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E-book

C'è vita oltre Amazon

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2014

di Edward Nawotka

Quando guardiamo al mercato e-book americano sembra esserci una sola opzione: Amazon.com. D’altronde le stime danno il sito di Bezos responsabile di una percentuale che varia tra il 55% e il 75% delle vendite digitali Usa. Perché l’«everything store» ha guadagnato così tanto peso? Semplice: ha il servizio più semplice e intuitivo per il cliente, i prezzi sono competitivi e il suo device proprietario è affidabile. Lo scontro tra Amazon e Hachette ha evidenziato quanto sia vulnerabile l’industria editoriale per cercare di incanalare tanti contenuti digitali attraverso un unico canale. Come si ricorderà, alla base della disputa c’è la volontà da parte di Amazon di spuntare condizioni economiche migliori sui titoli dell’editore. Di fronte alle resistenze di quest’ultimo Amazon non ha esitato a bloccare le prenotazioni per diversi titoli pubblicati da Hachette che, nell’ultima relazione agli investitori, ha evidenziato come il 60% del fatturato e-book della casa editrice in Usa transiti da Amazon, percentuale che sale al 78% in Uk. Ma la questione rimane: se Amazon è responsabile del 60% del mercato americano, da chi è composto il restante 40%? In primo luogo abbiamo Kobo, che negli Stati Uniti si è rivelato un vero e proprio fallimento mentre è andato meglio in Europa dove ha goduto del fatto di essere, in molti mercati, il primo retailer a vendere in negozi fisici i propri device.

E-book o videogiochi?

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2014

di Elisa Molinari

Quando si parla di videogiochi e del loro rapporto con l’editoria, capita spesso di vedere storcere il naso. Giusto qualche mese fa, Edward Nawotka, editor in chief di «Publishing Perspectives» scriveva sul «Giornale della Libreria» che «oggi i videogiochi, Netflix, i social media sono i veri concorrenti dell’industria libraria e gli sforzi di quest’ultima per avvicinarsi a qualcosa che assomigli al multimediale sono in gran parte fiacchi» («Gdl», 11, novembre 2013). Non esiste una soluzione facile per questa competizione ma non si tratta di qualcosa di inedito: ciclicamente nuovi competitor e nuovi formati si affacciano sul mercato e,nonostante questo, i libri continuano a resistere a cinema e televisione. Qualche decennio fa si diceva appunto che il cinema avrebbe cannibalizzato il mondo del libro eppure l’editoria oggi lavora a stretto contatto con l’industria cinematografica in un gioco di rimandi che giova ad entrambe le parti. Non è un caso che circa la metà degli ultimi premi Oscar siano adattamenti di romanzi e che il vincitore dell’edizione 2014,12 anni schiavo, sia diventato un bestseller dopo aver vinto l’ambita statuetta. E se quindi si iniziassero a considerare anche i videogiochi non tanto dei concorrenti quanto degli alleati? Si può essere spaventati dalla forte influenza che hanno, soprattutto sulle fasce di età più giovani, oppure vederne il potenziale in termini di storytelling e di vendite.

Innovazione e scuola

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2014

di Ester Draghi

Progettare libri scolastici in formato e-book non è una sfida semplice per l’editoria scolastica. Le pubblicazioni digitali esistenti oggi troppo spesso sono ancorate a dei modelli di consultazione vincolati alle edizioni cartacee che mal si prestano a una trasposizione letterale su computer e su dispositivi mobile. Il progetto iSLe (www.progettoisle.it) nasce proprio con l’obiettivo di immaginare come tecnologie quali motori inferenziali, strumenti di ontology learning, text mining, annotazione semantica dei contenuti e tecniche di intelligenza artificiale possano essere utilizzate per creare una nuova generazione di liquid book per l’editoria scolastica e professionale. iSLe è un progetto di GruppoMeta in collaborazione con l’Istituto di linguistica computazionale del Cnr di Pisa, 01S, Space e Viditrust finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito del Por Creo 2007-2013. Ne abbiamo parlato con Paolo Ongaro Ceo di Meta Srl.

Analytics per tablet

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2014

di Giorgio Kutz

Abbiamo già citato nel numero scorso i nuovi strumenti di marketing analitico da poco disponibili per gli editori e per chiunque veda nei prodotti per tablet un possibile sbocco di mercato. Tra i nuovi analisti spicca App Annie, (www.appannie.com) specializzata nel tracciare le vendite negli «store» per tablet, che recentemente ha pubblicato un rapporto sui trend di comportamento degli acquisti emersi nel corso del 2013. Anche se il mercato editoriale in senso stretto è ad oggi marginale (ma contiguo) val comunque la pena tener d’occhio questo mondo, agitato da una significativa crescita dei mercati emergenti, da un forte sviluppo di fatturato dell’area giochi e dall’invasione delle piattaforme di social networking.

Il libro religioso a Torino

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2014

di Elena Vergine

Un Cupolone di libri alto otto metri, sarà questo lo stand del Vaticano, Paese ospite della 27esima edizione del Salone internazionale del libro di Torino, un’occasione di grande visibilità anche per tutta l’editoria religiosa italiana. Messa a dura prova dalla crisi, come del resto tutta la produzione editoriale, ma attenta al cambiamento e con una rinnovata vivacità di proposte e di tematiche attuali, l’editoria religiosa – che da noi diventa sinonimo di cattolica – coglie gli stimoli provenienti dai vertici della Chiesa declinandoli in cataloghi ricchi di novità. Se infatti il nuovo pontefice ha saputo guadagnare le attenzioni anche del mercato editoriale laico insistendo sulla necessità di instaurare un dialogo tra cattolici e realtà distanti, la sua figura è stata di ispirazione per la stessa editoria religiosa, portando al centro dell’attenzione mediatica e del dibattito ecclesiale temi e valori nuovi: le emergenze sociali, le questioni familiari, i pilastri della vocazione e della missione cristiana e la teologia stessa con alcuni suoi esponenti. La stessa importanza attribuita da papa Francesco ad Internet, definito «un dono di Dio», e alle opportunità del digitale si rispecchia nella corsa verso l’innovazione e nell’apertura verso il digitale delle case editrici religiose. Dunque, anche in virtù della presenza del Vaticano al prossimo Salone internazionale del libro di Torino, il segmento dell’editoria religiosa si prepara ad accendere i riflettori sulla propria produzione.

Nasce lo Smart Book

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2014

di Giulia Marangoni e Elisa Molinari

Come promuovere il dialogo tra editoria e Ict, mettendo in luce nuove opportunità di sviluppo di prodotti e servizi innovativi per l’industria dei contenuti? Una risposta viene dal network europeo Tisp (Technology and Innovation for Smart Publishing) che, sotto il coordinamento di Aie, ha pubblicato lo Smart Book, una risorsa digitale dedicata ai professionisti dei due settori, on line in occasione della Fiera di Londra.

E-book all you can read

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2014

di Ginevra Vassi

Cos’hanno in comune gli e-book con il sushi e le palestre? Secondo gli ultimi trend internazionali, molto più di quanto si possa pensare. Iniziamo con i ristoranti giapponesi: in alcuni casi con una cifra fissa offrono la possibilità di mangiare finché il proprio appetito non viene soddisfatto. Se nell’equazione si sostituiscono gli e-book al sushi e una piattaforma on line a un ristorante, il modello non cambia. Semplificando, il lettore si abbona a un servizio e legge quanto vuole (o può leggere), tra la vasta gamma di libri che ha a disposizione, per il tempo per cui ha pagato. Si cerca insomma di ripetere con gli e-book quello che Netflix ha fatto con film e serie Tv e ciò che Spotify ha fatto con la musica. I servizi, sempre più numerosi, che propongono e-book in abbonamento devono fare i conti con una sfida interessante. Ogni nuovo «fornitore» di e-book deve soddisfare tre parti in gioco: il lettore, chi fornisce il contenuto (che sia esso un editore o un autore) e, ovviamente, sé stesso. Renderanno la lettura più economica, accessibile e conveniente o svaluteranno il valore degli e-book e danneggeranno case editrici e autori? Presto per dirlo. Tante sono le insidie: se la piattaforma riesce a far sottoscrivere l’abbonamento a milioni di persone che non leggono sarà contento chi offre il servizio, ma di certo non le case editrici. Se invece saranno tutti lettori forti, sarà la piattaforma a rimetterci proprio come accadrebbe a un ristorante preso d’assalto dai buongustai. Per chi non legge più di un libro al mese (i prezzi medi sono di 9,99 dollari) non dovrebbe essere un affare, soprattutto perché il catalogo di questi servizi non sempre può contare sugli ultimi bestseller. Come le palestre, invece, questi servizi scommettono sul fatto che la maggior parte degli utenti, dopo una prima fase di uso intensivo, ne farà nel tempo un uso più moderato. I centri sportivi infatti sanno che molti abbonati non usufruiranno appieno di tutte le potenzialità proposte.

La lettura digitale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2014

di Emilio Sarno

Per la prima volta nel 2013 Istat ha iniziato a rilevare, accanto alla lettura «tradizionale», anche la lettura digitale e le sorprese non sono poche, anche se necessitano di una precisazione. Se per i libri di carta si continua a far riferimento all’aver letto un libro, per la lettura digitale Istat ricorre a una formula che coincide solo parzialmente con il concetto di lettura perché considera coloro che «hanno letto o scaricato libri on line o e-book». Come si vede nel 2013 sono 5,2 milioni le persone che avrebbero «letto» dei libri digitali pari al 9,2% della popolazione (maggiori di 6 anni). Ovviamente non disponiamo ancora di una serie storica coerente, ma se proviamo a utilizzare i dati di lettura di e-book rilevati nel 2011 e 2012 da Nielsen siamo in presenza di una netta accelerazione di questa «forma» di lettura.

Prestiti digitali

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2014

di Elisa Molinari

3 mila biblioteche aderenti in 15 regioni italiane e 4 Paesi stranieri (Svizzera, Slovenia, Australia, Giappone), 25 mila e-book italiani di 230 editori, oltre 70 mila e-book stranieri. Questa è in estrema sintesi, MediaLibraryOnLine, la piattaforma italiana per il prestito digitale che oggi conta 290 mila utenti iscritti. Abbiamo chiesto a Giulio Blasi, amministratore unico di Horizons Unlimited, la società che ha sviluppato Mlol, di raccontarci le ultime novità. Cosa è cambiato da quando avete iniziato nel 2009? È cambiato tutto, nel senso che nel 2009 di fatto non esisteva un mercato degli e-book in Italia. Siamo partiti un anno prima rispetto allo sviluppo dei grandi shop italiani: l’unico operatore che lavorava in digitale con le biblioteche in quel periodo era Casalini libri che è ancora un nostro partner importante, principalmente nel settore dell’editoria accademica. Una volta partiti, il percorso è stato relativamente rapido soprattutto se confrontato con la realtà americana. Negli Stati Uniti tutto questo è iniziato nel 2000 con Overdrive, il nostro omologo americano che magari, prima o poi, diventerà nostro competitor in Italia.

Mondi che si avvicinano

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2014

di Michela Gualtieri

Lo snodo tra aziende provenienti da mondi diversi rappresenta un promettente terreno attraverso cui contrastare l’avanzata dei big player con i loro nuovi modelli ad ecosistema chiuso. Un terreno in cui diventa importante iniziare a monitorare i casi di eccellenza – come sta facendo Aie con Tisp da luglio scorso – e suggerire, attraverso seminari e workshop, possibili linee di percorso in direzione di sistemi aperti, interconnessi e interoperabili. Un esempio interessante è quello di Tolino che, operativo in Germania da marzo 2013, coinvolge quattro catene di librerie (Thalia, Hugendubel, Weltbild, Der Club Bertelsmann) e Deutsche Telekom, nella creazione di un intero ecosistema di vendita, distribuzione e lettura dei libri digitali. Grazie all’e-reader Tolino Shine, l’utente ha infatti accesso a ben quattro store on line, per un totale di 300.000 titoli che sono direttamente scaricabili sul dispositivo grazie alle infrastrutture informatiche di Deutsche Telekom. Il provider telefonico mette anche a disposizione dell’utente lo spazio di  archiviazione in cloud e 11mila hotspot diffusi sul territorio tedesco, cui il Tolino Shine può connettersi liberamente. L’alleanza tra le catene garantisce un sistema aperto, di leale competizione, che migliora il servizio per i lettori senza costringerli all’acquisto presso un unico store. «Nel 2011 Deutsche Telekom – ci spiega Klaus Renkl, responsabile sviluppo prodotto Tolino e-reader per Deutsche Telekom, il quale è stato coinvolto dal network Tisp nella discussione sui nuovi modelli distributivi dell’e-book – aveva lanciato il suo primo portale per la distribuzione di e-magazines, e-newspapers e e-book».

I magnifici 7

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2013

di Elisa Molinari

Non solo la «tempesta è perfetta» ma il massimo depressionario è trasversale a pressoché tutte le editorie con la parziale eccezione della solita Germania e del Regno Unito. La prima contiene in un -0,8% le perdite nel 2012 rispetto al 2011 e il secondo fa addirittura un +4% rispetto all’anno precedente. C’è però un dato che viene prima di tutti e che è troppo poco messo in evidenza. Il valore del mercato europeo (almeno dei Paesi maggiori) vale qualcosa come 22,878 miliardi di euro, quando quello nordamericano arriva (anche se il dato è relativo ancora al 2011) a poco più di 20,2. Volendo considerare solo i mercati continentali si arriva a 18,964 miliardi contro i 24,157 di quelli anglofoni. Quello di Amazon (libri e tutto il resto) varrebbe 20,3 miliardi nel 2012. Detto in altro modo – e considerando solo la platea di questi sei mercati/Paese europei – si può comprendere meglio l’attenzione con cui i big player (i «regni combattenti» come avevamo titolato un e-book del dicembre 2012) guardano al lucroso mercato europeo riuscendo per di più a infilarsi con facilità nelle crepe delle differenti normative fiscali e di regime Iva che l’Unione europea ha consentito si aprissero nel suo territorio. Anche tenendo conto che i dati dei singoli Paesi non sono mai perfettamente combacianti e confrontabili tra loro, quello che emerge dalle schede curate da Elisa Molinari e contenute nelle pagine successive, è un altro aspetto che dovrebbe sollecitare domande e curiosità. I segni meno non sembrano essere «collegati » con le dimensioni che va assumendo il mercato degli e-book (qualunque cosa poi venga considerato e-book). E considerando poi che quello dell’e-book è ormai un mercato che ha come unità di misura il «miliardo» e non più il «milione». Anche nel mercato di lingua anglosassone (Uk +Usa) ci ritroviamo con un segno «+» nel Regno Unito, ma con un segno «-» in quello nordamericano. Nell’Europa continentale la Germania segna un -0,8%, ma è anche il Paese in cui gli e-book hanno oggi la quota di mercato maggiore. Francia e Spagna avrebbero la stessa quota di mercato digitale, ma andamenti complessivi di fatturato ben diversi.

Bivi digitali

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2013

di Michela Gualtieri

Il mercato digitale è un terreno vasto ancora  da esplorare, che comprende non solo nuovi prodotti e servizi, ma anche nuove forme di business e nuove soluzioni tecnologiche per i professionisti del libro. Aie si pone in questa prospettiva nelle sue vesti di coordinatore del progetto Tisp (Technology and Innovation for Smart Publishing), il più recente dei progetti varati dalla Commissione europea e volti allo sviluppo tecnologico in ambito editoriale (come i precedenti Arrow, Arrow+, eAccess). Tisp è un network tematico che mira a favorire l’incontro tra aziende editoriali e aziende Ict e che riunisce venticinque organizzazioni di dodici Paesi europei, tra cui le principali associazioni di categoria di entrambi i settori, quattro istituti di ricerca e le fiere librarie di Bologna, Londra e Francoforte. Questi soggetti lavorano allo scopo di creare una piattaforma di scambio di dati, studi, analisi di mercato e business cases, favorendo l’incontro tra i professionisti dei due settori che potranno così elaborare nuovi modelli di business. La strategia di realizzazione del progetto si basa principalmente sulla programmazione di una serie di incontri professionali tenuti in occasione delle fiere e delle conferenze internazionali di maggior rilievo nei settori dell’editoria e delle tecnologie informatiche, occasioni in cui gli editori potranno confrontarsi con il panorama internazionale, traendo spunti e stringendo vantaggiosi rapporti, incontrando personalmente i professionisti del settore digitale. Un esempio di quello che fornitori di contenuti e fornitori di tecnologie possono fare insieme è quello fornito dall’esperienza di Gallimard con i cosiddetti librogame. Non un prodotto nuovo, concepito appositamente per essere fruito su tablet e smartphone, ma un prodotto vecchio che trova, grazie alle tecnologie digitali, nuova vita. I titoli della collana francese Livre dont vous êtes le héros, pubblicata appunto da Gallimard stanno diventando, uno per uno, delle book app, in virtù di una partnership tra l’editore e l’azienda australiana Tin Man Games, che sviluppa videogiochi.

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