Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Internazionalizzazione

L'editoria del futuro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Michael Healy

Oggi come oggi è difficile trovare una casa editrice che non si stia occupando della nuova situazione del mercato. In primo luogo, un gran numero di lettori legge in maniera diversa. Le vendite di libri digitali valgono circa il 30% delle vendite totali (degli editori trade) – cifra molto più alta per le novità e per i titoli da scaffale – e molti editori pensano che questo numero sia destinato a salire. Tenendo conto che il primo Kindle è stato lanciato il 16 novembre 2007, si ha un’idea di cosa è successo in soli quattro anni. In secondo luogo, nel panorama della distribuzione negli Stati Uniti si assiste a fusioni e cambiamenti inimmaginabili fino a pochi anni fa. Amazon domina la distribuzione on line di libri a un livello ritenuto da molti editori pericoloso. Soltanto una catena di librerie in carne e ossa, Barnes & Noble, è sopravvissuta agli sconvolgimenti della distribuzione e molti osservatori si aspettano che il numero dei loro negozi diminuisca significativamente nei prossimi anni, con la migrazione on line dei lettori e, in generale, della lettura.

An Amazon Life

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2012

di Elisa Molinari

«Non serve guardarsi indietro: con la tecnologia funziona così. Tira dritta, spinta dalla sua stessa ingenuità. In altre parole la nostalgia è tempo sprecato. Il libro stampato non è più in via di estinzione e non lo sarà mai: coesisterà con l’e-book e troverà un modo di essere letto, come sempre. In futuro i libri saranno disponibili attraverso diversi tipi di canali, accessibili attraverso forme di distribuzione che oggi non possiamo nemmeno immaginare». Musica e parole di James Atlas, professione biografo – se, come ha sottolineato durante la scorsa edizione di Editech, questa professione esiste davvero. Autore di due biografie e con un libro in cantiere sulla storia del genere biografico, ha portato avanti questo interesse, quasi un’ossessione, lungo tutta la sua carriera. Come editore ha ideato Penguin Lives, una serie di brevi biografie scritte da grandi autori su personaggi storici significativi e ho lavorato su altre due serie di biografie, Great Discoveries (sulle più importanti personalità del mondo scientifico) e Eminent Lives, una continuazione della mia prima serie. La svolta? L’accordo con Amazon Publishing per il quale curerà una nuova serie di almeno dodici brevi biografie (tra le 25.000 e le 40.000 parole, lunghezza tradizionale del genere) che saranno pubblicate in hardcover da Houghton Mifflin Harcourt e in e-book da Amazon. Atlas non avrà un ufficio presso la sede editoriale del colosso di Seattle e dice di non essere considerato un vero impiegato della compagnia. A chi gli chiede se è passato al lato oscuro, risponde di sentirsi leggero e spensierato.

Biblioteche più tech

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2012

di Elena Refraschini

Non è un periodo facile per le biblioteche nel mondo: in un’epoca in cui il mercato librario è destinato ad essere sempre più popolato da contenuti digitali, non sono in pochi a chiedersi se le biblioteche riusciranno a ritagliarsi un loro posto nel futuro. I professionisti del settore sono chiamati a rispondere a domande cruciali: come preservare l’importanza delle biblioteche? Come far sì che incontrino – oggi e domani – i bisogni in costante evoluzione dei propri utenti? Si cercano risposte in seminari, conferenze, incontri e progetti. L’attenzione degli stakeholder è concentrata, naturalmente, sull’evoluzione della digitalizzazione del patrimonio fisico – culturale, artistico – mondiale: un panorama in continuo movimento, animato da diversi progetti nazionali e internazionali. In principio, a dominare il settore delle digitalizzazioni fu Google che, grazie alla vastità delle proprie risorse, iniziò nel 2004 a scannerizzare e indicizzare milioni di libri; in seguito, si implementarono svariati progetti, in nazioni diverse e con obiettivi differenti, legati anche a istituzioni pubbliche. Uno sforzo comunitario, da questa parte dell’oceano, è rappresentato dal portale Europeana (operativo dal 2009), che mira a conservare digitalmente il patrimonio librario e artistico europeo. L’onda del cambiamento, tuttavia, non si esaurisce qui. Anche le biblioteche fisiche dovranno cambiare: nella loro architettura, nei loro servizi, nella loro offerta e immagine. Le modalità di consumo delle informazioni cambiano repentinamente, e bisogna che le biblioteche restino al passo per continuare ad essere un luogo repositorio di conoscenza.

Fattore mucca viola

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2012

di Paola Sereni

Perché Harry Potter è stato un successo così inarrestabile? Cosa ha reso Angry Birds un best seller di vendite? Come ha fatto Hunger Games a esplodere in America e Fifty Shades of Grey a diventare l’e-book più in voga degli ultimi mesi? Liquidare la questione come esempi di marketing ben riusciti sarebbe forse riduttivo per spiegare questi fenomeni. La base da cui questi quattro successi sono partiti è la stessa: un buon prodotto di partenza. Non si tratta di una valutazione letteraria o stilistica, attenzione, ma piuttosto di un giudizio condiviso dai lettori/utenti di fronte al prodotto. Secondo la fortunata definizione del guru del marketing Seth Godin, non è che il fattore «Mucca viola» ovvero un prodotto – di cui però non è dato conoscere la ricetta – che riesca, per le sue caratteristiche eccezionali e fuori dall’ordinario, a spiccare in un mondo di «mucche ordinarie». In casi come questi, le «P» tradizionali del marketing (prezzo, posizionamento, promozione, pubblicità) non servono infatti: l’unica «P» davvero importante è quella di «Purple cow» ovvero un qualcosa di fenomenale e incredibile che è all’interno del prodotto. Che siano le avventure erotiche di una giovane editor, il futuro distopico di una società, la lotta di alcuni volatili particolarmente astiosi contro mailini affamati o le avventure magiche di un maghetto undicenne, l’elemento fondamentale per creare una comunità attorno ad un libro è la capacità di presa che i testi hanno sull’emotività dei lettori. Creare il coinvolgimento emotivo non è per tutti i libri e, spesso, campagne di marketing accurate e mirate non riescono a creare quello che spontaneamente riesce a mettere insieme il passa parola dei lettori.

I libri della fede

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2012

di Giovanni Peresson

L’indagine ha preso in considerazione un campione di 2 mila individui (con più di 18 anni) rappresentativi della popolazione italiana, ed è stata condotta nell’aprile scorso dall’Ipsos di Nando Pagnoncelli all’interno dell’Osservatorio sull’editoria religiosa che Uelci realizza da anni assieme all’Ufficio studi di Aie. Va ricordato come le modalità campionarie, la metodologia adottata da Ipsos non consentono di confrontare questa rilevazione con quelle precedenti di Istat (13,4%>6 anni), o di Nielsen (5%). E quindi siamo in presenza, per ora, di una fotografia, e non tanto di un «filmato» che traccia (e misura) andamenti e tendenze. L’indagine Ipsos stima in un 13,7% (pari a circa 6,9 milioni di persone con più di 18 anni di età) il numero di italiani che negli ultimi 12 mesi dichiarano di aver letto «almeno un libro» di argomento religioso. Una stima molto simile all’ultima pubblicata da Istat, relativa all’anno 2010 (ma relativa alla popolazione con più di 6 anni): 13,4%, che diventerebbe circa un 14,8% se consideriamo soltanto la popolazione maggiorenne.

Speak up for libraries

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2012

di Elisa Molinari

13 marzo, Parlamento di Londra: sono state oltre trecento le persone riunitesi per difendere le biblioteche inglesi minacciate dal piano di austerità del governo, imposto nel 2010 alle collettività locali. L’obiettivo della giornata? Incontrare i membri del Parlamento e presentare un’istanza per la causa delle biblioteche. Professionisti e militanti hanno risposto all’appello della coalizione di sei organismi che avevano deciso per la prima volta di unire le forze e organizzare per il 13 marzo questa mobilitazione sotto lo slogan di «Speak up for libraries». Nonostante la delusione di fine giornata, la petizione depositata portava la firma di oltre 70.000 persone. Essa elenca i punti sui quali gli aderenti all’appello si augurano di vedere il governo impegnarsi, in particolare il rafforzamento della legge che obbliga le collettività locali a fornire un servizio bibliotecario completo ed efficace e l’elaborazione di un piano nazionale a lungo termine. Nell’ottobre 2010 era stato infatti pubblicato il Comprehensive spending review, il rapporto nel quale il governo britannico fissava per quattro anni la ripartizione delle spese pubbliche e annunciava la riduzione dei crediti attribuiti alle collettività locali (ormai limitate al 8,9% del loro bilancio). I dati forniti dalla Cipfa (Chartered Institute of Public Finance and Accountancy) sulle biblioteche per il 2010/2011 parlano chiaro: il 10% delle biblioteche pubbliche britanniche hanno chiuso o sono prossime alla chiusura.

Conversazioni digitali

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2012

di Elisa Molinari

«Nel business editoriale ci sono solo due attori ad avere il futuro garantito: i lettori – che con gli e-book risparmiano moltissimo, hanno accesso alla loro libreria virtuale in ogni momento e possono scegliere tra una varietà maggiore di titoli e generi – e gli autori, a cui paghiamo il 70% dei diritti. Tutti gli altri devono lavorare per assicurarsi un futuro. L’ecosistema che ruota intorno al libro dovrà adattarsi al nuovo e per farlo bisogna sforzarsi di creare valore aggiunto. Non si vince mai se si combatte contro il futuro: il futuro vince sempre». Musica e parole di Jeff Bezos, il carismatico Ceo di Amazon. Anche a livello evocativo, a Seattle non si scherza: i grattacieli dove si erge il quartier generale della libreria on line più famosa al mondo si scopre che si chiamano Day 1 South e Day 1 North: lavorando su Internet, non ci si può dimenticare che si è praticamente al primo giorno e che tutto quello che si deve fare è, appunto, guardare al futuro. Che il periodo sia denso di cambiamenti è evidente: i paradigmi editoriali tradizionali stanno cambiando a una velocità vorticosa e non intendono certamente rallentare. Il processo che portava dall’autore al lettore è sempre stato lineare ma ora, con l’avvento del digitale, ha scombussolato un iter consolidato e rodato. Stanno cambiando innanzitutto i cicli produttivi e i tempi di distribuzione: flessibilità e riusabilità sono allora sempre più le parole chiave per un settore dove la multi-canalità costituisce, allo stesso tempo, un’enorme opportunità, e una grande sfida. La necessità di pensare in termini di contenuti e non di prodotti deve far pensare al libro come a una struttura di base, dai confini permeabili e mutabili. Cambiano inoltre i ruoli degli attori della filiera: se in passato i lettori erano gli immutabili utenti finali, scorporati dal processo produttivo, ora ne sono sempre più gli artefici, armati di strumenti che permettono di interagire con gli autori e tutte le altre parti coinvolte. Da qui l’esigenza di una forza motrice, l’editore appunto, che agisca tra le maglie del processo editoriale e che si proponga come punto di riferimento nella rivoluzione digitale. Lorenza Biava ed Elena Vergine ne hanno parlato con alcuni relatori di Editech 2012 (21-22 giugno) – Luc Audrain (Hachette, Francia), Riccardo Cavallero (Mondadori, Italia), Ina Fuchshuber (neobooks, Germania), Michael Healy (Copyright Clearance Centre, USA), Craig Mod (Pre/Post Books, USA), Cristina Retana Gil (Wolters Kluwer Spagna) – per capire come stanno interpretando questi cambiamenti e queste trasformazioni.

Google e i librai

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2012

di Elena Refraschini

Nel dicembre 2010 Google annuncia un accordo con l’Aba (American Bookseller Association, che rappresenta circa 1.500 librerie) per consentire alle librerie indipendenti americane di entrare nel mercato della vendita di e-book. L’accordo prevedeva che dal sito Indie-Commerce della libreria «fisica» il cliente possa avere accesso al motore di ricerca e alla libreria virtuale Google eBookstore. «Il cliente della libreria non deve scegliere tra la lettura digitale e il sostegno alla propria libreria indipendente preferita», come si legge sul sito dell’organizzazione Indiebound che raccoglie e riunisce librai, lettori, negozianti e organizzazioni di commercio «local». Si tratta di un approccio estremamente innovativo nel confronto in atto oggi nel florido mercato digitale americano. Tra l’altro con la domanda che sorge spontanea: ma perché da noi queste formule e queste culture imprenditoriali non si sviluppano? E il massimo delle forme di cooperazione è impiantare uno stand in una fiera (per risparmiare) o un tendone in una piazza? E non sempre senza polemiche provinciali?

Il costo del prezzo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2012

di Giovanni Peresson

I prezzi di copertina dei libri più venduti (al netto degli sconti e delle promozioni praticate) nei sei maggiori mercati del libro europei non sono affatto uguali, anzi. Se limitiamo il confronto alla narrativa, tra il prezzo più basso e quello più alto, dal luglio dello scorso anno a febbraio questo differenziale è compreso tra i 4 e i 7 euro; per la saggistica tra i 10-11 euro. Non è poco! Tanto più, e il dato sorprende – pur tenendo conto dell’empiricità della rilevazione che non considera il prezzo medio di copertina di tutto (o di larga parte) del venduto ma solo dei 10 o 30 titoli più venduti nel mese – è il fatto che l’Italia si posiziona, in tutti e sette i mesi, nella parte più bassa dei prezzi tra i cinque grandi mercati dell’Unione europea. In ogni caso, se i numeri su cui si è effettuata l’analisi sono oggettivamente piccoli, è pur vero che la tendenza si configura molto evidente. Se mai, per approfondire ancora di più la questione, servirebbero basi campionarie comuni a tutti e sei i Paesi dell’Unione e che siano più solide di quelle sulle quali si è lavorato finora. Se per il Regno Unito è comprensibile (dato che poi si applicano sconti promozionali ben più significativi del 15% italiano) per il nostro Paese rappresenta una sorpresa non facile da interpretare.

Il gigante cinese

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2012

di Elena Refraschini

Quando parliamo di librerie, di layout o servizio lo facciamo dimenticandoci dello «sguardo» occidentale con cui le osserviamo e prima ancora le progettiamo. Ma se usciamo da quest’ambito geografico (che è anche culturale, di modi di concepire gli spazi di vendita, di funzione del libro e della lettura nella società) le forme che assumono le librerie, gli scaffali, l’esposizione, la segnaletica, i servizi, le collocazioni stesse nel paesaggio urbano appaiono radicalmente diverse. Nella scala dimensionale (superficie e numero di punti vendita) ad esempio come in Cina. Ma anche come vedremo ad esempio nei Paesi Arabi per una tendenza a collocarsi in zone, vie ed aree ben definite della città. Ricordando in questo la disposizione delle botteghe artigiane nei suq. La Xinhua, che ha varie sedi a Pechino e 14.000 in tutto il Paese, è la più grande catena libraria cinese (e forse del mondo).

Vendere più che comprare

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2012

di Giovanni Peresson

Il settore del libro per ragazzi rappresenta probabilmente il segmento di maggior successo internazionale dell’editoria italiana. Meglio ancora: si conferma anche con i dati 2011 (relativi a case editrici che coprono il 72% della produzione di novità) quanto il settore si stia sempre più internazionalizzando. Nella vendita di diritti e nelle coedizioni (rilevate per la prima volta quest’anno): 1.108. Questo orientamento verso mercati stranieri trae origine da diversi fattori. Innanzitutto il mercato domestico non può essere il solo e unico bacino. Per quanto il mercato dei libri per ragazzi tra i 6 e i 17 anni rappresenti un mercato in crescita sia in termini di lettura (+17%) che di fatturato coprendo una fascia del 14% delle vendite nei canali trade, restano limiti evidenti. Innanzitutto il dato demografico: in Italia nel 1975 vi erano 14,5 milioni di under 20 e 9,6 milioni di over 60. Nel 2030 si stima che vi saranno 17,7 milioni di over 60 e 6,9 milioni di under 20. Poi gli indici di lettura e d’acquisto di libri per bambini, anche se in crescita, restano comunque nelle ultime posizioni tra i Paesi/mercati dell’UE5. Questa situazione ha spinto le case editrici di libri per bambini e ragazzi verso iniziative di coedizione e attività di licencing, joint venture, direttamente verso i mercati internazionali.

Fenomeno Amanda

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2012

di Elisa Molinari

Ore 13, mercoledì 25 gennaio, Fnac di Milano. L’appuntamento è con quella che probabilmente nel futuro verrà considerata un pezzo (o una tappa) di storia dell’editoria: Amanda Hocking è in Italia per il lancio di Switched, il segreto del regno perduto. Grazie al contratto con Fazi che durante l’ultima Buchmesse si è aggiudicata i diritti italiani della serie Trylle (capace, da sola, di vendere oltre 500.000 copie in versione digitale su Amazon), l’autrice americana è in Italia per promuovere il libro e raccontare la sua storia. A presidiare con impazienza l’ingresso della libreria milanese una ragazza che tiene orgogliosamente in mano due copie di Switched, una in italiano e una in inglese, pronte ad essere autografate. Racconta di essersi imbattuta nelle storie di Amanda grazie al gruppo Anobii «Romanticamente Fantasy… Urban Fantasy e Paranormal & co» (circa 3.000 utenti iscritti) e che, tra i vari motivi che l’hanno spinta a comprare un Kindle, il fatto di poter leggere le storie di troll e goblin della Hocking, ha giocato un ruolo fondamentale. Le cifre parlano di un vero e proprio fenomeno, capace, nello spazio di poco meno di due anni, di diventare la stella nascente dell’editoria digitale self publishing. Il 15 aprile 2010 la scelta di autopubblicarsi su Amazon: dopo svariate lettere di rifiuto delle case editrici e con lo scopo di raccogliere soldi per andare a vedere uno spettacolo sui Muppet a Chicago, la svolta: l’upload di My blood approves.

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.