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Novembre 2011

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Novembre 2011
Fascicolo digitale

La rivista

10 di questi anni...
di Intervista a Enrico Iacometti
 
Abstract
Si è parlato tanto di Più libri più liberi sulle pagine del «Giornale della libreria». Tutti i nostri lettori dovrebbero conoscere ormai benissimo la fiera dedicata alla piccola e media editoria, organizzata dall’Associazione italiana editori al Palazzo dei Congressi di Roma, che compie quest’anno 10 anni dalla sua nascita. Un traguardo importante per una manifestazione che col tempo è cresciuta fino a diventare un punto di riferimento nel panorama fieristico italiano legato al mondo dell’editoria, e che si è consolidata come parte integrante del patrimonio della città di Roma. Ne abbiamo parlato con uno degli ideatori, Enrico Iacometti, presidente del Gruppo piccoli editori dell’Associazione editori.
10x10
di Federico Vergari
 
Abstract
Per celebrare i dieci anni di fiera, abbiamo incontrato dieci personaggi che hanno reso e continuano a rendere unica Più libri più liberi. Lo fanno con il loro impegno politico nelle fila dell’Associazione italiana editori, lo fanno scrivendo quotidianamente sui giornali o raccontandoci i libri attraverso la radio. Lo fanno semplicemente pagando il biglietto e venendoci a trovare e infine anche scrivendo e pubblicando, alimentando cioè il sogno di milioni di italiani, ovvero quello di raccontare la propria storia. Tutti hanno aperto un personalissimo cassetto dei ricordi e lo hanno condiviso con noi. Raccontandoci la sensazione, l’aneddoto o il ricordo che più li lega a Più libri più liberi.
A misura di bimbo
di Lorenza Biava
 
Abstract
Un lungo nastro di legno colorato e rivestito di velluto che parte dalla vetrina e prende per mano i lettori invitandoli a entrare in un mondo fatto di libri, colori e giochi. Questo è il primo impatto che il visitatore ha della libreria LibroGiocando di Monza. Nata grazie all’esempio della prima pionieristica Libreria dei ragazzi fondata nel 1972 da Roberto Denti e Gianna Vitali a Milano (nel 2007 acquisita dall’editrice Il Castoro e poi sviluppatasi in un network nel 2009 a Monza e nel 2010 a Brescia), LibroGiocando si presenta come un universo a prova di bambino dove tutto si può (e si deve, secondo i proprietari Emanuela Menabue e Jacopo Mazza) toccare: dai tavolini su cui sono squadernati libri di tutti i tipi agli scaffali appositamente a misura di bimbo, fino all’«utero», una nicchia tonda nella parete ammorbidita da cuscini colorati, che sembra fatta apposta per accogliere genitori e prole in una rilassante lettura.
Capire la Cina
di Laura Novati
 
Abstract
Alla fine di luglio, sola, Edoarda Masi è morta a Losanna, ponendo fine a una lunga malattia e a sofferenze che l’avevano resa invalida, lei così indipendente e libera e fiera della propria autonomia e libertà. Con lei se ne è andata non solo una grande sinologa, ma in un certo senso un punto di raccordo degli studi sinologici italiani del secondo Novecento, un ruolo svolto attraverso l’insegnamento, ma ancor più attraverso pareri, suggestioni, traduzioni per diversi editori, da Utet a Garzanti a Rizzoli. A suo modo, è stata per decenni un editor nascosto per quanto riguardava il mondo cinese, più attenta alla vita politica della Repubblica popolare fino agli anni ’80, più sensibile da allora alla lettura dei suoi classici, senza mai rinunciare però all’analisi critica di tutto quanto succedeva nel vorticoso trasformarsi capitalistico del sud est asiatico e del colosso cinese in particolare, con forti denunce per quanto si andava preparando (ivi compresa la «crisi» occidentale degli ultimi anni).
Copy in Italy
di Luisa Finocchi
 
Abstract
Si parla spesso, in questi tempi di crisi, di come impostare un nuovo modello di rapporto tra cultura e impresa capace di superare sia la logica mecenatistica o filantropica, sia la logica un po’ logora della sponsorizzazione, andando nella direzione di una partnership sempre più determinata tra cultura e imprese che non trascuri il ruolo necessariamente propositivo che le istituzioni pubbliche, tanto a livello nazionale quanto locale, possono e devono avere nella costruzione di un sistema culturale capace di dialogare con le attività produttive.
CrossRef
di Lorenza Biava
 
Abstract
Ha fatto molto parlare qualche tempo fa la pubblicazione da parte del Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca dei nuovi criteri guida dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) che, tra gli altri temi, affronta anche quello dei criteri di valutazione per l’abilitazione scientifica nazionale. Particolarmente controversa la considerazione espressa nel testo secondo cui la pubblicazione di un articolo di ricerca su una rivista scientifica o un journal estero avrebbe maggiore rilevanza che su una italiana. Un principio di certo discutibile – e che ha visto la mobilitazione degli editori nostrani – con cui oggi il mondo universitario si trova a dover fare i conti.
Dal facsimile alle app
di Giovanni Peresson
 
Abstract
Il mercato dell’editoria d’arte e d’immagine non sta attraversando anni facili. Solo qualche dato per articolare meglio il quadro: -3,3% nelle novità pubblicate, 1.430 copie/titolo, un mercato nei canali trade di poco meno di 60 milioni di euro (+0,8%) e di circa 25 milioni tra bookshop di musei e mostre d’arte. Per di più, di quei quasi 60 milioni di euro, solo 27,5 derivano da quello che si considera il core business del settore: monografie illustrate, cataloghi, design, fotografia. Tutto il rimanente è saggistica, con più o meno ampi corredi iconografici. E questo segmento, all’interno di quello arte/immagine, rispetto al 2008 fa segnare un -6%. I cataloghi e i libri d’arte, però, rappresentano solo una parte di un più vasto settore che l’Ufficio studi dell’Aie sta progressivamente indagando.
Fenomeno Larsson
di Gabriele Pepi
 
Abstract
C’è stato un tempo eroico in cui, quando si parlava di Svezia, il primo pensiero erano le artiche bellezze (non solo paesaggistiche) offerte dalla penisola seguite, a breve distanza, dal senso di libertà e avventura emanato da quella natura selvaggia e potente. Bei tempi e proprio per questo forse ormai tramontati. Oggi le bionde sono sempre meno, i fiordi sono invasi dai turisti e le foreste profanate da cacciatori di alci della domenica ma, nonostante questo, l’estremo nord non è mai stato così vicino a casa nostra. Merito oltre che dell’opera di paziente semina di case editrici geolocalizzate come Iperborea – da almeno vent’anni impegnata nella diffusione delle letterature nord europee – anche e soprattutto di fenomeni popolari come il boom di Stieg Larsson che, con la sua trilogia Millenium (Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta), edita da Marsilio, e i tre omonimi film campioni di incassi, ha ripetuto anche in Italia il successo già raggiunto in mezzo globo, senza contare le bizzare iniziative fioritegli intorno.
Il Braille e le tecnologie
di Rosa Mugavero
 
Abstract
Dal 27 al 30 settembre si è svolto a Lipsia il World Congress Braille21 – Innovations in Braille in the 21st Century. Organizzato dalla Dzb – Deutsche Zentralbücherei für Blinde, la Biblioteca tedesca per ciechi. Il convegno ha visto la partecipazione di oltre settanta relatori provenienti da tutto il mondo, i quali si sono riuniti nella prestigiosa università tedesca per discutere dei principali cambiamenti e delle possibili opportunità che le nuove tecnologie potrebbero offrire al Braille, il sistema di scrittura e lettura utilizzato dai non vedenti.
L'ecosistema Kindle Fire
di Raffaele Cardone
 
Abstract
Il tablet di Amazon è in vendita – solo negli Usa – dal 21 novembre e i lettori del GdL avranno ormai letto decine di articoli sull’argomento. Spostiamo quindi l’attenzione da cosa è Kindle Fire (un tablet con un nuovo browser, il Silk, pensato per «splittare» i contenuti tra Kindle e i Cloud Services di Amazon), e cosa non è (non è per il momento sofisticato e «connesso» come un iPad2), a cosa sarà, a come potrebbe muovere il mercato editoriale con app, e-book, video, film, serie tv e altri prodotti dell’industria globale dei contenuti. Nell’industria dei contenuti digitali su device portatili la tecnologia ha guidato il mercato degli ultimi anni. Kindle ha di fatto creato il mercato degli e-book negli Usa e in UK; non era il primo, e neppure il migliore fra i reading device, ma bisogna dar ragione a Bezos quando lo presentò anni fa non come un gadget tecnologico, ma come un servizio. Kindle Fire può e vuole far propria questa definizione? Nelle intenzioni, sembra di sì.
Le «Mostre impossibili»
di Laura Novati
 
Abstract
La frase riportata nell’occhiello di André Malraux non solo è perfettamente vera e detta con buon anticipo sui tempi, ma può essere una perfetta epigrafe di un progetto che da circa un decennio è stato avviato dalla Rai, ideato e diretto da Renato Parascandolo, prima direttore di Rai Educational, poi di Rai Trade, e realizzato presso il Centro di produzione TV della Rai di Napoli, in collaborazione con la Direzione sviluppo e coordinamento commerciale. L’idea di fondo è concepire la Rai – in quanto servizio pubblico, anzitutto – in modo evolutivo, cioè non solo come momento di trasmissione di programmi, dall’informazione alla fiction, da «consumare» in modo passivo, ma di considerarla piuttosto come un enorme deposito di contenuti da gestire e riproporre secondo una multimedialità aggiornata ai tempi digitali e al consumo «multiplo, interattivo, digitale».
Leggere in piazza
di Giovanni Peresson
 
Abstract
Per l’editoria italiana settembre è mese di festival come Natale è mese di libreria. Ormai – dopo il crescendo di Mantova (quest’anno 64 mila i biglietti staccati e circa 40 mila le presenze stimate agli eventi gratuiti – dal 1997 i festival letterari, nelle loro varie declinazioni, generi e formule, fanno ormai parte del panorama e delle agende degli uffici stampa, delle direzioni editoriali e commerciali, delle stesse librerie. Ne fanno parte, dalla fine degli anni Ottanta, dopo il successo (inaspettato) del Salone di Torino (prima edizione 19-23 maggio 1988) fiere e saloni del libro. Si è scritto e detto molto in questi anni sui festival. Sulla dimensione del loro impatto economico sul territorio (le indagini di Ask su Sarzana, o quelle più recenti sul Salone del libro di Torino). Sulla loro funzione di marketing rispetto al progetto editoriale della casa editrice, di lancio di nuovi autori, di rafforzamento del brand di autori consolidati. Ma anche sul loro effetto «promozione»: una delle componenti della crescita della lettura nel nostro Paese in assenza di altre iniziative (+15,7% dal 1998).
Modello cercasi
di Piero Attanasio
 
Abstract
Sembra finalmente delinearsi un percorso per la definizione di modelli condivisi per la gestione dei diritti d’autore nei programmi di digitalizzazione su larga scala dei patrimoni librari delle biblioteche. La Commissione europea ha emanato la proposta di Direttiva «su taluni usi consentiti di opere orfane», che dovrà ora essere discussa e approvata dal Parlamento e dal Consiglio europeo. Parallelamente la Commissione ha promosso un «dialogo tra portatori di interesse» per il trattamento delle opere fuori commercio nei programmi di digitalizzazione. Il confronto tra rappresentanti di autori, editori, biblioteche e società di gestione collettiva ha portato alla sigla di un «Memorandum of understanding» che fissa alcuni principi guida sulle modalità di gestione dei diritti sulle opere fuori commercio nelle biblioteche digitali.
Ritrovarsi in libreria
di Ilaria Barbisan
 
Abstract
Gli eventi in libreria sono una prassi ormai consolidata, anzi intrinseca alla vita di ciascun punto vendita, sia indipendente sia di catena. Le presentazioni di libri, i corsi, i laboratori per bambini, le mostre, i dibattiti sono tutte attività diventate imprescindibili da qualsiasi logica di marketing e in particolare in un’ottica di fidelizzazione della clientela, che sempre più spesso ha bisogno di essere coccolata attraverso attività esperienziali all’interno del punto vendita. Così, poco importa se i metri quadrati a disposizione sono esigui, l’importante è «fare», ancor meglio se in maniera creativa. Entro queste linee si muovono diverse librerie indipendenti italiane che trattano gli eventi come parte preponderante della loro attività e si considerano ormai come luogo di aggregazione cittadina.
Standing Up!
di Daniela Grati
 
Abstract
Sembra di ripetere lo stesso ritornello da tempo – e ogni anno la situazione appare più grave – ma l’editoria universitaria – con tutte le sovrapposizioni da un lato nell’editoria professionale e dall’altro in quella della varia – continua a vivere in uno stato di crisi, sicuramente non favorito dalla riforma attuale che, se da un lato si è sforzata di ridurre la proliferazione dei corsi, dall’altro ha ulteriormente tagliato le risorse messe a disposizione per l’acquisto di collezioni e testi da parte delle biblioteche universitarie. Senza contare poi lo sviluppo di University press, realtà di rilievo in tutti i Paesi occidentali più evoluti…
Up d'Italia
di Redazione
 
Abstract
Difficile tracciare confini netti data la varietà delle caratteristiche che le accomunano e allo stesso tempo le differenziano. Ciò di cui si ha la certezza è che le University press italiane sono una realtà fondamentale all’interno degli atenei nazionali. Una chiacchierata con il consorzio che le riunisce permette di capire come si sono sviluppate e verso dove stanno andando.
Vero/Non vero
di Marco Polillo
 
Abstract
L’appuntamento della Buchmesse non vuole essere quest’anno solo l’occasione per fare il punto sullo stato dell’editoria italiana in un confronto con gli altri Paesi. Come indicano i dati del Rapporto Aie 2011, siamo sempre la settima-ottava posizione mondiale e la quarta-quinta in Europa. L’editoria italiana sta soffrendo per la crisi: da quando è iniziata nel 2008, abbiamo avuto riduzioni di fatturato, ma meno di altri settori, rafforzando così la nostra posizione come primo settore per spese dei consumatori tra le industrie italiane dei contenuti (stampa quotidiana e periodica,home video, cinema, tv, musica, etc).

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