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Ediser

Self publishing made in Italy

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Elena Refraschini

Molto più che un semplice fenomeno d’importazione, il self publishing, o autopubblicazione, è un’attività dallo sviluppo a doppie cifre anche in Italia. Prima c’era Amanda Hocking, che dopo aver autopubblicato il primo libro della trilogia YA Switched su Amazon nel 2010, nel 2011 è entrata nella scuderia di St. Martin’s Press (e di una trentina di altri editori, compreso Fazi in Italia) grazie a un accordo da più di due milioni di dollari. Oggi, anche il panorama italiano ha le sue stelle del self publishing, che dopo aver raggiunto il successo on line sono approdate all’esclusivo «club» dell’editoria tradizionale; si pensi, per esempio, al caso più unico che raro di Anna Premoli, il cui Ti prego, lasciati odiare, dopo essere stato uno dei libri più scaricati dell’estate 2012, è stato pubblicato all’inizio di quest’anno dalla Newton Compton e ha vinto il premio Bancarella 2013. O alla ragazza dietro lo pseudonimo M.J. Heron, autrice della trilogia paranormal romance Implosion, pubblicato dopo il grande successo on line dalla DeAgostini a gennaio.

Upi al lavoro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Lorenza Biava

L’ultimo rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani (disponibile su www.almalaurea.it) rileva come sia sempre più difficile per i giovani entrare nel mondo del lavoro. La laurea nell’arco della vita lavorativa, continua a rappresentare un forte investimento contro la disoccupazione pur se meno efficace in Italia rispetto agli altri Paesi tanto che, nell’intervallo di età 25-64 anni, i laureati godono di un tasso di occupazione più elevato di oltre 12 punti percentuali rispetto ai diplomati. È evidente quindi il ruolo di raccordo che l’editoria universitaria, raccogliendo da un lato le istanze interne all’università e dall’altro i nuovi bisogni formativi del mondo del lavoro, può giocare in questo senso. Ne parliamo con Claudia Napolitano, presidente del coordinamento Upi.

App ed eventi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Giorgio Kutz

A fronte di una crisi economica sempre più opprimente un bisogno diffuso di cultura percorre come un brivido il Paese da nord a sud, e si riverbera, come abbiamo visto negli articoli precedenti, in mille iniziative locali che si pongono e ci pongono domande inquietanti sul nostro futuro europeo e planetario. La crisi economica non riesce a far tacere questa irrequietezza ma anzi sembra stimolarla. In questo nuovo mondo «glocal» le iniziative locali aprono le finestre del pianeta, trovano cittadinanza sul Web e, da poco tempo, anche su applicazioni per tablet e iphone/smartphone.

Città del libro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Paola Sereni

Cosa rappresenta un festival letterario per il territorio che lo ospita? Sicuramente un fattore di attrazione turistica importante, capace di portare centinaia quando non migliaia di persone nei borghi e nelle città che lo ospitano, con il relativo indotto in termini di spesa per ristoranti, alberghi, musei ed esercizi commerciali (non ultime proprio le librerie, siano esse indipendenti o collettive, come spiega in questo numero Serena Baccarin nel suo Effetto festival, pp. 32-34, in entrambi i casi perfette valvole di sfogo per catalizzare l’interesse verso i libri protagonisti del festival) tanto che oggi l’economia dei festival e degli eventi culturali è uno dei settori più rilevanti e in crescita a livello non solo italiano ma internazionale, poiché rappresentano un valido strumento di marketing strategico, sviluppo economico e comunicazione territoriale, tanto nel settore profit quanto nel no profit. Ma se allarghiamo lo sguardo ad un orizzonte più vasto, l’arricchimento maggiore che una rassegna letteraria può portare al territorio che la ospita, e più in generale al Paese, è forse la consapevolezza del ruolo che anche un piccolo centro può avere nella diffusione della cultura, e non solo di quella del libro. Forse è per questo che, soprattutto a partire dagli anni Novanta, manifestazioni di questo tipo si sono capillarmente diffuse nel nostro Paese, chi guadagnando di anno in anni consensi chi durando appena il tempo di qualche edizione. Una crescita talmente prolifica da essere difficile da seguire, anche solo per poterne dare notizia, e che spesso ha finito per rischiare l’«effetto Babele» con programmi troppo simili, scrittori onnipresenti e ospiti che, gira che ti rigira, finivano per essere sempre gli stessi.

Da progetto a servizio

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Rosa Mugavero

Dal 18 giugno è attivo Lia-Libri Italiani Accessibili, il servizio realizzato dall’Associazione italiana editori, in stretta collaborazione con l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti e grazie ad un finanziamento del Ministero per i beni e le attività culturali, per aumentare la disponibilità di contenuti editoriali accessibili alle persone con disabilità visive. In occasione della presentazione ufficiale del servizio Lia, che si è svolta a Roma presso la Sala delle colonne di Palazzo Marini, è stata infatti messa on line la vetrina Lia, all’indirizzo Web www.libriitalianiaccessibili.it, su cui è disponibile un catalogo di oltre 2.500 titoli di narrativa e saggistica accessibili anche ai disabili visivi. Il catalogo, suddiviso per generi, è ampio e variegato: dalle ultime novità editoriali ai bestseller di narrativa, dalla saggistica ai libri per bambini e ragazzi fino alla manualistica. Sulla vetrina Lia, sviluppata in maniera accessibile in modo da essere navigata in autonomia anche da non vedenti e ipovedenti, è possibile sfogliare l’intero catalogo degli e-book accessibili dei 40 editori che aderiscono a Lia fare, una ricerca per genere, autore o titolo, selezionare i titoli di interesse, consultare la scheda libro, salvare un titolo tra i preferiti oppure inserirlo nel carrello per procedere poi all’acquisto su una delle librerie integrate alla vetrina Lia. La vetrina Lia è infatti integrata con le piattaforme di e-commerce delle librerie on line che aderiscono al servizio, ma non gestisce le transazioni di acquisto, che restano invece di esclusiva pertinenza della libreria online su cui l’utente decide di concludere l’acquisto. Il servizio, presentato in dettaglio da Cristina Mussinelli, responsabile scientifico di Lia, è stato definito dal ministro Massimo Bray «uno dei pochi ma semplici e, al tempo stesso radicali, progressi dello sviluppo tecnologico e informatico per il superamento della disabilità». Apprezzamenti sono arrivati anche dalla presidente della Camera Laura Boldrini che nel suo messaggio ha detto: «Sono convinta che l’inclusione debba essere uno dei valori guida della nostra società e un parametro tra i fondamentali per misurare la qualità della nostra convivenza. Voi avete saputo praticare l’inclusione in un ambito – quello della cultura – dove troppo spesso invece crescono le diseguaglianze e si fa più profondo il divario sociale. Saper portare anche alle persone con disabilità visive un’offerta di libri ricca come quella di cui tutti gli altri cittadini possono usufruire è una concreta applicazione di quanto ci chiedere di fare l’Articolo 3 della nostra Costituzione».

Effetto festival

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Serena Baccarin

Sono più di 1.200 i festival a carattere culturale che ogni anno si svolgono lungo tutta la penisola, kermesse che da gennaio al periodo natalizio animano capoluoghi e piccole città di provincia, trasformandoli in spazi di confronto e condivisione privilegiati. Manifestazioni che rappresentano non solo un’occasione d’incontro per lettori, autori ed editori, ma che costituiscono scenari e atmosfere ideali per ridare slancio al prodotto culturale. Qual è l’indotto dei festival sul territorio, come cambiano i comportamenti d’acquisto e quali effetti si registrano sulle vendite in libreria? L’abbiamo chiesto a quattro librai che, da soli o in collaborazione con i colleghi delle altre librerie cittadine, gestiscono la vendita dei libri durante i festival delle loro città: Marco Tasin (titolare della Rivisteria di Trento), Marialuisa De Marco, (responsabile de L’altra Libreria di Perugia), Raffaele Casula (della Libreria Novecento di Nuoro), e Luca Nicolini (che con la moglie Carla gestisce la Libreria Coop Nautilus di Mantova).

Il libro sotto il banco

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Sandro Pacioli

Cosa intendiamo quando parliamo di «parascolastica»? La risposta apparentemente semplice (quei libri che non sono soggetti ai meccanismi e alle procedure adozionali) disegna però una mappa che prova a sintetizzare il posizionamento dei vari segmenti che la compongono in rapporto ad almeno due variabili (abbiamo escluso il Web o la segmentazione per età/ordine di scuola). La prima è la dimensione spazio-temporale in cui lo strumento viene utilizzato: in aula o a casa, o prevalentemente nei mesi scolastici come accade per dizionari e atlanti. La seconda è la funzione per cui il prodotto viene pensato: il miglioramento dei processi di apprendimento, la conoscenza approfondita di autori e romanzi che si esprime poi nei «consigli» di lettura estiva, ma anche nei veri e propri libri di narrativa scolastica (per quantificare questa parte di produzione si rimanda a pp. 10-11). E a cui corrispondono, in quest’ultima dimensione, player diversi e non necessariamente «scolastici»: dagli Oscar alla Bur a Garzanti o Tea nelle sezioni di classici e autori contemporanei che ne compongono il catalogo, o di recente Newton Compton con gli 0,99. Qui forse si potrebbe immaginare, come logico proseguimento del Maggio dei libri, un «Giugno della lettura» mirato, con la fine della scuola, a promuovere una qualità e un’intensità diversa della lettura di bambini e ragazzi fuori (magari in parte) dai tradizionali paradigmi autoriali scolastici. Un’altra area (o sottosegmento) rinvia a tutti quegli strumenti (eserciziari, quaderni per le vacanze) che si concentrano soprattutto nella scuola primaria e che rientrano nell’area dei «compiti per le vacanze».

Il Maggio in numeri

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Gabriele Pepi

Nelle librerie e nelle biblioteche. Nei piccoli festival letterari fino al Salone internazionale del libro di Torino. Ma anche nelle scuole e nelle associazioni culturali negli ospedali, nelle strutture carcerarie, per le strade, nei parchi e in altre location inedite, raggiunte grazie alla collaborazione di partner come Unicoop-Tirreno (i supermercati di Lazio e Toscana), Poste Italiane (uffici postali e PosteShop), Italo, Banca Etruria. Senza dimenticare gli spazi virtuali e il Web: animato dalle tante visite al sito ufficiale della campagna, dai like su Facebook e dai follower su Twitter. Guardando allo scorso Maggio dei libri possiamo ancora una volta dire che è stato un mese vissuto intensamente. La terza edizione della campagna di promozione della lettura, organizzata dal Centro per il libro e la lettura, in collaborazione con l’Associazione italiana editori, si è chiusa venerdì 31 maggio, raggiungendo l’obiettivo di diffondere la lettura in tutto il Paese, con particolare riguardo per le scuole, per il pubblico più giovane e per quei contesti che ancora non erano stati raggiunti dal piacere della lettura. Un successo confermato da numeri in forte crescita. Anzitutto le iniziative, che quest’anno sono state 3.006 distribuite in tutte le regioni italiane (+26% rispetto al 2012), hanno avuto una vera e propria esplosione social: oltre 70.350 like su Facebook (pari al +160% rispetto all’inizio della campagna), 4.555 follower su Twitter e 284mila visualizzazioni del sito ufficiale. Sempre per restare in tema anche l’app sviluppata dal Maggio dei libri ha ottenuto ottimi risultati di download: 1.158 le app aggiornate/scaricate sui dispositivi iOS e 625 quelle installate sui dispositivi Android. Ma come sono andate le iniziative rivolte ai giovani? Anche quest’anno Il Maggio dei Libri ha dedicato particolare attenzione alle iniziative rivolte al pubblico degli studenti.

Imparare le lingue

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Ester Draghi

La crisi economica che rende il mercato del lavoro sempre più selettivo, le migrazioni e la conseguente lotta per l’integrazione, ma anche il bisogno da parte di professionisti di aggiornare continuamente il loro lessico e la «migrazione» dei giovani verso altri Paesi non necessariamente anglofoni, sono solo alcune delle principali motivazioni che spingono oggi ad imparare (o a perfezionare) una lingua. I manuali per l’apprendimento linguistico sono tra le pubblicazioni oggi più attuali, sia che essi vengano usati come supporto per l’insegnamento scolastico sia che siano oggetto di uno studio autonomo e individuale. Un fenomeno sociale che ha le sue ricadute anche sulla progettazione dell’offerta editoriale. Ne abbiamo parlato con Claudia Carancini (responsabile editoriale di Assimil) e Telis Marin (autore e direttore di Edizioni Edilingua).

La cultura dell'altro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Elena Vergine

Anche qui un fenomeno sociale di partenza. Negli ultimi vent’anni aumentano i permessi di soggiorno per famiglia, passando dal 12,8% al 31,1% del totale. Cresce anche la quota di minori non comunitari presenti in Italia, passata dal 21,5 del 2011 al 23,9% dei cittadini nel 2012. Tale quota è più elevata al Nord (25,4%) che nel Mezzogiorno (19,2%). Così che gli scaffali dedicati all’intercultura nelle librerie italiane racchiudono un insieme variegato ed eterogeneo di pubblicazioni: si va dai racconti di viaggio alla saggistica dedicata, dai reportage giornalistici fino ai trattati storici. In generale, tutte queste opere, rispondono ad un bisogno, tanto più urgente quanto la tematica si conferma di strettissima attualità sui media giornalistici, di comprendere i fenomeni che caratterizzano la società contemporanea, sempre più multiculturale e sfaccettata. Ne abbiamo parlato con due realtà editoriali che hanno fatto di queste tipologie di pubblicazioni il centro della loro attività.

La promessa del digitale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Intervista a cura di E. Vergine

Cresce il mercato dei libri digitali in Italia: in poco meno di sei mesi raddoppiano i titoli disponibili in e-book (oggi sono 60.598, l’8,3% dei titoli in commercio), prodotti da circa 2mila editori. A dicembre rappresentavano l’1,8-2,0% del mercato trade del libro, in crescita dell’89% sull’anno precedente, e oggi il 44,6% delle novità italiane sono pubblicate anche in versione digitale [Fonte: Ufficio studi Aie]. In un’editoria che sta diventando sempre più digitale il pricing è diventato un elemento fondamentale per incrementare gli utili delle case editrici che stanno puntando sull’on line. E tuttavia il prezzo dei libri digitali continua ad essere significativamente più basso della loro versione cartacea: il prezzo degli e-book in Italia, a maggio 2013, è di circa 10,44 euro rispetto ai 18,00 euro dei libri tradizionali. E allora come fare a incrementare gli utili tramite l’ottimizzazione del pricing? Ne abbiamo parlato con Francesco Fiorese (Director in Simon-Kucher & Partners Strategy & Marketing Consultants), specializzato nello sviluppo di strategie di prezzo e di vendita e relatore ad Editech 2013 nella sessione «Pricing: come realizzare la promessa digitale?».

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