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Internazionalizzazione

Futuro del publishing

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Raffaele Cardone

Quando Google lanciò il progetto Book Search alla fine del 2004, Amazon era solo un potente retailer on line, ma pur sempre un retailer, sopravvissuto alla bolla di internet ma che non faceva ancora profitti; Apple era impegnata nella propria rinascita come produttore di computer e come creatrice di iPod/iTunes, che aveva però solo tre anni di vita; Google era già il motore di ricerca numero uno, ma restava un’agenzia pubblicitaria, e nessuno capiva perché volesse mettere così pesantemente i piedi nel piatto dell’editoria libraria. Rinfreschiamo i ricordi. Il libro elettronico era letteralmente fermo al palo da cinque anni: Napster era stata bloccata già nel 2001 dopo aver raggiunto quasi 27 milioni di utenti (una cifra che oggi suona come una profezia), ma i siti di file sharing di cui si nutriva iTunes si moltiplicavano e l’editoria non voleva correre il rischio che i libri facessero la fine delle canzoni e, lei stessa, quella dell’industria musicale. Myspace era nato meno di due anni prima, nell’agosto 2003, e niente faceva presumere che i social network sarebbero diventati quello che sono, soprattutto il loro uso come strumenti di marketing. Facebook come lo conosciamo oggi sarebbe nato solo del 2006, dopo due anni di gestazione nelle università americane; nello stesso anno nasceva Twitter. I contenuti video erano una frazione interessante ma molto piccola del traffico di internet, You Tube avrebbe visto la luce solo l’anno successivo (2005) per essere acquisito da Google nel 2006. Solo nel 2010 i contenuti video sarebbero diventati oltre il 50% del traffico su internet. (Fonte: «Wired», 2010). In questa situazione l’editoria pensava al futuro digitale come ad una partita potenzialmente mortale dove nessuna strategia era né sicura né vincente. Il campo di gioco era ancora il suo, ma c’erano dei nuovi players.

Scoprendo l'India

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Ginevra Vassi

«Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca e povera. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani. Ma così è l’amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato»: così la descrive Tiziano Terzani in Un altro giro di giostra. L’India, oggetto della XXIX edizione della Mostra internazionale di illustrazione per l’infanzia da cui sono tratte le immagini che illustrano questo articolo, è senza dubbio un paese incredibilmente complesso. La sua area è pari a circa un terzo di quella degli Stati Uniti e ha una popolazione di oltre 1 miliardo di abitanti con un tasso di crescita dell’1,6% all’anno. Nonostante le lingue nazionali ufficiali siano l’inglese e l’hindi, nei 28 stati delle sette principali regioni del paese si parlano almeno 26 lingue, 1.612 varianti di dialetti differenti rappresentati da 12 alfabeti diversi. La lingua comune più diffusa è l’inglese, parlato da oltre 50 milioni di persone (il 5% della popolazione) mentre è l’hindi la lingua più parlata, con 500 milioni di persone. L’enorme complessità linguistica e culturale di questa enorme popolazione si riflette anche nel mondo editoriale. Prima dell’indipendenza, l’industria editoriale era controllata dal Regno Unito, e ciò per lungo tempo ha determinato una sostanziale omogeneità del mercato. Negli anni Ottanta hanno iniziato a diffondersi i primi editori indipendenti (tra cui Kali, Seagull, Roli). Il decennio successivo ha visto una crescente liberalizzazione che ha permesso alle compagnie straniere di aprire succursali in India, ma fino al 2003 la burocrazia ha fortemente limitato l’export e quindi la crescita del settore.

London calling

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Elisa Molinari

Londra, Soho: è lì che trova posto Gosh!, la libreria specializzata in fumetti che da più di venticinque anni rappresenta un must per gli amanti del genere. «I fumetti nel Regno Unito sono stati a lungo considerati una piccola nicchia di mercato ma negli ultimi dieci anni, grazie anche grandi editori che hanno costruito un nutrito catalogo di graphic novel, c’è stata una grandissima diffusione, soprattutto nella fascia d’età 20-40 anni», racconta Josh, uno dei librai. «Quando abbiamo spostato Gosh! a Soho nell’estate del 2011, volevamo che l’edificio riflettesse questa nuova vita dei fumetti. Le ampie vetrate fanno in modo che l’atmosfera esterna entri all’interno del negozio. I colori scelti sono tutti neutri per fare in modo che i libri siano i veri protagonisti. Abbiamo lavorato con Lumsden Design per creare un sistema di scaffali aperti su due lati che lasci molto spazio alla luce e all’esposizione dei libri». Gli scaffali si trovano lungo tutto il perimetro del pian terreno: al centro trova posto un grande tavolo con quattro panchine molte usate dai clienti che curiosano in libreria. Ci sono inoltre numerose lavagne per affiggere le recenti pubblicazioni che, come i piani di lavoro, le panchine e il point of sale, sono fatti con vecchi banchi di scuola che portano ancora gli scarabocchi degli alunni annoiati. Nel piano inferiore si trova il piano dedicato ai supereroi, ai fumetti d’avventura e alle nuove uscite settimanali dagli Stati Uniti.

Ultime dagli Usa

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Cristina Mussinelli

Molte sono le conferenze sull’evoluzione del digitale in editoria e sui cambiamenti che questa comporta per il settore, basta pensare infatti che durante la scorsa edizione della Buchmesse di Francoforte gli incontri su questi temi sono stati non meno di una decina. Ma quali sono i trend emergenti, quali gli elementi sui cui riflettere e quali i fenomeni da monitorare con attenzione? Partiamo dal mercato, ancora diviso tra mondo anglosassone ed Europa dove la velocità di sviluppo e di penetrazione dei prodotti più innovativi è ancora piuttosto bassa. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove tutti i grandi player sono già attivi, il mercato degli e-book vede un’offerta di circa un milione di titoli e nel 2010 una percentuale rispettivamente del 6,4% (che diventa però del 13,6% se si considera solo la narrativa per adulti; Fonte: Aap) e del 6% (Fonte: Uk PA) sul mercato complessivo. Nel resto d’Europa, dove Google non è ancora sbarcato e Amazon ed Apple sono arrivati nel corso di quest’anno, l’offerta di titoli digitali è di circa 20-30.000 titoli e le percentuali del mercato e-book sono in genere sotto l’1%.

Copy in Italy

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Luisa Finocchi

Si parla spesso, in questi tempi di crisi, di come impostare un nuovo modello di rapporto tra cultura e impresa capace di superare sia la logica mecenatistica o filantropica, sia la logica un po’ logora della sponsorizzazione, andando nella direzione di una partnership sempre più determinata tra cultura e imprese che non trascuri il ruolo necessariamente propositivo che le istituzioni pubbliche, tanto a livello nazionale quanto locale, possono e devono avere nella costruzione di un sistema culturale capace di dialogare con le attività produttive.

Rischio traduzioni

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Giovanni Peresson

L’occasione per affrontare il fenomeno delle traduzioni è la pubblicazione della quarta edizione del Quaderno dedicato ai Premi e agli incentivi alle traduzioni. Uno strumento che si conferma utile per gli editori, specialmente piccoli, che hanno intenzione di avvicinare culture e opere, autori poco (o nulla) presenti nell’offerta editoriale italiana. Ma che, proprio per questo, hanno bisogno di trovare sostegno economico – gli incentivi alla traduzione, appunto. Da questa edizione 2011 si è abbandonata la versione cartacea è stata abbandonata ed è diventata interamente scaricabile in formato pdf nella sezione Materiali del Giornale della Libreria, e dal sito Aie, convertendosi così in un vero e proprio servizio per le case editrici (associate e non).  

Ragazzi: + export - import

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2011

di Giovanni Peresson

In questi anni, all’interno dei più generali processi di internazionalizzazione dell’editoria italiana, un’attenzione crescente (e un altrettanto crescente peso sul conto economico delle case editrici) lo ha avuto la vendita di diritti (o le coedizioni) con case editrici straniere. Da fenomeno tutto sommato occasionale (da Don Camillo e Peppone di Guareschi, al Nome della rosa, a Calvino) è diventato nel decennio scorso un aspetto strutturale di un’editoria più matura e maggiormente proiettata in una dimensione internazionale.

Editorie liquide

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2011

di Sandro Pacioli

Nel chiederci quali sono stati gli elementi che hanno caratterizzato gli anni dieci del nuovo secolo per l'editoria italiana, non possiamo non indicare quelli che attengono ai processi di "internazionalizzazione".

Il lettore cinese: istruzioni per l'uso

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2011

di Simone Ubertino Rosso

Non so se in tutti i Paesi sia valido il detto «dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei» ma, per capire i cinesi, la classifica dei libri più venduti è senza dubbio uno strumento efficace.

Turistica & internazionale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2011

di Giovanni Peresson

I modelli di business che sorreggono l’internazionalizzazione dell’editoria italiana – lo riassume l’articolo precedente – sono diventati nel decennio scorso molti e diversi.

Diritto d'autore in Europa

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2010

di Raffaele Cardone

Le Motif, l'Osservatorio del libro dell'Ile-de-France, ha condotto un'ampia analisi comparata su come si declina in tutti i suoi aspetti il diritto d'autore nel Regno Unito, in Francia, in Germania ein Spagna. e da essa rimane curiosamente e inspiegabilmente esclusa l'Italia. E ciascuno si chiede il perché.

Applicazioni che fanno da guida

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2010

di Ilaria Barbisan

Intervista a Claudio Pescio, Responsabile editoriale del settore arte di Giunti editore e a Luca De Michelis, Consigliere Delegato di Marsilio Editori circa le proposte degli editori d'arte nel settore delle applicazioni.

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