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Editoria d'arte

Un mondo di immagini

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2014

di Michela Gualtieri

Le immagini hanno oggi un ruolo di primo piano nella comunicazione ed è sempre più importante che un prodotto editoriale sia corredato di foto significative e accattivanti. Ma dove reperirle? Come gestirle? Come essere sicuri della loro qualità? Agenzie e archivi iconografici sono gli istituti che si occupano di raccogliere il materiale prodotto da fotografi professionisti, catalogarlo e gestire i rapporti con gli editori interessati a comprarne i diritti di riproduzione. Abbiamo intervistato gli esponenti di alcuni dei più importanti istituti italiani per comprendere meglio il loro lavoro.

Una App al museo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2014

di Michela Gualtieri

I musei sono comunemente considerati i baluardi della tradizione, quasi – ci si passi il termine – del passatismo, come se il culto «delle Muse» dovesse per forza trasformarsi nella sterile ammirazione di un repertorio di anticaglie. Con buona pace dei futuristi che avrebbero voluto bruciarli, i musei sono tuttora luoghi vivi, che si evolvono e sperimentano nuovi modi per coinvolgere il visitatore, trasmettergli conoscenze, stimolarlo a tornare. In questo le nuove tecnologie forniscono un grande aiuto, dato che le applicazioni per dispositivi mobili stanno sempre più spesso sostituendo alle audioguide nella funzione di accompagnare il visitatore lungo il percorso espositivo, agevolando la fruizione dell’esposizione. Le immagini ad alta risoluzione permettono infatti di ingrandire dettagli che sarebbe difficile cogliere a occhio nudo, mentre le descrizioni, in formato testo o audio, risultano facilmente accessibili e fruibili. Inoltre le applicazioni distribuite on line rendono i contenuti dell’esposizione disponibili a un pubblico potenzialmente molto vasto e distante geograficamente, che non avrebbe modo di visitare di persona il museo.

A regola d'App

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2013

di Giorgio Kutz

Arte, design, grafica, fotografia sono temi editoriali con una marcia in più nella versione tablet. L’eccellente impatto visivo dello schermo retroilluminato, l’alta risoluzione, la possibilità di zoomare i dettagli amplificano di per sé l’emozione della «bella immagine». Per architetture, musei e siti d’interesse artistico aggiungiamo il «plus» della geolocalizzazione, che scusate, non è poca cosa. Dopodichè ogni prodotto ha i suoi pregi e i suoi difetti, che vedremo di seguito. Il design Questa breve rassegna di prodotti d’arte e dintorni inizia dal mondo del design industriale, dove la madre di tutte le App è stata senza dubbio quella dell’editrice Phaidon, la prima a esordire con la splendida versione digitale di Design Classics, interamente consultabile off line. Un’operazione coraggiosa di un editore tradizionale che ha saputo scommettere nel migliore dei modi sul digitale. Design Classics per tablet offre infiniti spunti agli addetti ai lavori e suscita emozioni ai non addetti, perché navigare tra i mille oggetti del disegno industriale degli ultimi due secoli è come ripercorrere nella memoria visuale parte della nostra vita e della nostra storia. Ottime immagini, buone schede informative, efficiente motore di ricerca, unico neo nessuna possibilità di sharing, ma una grafica perfetta. Sviluppatore Phaidon Press; prezzo 12,99 euro (caro per i canoni dello store, nulla a fronte della versione a stampa che costa 150 euro). L’ultima arrivata in ordine di tempo è La mano del Designer di Moleskine, con 450 illustrazioni e disegni di designer contemporanei raccolte dal Fai (Fondo ambiente italiano). Anche in questo caso la trasposizione su digitale premia: la grafica è eccellente, il plus sono le immagini zoomabili, e poi qui l’editore ha «osato» lo share, non solo via posta elettronica ma anche con Evernote e coi due principali social network, Facebook e Twitter. Sviluppatore Eidon; prezzo 14,99 euro (la versione a stampa costa 59 euro). Un’altra iniziativa meritoria, ma ancora da tarare tecnicamente per i numerosi bug di navigazione, è la nuova collana di monografie di designer de «Il Sole 24 Ore», Minimum Design. Al momento di andare in stampa è uscita la prima monografia della serie, dedicata a Gio Ponti (lancio gratuito).

Libreria da museo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2013

di Serena Baccarin

A vent’anni dalla Legge Ronchey, che introdusse la gestione privata dei servizi aggiuntivi nei musei italiani, i bookshop museali continuano a rappresentare una strada interessante per editori di settore e librai indipendenti. Dall’ampliamento della proposta alle sfide del digitale, i gestori dei bookshop si confrontano con la flessione dei consumi culturali e con logiche di mercato estranee al mondo librario tradizionale. Abbiamo indagato il mondo delle concessioni museali discutendone con Agave Barone, responsabile del Corraini MAMbo artbookshop (Museo d’Arte Moderna di Bologna), Fabio Ciccaglioni, direttore delle librerie del Gruppo Arion di Roma, Stefano Piantini, editore incaricato Skira e Laura Baini, responsabile dei bookshop museali per Electa.

Ricominciare dall'estero

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2013

di Emilio Sarno

Nel 2012 l’editoria d’arte ha perso un buon -9,3% nei canali trade (altri dati nell’e-book Il ritratto dell’arte. Rappporto sull’editoria d’arte in Italia 2013, Aie, 2013). Ben più, quindi, di quanto ha perso complessivamente negli stessi canali, tutto il settore editoriale: -7,8% (-5,8% per Gfk). Certo restano fuori dal conto i bookshop museali e le vendite in occasione di mostre temporanee, canali che hanno in parte risentito della generale congiuntura economica e sociale. La diminuzione della capacità di spesa degli italiani non si traduce solo in un calo delle visite in libreria o nella scelta di acquistare libri con prezzi più bassi: infatti se i canali trade fanno segnare un -7,8% a valore di copertina, i volumi venduti si limitano a un -7,0% e la stessa tendenza la fotografa GfK: -5,8% da un parte e -5,0% dall’altra. Tempi difficili per l’editoria d’arte che si appoggia su un prodotto, per sua natura poco economico. Tra il prezzo medio di copertina di un libro d’arte e la media della varia adulti c’è un differenziale del 48,1% in più (Fonte: Istat). Tempi non facili anche per i bookshop e le mostre perché la crisi si traduce in una contrazione dei viaggi e dei soggiorni nelle città d’arte. E ancora, per chi gestisce i canali di vendita, si traduce in una maggiore attenzione alla composizione degli stock, alle incidenze sul monte merci complessivo, alla rotazione. Le conseguenze? Alleggerimento e riduzione degli spazi dedicati, sostituzione dei marchi italiani con quelli di editori internazionali che offrono un più conveniente mix di prezzi bassi, titoli di artisti, critici e movimenti di forte appeal.

Smartphone in cucina

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2013

di Lorenza Biava

L’appetito vien twittando. Almeno così è capitato a noi quando abbiamo partecipato al contest che il mensile «La Cucina Italiana» ha realizzato nell’ambito dell’ultima Milano Social Media Week. Uso mirato dei social network (da Twitter a Foursquare passando per Facebook), tanta creatività e una ponderata esperienza nell’uso della rete e della comunicazione Web sono stati gli ingredienti di una riuscita caccia al tesoro a sfondo culinario che ha impegnato per una mattinata 16 «cuochi» agguerriti. Lo scopo di «Insegui la ricetta» era relativamente semplice: individuare quattro ingredienti segreti e precipitarsi nella sede milanese del mensile. Lo svolgimento, vi assicuriamo, al cardiopalma. Sempre connessi tramite smartphone, i concorrenti hanno ricevuto via Twitter, ogni 40 minuti, gli indizi che dovevano guidarli alla scoperta di altrettanti ingredienti alla base di un piatto. Pane pugliese (l’indizio era: «in tavola non deve mai mancare... ma quale tipo?»), burrata («al suo interno trovi un gusto di gelato»), carciofo («punge anche se gli fai la barba») e gambero rosso («concorrenza a parte (per noi) è buono, pregiato e cammina all’indietro») andavano acquistati rigorosamente in negozi di quartiere dove, concluso l’acquisto, era necessario fare il check-in su Foursquare, fotografarli e inviare lo scatto via Twitter o Facebook al profilo di «La Cucina Italiana» (@Cucina_Italiana). Una volta riempito il proprio paniere, via di corsa verso Piazza Aspromonte per sperare di entrare nei primi sedici e, abbandonato per un attimo lo smartphone, prendere mestolo e tagliere per provare a cucinare la ricetta segreta: una Vellutata di burrata, carciofi all’olio, timo, limone e gambero rosso al vapore...

Piccoli artisti crescono

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Ester Draghi

Luce, colore, immagini, storie. L’arte spiegata ai bambini è questo e anche di più. Se i genitori italiani sembrano essere tutti d’accordo nel considerare l’educazione artistica dei propri figli una priorità per la quale sono disposti a spendere anche cifre importanti è anche vero che l’era digitale mette a disposizione dei bambini di oggi strumenti e giochi interattivi a basso costo. Allora perché continuare a orientarsi verso libri a carta stampata? Per la qualità del progetto editoriale, la scelta dei materiali e l’esperienza delle realtà che ci stanno dietro.

Attenzione alla salute!

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2013

di Emilio Sarno

Alzi la mano chi si ricorda di aver letto una recensione di un libro di manualistica in una delle tante pagine letterarie che popolano quotidiani e settimanali italiani. Alla meno peggio può essere capitato di scorgere qualche segnalazione e qualche box, con copertina e comunicato stampa, per lo più relegati nella «sottocategoria» della stampa femminile o in quella di servizio. Conseguenza, non ultima, questa dei bassi indici di lettura che contraddistinguono il nostro Paese. Se non si percepisce il libro e la lettura non solo come un momento di «evasione», di «svago», di «occupazione del tempo libero», ma anche come uno strumento attraverso cui affrontare e risolvere i piccoli/grandi problemi della vita quotidiana (dal giardinaggio al bricolage, dalle pratiche sportive alla cura dell’orto) la manualistica – in tutte le sue declinazioni (viaggi, cucina, ecc.) – finisce per occupare una posizione residuale rispetto agli altri settori della produzione e del mercato editoriale. Da questo punto di vista, già questa condizione del settore della manualistica, ci dice molte cose sulla qualità della lettura nel nostro Paese ma anche sulla matrice letteraria della comunicazione giornalistica su e attorno al libro. Con tutte le inevitabili ricadute – il classico gatto che si mangia l’altrettanto classica coda – sulla stessa distribuzione e organizzazione degli spazi e degli assortimenti della libreria. Ma anche fuori dalla libreria. Si guarda, infatti, sempre con malcelato stupore a quei pochi negozi – di alimentari di alta gamma, garden center, agenzie di viaggio, casalinghi, ma anche negozi di abbigliamento per bambini ecc. – che espongono piccoli assortimenti di libri e manuali accanto a merceologie inusuali. Tutta insieme – per dare qualche numero del fenomeno – la manualistica nel 2012 non è composta da più di 6.000 titoli. Il 10% della produzione editoriale complessiva.

Le forme del sublime

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Emilio Sarno

Il settore dell’editoria d’arte è diventato sempre più – lo abbiamo visto nel corso di questi anni, nel monitoraggio che viene fatto in occasione di Artelibro – un insieme di segmenti di prodotti/servizi che le aziende propongono al mercato: quello «consumer» dei lettori e dei frequentatori della libreria (sempre meno), e quello dei servizi b2b a musei, altri editori, aziende di merchandising, amministrazioni pubbliche e fondazioni bancarie (sempre più). In qualche misura lo stesso concetto di «editore» d’arte (che sceglie e seleziona autori e immagini per un progetto editorialmente coerente di catalogo) è stato sostituito da logiche e modelli in cui fa premio l’organizzazione e la vendita di servizi nell’ambito della «valorizzazione» del patrimonio artistico. Un insieme di segmenti in cui il digitale anche sul versante consumer (e-book e App) e non più solo in quello delle banche dati iconografiche, comincia a presentare valori non ancora importanti in termini assoluti ma certamente interessanti. Quello che è certo è che questo settore della produzione, che è quello con il quale si è portati a identificare l’interezza del settore, passa da 57,9 milioni di euro di vendite a prezzo di copertina nel 2008 nei canali trade (ma che sono sostanzialmente librerie e librerie on line), a 54 milioni dello scorso anno. Una perdita, dunque, di poco meno di 4 milioni di euro (-6,7%) in quattro anni. Da questo valore restano escluse tutte quelle forme (e canali) di vendita dei libri d’arte che si svolgono nei bookshop museali o in occasioni di mostre temporanee. Nel 2010 ultimo anno di cui si dispone di un dato, questo canale veniva valutato in 25 milioni di euro.

La mappa dell’editoria

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

di Sandro Pacioli

La seconda parte del 2011 è stata, diciamola tutta, un po’ avara di vicende societariedi rilievo (prima avevamo avuto lo shopping Feltrinelli in Spagna e in Italia con Donzelli). Bisogna attendere la prima metà del 2012 per assistere a trasformazioni societarie importanti. È infatti a giugno che si è conclusa la vendita da parte di Rcs di Flammarion a Gallimard. I fili rossi che si dipartono dalla mappa che si può trovare nelle pagine successive, o che ne derivano, sono molteplici e diversi.

Design in rivista

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Redazione

Se il Novecento è stato definito «il secolo delle riviste», un motivo c’è. Lo si comprende bene passando in rassegna il vasto panorama delle riviste d’arte, d’architettura e di design che gettano le proprie basi nel secolo scorso ma che si protendono oggi, in bilico tra i nuovi bisogni del pubblico e le possibilità offerte dal digitale, verso un futuro tutto da scrivere. Legate all’attualità e spesso capaci di dare conto delle evoluzioni che per loro natura non possono essere cristallizzate nei libri, le riviste specializzate costituiscono il perfetto completamento della saggistica professionale dedicata al mondo del progetto come testimonia la parabola di Editrice Compositori, oggi riunita insieme ad «Ottagono» e ad Agenzia Design sotto la sigla Compositori Comunicazione, e che è l’esempio di questo connubio. Ne parliamo con Aldo Colonetti, direttore di «Ottagono» e consigliere di amministrazione di Compositori Comunicazione.

Design-amo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Laura Novati

Dopo lo speciale sul mondo dei facsimilari («GdL», 9, settembre, 2011, pp. 18-19), quello sulle riviste d’arte («GdL», 12, dicembre, 2011, pp. 20-21) e quello sulle riviste d’architettura («GdL», 2, febbraio, 2012, pp. 30-32), dedichiamo queste pagine al complesso mondo dell’editoria e delle riviste di design. Dall’esperienza di due grandi realtà come Mondadori Electa e Skira passeremo a indagare il punto di vista di di un’entità piccola ma virtuosa come Fausto Lupetti Editore. Il mondo dei periodici di design sarà invece rappresentato dalla rivista «Ottagono». Per una fotografia ancor più dettagliata del settore abbiamo inoltre intervistato MarirosaToscani Ballo, fondatrice col marito Aldo dello studio fotografico Ballo, nato negli anni ‘50: una bottega, un punto di riferimento dei più importanti designers nel periodo e nel luogo di convergenza – Milano – del design mondiale, grazie a un’attività incessante che è proseguita anche dopo la morte di Aldo Ballo avvenuta nel 1994.

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