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Ediser

Un’isola piccola piccola

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2005

di Redazione

Come evidenziato nell’articolo precedente, il 67,2% delle case editrici siciliane può essere annoverato nella categoria dei «piccoli editori», con tutte le implicazioni che abbiamo visto a livello di possibilità di penetrazione del mercato (nazionale, ma spesso anche solamente regionale), di capillarità di distribuzione e promozione, come di accesso ai già esigui interventi regionali a sostegno dell’editoria locale. I numeri parlano chiaro, sono oggettivi, ma spesso non riescono a dare il senso della complessità di realtà che compongono questa astratta «classe di imprese». Sentiamo, dunque, dalle parole di alcuni di questi piccoli editori locali, quali sono le problematiche e i punti di forza dell’essere editori in Sicilia.

Una vita in facsimile

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2005

di Paolo Bonacini

Una delle ragioni per cui questa editoria di nicchia è rimasta a lungo nell’ombra – per lo meno in Italia – è il ritardo con cui si è affermato un mercato facsimilare vero e proprio; in secondo luogo, le dimensioni ridottissime del mercato facsimilare in termini di clienti – nessun prodotto è venduto in più di 1.000 esemplari – hanno indotto molti a ignorare questo settore, liquidandolo come un fenomeno marginale legato più all’industria del lusso o al collezionismo che all’editoria. Ciò che forse ha pesato maggiormente nell’attribuire a questa forma di editoria un carattere extravagante nel panorama editoriale sono le caratteristiche stesse delle opere pubblicate. In effetti i facsimili, riproduzioni perfette di libri antichi (soprattutto manoscritti miniati medievali), si discostano per molti versi dalla concezione del libro stampato contemporaneo: da un lato per il loro elevato costo; dall’altro per la particolarità del processo produttivo, nel quale le fasi di prestampa, stampa e legatura dei volumi sostituiscono la centralità della progettazione dei contenuti tipica dell’editoria. Questi elementi hanno contribuito a diffondere l’idea del facsimile come un prodotto ambiguo, a metà strada tra il libro e l’oggetto d’artigianato di lusso, in bilico tra la vocazione culturale-scientifica e quella commerciale. Nel frattempo, però, la fisionomia attuale del mercato dei facsimili appare molto diversa rispetto a quella di vent’anni fa.

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