Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

E-book

Bivi digitali

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2013

di Michela Gualtieri

Il mercato digitale è un terreno vasto ancora  da esplorare, che comprende non solo nuovi prodotti e servizi, ma anche nuove forme di business e nuove soluzioni tecnologiche per i professionisti del libro. Aie si pone in questa prospettiva nelle sue vesti di coordinatore del progetto Tisp (Technology and Innovation for Smart Publishing), il più recente dei progetti varati dalla Commissione europea e volti allo sviluppo tecnologico in ambito editoriale (come i precedenti Arrow, Arrow+, eAccess). Tisp è un network tematico che mira a favorire l’incontro tra aziende editoriali e aziende Ict e che riunisce venticinque organizzazioni di dodici Paesi europei, tra cui le principali associazioni di categoria di entrambi i settori, quattro istituti di ricerca e le fiere librarie di Bologna, Londra e Francoforte. Questi soggetti lavorano allo scopo di creare una piattaforma di scambio di dati, studi, analisi di mercato e business cases, favorendo l’incontro tra i professionisti dei due settori che potranno così elaborare nuovi modelli di business. La strategia di realizzazione del progetto si basa principalmente sulla programmazione di una serie di incontri professionali tenuti in occasione delle fiere e delle conferenze internazionali di maggior rilievo nei settori dell’editoria e delle tecnologie informatiche, occasioni in cui gli editori potranno confrontarsi con il panorama internazionale, traendo spunti e stringendo vantaggiosi rapporti, incontrando personalmente i professionisti del settore digitale. Un esempio di quello che fornitori di contenuti e fornitori di tecnologie possono fare insieme è quello fornito dall’esperienza di Gallimard con i cosiddetti librogame. Non un prodotto nuovo, concepito appositamente per essere fruito su tablet e smartphone, ma un prodotto vecchio che trova, grazie alle tecnologie digitali, nuova vita. I titoli della collana francese Livre dont vous êtes le héros, pubblicata appunto da Gallimard stanno diventando, uno per uno, delle book app, in virtù di una partnership tra l’editore e l’azienda australiana Tin Man Games, che sviluppa videogiochi.

Utenti al centro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2013

di Elisa Molinari

Si fa presto a dire digitale. Più complesso pensare in ottica di «digitali»: formati diversi, e-reader e tablet sempre nuovi, applicazioni, siti e tanto, tanto altro. Ancora più difficile pensare a quali flussi di lavoro e approcci usare per ognuno di questi. In un panorama in cui la maggior parte delle case editrici si trova ancora a cavallo tra carta e digitale, il tutto si complica se «software» sembra essere diventata sempre più la parola chiave in campo editoriale. Dall’altro lato della barricata, gli utenti finali hanno ormai richieste sempre più pressanti e puntuali in termini di personalizzazione, interazione con il prodotto e interattività. Come fare allora a rendere fruibili narrazioni digitali che per loro natura sono spesso frammentate? Come strutturarne i contenuti? Come fare i conti con l’interattività e con le molteplici interazioni possibili degli utenti? Una risposta viene dall’user-centered design, processo che mette gli utenti al centro di tutte le fasi del ciclo produttivo – dalla pianificazione al design, dallo sviluppo al lancio, fino alle fasi di post vendita – e che permette di creare un collegamento tra l’editoria tradizionale e quella digitale. Durante l’ultimo seminario targato Editech 2013, Zelda Rhiando, fondatrice di Badzelda e esperta di user experience e design digitale, ha spiegato come progettare prodotti editoriali digitali incentrati sugli utenti. Le abbiamo chiesto in cosa consiste questo processo e come può aiutare gli editori a creare prodotti digitali di qualità.

I nuovi editori

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Luca Conti

Il mondo dell’editoria libraria sta attraversando un momento di cambiamento epocale. Il libro, seppur con una concorrenza mai vista prima in termini di attenzione, tra videogame, film on demand e social network, mantiene un ruolo insostituibile nell’intrattenimento e nell’acquisizione di nuova conoscenza. Chi non se la passa altrettanto bene sono gli editori tradizionali e le vecchie librerie, in difficoltà nel far quadrare i conti con la crisi del sistema paese Italia e il calo dei consumi e nel passaggio a forme di contenuto sempre più digitali. In questo scenario apparentemente critico, nuove professioni stanno cominciando a emergere, per soddisfare nuovi bisogni o semplicemente seguire il lettore su nuove piattaforme per continuare il lavoro di sempre: cura di contenuti, proposte di qualità, ascolto e relazione con il lettore. In uno scenario macroeconomico difficile, alcuni segnali fanno ben sperare sul futuro del libro, qualsiasi forma esso debba avere nella sua naturale evoluzione. Il primo segnale positivo viene dal commercio elettronico, settore in cui l’Italia è sempre stata agli ultimi post in Europa. Il rapporto 2013 sull’e-commerce in Italia redatto da Casaleggio Associati vede l’editoria proiettata su un +18% di crescita rispetto al 2012. Un dato in controtendenza rispetto al complesso del mercato editoriale, segno di come Internet possa diventare un canale sempre più importante, anche per la vendita di libri. Il settore dell’editoria sta in media rispetto all’andamento di altri settori, tra il tempo libero quasi piatto al +4% e l’arredamento previsto a +31% sull’anno precedente, ma superiore al turismo (+15%), da sempre uno dei segmenti più sviluppati on line.

La libreria come relazione

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2011

di Giovanni Peresson

Sempre più il successo, nell’economia reticolare in cui operano case editrici e librerie, si fonda sulla capacità di creare nuove relazioni o sviluppare e consolidare relazioni esistenti. Le iniziative descritte in questo stesso «GdL» di promozione di alcuni titoli ne sono un esempio sul versante delle case editrici.

Piattaforme per l'università

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2011

di Giovanni Peresson

Quando si parla di piattaforme oggi le si associa solo a quelle degli e-book di narrativa o di saggistica più o meno leggera. Eppure in questo settore iniziano a svilupparsi importanti offerte che riguardano il mondo accademico e delle biblioteche. È il caso di Casalini che parte dall’esperienza maturata negli anni scorsi con Casalini digital division.

La scienza nel tablet

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Giorgio Kutz

L’offerta di app per tablet nell’area scientifica è strabordante. Siamo ben oltre la divulgazione scientifica indifferenziata «per la famiglia» e cominciamo ad avere proposte di buon livello per fasce di utenza differenziate, dalla scuola primaria al mondo universitario – professionale, passando per le curiosità e gli effetti speciali. Non a caso il Web pullula di recensioni di rango: da quelle della rivista «Focus» a quelle di siti dedicati alle risorse per gli insegnanti come Educational Technology (http://www.educatorstechnology.com/), Teachwithyouripad, Teachthought e altri, rivolti a chi insegna nelle scuole. I temi di area scientifica vanno dall’astronomia (compresa l’esplorazione dello spazio) alle scienze della terra, alla chimica, alla biologia, all’anatomia, ai reference. Anche i prezzi conoscono qui oscillazioni abissali, fatto non comune nel mondo dei prodotti per tablet: andiamo dal gratuito per prodotti di buon livello come Molecules a prezzi professionali come nel caso del Netter’s Anatomy Atlas, di Elsevier, che costa 79,99 €. Il grande neo di questo segmento è la scarsissima offerta di prodotti originali in lingua italiana a fronte dell’ enorme mole di prodotti in lingua inglese. Ritroviamo una vecchia conoscenza, Esplorando il Corpo Umano in 3D della De Agostini, nipotino delle versioni su Cd-rom degli anni ’90, e poco altro. Ma tant’è: se la lingua inglese era la lingua comune della comunità scientifica d’elite siamo ormai destinati ad essere linguisticamente colonizzati fin giù nella trincea delle maestre elementari. Fanno eccezione alcune traduzioni eccellenti della Touch Press, come quella della migliore delle tavole periodiche sul mercato, Gli Elementi, Un’esplorazione Visiva (€12,99), di Theodore Gray, che raccoglie una ricca messe di informazioni sugli elementi e consente di zoomare e ruotare in 3D oltre cinquecento oggetti, restituendo indubbiamente a chi la usa molto di più del buon vecchio originale statico di Mendeleev. Restando in ambito chimico abbiamo a complemento il già citato Molecules che consente di caricare da uno sterminato database la molecola che si vuole visualizzare in 3D, per analizzarne (o descriverne) la struttura ruotandola con il dito.

Pubblicarsi all'estero

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Elisa Molinari

Che il selfpublishing sia uno dei fenomeni editoriali più chiacchierati è ormai risaputo. L’Ufficio studi dell’Associazione italiana editori ha recentemente dedicato un istant e-book a questo attualissimo argomento (Prospettiva self publishing. Autori, piattaforme e lettori dell’editoria 2.0, Aie, 2013, disponibile su tutti i maggiori store on line). Autori che scalano le classifiche nazionali e internazionali, critici letterari che recensiscono indistintamente romanzi pubblicati e auto-pubblicati (non da ultimo Michiko Kakutani, il più influente critico letterario del New York Times e la famosa recensione di The Revolution was televised di Alan Sepinwall), articoli di giornale, conferenze e incontri sul tema non sono che alcuni dei mille rivoli in cui il selfpublishing si dipana. Se poi ci sono mettono anche gli autori di Hollywood, il successo è assicurato: Jim Carrey, l’attore di The Truman Show, ha deciso di ricorrere al selfpublishing per How Roland rolles, da lui definito libro metafisico per bambini. «Auto-pubblicherò il mio libro perché le cose stanno così adesso e perché credo che sia trendy». Fenomeno di costume? Forse. Moda passeggera? Meno probabile. Sicuramente molti autori iniziano a vedersi sotto una nuova luce, galvanizzati dalla possibilità di poter potenzialmente raggiungere milioni di lettori (e di dollari) con un click. Si tratta degli Ape, la fortunata definizione che dà il nome al nuovo libro (ovviamente selfpublished) di Guy Kawasaki, ex leader di Apple, che indica chi allo stesso tempo si preoccupa di essere Author, Publisher, Entrapreneur: autori che si fanno editori e, soprattutto, imprenditori della propria opera. Idea questa che trova conferma nelle parole di Barry Eisler, scrittore statunitense, citato proprio nel libro di Kawasaki: «Tutti gli scrittori pensano a quello che fanno come se fosse un’arte. Gli scrittori intelligenti capiscono che la scrittura è anche una questione di affari. Gli scrittori veramente intelligenti si vedono anche come imprenditori». Di tutto le questione trattate, la meno nota, forse, riguarda l’arsenale di strumenti a disposizione degli aspiranti scrittori che, oltre a poter scegliere tra varie modalità con cui pubblicare i propri testi, possono facilmente trovare tool per calcolare le royalties, impaginare, creare copertine, acquistare spazi pubblicitari, trovare correttori di bozze e tanto altro.

Siamo partiti. E adesso?

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2011

di Ilaria Barbisan

Mai come lo scorso dicembre le aspettative e i rumor relativamente al boom del mercato degli e-book – sia per quanto riguarda le vendite di titoli e di e-reader, sia per l’offerta di libri elettronici – sono stati così alti. Nonostante tale fermento, ad oggi non esistono ancora dati ufficiali che permettano di comprovare le entusiastiche affermazioni di taluni e le pacate allusioni di altri sull’andamento della propria azienda.

A metà strada fra digitale e cartaceo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2011

di Ilaria Barbisan

Già in Scenari & Trend di gennaio dello scorso anno, sempre dedicato all’editoria professionale, si era parlato di tecnologia e timidamente di e-book, seppur in toni ancora futuristici. A dodici mesi di distanza, le cose sono decisamente cambiate sul fronte italiano del libro elettronico e i presupposti ci sono tutti perché nel 2011 si faccia sul serio e nasca effettivamente un mercato digitale italiano.

Device: nuove uscite

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2011

di Nicola Cavalli

Gli e-book reader, ormai chiamati sempre più spesso solo e-reader, stanno gradualmente conquistando un posto di rilievo nel panorama degli oggetti high-tech dell’immaginario italiano. Qualsiasi settore dedicato nei grandi supermercati ne propone qualche modello, così come gli store di elettronica e le librerie fisiche e on line.

Self publishing made in Italy

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Elena Refraschini

Molto più che un semplice fenomeno d’importazione, il self publishing, o autopubblicazione, è un’attività dallo sviluppo a doppie cifre anche in Italia. Prima c’era Amanda Hocking, che dopo aver autopubblicato il primo libro della trilogia YA Switched su Amazon nel 2010, nel 2011 è entrata nella scuderia di St. Martin’s Press (e di una trentina di altri editori, compreso Fazi in Italia) grazie a un accordo da più di due milioni di dollari. Oggi, anche il panorama italiano ha le sue stelle del self publishing, che dopo aver raggiunto il successo on line sono approdate all’esclusivo «club» dell’editoria tradizionale; si pensi, per esempio, al caso più unico che raro di Anna Premoli, il cui Ti prego, lasciati odiare, dopo essere stato uno dei libri più scaricati dell’estate 2012, è stato pubblicato all’inizio di quest’anno dalla Newton Compton e ha vinto il premio Bancarella 2013. O alla ragazza dietro lo pseudonimo M.J. Heron, autrice della trilogia paranormal romance Implosion, pubblicato dopo il grande successo on line dalla DeAgostini a gennaio.

La promessa del digitale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Intervista a cura di E. Vergine

Cresce il mercato dei libri digitali in Italia: in poco meno di sei mesi raddoppiano i titoli disponibili in e-book (oggi sono 60.598, l’8,3% dei titoli in commercio), prodotti da circa 2mila editori. A dicembre rappresentavano l’1,8-2,0% del mercato trade del libro, in crescita dell’89% sull’anno precedente, e oggi il 44,6% delle novità italiane sono pubblicate anche in versione digitale [Fonte: Ufficio studi Aie]. In un’editoria che sta diventando sempre più digitale il pricing è diventato un elemento fondamentale per incrementare gli utili delle case editrici che stanno puntando sull’on line. E tuttavia il prezzo dei libri digitali continua ad essere significativamente più basso della loro versione cartacea: il prezzo degli e-book in Italia, a maggio 2013, è di circa 10,44 euro rispetto ai 18,00 euro dei libri tradizionali. E allora come fare a incrementare gli utili tramite l’ottimizzazione del pricing? Ne abbiamo parlato con Francesco Fiorese (Director in Simon-Kucher & Partners Strategy & Marketing Consultants), specializzato nello sviluppo di strategie di prezzo e di vendita e relatore ad Editech 2013 nella sessione «Pricing: come realizzare la promessa digitale?».

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.