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Ediser

La cultura dell'altro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Elena Vergine

Anche qui un fenomeno sociale di partenza. Negli ultimi vent’anni aumentano i permessi di soggiorno per famiglia, passando dal 12,8% al 31,1% del totale. Cresce anche la quota di minori non comunitari presenti in Italia, passata dal 21,5 del 2011 al 23,9% dei cittadini nel 2012. Tale quota è più elevata al Nord (25,4%) che nel Mezzogiorno (19,2%). Così che gli scaffali dedicati all’intercultura nelle librerie italiane racchiudono un insieme variegato ed eterogeneo di pubblicazioni: si va dai racconti di viaggio alla saggistica dedicata, dai reportage giornalistici fino ai trattati storici. In generale, tutte queste opere, rispondono ad un bisogno, tanto più urgente quanto la tematica si conferma di strettissima attualità sui media giornalistici, di comprendere i fenomeni che caratterizzano la società contemporanea, sempre più multiculturale e sfaccettata. Ne abbiamo parlato con due realtà editoriali che hanno fatto di queste tipologie di pubblicazioni il centro della loro attività.

La promessa del digitale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Intervista a cura di E. Vergine

Cresce il mercato dei libri digitali in Italia: in poco meno di sei mesi raddoppiano i titoli disponibili in e-book (oggi sono 60.598, l’8,3% dei titoli in commercio), prodotti da circa 2mila editori. A dicembre rappresentavano l’1,8-2,0% del mercato trade del libro, in crescita dell’89% sull’anno precedente, e oggi il 44,6% delle novità italiane sono pubblicate anche in versione digitale [Fonte: Ufficio studi Aie]. In un’editoria che sta diventando sempre più digitale il pricing è diventato un elemento fondamentale per incrementare gli utili delle case editrici che stanno puntando sull’on line. E tuttavia il prezzo dei libri digitali continua ad essere significativamente più basso della loro versione cartacea: il prezzo degli e-book in Italia, a maggio 2013, è di circa 10,44 euro rispetto ai 18,00 euro dei libri tradizionali. E allora come fare a incrementare gli utili tramite l’ottimizzazione del pricing? Ne abbiamo parlato con Francesco Fiorese (Director in Simon-Kucher & Partners Strategy & Marketing Consultants), specializzato nello sviluppo di strategie di prezzo e di vendita e relatore ad Editech 2013 nella sessione «Pricing: come realizzare la promessa digitale?».

Leggere social

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Elena Refraschini

In un mondo in cui tutto è diventato «social» – dal viaggiare al mangiare, dal chiedere un passaggio in auto al trovare un dog-sitter per il proprio amico a quattro zampe – il campo della lettura è stato naturalmente uno dei primi a subire la trasformazione. Sì, perché la pratica del leggere e del consigliare quella stessa lettura non è certo nuova, ma grazie ai social network dedicati è diventata un’attività non più «intima», ma estendibile ad una scala fino a qualche anno fa inimmaginabile. Inserendosi a pieno titolo in quella tendenza – così anticrisi – delle economie dello scambio e della condivisione, anche la lettura non è più un’attività squisitamente solitaria: come è accaduto in tanti altri settori (si pensi, per esempio, al fenomeno Airbnb nel campo dell’ospitalità), il denaro non è più la prima moneta di scambio, sostituita ora dalla fiducia verso gli estranei. «Ad A è piaciuto il libro B: vedo dalla sua libreria che abbiamo tante letture in comune, allora probabilmente anche a me piacerà B» e questo meccanismo funzionerà più di un consiglio dato da una persona a noi più vicina (si vedano, in questo campo, gli studi di Rachel Botsman, «social innovator» specializzata nelle possibilità dei network di stimolare collaborazione e condivisione tra estranei). Il precursore di questa tendenza è stato, ancora una volta, Amazon: fu infatti la prima libreria on line (nata nel 1994) a organizzare libri in liste (suggerimenti, libri da acquistare, ecc) e a permettere agli utenti di scrivere recensioni. È verso la fine degli anni Novanta, poi, che iniziano ad apparire le prime comunità virtuali – in forum e blog – dedicate ai libri e alla libera discussione. Si dovrà aspettare ancora una manciata di anni, però, per veder nascere le vere e proprie comunità social legate ai libri, che di solito permettono di creare una propria libreria personale (inserendo l’isbn o altri metadati relativi al libro), condividere le proprie scelte di lettura con gli altri utenti, lasciare recensioni, iscriversi e forum e gruppi di lettura.

Orgoglio editoriale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Marco Polillo

Il mondo editoriale italiano sta attraversando la peggiore crisi dal dopoguerra ad oggi. Eravamo abituati a considerare il libro come un prodotto poco elastico rispetto al ciclo economico generale, se non addirittura anticiclico. Oggi invece la crisi ci investe in pieno. È una crisi di vendite: il -8% registrato da Nielsen per la varia di cui abbiamo discusso a Torino – che è già un valore abnorme e inedito – è una media composta di alcuni segmenti che mantengono le posizioni e altri, la saggistica e l’editoria più di catalogo, che soffrono ancora di più. Ed è un valore che non ci racconta le parallele difficoltà nelle vendite dei testi scolastici e universitari o nel professionale. È una crisi aggravata dalle difficoltà di accesso al credito, per le nostre aziende, in un momento in cui sarebbero necessari nuovi investimenti, e per le librerie, che sono spesso costrette a ridurre il magazzino per ragioni finanziarie con il conseguente aumento delle rese anche a parità di sell out e la progressiva scomparsa del prodotto di catalogo dagli scaffali. Il punto vero è però un altro: la crisi è sì legata alla congiuntura generale, ma si innesta su un momento di transizione che è molto più profondo. Non ci basterà quindi attendere che la ripresa finalmente arrivi, piegarci come giunchi mentre passa la piena. Dobbiamo riflettere su ciò che sta accadendo, sull’essenza del nostro lavoro e del nostro ruolo nella società. Mi riferisco, è inutile precisarlo, al dibattito sul digitale. Non è affatto un problema tecnologico, di modifica della forma libro o del processo produttivo. Questi temi li abbiamo affrontati anni addietro. Il problema è culturale, di disconoscimento del valore del nostro lavoro, e di conseguenza del valore dei nostri prodotti. Ed è un problema che chiama direttamente in causa la vita associativa: siamo in grado di dare una risposta organica a questa sfida culturale che ci viene dalla società?

Più titoli meno vendite

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Emilio Sarno

Un po’ paradossale lo è. Mentre da un lato assistiamo, nel primo quadrimestre del 2013, a un calo del fatturato del -4,4% (da 362 milioni di euro del Q1 2012 a 346 del corrispondente periodo di quest’anno; ci riferiamo ai canali trade rilevati da Nielsen) e delle copie vendute (da 28,0 a 27,8 milioni: -0,7%), la produzione (novità più riedizioni) fa segnare nel primo quadrimestre del 2013 un netto +3,4%. Calo del fatturato, sostanziale stabilità nelle copie vendute (effetto dei titoli a 0,99 e delle fasce più basse di prezzo), ma aumento dell’offerta proposta nei canali fisici: librerie, Gdo, librerie on line. Se si pensava che l’e-book avrebbe messo fuori produzione la carta, la smentita è pronta. Beninteso: questi fenomeni non si misurano sui quadrimestri, ma il dato resta curioso. Tanto più in una situazione di crisi dei consumi, di cambiamenti nei gusti e bisogni di lettura, con un cliente/lettore sempre più frastornato (e con meno soldi in tasca da spendere), librerie che hanno difficoltà a «tenere la merce». Un periodo, insomma, in cui ci si aspetterebbe, una produzione maggiormente pensata e più attentamente gestita a livello di comunicazione (social e non) e di marketing. Alla crescita dell’offerta di libri si accompagna – ovvio – l’offerta di e-book. Nel primo quadrimestre dello scorso anno ne erano usciti 5.562. Quest’anno sono 9.508 (compresi i titoli Mondadori). È un +70,9% anno su anno.

Sfide digitali

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di interviste a cura di E. Vergine

Digitalizzazione, diffusione sempre più capillare di Internet presso le famiglie italiane, ma anche cambiamento dei programmi scolastici e continua necessità di aggiornamento: queste sono solo alcune delle sfide sulla strada degli editori di atlanti e dizionari, le due più classiche tipologie di pubblicazioni di parascolastica. Abbiamo chiesto a tre importanti realtà editoriali di raccontarci come questi fattori, digitalizzazione in primis, stiano influenzando le opere di reference.

Tutti insieme in libreria

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Elena Vergine

Il 21 giugno è passato, la notte bianca delle librerie italiane si è conclusa in un vero e proprio bagno di folla. Abbiamo chiesto agli organizzatori Claudia Tarolo e Marco Zapparoli (Marcos y Marcos) e Patrizio Zurru (Libreria di Piazza Repubblica, Cagliari) di raccontarci l’esperienza di quest’anno. Claudia Tarolo e Marco Zapparoli. È stato meraviglioso. Quando ci scateniamo noi italiani non ce n’è per nessuno. Non leggiamo molto, però non esiste al mondo una fiera dell’editoria indipendente come Più libri, più liberi, a Roma. Sembra che dimentichiamo le librerie, distratti dalla pioggia elettronica, dalla crisi, dall’offerta grigia e immensa di Internet. Però di fronte a una chiamata come Letti di notte le risposte sono state puntuali, numerose ed entusiaste. Parlano chiaro le cifre, parlano ancora più chiaro le cento idee, i duecento programmi offerti da librai, bibliotecari, editori disponibili sul sito di Letteratura Rinnovabile. Letti di notte è una specie di prato gigantesco dove si gioca, si vola, si crea a libri aperti. Tantissimi progettano, offrono competenze, inventano: decine di migliaia ne godono i frutti. Dal trailer promozionale, girato da un venticinquenne – venti persone «comuni» interpretano personaggi di culto e invitano in libreria e in biblioteca – alla pubblicità radiofonica, dai tanti progetti grafici ai formati «export» degli eventi. Portare in duecento librerie e trenta biblioteche venticinquemila persone, lungo tutto lo stivale, e poi constatare che davvero, in quei luoghi imperdibili corre una lunga onda di piacere, di gioia diffusa, che si parla si ride si legge e... si comprano anche tanti libri – non dappertutto, questo va ammesso – è una cosa su cui riflettere.

Una porta sul futuro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Edward Nawotka

I termini «disruption» e «innovazione» sono sovente utilizzati insieme in editoria. Ciò non significa che vadano sempre di pari passo. Attualmente stiamo attraversando un periodo più di disruption che di innovazione. La principale fonte di disruption è stata la grande diffusione dell’e-book. Il timore maggiore era che gli e-book potessero cannibalizzare le vendite di libri stampati e per questo alcuni sono stati restii a digitalizzare e pubblicare titoli in questo formato. Questo timore è poi divenuto realtà: le vendite dei libri stampati hanno continuato a diminuire mentre quelle degli e-book sono in crescita – le previsioni indicano che da qui a un paio d’anni le vendite di fiction in formato digitale supereranno il formato cartaceo. L’elemento più dirompente dell’ e-book è probabilmente il prezzo (si veda, su questo numero, La promessa del digitale, pp. 38-39): i consumatori vogliono libri a basso prezzo, ancora più basso se si tratta di libri digitali. Gli editori, i governi e le organizzazioni possono anche opporre resistenza a questa spinta, ma se non le andranno incontro – con prezzi competitivi e aliquote Iva più basse – ai lettori con ogni probabilità non resterà che orientarsi verso edizioni sempre più economiche prodotte da editori non tradizionali. Comunque, a mio avviso, la forza più dirompente nell’attuale panorama editoriale è il self publishing (su questo argomento è stato recentemente pubblicato l’e-book Prospettiva self publishing. Autori, piattaforme e lettori dell’editoria 2.0, a cura dell’Ufficio studi dell’Aie) .

Biblioteche d'eccellenza

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2013

di Interviste a cura di P. Sereni

Una recente indagine AIE disponibile nell’e-book La costellazione dei buchi neri. Rapporto sulle biblioteche scolastiche in Italia (2013), ha messo in luce lo stato delle infrastrutture per la lettura nella scuola italiana, con risultati spesso desolanti: una disponibilità pari a 0,1 libri nuovi per studente e una spesa media annua per acquisto di libri per alunno si assesta attorno a 0,68 euro. Troppo poco per formare i lettori di domani. All’interno di un panorama poco incoraggiante, ci sono anche situazioni di eccellenza. Ne abbiamo individuate quattro.

Chi mi ama mi segua

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2013

di Elisa Molinari

Perchè amo Twitter. Questo il titolo di uno degli articoli di Tim O’Reilly, acclamato guru del Web 2.0 sul social network lanciato nel 2006 che oggi può contare oltre 500 milioni di iscritti nel mondo e oltre 200 milioni di utenti attivi che effettuano almeno un accesso al mese. Perché amare Twitter? Per la sua semplicità di utilizzo, perché può essere usato comodamente in mobilità, perché si evolve velocemente e perché in un certo senso funziona come le relazioni personali ovvero secondo la logica del «Chi mi ama, mi segua». La sua caratteristica fondamentale? La brevità. Ogni tweet, ogni cinguettio, ha una lunghezza massima di 140 caratteri. Il nome Twitter deriva infatti dal verbo inglese «to tweet», cinguettare, termine tecnico per indicare l’aggiornamento del servizio. Per capire l’influenza di questo social network, basta chiedere all’Amc, l’emittente televisiva statunitense che a partire dal 2007 trasmette Mad Men, l’acclamata serie pluripremiata prodotta da Lionsgate Television. Mad Men racconta storie d’affari e sentimenti ambientati in un’agenzia pubblicitaria newyorkese negli anni Sessanta. La sua comunicazione è stata affidata a un sistema incentrato sul Web, con un sito ufficiale e diversi giochi che hanno accresciuto la familiarità del pubblico con i personaggi della serie al punto che l’audience, a sua volta, ha contaminato il Web creando su Twitter finti profili dei propri beniamini twittando in nome di @don_draper e @peggyolson. Il risultato? Migliaia di utenti hanno dato vita a un’azione virale incontrollabile e a un successo tale da convincere la stessa Amc, intervenuta inizialmente per censurare il fenomeno sfuggito al controllo, a tornare sui propri passi e a ridare la voce ai propri personaggi tramite i cinguetii di fan appassionati. I social network, Twitter in particolare, sembrano ormai arrivati a un punto in cui la definizione di «nuovi mezzi di comunicazione» stona con una presenza, una diffusione e un’autorevolezza con cui è fondamentale imparare a fare i conti. E le case editrici italiane? Qual è il loro rapporto con Twitter?

Cucina global

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2013

di Lorenza Biava

L’invasione di mestoli e tegami che impazza in tv, sulla rete, tra i blogger e, non ultimo, anche in libreria pare non essersi ancora esaurita. Chef più o meno biliosi, illustri sconosciuti portati alla ribalta dalla rete o dai talent stile Masterchef in cui sguazzano tanto la tv generalista quanto quella satellitare, grandi nomi dell’arte culinaria internazionale e giornalisti prestati ai fornelli stanno vivendo il loro momento di gloria in libreria dando vita ad una moda che per il momento ha portato ai piani alti delle classifiche più di un fenomeno letterario. Ma se allarghiamo lo sguardo sul panorama della produzione di libri di cucina internazionale ci accorgiamo subito che la produzione italiana che – non possiamo negarlo – non manca certo di prodotti e di editori di altissima qualità, non spicca particolarmente nel vasto mercato della compravendita dei diritti editoriali. Per quale motivo? Ne abbiamo parlato con Edouard Cointreau, presidente della Paris Cookbook Fair e promotore dei Gourmand World Cookbook Awards, il più importante contest internazionale di libri di cucina.

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