Che il selfpublishing sia uno dei fenomeni editoriali più chiacchierati è ormai risaputo. L’Ufficio studi dell’Associazione italiana editori ha recentemente dedicato un istant e-book a questo attualissimo
argomento (Prospettiva self publishing. Autori, piattaforme e lettori dell’editoria 2.0, Aie, 2013, disponibile su tutti i maggiori store on line). Autori che scalano le classifiche nazionali e internazionali, critici letterari che recensiscono indistintamente romanzi pubblicati e auto-pubblicati (non da ultimo Michiko Kakutani, il più influente critico letterario del New York Times e la famosa recensione di The Revolution was televised di Alan Sepinwall), articoli di giornale, conferenze e incontri sul tema
non sono che alcuni dei mille rivoli in cui il selfpublishing si dipana. Se poi ci sono mettono anche gli autori di Hollywood, il successo è assicurato: Jim Carrey, l’attore di The Truman Show, ha deciso di ricorrere al selfpublishing per How Roland rolles, da lui definito libro metafisico per bambini. «Auto-pubblicherò il mio libro perché le cose stanno così adesso e perché credo che sia trendy».
Fenomeno di costume? Forse. Moda passeggera? Meno probabile. Sicuramente molti autori iniziano a vedersi sotto una nuova luce, galvanizzati dalla possibilità di poter potenzialmente raggiungere milioni
di lettori (e di dollari) con un click.
Si tratta degli Ape, la fortunata definizione che dà il nome al nuovo libro (ovviamente selfpublished) di Guy Kawasaki, ex leader di Apple, che indica chi allo stesso tempo si preoccupa di essere Author, Publisher, Entrapreneur: autori che si fanno editori e, soprattutto, imprenditori della propria opera. Idea questa che trova conferma nelle parole di Barry Eisler, scrittore statunitense, citato proprio nel libro di Kawasaki: «Tutti gli scrittori pensano a quello che fanno come se fosse un’arte. Gli scrittori intelligenti capiscono che la scrittura è anche una questione di affari. Gli scrittori veramente intelligenti si vedono anche come imprenditori».
Di tutto le questione trattate, la meno nota, forse, riguarda l’arsenale di strumenti a disposizione degli aspiranti scrittori che, oltre a poter scegliere tra varie modalità con cui pubblicare i propri testi, possono
facilmente trovare tool per calcolare le royalties, impaginare, creare copertine, acquistare spazi pubblicitari, trovare correttori di bozze e tanto altro.