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Gennaio 2014

digitalDevice
Gennaio 2014
Fascicolo digitale

La rivista

Cambiamenti in corso
di Alfieri Lorenzon
 
Abstract
Come deve adeguarsi una rivista professionale ai cambiamenti che in questi anni stanno modificando non solo il modo di tenersi aggiornati, ma anche i «tempi» da dedicarvi e gli strumenti per farlo dal punto di vista dei contenuti e delle informazioni da trattare, così come dei servizi agli abbonati e agli editori? Sono queste le domande che ci stanno guidando nella trasformazione della rivista dell’associazione: il «Giornale della Libreria». Le risposte a queste domande sono passate, tra 2012 e 2013, prima di tutto attraverso la riorganizzazione del sito Web e dei suoi contenuti con la presentazione di notizie e flash di attualità relativi al mercato italiano e internazionale. Inoltre dallo scorso anno i processi produttivi sono stati riportati internamente alla redazione, passaggio indispensabile per arrivare alla realizzazione di un’edizione digitale del «GdL». L’edizione digitale affiancherà nel 2014 quella cartacea permettendo al lettore di scegliere tra due diverse modalità di tenersi aggiornati (oltre a tagliare i tempi fisici della distribuzione postale). La nuova edizione in digitale, per quest’anno proposta in formato Pdf interattivo, ha tra i suoi vantaggi la possibilità di implementare una serie di servizi aggiuntivi, a partire dai link ad altri articoli usciti sulla rivista, ai collegamenti diretti ai materiali presentati in occasione di convegni oppure indirizzati verso le fonti Web più aggiornate. In prospettiva queste nuove potenzialità potranno aprire a collegamenti con i siti e le schede degli editori inserzionisti che potranno così far conoscere meglio la loro proposta a librai e biblioteche, ma permetteranno anche di valorizzare i servizi con gallerie fotografiche (report sulle aperture di nuove librerie, ad esempio) e altro.
Cronache dalla città assediata
di Giovanni Peresson
 
Abstract
Rispetto al 2011 la piccola editoria ha visto ridursi le vendite del 12,4% nei canali trade (-12,5% a volume: Fonte Nielsen) e il quadro appare anche più negativo se si considera tutto il perimetro in cui opera: -14,7% a partire da 209 bilanci di Pe, Fonte: Aie; -20,7% secondo il panel di 150 piccoli editori che hanno partecipato al numero «zero» dell’osservatorio Aie dedicato alla piccola editoria. La «crisi dentro la crisi», come titolava il convegno di apertura di Più libri. Meglio, una «crisi» – anche economica – dentro un cambiamento che attraversa piccoli e grandi, editori e librerie, lettori e canali di vendita (anche alcune librerie on line non se la passano più bene). In una parola: cambia la stessa funzione editoriale sulla quale si sono interrogati Sandro Ferri (Edizioni E/O) e Riccardo Cavallero (Mondadori) con tutti gli effetti che ciò può avere sulla filiera come sulle competenze professionali.
Dietro le quinte di Più libri più liberi
di Redazione
 
Abstract
Da gennaio il «Giornale della Libreria» inaugura una collaborazione con Gud che ogni mese racconterà il mondo dell'editoria attraverso il linguaggio del fumetto. Su questo numero abbiamo scelto di riproporre il capitolo conclusivo della cronaca disegnata di Più libri più liberi realizzata dal disegnatore durante la dodicesima edizione della fiera. www.gud.it/fumetto/
Gli editori della Sublime Porta
di Elena Refraschini
 
Abstract
Dopo un primo approfondimento sull’editoria araba («GdL», 12, L’editoria del mondo arabo, di E. Refraschini, dicembre 2013) proseguiamo il ciclo di articoli dedicato alle editorie emergenti, a cominciare da quella turca. Questi sono anni fortunati per la Turchia e la sua industria editoriale: dopo essere stata ospite d’onore alla Fiera di Francoforte del 2008, quest’anno è stata il Market Focus alla Fiera di Londra, mentre sarà Paese ospite alla prossima Fiera di Pechino nel 2014 e alla Liber/Madrid del 2015. Tanta attenzione non può che essere meritata. Secondo alcune statistiche, c’è stata una crescita del 300% nel numero dei libri pubblicati negli ultimi dieci anni, e del 100% solo dal 2011 al 2012: si è passati infatti da 1.314 titoli a 2.928. Questo sviluppo può essere legato a diversi fattori: negli ultimi anni c’è stata una forte crescita nella popolazione (circa +1% annuo), ed è aumentata a 8 anni la durata della scuola dell’obbligo. Inoltre, miglioramenti nel campo della distribuzione e delle tecnologie editoriali hanno reso più razionale il ciclo di vita del libro, che beneficia anche di un ecosistema in salute: 6.000 librerie, oltre 1.000 biblioteche sparse sul territorio, oltre a circa 1.750 editori nelle maggiori città (l’80% si trova a Istanbul). Un’importante rete di servizi per una popolazione che legge in media 7/8 libri all’anno (Dati Yayfed, l’Associazione professionale degli editori turchi). Il settore della scolastica è il prominente, costituisce infatti il 58% della produzione annuale portando oltre 187 milioni di libri di testo gratuiti o quasi nelle scuole. Ed è proprio in questo settore che si stanno concentrando gli sforzi pubblici: è stato infatti inaugurato nel 2010 dal Ministero dell’istruzione un progetto mirato alla distribuzione di tablet ai circa 17 milioni di studenti dalle scuole elementari fino alle superiori secondarie, associato naturalmente ad un grande sforzo di digitalizzazione dei testi scolastici.
Mondi che si avvicinano
di Michela Gualtieri
 
Abstract
Lo snodo tra aziende provenienti da mondi diversi rappresenta un promettente terreno attraverso cui contrastare l’avanzata dei big player con i loro nuovi modelli ad ecosistema chiuso. Un terreno in cui diventa importante iniziare a monitorare i casi di eccellenza – come sta facendo Aie con Tisp da luglio scorso – e suggerire, attraverso seminari e workshop, possibili linee di percorso in direzione di sistemi aperti, interconnessi e interoperabili. Un esempio interessante è quello di Tolino che, operativo in Germania da marzo 2013, coinvolge quattro catene di librerie (Thalia, Hugendubel, Weltbild, Der Club Bertelsmann) e Deutsche Telekom, nella creazione di un intero ecosistema di vendita, distribuzione e lettura dei libri digitali. Grazie all’e-reader Tolino Shine, l’utente ha infatti accesso a ben quattro store on line, per un totale di 300.000 titoli che sono direttamente scaricabili sul dispositivo grazie alle infrastrutture informatiche di Deutsche Telekom. Il provider telefonico mette anche a disposizione dell’utente lo spazio di  archiviazione in cloud e 11mila hotspot diffusi sul territorio tedesco, cui il Tolino Shine può connettersi liberamente. L’alleanza tra le catene garantisce un sistema aperto, di leale competizione, che migliora il servizio per i lettori senza costringerli all’acquisto presso un unico store. «Nel 2011 Deutsche Telekom – ci spiega Klaus Renkl, responsabile sviluppo prodotto Tolino e-reader per Deutsche Telekom, il quale è stato coinvolto dal network Tisp nella discussione sui nuovi modelli distributivi dell’e-book – aveva lanciato il suo primo portale per la distribuzione di e-magazines, e-newspapers e e-book».
Più social più vendite?
di Edward Nawotka
 
Abstract
Potrebbe sorprendervi sapere che alcuni dei professionisti di spicco dell’editoria mondiale la pensano diversamente. In un intervento alla conferenza sui libri per bambini di «Publishing Perspectives» nel 2012, David Levithan di Scholastic Books – l’uomo che ha editato Harry Potter per il mercato americano e acquisito e sviluppato la trilogia di Hunger Games – ha dichiarato che la sua casa editrice non aveva prove che i social media abbiano mai influito direttamente sulle vendite. Oltre a lavorare come editor, Levithan è un autore molto amato di best seller per Young Adults che mantiene solo un minimo di interazione sui social media, trovandola una distrazione dalla routine quotidiana. È curioso però che Levithan sia stato uno dei primi a scrivere e diffondere un racconto tramite Twitter: The Lover’s Dictionary. Ciò detto, resta un dato di fatto che gli editori statunitensi siano presenti su tutti i siti dei maggiori social media, tra cui Facebook, Twitter, Tumblr e Instagram. Ogni editore usa queste piattaforme in modo diverso. Random House è stata lodata per non aver cercato di usare il sito come canale di vendita, scegliendo invece di postare quesiti anodini del calibro di «Cosa stai leggendo oggi?» e «Qual è il tuo posto preferito per leggere?»; Random House conta circa 80.000 «Mi piace». Penguin usa Twitter per ospitare mini club dei libri, in cui i lettori possono porre domande direttamente agli autori; la casa editrice, che vanta più di 35 account Twitter al suo interno, che spaziano da argomenti specifici al Tir dei libri Penguin (un tir itinerante tra le fiere del libro), ha più di mezzo milione di followers. Tra gli editori internazionali la più popolare piattaforma di social media è probabilmente Tumblr, che mira all’industria editoriale in modo aggressivo.
Quando l'autore fa da ambasciatore
di Vittore Armanni
 
Abstract
Sono trascorsi poco più di quattro anni da quando, su questo stesso Giornale (ottobre 2009), si tentava un primo bilancio di un progetto, quello della mostra Copy in Italy. Autori italiani nel mondo dal 1945 a oggi, che poteva vantare fino a qual momento il primo allestimento (tre mesi di apertura a Milano presso la Biblioteca Nazionale Braidense), propedeutico al divenire poi di una mostra itinerante che fin dall’inizio sembrava lo sbocco naturale. Il tema del copy italiano nel mondo e della disseminazione del made in Italy, declinato principalmente intorno al tema della mediazione editoriale, appariva al gruppo di lavoro coagulato intorno al progetto (oltre a Fondazione Mondadori, promotrice dell’iniziativa, la mostra aveva beneficiato degli apporti scientifici di Aie, Aib, Politecnico, Università degli Studi di Milano e Università Bocconi) la chiave di volta per invitare un pubblico internazionale alla riflessione sulla fortuna degli autori italiani nel mondo dal secondo dopoguerra a oggi. Le tappe del lungo viaggio trovavano dal 2010 ospitalità in fiere e Istituti italiani di cultura, in sedi universitarie e enti di promozione della cultura italiana all’estero, facendo leva sull’indispensabile supporto e condivisione degli obiettivi garantito del Ministero degli affari esteri e dalla rete degli Istituti italiani di cultura all’estero. Ecco allora dipanarsi un calendario di allestimenti in versione light (pannelli telati facilmente trasportabili e adattabili ad ogni spazio, anche quelli più sacrificati) tra Pechino e Boston, Algeri e Barcellona, Ginevra e Budapest, Amburgo e Stoccolma, e poi Amsterdam, Istanbul, Atene, San Pietroburgo, Mosca, per citare solo alcune sedi tra le molte.
Cambi di canale
di Giovanni Peresson
 
Abstract
ll passaggio al «digitale» – e alle sue sorti magnifiche e progressive – non è un pranzo di gala e, se le librerie rappresentavano il 79,2% dei canali trade nel 2007, cinque anni dopo sono già scese al 72,0% (quelle a conduzione familiare dal 42% passano al 31%). Nel 2010 l’e-book valeva lo 0,1% dei canali trade, l’1,8% nel 2012 e alla fine dello scorso anno si avvicinava al 3%. Il format commerciale della libreria fisica – di catena e indipendente – è in difficoltà. La filiera tradizionale di distribuzione del libro, fatta di regole e di consuetudini commerciali, frutto a loro volta di stratificazioni di prassi arzigogolate e ormai inefficienti, di visioni ombelicali e intimiste della propria attività e del proprio ruolo, prima che venir largamente compromessa dal digitale è stata investita da almeno tre diverse perturbazioni. Alla concorrenza si aggiungono le difficoltà finanziarie di accesso al credito di tutta la piccola e media impresa distributiva, senza poter contare su tutte quelle forme di tutela che le librerie hanno invece in Francia o in Germania.
Bricks and clicks
di Laura Varisco
 
Abstract
L’abbondanza dell’offerta editoriale odierna (oltre 60 mila titoli pubblicati, circa 700 mila in commercio), rende complessa per il lettore/cliente la ricerca di una lettura, ma allo stesso tempo carica questo processo di qualità emozionali nei rapporti tra le persone e i libri. Durante la ricerca e scelta di un libro, si effettua un percorso inferenziale tracciato attraverso un’esplorazione istintiva, intima – spesso anche irrazionale – tra i vari titoli proposti. È un percorso fatto “Nell’e-commerce l’attenzione si sposta dal libro al processo che si attua per arrivarci” di passaggi e continui rimandi ad altri elementi, una strada ricca di biforcazioni davanti alle quali si devono prendere delle decisioni. Strade in cui ci si perde per poi ritrovarsi e perdersi di nuovo, in un viaggio durante il quale si impara a conoscersi, ci si guarda dentro attraverso le proprie scelte e le emozioni che si provano di fronte a quello in cui ci si imbatte. Mentre l’offerta – all’interno del mondo fisico – è ricca di emozioni legate all’approccio, all’ambiente e all’oggetto, quella che si realizza nel mondo digitale dell’e-commerce risulta molto più povera di queste cariche emozionali. Come è possibile, quindi, arricchire l’esperienza della ricerca nell’universo dell’e-commerce? Per rispondere bisogna spostare l’attenzione da quella che è la meta ambita, cioè il libro da leggere, al processo che si attua per arrivarci, caricando questo percorso della complessità e della ricchezza emozionale specifici e caratteristici della ricerca del libro nel mondo fisico. Perché spesso non è importante quello che stiamo facendo, ma come ci sentiamo mentre lo facciamo.
Il «terzo luogo» del libro
di Lorenza Biava
 
Abstract
Spazio «altro» rispetto alle librerie tradizionali e poi al commercio on line, la GdO è diventata oggi il «terzo luogo» del libro. Da questa rete diffusa e capillare transita circa un quinto del mercato librario a volume (canali trade) e, nella geografia dei nuovi canali di vendita che la crisi sta ridisegnando, anche i tradizionali «banchi libri» vengono ripensati. Eppure ogni mercato ha le sue luci e le sue ombre e così, dopo anni relativamente tranquilli, gli ultimi dati mostrano che alla tenuta a volume si accompagna una netta decrescita a valore. Ne abbiamo parlato con due società leader nella distribuzione alla GdO, Opportunity e Mach2libri.
La vetrina Facebook
di Serena Baccarin
 
Abstract
I social network costituiscono da anni un aspetto preponderante della comunicazione in campo editoriale. Se gli editori iniziano a mostrare di sapersi mettere in luce disquisendo sui topic a suon di «twittate» (ma si veda l’indagine presentata al Salone di Torino nel maggio scorso sul reale uso di Twitter a indicare la strada ancora da fare), il mezzo preferito dai librai si conferma essere Facebook, il social che per sua natura si rivela il più adatto alle strategie promozionali attuate dalle librerie non di catena. Dalla riproposizione della vetrina, ai concorsi a premi, in che misura la comunicazione social produce un ritorno per le librerie?
Biblioteche e cultura, un bilancio
di Ester Draghi
 
Abstract
Gennaio è un mese di bilanci: il 2013 si è concluso e la crisi economica generale non accenna ad allentare la sua morsa, il mondo culturale italiano ha di fronte a sé altri dodici mesi in cui la lotta per la sopravvivenza si preannuncia ardua. Tuttavia l’anno appena trascorso non si è lasciato alle spalle solo cose brutte e BiblioPride – patrocinata, tra gli altri, dall’Assocciazione italiana editori – è una di quelle iniziative che non vanno dimenticate e che, ci auguriamo, festeggerà in questo 2014 la sua terza edizione. La Giornata nazionale delle biblioteche, svoltasi lo scorso 5 ottobre a Firenze, non era una manifestazione sui cui tutti erano pronti a scommettere «E invece – racconta Stefano Parise (presidente dell’Aib) – si è conclusa con una grande festa nonostante la pioggia insistente. Infatti, se tenace si è dimostrato il temporale abbattutosi durante l’intera giornata sulla città toscana, altrettanto lo sono state le oltre 2.500 persone che hanno visitato la Bibliotenda e i numerosi stand delle realtà associative che si occupano di promozione della lettura e della cultura».
Editoria e innovazione
di Michela Gualtieri
 
Abstract
Nel 2014 partirà la prima fase operativa di Horizon 2020, il programma per l’innovazione e la ricerca con cui l’Unione Europea stanzierà, nel corso di sei anni, finanziamenti per 80 miliardi di euro. È questa un’opportunità da cui l’industria editoriale può trarre vantaggio, nella misura in cui, in seguito allo sviluppo del mercato digitale degli ultimi anni, essa si trova sempre più spesso a interagire con il settore delle nuove tecnologie informatiche. In quest’ottica si inscrive il network tematico Tisp (Technology and Innovation for Smart Publishing), varato a gennaio 2013 dalla Commissione Europea con lo scopo di favorire l’incontro tra aziende editoriali e del settore Ict per stimolare la nascita di nuovi prodotti e servizi proponendo risposte di marca europea alle nuove sfide dell’era digitale. Sotto il coordinamento di Aie, venticinque partner di dodici Paesi, tra cui le associazioni europee di entrambi i settori, diverse associazioni nazionali, istituti di ricerca e le fiere del libro di Bologna, Londra e Francoforte, si impegnano a fare rete per approfondire le tematiche più attuali riguardanti l’innovazione digitale, attraverso la condivisione delle conoscenze, l’analisi delle tendenze del mercato e lo scambio di esperienze di business. Gran parte della strategia di attuazione del progetto Tisp si basa sull’organizzazione di incontri professionali aperti: seminari e workshop tenuti nell’ambito delle più importanti fiere di entrambi i settori e all’interno di conferenze internazionali sono infatti le principali occasioni per fare entrare in contatto fornitori di tecnologia e fornitori di contenuti dando vita a nuove collaborazioni.
L'altra faccia del professionale
di Emilio Sarno
 
Abstract
Professionale! E subito si pensa all’editoria giuridica, fiscale, tecnica. A lettori e clienti che svolgono attività come notai, avvocati, giuslavoristi, amministratori, fiscalisti. A un’editoria che sta sempre meno nei canali fisici, e sempre più in servizi e prodotti – banche dati, applicazioni, software per uffici e amministrazioni, e-book – distribuiti e resi accessibili (in un mix tra carta e digitale) attraverso il Web. Certo una parte importante del professionale (giuridico fiscale) sta evolvendo da anni verso questo tipo di soluzioni. Fin dai tempi dei primi cd-rom (poi Dvd-rom) che contenevano le banche dati iuridicofiscali. Non a caso un Ceo di uno dei maggiori gruppi internazionali che operano in questo settore, già qualche anno fa, alla domanda su come «vedeva» la sua azienda, non faceva fatica a rispondere, che «l’editore (che opera nel settore professionale) è un produttore di informazioni, prodotti e servizi per un pubblico di utenti professionali, che usano sempre più le diverse tecnologie e sempre più in mobilità» (Simba Global Professional Publishing, 2009-2010). Un produttore e organizzatori di informazioni, contenuti e soluzioni per un pubblico professionale che li vuole usare sempre più anche fuori dall’ufficio o dallo studio. A prescindere dal supporto e dal luogo in cui il contenuto viene utilizzato. Lo stesso mondo professionale che ha visto negli anni diminuire il peso della carta (-22% nella tiratura media) o orientarsi a una larga disponibilità di dotazioni mobili da parte del professionista per leggere newsletter direttamente da pc o tablet (65%), accedere a banche dati (90%), ecc. continua a conservare un forte rapporto con la «carta». «I materiali preferisco stamparmeli» indica il 27% dei professionisti (più gli avvocati che i commercialisti perché anche il mondo professionale non è tutto uguale), e l’82% afferma che comunque «continua a consultare e leggere i libri», il 65% comunque nell’affrontare un tema per un cliente «sottolinea le parti importanti e inserisce segnalibro e post-it».
Mestieri a scaffale
di Serena Baccarin e Elena Vergine
 
Abstract
Sebbene le nuove tecnologie, Internet e l’e-commerce stiano mettendo in crisi una parte dell’editoria professionale tradizionale, i clienti delle librerie evidenziano nuove esigenze di aggiornamento e di formazione professionale soprattutto per quanto riguarda le nuove tecnologie e l’approfondimento di tutti quegli aspetti inerenti la sfera relazionale e l’autoaffermazione sul luogo di lavoro. Avere uno scaffale profondo e completo di pubblicazioni rivolte ai professionisti aiuta la libreria, indipendente o di catena, a distinguersi rispetto alla concorrenza e a guadagnare prestigio. Saper rispondere e interpretare in maniera puntuale le esigenze di una clientela che deve mantenersi sempre al passo con i tempi è una prerogativa che aiuta a distinguere il proprio punto vendita sul territorio e a contrastare l’avanzata del digitale e dell’acquisto on line. Ma come si può gestire al meglio lo scaffale professionale nelle librerie? Provano a spiegarcelo cinque librai.
La formazione è servita
di Elena Vergine
 
Abstract
Lo scaffale professionale non ha mai smesso di reinventarsi per rispondere ai nuovi modi di informarsi di professionisti sempre più multilingue e multitasking con i loro iPad a portata di tap. Ma verso quale direzione ci stiamo muovendo in questo inizio di 2014? Ne abbiamo parlato con alcune delle sigle editoriali che presidiano il settore.
Professione distributore
di Ester Draghi
 
Abstract
Il Consorzio Egaf è una struttura organizzativa specializzata nella distribuzione del settore editoriale giuridico fiscale, aziendale, tecnico-scientifico ed universitario. La capillarità del servizio unitamente alla puntualità delle visite effettuate dagli agenti fanno di Egaf una delle più significative realtà per la distribuzione specializzata sul territorio nazionale. «Dopo venticinque anni di storia la nostra organizzazione ha avuto contatti con quasi tutta la filiera editoriale, – spiega Gabriele Panimolle, presidente del Consorzio Egaf. – Anche se oggi, arallelamente al nostro core business giuridico, abbiamo avviato anche un servizio che ci consentirà di espanderci nel settore dell’editoria di varia». Ad oggi il Consorzio Egaf è composto da undici «distribuzioni» con una copertura capillare su tutto il territorio nazionale: «I nostri oltre trenta agenti visitano le librerie con periodicità settimanale o quindicinale, presentando le novità dei nostri editori e governando lo scaffale per tenere i librai sempre aggiornati sulle novità. Nel 2013 abbiamo toccato 2.624 punti vendita tra librerie generaliste, specializzate e cartolibrerie. Inoltre, oramai da un po’ di tempo, abbiamo attivato un servizio di depositi presso le librerie grazie al quale i nostri agenti operano continuamente la spunta del venduto sui depositi e aggiornano costantemente il libraio rispetto alle novità in uscita».

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