Il 2012 è stato per la piccola editoria un altro anno negativo. I dati che Nielsen ha presentato a Più libri più liberi fanno segnare un -7,1% a valore nei canali trade (esclusa Gdo) rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. 2011 che a sua volta si era chiuso con un -4,8%. Dati di vendita, si badi. Perché se dovessimo considerare i dati di fatturato desunti da un campione di 251 piccoli e medi editori (dati desunti da altrettanti bilanci) a fine 2011 quel -4,8% diventava già lo scorso anno un -6,1%. Anche tenendo conto del diverso campione (quest’ultimo considera anche i piccoli marchi controllati o collegati a gruppi maggiori) questi valori ci dicono che, in due anni, in termini di sole vendite il settore ha perso quasi il 12% di mercato. Per effetto delle rese, della crescita dei costi finanziari, di distribuzione e di magazzino (che Nielsen non può rilevare) il conto economico della gestione caratteristica potrebbe essere, facendo le debite proporzioni con il 2011, del 27,1% peggiorativo dell’andamento rispetto alle vendite nei canali trade.