Autori vari
«Il cervello umano non è nato per leggere» scrive Maryanne Wolf in Proust e il calamaro (Vita & Pensiero, 2009), un libro imprescindibile per chi lavora in editoria, frutto di trent’anni di ricerche, di studi e di attività clinica su lettura e dislessia. «L’invenzione della scrittura ha riorganizzato il cervello e allargato i confini del nostro modo di pensare, mutando l’evoluzione intellettuale della nostra specie» prosegue la Wolf, neuroscienziata cognitivista della Tufts University del Massachusetts, dove dirige il Center for reading and language research ed insegna Child development. Per capire perché ci sono lettori forti e lettori deboli è necessario conoscere come si arriva alla «lettura profonda» mentre per delineare quali potrebbero essere i cambiamenti radicali dell’attività cognitiva imposti dalla lettura digitale, dal ruolo dell’enorme flusso di informazioni di Internet e dei social network servono ricerche specifiche che nessuno ha ancora messo in cantiere. Ne parliamo con Maryanne Wolf, ospite recente di Festivaletteratura di Mantova e della giornata di studio sulla lettura presso l’Università Cattolica di Milano.