree. Un esempio è il Japan Palace, interamente dedicato al Giappone e alla sua cultura di fumetti e anime, un’area con un suo programma autonomo che prevede eventi di tutti i tipi, dalle sfilate di cosplayer a workshop dedicati ad attività culturali tipiche del Sol Levante: dalla cucina all’arte della calligrafia».

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