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E-book

Player on the road

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Elisa Molinari

Il giro del mondo in ottanta giorni è un romanzo di Jules Verne del 1873 in cui il ricco aristocratico londinese Phileas Fogg e l’inseparabile Passepartout tentano di circumnavigare il mondo in 80 giorni. Con una fiducia incondizionata nel progresso e nella velocità (e nell’inventiva del genere umano – impossibile dimenticarsi della slitta a vela usata per arrivare a Chicago!), i due, spinti dall’idea che «l’imprevisto non esiste», riescono a vincere la scommessa con i soci Reform Club e tornare a Londra allo scoccare dell’ottantesimo giorno, dopo essere passati attraverso Egitto, India, Hong Kong, Giappone e Stati Uniti. C’è chi nel campo dell’editoria digitale cerca di ripetere l’impresa, nonostante un ritmo di marcia meno pressante – dopotutto, Verne era un romanziere – e provare, fuor di metafora, a esportare il proprio modello di business in tutto il mondo. Si tratta di Kobo, il retailer nippo-canadese che ha da poco siglato una partnership con Mondadori grazie alla quale ha portato non solo la propria piattaforma ma anche gli e-reader e i device targati Kobo nel nostro paese. Per capire con chi si ha a che fare, ecco qualche numero. Si parla di una realtà che può contare, a soli tre anni dalla sua fondazione, su dieci milioni di utenti e tre milioni di titoli disponibili (un milione dei quali gratuiti) in circa 200 paesi. Nata a Toronto nel 2009 come Shortcovers e ribattezzata solo in seguito come Kobo – anagramma di «Book» – è, ad oggi, nonostante la giovane età (Amazon è maggiorenne, Apple ha ormai 36 anni), una delle realtà con il più elevato tasso di crescita nel campo dell’editoria digitale.

Un mondo accessibile

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Rosa Mugavero

In Italia sono già tredici gli editori e i gruppi editoriali che, aderendo al progetto Lia - Libri Italiani Accessibili, hanno deciso di cogliere la sfida di produrre contenuti editoriali accessibili per le persone non vedenti e ipovedenti. Come è noto infatti, grazie al modello di produzione messo a punto dal progetto Lia, questa prima schiera di editori italiani, che rappresenta il 60,2% della quota di mercato a valore nei canali trade (fonte: Ufficio studi Aie su dati Nielsen), ha cominciato a realizzare i primi e-book accessibili (vedi R. Mugavero, Lia entra nel vivo, «GdL», 10, novembre, 2012, pp. 26-27). Tuttavia, il concetto di accessibilità applicato al mondo dell’editoria è un tema che interessa non solo gli editori italiani. Considerato infatti che nel mondo vivono circa 39 milioni di persone non vedenti e 246 milioni di ipovedenti (fonte: Organizzazione mondiale della salute), non stupisce sapere che, anche a livello internazionale, sempre più editori hanno iniziato a porre la propria attenzione nei confronti del tema dell’accessibilità. Del resto, rendere disponibili al maggior numero di persone le proprie opere pubblicate, è uno degli scopi dell’industria editoriale. Pertanto, complici anche la diffusione delle nuove tecnologie e l’evoluzione dell’editoria verso il digitale, molti editori internazionali hanno deciso di occuparsi di accessibilità e di cominciare ad attuare una serie di strategie di produzione, finalizzate a mettere a disposizione contenuti editoriali accessibili anche alle persone che soffrono di una qualche forma di disabilità visiva. È il caso di Penguin Books che, da circa un anno, ha iniziato ad integrare i requisiti essenziali dell’accessibilità all’interno delle proprie linee guida per la creazione di e book, come ci ha spiegato Chris Rogers (Digital publishing technology coordinator di Penguin Books).

Dalla penna al tablet

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

Autori vari

Se Benedetto XVI usa ancora la penna per fissare sulla carta le proprie riflessioni, i suoi testi sfruttano già il digitale per raggiungere milioni di fedeli via Web. A contribuire a questa primavera digitale – non a caso prendiamo in prestito il titolo del Salone del libro di Torino di quest’anno – è soprattutto la Libreria editrice vaticana (Lev) che dal mese di giugno è presente con le Catechesi illustrate di Benedetto XVI e altri venti titoli, nel circuito della Bottega del Santo.

Fermare i pirati

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

di Renato Esposito

Posto che ormai (e finalmente) nessuno nega che la pirateria dei contenuti costituisca un grave problema e un freno allo sviluppo dei mercati legali, le contromisure che possono essere adottate per arginarla si scontrano spesso con le istanze di contemperamento degli interessi dei navigatori, con la ritrosia alla collaborazione da parte dei provider di connettività, e più in generale con una percezione di scarsa lesività dei propri comportamenti da parte dei downloader. È evidente che, a livello «micro», ciascun avente diritto possiede gli strumenti che gli possono consentire di ottenere la rimozione dei contenuti messi a disposizione da un certo sito contro la propria volontà. I sistemi di notice & take down, in forza dei quali il sponsabile della violazione rimuove «spontaneamente» i contenuti illeciti a fronte di una semplice segnalazione dell’avente diritto o di un suo delegato, sono molto efficaci e – nella peggiore delle ipotesi – è sempre possibile interpellare le forze dell’ordine e la magistratura per la risoluzione delle situazioni più gravi, anche se con i tempi e i costi tipici dell’attività giudiziaria.

Illustrare l'editoria

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

di Giorgio Kutz

L’avvento del digitale ha seminato scompiglio anche nel grande e variegato mondo dell’editoria illustrata che comprende l’educational, il reference, i manuali e le guide di ogni tipo oltre agli «illustrati» veri e propri di arte, moda, fotografia, design eccetera. Con la nascita degli e-book sono emersi nuovi problemi di disponibilità e di tutela dei diritti delle immagini per i nuovi formati dei libri.

Italiani o stranieri?

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

di Oddina Pittatore e Rosalba Rattalino

La risposta alla domanda del titolo è inversamente proporzionale alla posizione in classifica. Se nei 20 titoli più venduti trionfa il made in Italy (13 libri contro 7 tradotti), nei top 50 la differenza diminuisce (29 italiani e 21 stranieri), per arrivare a una sostanziale parità nei Top 100 (appunto 50 e 50). È un fenomeno che anche nel 2012 conferma tendenze che avevamo visto emergere negli anni precedenti e ancora nel 2011. I bestseller internazionali, quando contagiano, possono essere travolgenti, come il romanzo di Amy Bratley, al secondo posto negli acquisti, le diete di Pierre Dukan (2 libri nei primi 10) e il primo volume di E. L. James che, uscito a giugno, in sole tre settimane ha conquistato la 16esima posizione nella classifica semestrale anticipando la fortuna della trilogia nei mesi successivi.

Obiettivo: 42 territori

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

di Elisa Molinari

Risiko è uno dei più famosi giochi di strategia da tavolo. Scopo del gioco? Il raggiungimento di un obiettivo predefinito che può consistere nella conquista di un certo numero di stati, di due o più continenti o nell’annientamento di un avversario. Nello scenario editoriale internazionale, c’è un giocatore che ha invece un obiettivo molto più ambizioso: conquistare tutti i 42 territori disponibili. Detto fuori dalla plancia da gioco, mirare a tutti gli anelli della filiera editoriale. Per fare questo il giocatore «si impegna ad essere l’azienda più attenta al cliente del mondo e offre ai propri clienti la possibilità di scoprire e trovare qualsiasi cosa vogliano acquistare on line. Per fare questo, punta ad offrire ai propri clienti i prezzi più bassi possibili». Nelle parole di Amazon, questo l’obiettivo dichiarato già nel lontano 1995, anno della messa on line del sito e ribadito durante il lancio degli ultimi Kindle

Design in rivista

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Redazione

Se il Novecento è stato definito «il secolo delle riviste», un motivo c’è. Lo si comprende bene passando in rassegna il vasto panorama delle riviste d’arte, d’architettura e di design che gettano le proprie basi nel secolo scorso ma che si protendono oggi, in bilico tra i nuovi bisogni del pubblico e le possibilità offerte dal digitale, verso un futuro tutto da scrivere. Legate all’attualità e spesso capaci di dare conto delle evoluzioni che per loro natura non possono essere cristallizzate nei libri, le riviste specializzate costituiscono il perfetto completamento della saggistica professionale dedicata al mondo del progetto come testimonia la parabola di Editrice Compositori, oggi riunita insieme ad «Ottagono» e ad Agenzia Design sotto la sigla Compositori Comunicazione, e che è l’esempio di questo connubio. Ne parliamo con Aldo Colonetti, direttore di «Ottagono» e consigliere di amministrazione di Compositori Comunicazione.

Design-amo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Laura Novati

Dopo lo speciale sul mondo dei facsimilari («GdL», 9, settembre, 2011, pp. 18-19), quello sulle riviste d’arte («GdL», 12, dicembre, 2011, pp. 20-21) e quello sulle riviste d’architettura («GdL», 2, febbraio, 2012, pp. 30-32), dedichiamo queste pagine al complesso mondo dell’editoria e delle riviste di design. Dall’esperienza di due grandi realtà come Mondadori Electa e Skira passeremo a indagare il punto di vista di di un’entità piccola ma virtuosa come Fausto Lupetti Editore. Il mondo dei periodici di design sarà invece rappresentato dalla rivista «Ottagono». Per una fotografia ancor più dettagliata del settore abbiamo inoltre intervistato MarirosaToscani Ballo, fondatrice col marito Aldo dello studio fotografico Ballo, nato negli anni ‘50: una bottega, un punto di riferimento dei più importanti designers nel periodo e nel luogo di convergenza – Milano – del design mondiale, grazie a un’attività incessante che è proseguita anche dopo la morte di Aldo Ballo avvenuta nel 1994.

Futuro accessibile

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Rosa Mugavero

Qual è lo stato dell’arte a livello internazionale relativo alla produzione e alla distribuzione dei contenuti editoriali accessibili? Sui temi dell’accessibilità, delle possibilità delle nuove tecnologie e delle strategie per un’editoria più inclusiva si sono confrontati gli oltre 20 relatori, provenienti da tutto il mondo, che sono intervenuti durante «Inclusive Publishing and ebook Distribution: Access for People with Print Disabilitie», conferenza internazionale organizzata dalla National Federation of Blind (Nfb) e dal Daisy Consortium che si è tenuta lo scorso giugno a Baltimora.

L'editoria del futuro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Michael Healy

Oggi come oggi è difficile trovare una casa editrice che non si stia occupando della nuova situazione del mercato. In primo luogo, un gran numero di lettori legge in maniera diversa. Le vendite di libri digitali valgono circa il 30% delle vendite totali (degli editori trade) – cifra molto più alta per le novità e per i titoli da scaffale – e molti editori pensano che questo numero sia destinato a salire. Tenendo conto che il primo Kindle è stato lanciato il 16 novembre 2007, si ha un’idea di cosa è successo in soli quattro anni. In secondo luogo, nel panorama della distribuzione negli Stati Uniti si assiste a fusioni e cambiamenti inimmaginabili fino a pochi anni fa. Amazon domina la distribuzione on line di libri a un livello ritenuto da molti editori pericoloso. Soltanto una catena di librerie in carne e ossa, Barnes & Noble, è sopravvissuta agli sconvolgimenti della distribuzione e molti osservatori si aspettano che il numero dei loro negozi diminuisca significativamente nei prossimi anni, con la migrazione on line dei lettori e, in generale, della lettura.

La nuova formazione

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2012

di Sandro Pacioli

Quali sono oggi i fabbisogni formativi in ingresso richiesti dalle case editrici che stanno «virando» una parte crescente della loro produzione di titoli e di offerte di servizi verso il digitale? Per rispondere a questa domanda l’Associazione italiana editori che, da undici anni ormai, organizza con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e l’Università degli studi di Milano uno dei principali master di editoria del nostro Paese, ha deciso di aggiornare proprio quell’indagine che fu alla base dell’avvio del master stesso. E del suo concept didattico.

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