Non solo la «tempesta è perfetta» ma il massimo depressionario è trasversale a pressoché tutte le editorie con la parziale eccezione della solita Germania e del Regno Unito. La prima contiene in un -0,8% le perdite nel 2012 rispetto al 2011 e il secondo fa addirittura un +4% rispetto all’anno precedente.
C’è però un dato che viene prima di tutti e che è troppo poco messo in evidenza.
Il valore del mercato europeo (almeno dei Paesi maggiori) vale qualcosa come 22,878 miliardi di euro, quando quello nordamericano arriva (anche se il dato è relativo ancora al 2011) a poco più di 20,2. Volendo considerare solo i mercati continentali si arriva a 18,964 miliardi contro i 24,157 di quelli anglofoni. Quello di Amazon (libri e tutto il resto) varrebbe 20,3 miliardi nel 2012.
Detto in altro modo – e considerando solo la platea di questi sei mercati/Paese europei – si può comprendere meglio l’attenzione con cui i big player (i «regni combattenti» come avevamo titolato un e-book del dicembre 2012) guardano al lucroso mercato europeo riuscendo per di più a infilarsi con facilità nelle crepe delle differenti normative fiscali e di regime Iva che l’Unione europea ha consentito si aprissero nel suo territorio.
Anche tenendo conto che i dati dei singoli Paesi non sono mai perfettamente combacianti e confrontabili tra loro, quello che emerge dalle schede curate da Elisa Molinari e contenute nelle pagine successive, è un altro aspetto che dovrebbe sollecitare domande e curiosità. I segni meno non sembrano essere «collegati » con le dimensioni che va assumendo il mercato degli e-book (qualunque cosa poi venga considerato e-book). E considerando poi che quello dell’e-book è ormai un mercato che ha come unità
di misura il «miliardo» e non più il «milione». Anche nel mercato di lingua anglosassone
(Uk +Usa) ci ritroviamo con un segno «+» nel Regno Unito, ma con un segno «-» in quello nordamericano.
Nell’Europa continentale la Germania segna un -0,8%, ma è anche il Paese in cui gli e-book hanno oggi la quota di mercato maggiore. Francia e Spagna avrebbero la stessa quota di mercato digitale, ma andamenti complessivi di fatturato ben diversi.