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Normativa e diritto d'autore

Diritto d'autore: le novità dall'Ue

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2015

di Piero Attanasio

Scrive il Parlamento europeo: «I consumatori non hanno mai avuto accesso a una gamma tanto vasta di opere creative e culturali»; pertanto «è necessario che gli utenti possano accedere a un contenuto culturale ampio, vario e di qualità»; occorre poi limitare la libertà contrattuale nella cessione dei diritti d’autore, a tutela delle parti deboli, «dal momento che gli scambi contrattuali possono essere inficiati da uno squilibrio di potere»; sottolinea a tale riguardo «l’importanza della libertà contrattuale». Sono solo due esempi delle contraddizioni contenute nel testo finale della Risoluzione sul diritto d’autore, adottata il 9 luglio 2015, particolarmente evidenti perché le frasi in esame sono una di seguito all’altra (nel Considerandum M e nel paragrafo 25, rispettivamente); ma il sovrapporre opinioni differenti senza prender posizione è la cifra precipua del documento e, purtroppo, dell’intero dibattito sul diritto d’autore negli ultimi mesi.

Diritto d'autore: cosa succede in Ue?

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2015

di Piero Attanasio

Eravamo abituati al fatto che il diritto d’autore fosse materia per specialisti, lontano dalle pagine dei giornali o dai programmi politici. Persino nelle università era difficile trovare corsi dedicati: qualche opzionale degli ultimi anni, un modulo nei corsi di diritto industriale, poco altro. Come in ogni comunità di specialisti, noi tutti – giuristi, economisti o rappresentanti di interessi – ci siamo cullati sull’esclusività delle nostre competenze, esplorando i più nascosti meandri di una materia complessa, spaccando in quattro ogni capello e dando per scontati i fondamenti. Dall’altro lato, fuori dalle nostre chiuse stanze, il diritto d’autore restava uno sconosciuto, irrilevante e talvolta fastidioso. Eravamo impreparati quando d’improvviso il diritto d’autore è divenuto una breaking news, trasformato in protagonista da chi muoveva all’attacco del suo impianto. Chi avrebbe immaginato, solo dieci anni or sono, che ci sarebbe stata in Parlamento europeo una rappresentante del Partito pirata? La reazione è stata finora – riconosciamolo – non adeguata: elitista, appunto. Un’alzata di sopracciglio di fronte alle imprecisioni tecnico-giuridiche (che a volte erano vere bestialità) dei nuovi interlocutori e il tentativo di riportare la discussione sui nostri terreni preferiti, da altri percepiti come cavilli. Era sui fondamenti del diritto d’autore, sul suo ruolo nella società digitale che eravamo invece chiamati a rispondere, senza dare nulla per scontato. È in questo quadro che si inserisce la cronistoria europea che si vuole qui raccontare.

Perché un libro è un libro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Edoardo Barbieri

Si è conclusa con una bocciatura di Francia e Lussemburgo l’iter della procedura di infrazione che la Corte di giustizia aveva aperto nei confronti dei due Paesi dopo la scelta, nel 2012, di introdurre un’Iva agevolata per gli e-book. Se infatti l’Europa riconosce che alcuni beni – tra i quali c’è il libro di carta, appunto – possano essere sottoposti ad una Iva ridotta la Corte di giustizia stabilisce con questa sentenza che tale agevolazione non è applicabile ai libri digitali, che vanno inquadrati come servizi e non come beni primari. La Francia aveva scelto di entrare in conflitto con la disciplina europea applicando, dal 1° gennaio 2012, un’Iva del 7% per gli e-book a fronte di un’imposta sul valore aggiunto ordinaria del 19,6%. Stessa cosa anche per il Lussemburgo dove l’Iva sui libri digitali era scesa al 3%. La decisione della Corte di giustizia getta ora ombre anche sull’Italia che, a partire dal gennaio 2015, ha applicato a sua volta l’aliquota ridotta sugli e-book equiparandoli ai libri di carta. La risposta degli editori italiani e delle altre associazioni europee e internazionali alla sentenza non ha tardato ad arrivare sotto forma di una lettera aperta al presidente della Commissione Junker, al presidente del Parlamento europeo Schultz e al presidente del Consiglio europeo Tusk, affinché si intervenga sulla direttiva comunitaria per eliminare la stortura che penalizza lo sviluppo del libro e della lettura nell’intero continente. A fine marzo anche i ministri della cultura di Italia, Francia, Germania e Polonia si sono uniti all’appello scrivendo una lettera congiunta all’Ue per superare «l’ingiustificata discriminazione fiscale» tra i libri cartacei e quelli in formato elettronico.

Un mondo di immagini

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2014

di Michela Gualtieri

Le immagini hanno oggi un ruolo di primo piano nella comunicazione ed è sempre più importante che un prodotto editoriale sia corredato di foto significative e accattivanti. Ma dove reperirle? Come gestirle? Come essere sicuri della loro qualità? Agenzie e archivi iconografici sono gli istituti che si occupano di raccogliere il materiale prodotto da fotografi professionisti, catalogarlo e gestire i rapporti con gli editori interessati a comprarne i diritti di riproduzione. Abbiamo intervistato gli esponenti di alcuni dei più importanti istituti italiani per comprendere meglio il loro lavoro.

Il tesoro dei pirati

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2014

di Renato Esposito

Il bilancio dell’attività 2013 dell’ufficio antipirateria Aie si è chiuso con oltre 110.000 rimozioni di file messi a disposizione del pubblico in violazione di legge e contro la volontà degli aventi diritto. È chiaro che la possibilità di operare a favore di tutti gli editori associati ad Aie consente di ottenere risultati numericamente così importanti e, allo stesso tempo, rende l’ufficio antipirateria un osservatorio privilegiato anche per quanto riguarda l’analisi delle nuove modalità e tendenze della pirateria informatica e lo studio delle relative contromisure. Proprio per questo motivo si possono quindi definire alcune linee di indirizzo e fare un tentativo di portare la necessaria chiarezza in un ambito in cui prevale spesso la disinformazione, in attesa che il Regolamento AgCom per la tutela del diritto d’autore on line entri definitivamente in vigore alla fine del mese di marzo e dia prova della sua auspicata capacità di modificare i rapporti di forza tra pirati e aventi diritto. È ormai risaputo che le modalità tecniche attraverso cui i pirati si scambiano i file appartengono fondamentalmente a due grandi categorie: il download diretto da un sito o il download effettuato da computer presenti all’interno di una «comunità» di soggetti connessi tra loro per mezzo di un sistema P2P o torrent. Raramente, invece, ci si sofferma sul perché della pirateria, salvo i casi in cui si liquida la questione affermando che esiste senz’altro uno scopo di lucro (o di profitto) da parte di chi carica i file nei vari siti, e uno scopo di «risparmio» da parte di chi scarica la versione pirata di un’opera, evitando così, molto probabilmente, un acquisto legale. Eppure la maggior parte delle legislazioni nazionali in materia di diritto d’autore ricollega la possibilità dell’esercizio delle difese penali da parte degli aventi diritto alla presenza di un fine di lucro nell’esercizio dell’attività pirata.

Dagli annunci ai fatti

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2013

di Marco Polillo

Lo scorso anno dicevamo che una politica per il libro era urgente. Ora dobbiamo dire, con amarezza ma con forza, che è tardi. Molti danni nel frattempo sono stati prodotti. In due anni il fatturato è calato del 14%. Siamo nel pieno di una crisi occupazionale e il ricorso alla cassa integrazione non è stato mai così intenso. L’intera filiera soffre: ogni giorno abbiamo notizie di librerie che chiudono e il fenomeno ha effetti ben oltre la congiuntura perchè ricostruire un tessuto di librerie è molto difficile e i danni di oggi si protrarranno nel tempo. La crisi di liquidità si aggrava: colpisce prima le librerie ma, a catena, la distribuzione e gli editori. Anche l’export cala, dopo anni con un preoccupante -10%. Enrico Letta ha detto che «istruzione e cultura sono al centro dello sviluppo economico e sociale». Gli accordiamo fiducia, ma vorremmo anche sapere quale ritiene sia il ruolo del libro nella realizzazione di questi obiettivi. Si tratta di costruire, senza polemiche ma nemmeno senza fare sconti, una politica per il futuro. E costruirla su temi concreti.

Fermare i pirati

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

di Renato Esposito

Posto che ormai (e finalmente) nessuno nega che la pirateria dei contenuti costituisca un grave problema e un freno allo sviluppo dei mercati legali, le contromisure che possono essere adottate per arginarla si scontrano spesso con le istanze di contemperamento degli interessi dei navigatori, con la ritrosia alla collaborazione da parte dei provider di connettività, e più in generale con una percezione di scarsa lesività dei propri comportamenti da parte dei downloader. È evidente che, a livello «micro», ciascun avente diritto possiede gli strumenti che gli possono consentire di ottenere la rimozione dei contenuti messi a disposizione da un certo sito contro la propria volontà. I sistemi di notice & take down, in forza dei quali il sponsabile della violazione rimuove «spontaneamente» i contenuti illeciti a fronte di una semplice segnalazione dell’avente diritto o di un suo delegato, sono molto efficaci e – nella peggiore delle ipotesi – è sempre possibile interpellare le forze dell’ordine e la magistratura per la risoluzione delle situazioni più gravi, anche se con i tempi e i costi tipici dell’attività giudiziaria.

Anno uno

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Paola Sereni e Elena Vergine

Il 2011 è stato il primo anno di effettivo mercato per i libri digitali. Possiamo stimare che valga oggi tra 3,7 e 4,0 milioni di euro (lo 0,2% dei canali trade). Sono cresciuti i titoli, sia le novità, sempre più spesso lanciate in contemporanea con il libro fisico, che i titoli di catalogo. Dai 6.879 titoli del 2010 si è passati ai 19.000 di fine 2011 (il 2,6% dei titoli in commercio). Numeri che dicono come il mercato non potrà che crescere nel 2012. Crescono anche i tablet e i reader dedicati. Nielsen stima in 949 mila gli individui che accedono a Internet da un tablet (a giugno tablet e e-reader dedicati erano 400 mila; Fonte: Gfk). A favorire la crescita poi la riorganizzazione delle piattaforme di vendita che ha avuto il suo culmine a dicembre con l’apertura ufficiale del Kindle Store Italia. Nel 2012 due sono le grandi questioni: l’Iva, non solo in termini di adeguamento (carta/digitale), ma soprattutto di disparità tra valori che troviamo tra i Paesi europei, e che si traducono in vantaggi competitivi di chi può permettersi di sfruttare aliquote ridotte in vigore in alcuni mercati; la necessità di disporre – da parte di tutti gli operatori – di dati certi sulle dimensioni del mercato e i suoi trend di crescita. In Italia come negli altri Paesi europei. Anche questa è una questione di parità nelle condizioni competitive.

Corsa al ribasso

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Elena Vergine

Il Lussemburgo, uno degli stati coi confini geograficamente più ridotti dell’Unione, è tuttavia la sede europea di grandi gruppi mondiali dell’editoria quali Amazon e Apple, probabilmente anche in ragione delle agevolazioni fiscali particolari previste dalla sua legislazione. A partire da gennaio 2012 un nuovo provvedimento in materia di sgravi è stato applicato dal piccolo stato nei riguardi degli e-book, scatenando una forte reazione da parte della Commissione europea. Come è noto attualmente, secondo le leggi in vigore in Ue, il libro digitale (e il prodotto digitale) non è considerato alla pari del suo corrispettivo cartaceo per quanto riguarda l’applicazione delle aliquote Iva ridotte: in Italia l’imposta sugli e-book è infatti quasi cinque volte superiore a quella che grava sui volumi stampati. In Lussemburgo, al contrario, libri digitali e libri cartacei godono entrambi di un’Iva del 3%. Ma prima della modifica i libri digitali godevano di un’aliquota già sensibilmente più bassa rispetto a quella di alcuni altri Paesi: 15%. L’Ue contesta tale iniziativa per due motivi principali: innanzitutto gli e-book, diversamente dai libri a stampa, non fanno parte di quell’elenco tassativo (previsto nell’Allegato III alla Direttiva Iva) di prodotti e servizi sui quali è consentito, agli stati membri dell’Unione, di applicare un’Iva ridotta. Inoltre l’art. 98 delle stessa Direttiva stabilisce che le aliquote ridotte non si applicano ai servizi resi per via elettronica.

Da Aidro a Clearedi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Renato Esposito

Nell’anno appena trascorso Aie e Aidro, di comune accordo, hanno avviato una serie di processi che hanno portato, dal mese di gennaio, al definitivo subentro di Aie e Ediser nelle attività che sono state fino ad ora gestite da Aidro: rispettivamente, il controllo e il contrasto della pirateria libraria, sia «tradizionale» sia elettronica, e la gestione collettiva dei diritti d’autore. L’Associazione italiana per i diritti di riproduzione delle opere dell’ingegno, infatti, dopo oltre vent’anni dalla sua costituzione si scioglie: tale decisione è stata assunta con l’intento di ottimizzare i flussi di lavoro e di massimizzare sinergie e rapporti con Aie (come noto, già assai stretti). Mentre le attività di antipirateria sono state incorporate nell’oggetto sociale di Aie, che pertanto già le esercita a favore di tutti quanti i propri associati, le attività di gestione collettiva dei diritti d’autore sono state trasferite a Ediser, la società di servizi interamente partecipata da Aie, che le svolge, a partire dal 1° gennaio, attraverso il marchio Clearedi (Centro licenze e autorizzazioni per le riproduzioni editoriali, www.clearedi.org). Clearedi subentra quindi ad Aidro nella gestione collettiva dei diritti d’autore e ne eredita, in un’ottica di continuità, competenze, esperienze e – per quanto possibile – rapporti. Sia a monte, con gli editori che le hanno conferito (o confermato) il mandato, sia a valle, con gli utilizzatori che hanno bisogno di fotocopiare opere protette.

CrossRef

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Lorenza Biava

Ha fatto molto parlare qualche tempo fa la pubblicazione da parte del Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca dei nuovi criteri guida dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) che, tra gli altri temi, affronta anche quello dei criteri di valutazione per l’abilitazione scientifica nazionale. Particolarmente controversa la considerazione espressa nel testo secondo cui la pubblicazione di un articolo di ricerca su una rivista scientifica o un journal estero avrebbe maggiore rilevanza che su una italiana. Un principio di certo discutibile – e che ha visto la mobilitazione degli editori nostrani – con cui oggi il mondo universitario si trova a dover fare i conti.

Modello cercasi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Piero Attanasio

Sembra finalmente delinearsi un percorso per la definizione di modelli condivisi per la gestione dei diritti d’autore nei programmi di digitalizzazione su larga scala dei patrimoni librari delle biblioteche. La Commissione europea ha emanato la proposta di Direttiva «su taluni usi consentiti di opere orfane», che dovrà ora essere discussa e approvata dal Parlamento e dal Consiglio europeo. Parallelamente la Commissione ha promosso un «dialogo tra portatori di interesse» per il trattamento delle opere fuori commercio nei programmi di digitalizzazione. Il confronto tra rappresentanti di autori, editori, biblioteche e società di gestione collettiva ha portato alla sigla di un «Memorandum of understanding» che fissa alcuni principi guida sulle modalità di gestione dei diritti sulle opere fuori commercio nelle biblioteche digitali.

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