Scrive il Parlamento europeo: «I consumatori non hanno mai avuto accesso a una gamma tanto vasta di opere creative e culturali»; pertanto «è necessario che gli utenti possano accedere a un contenuto culturale ampio, vario e di qualità»; occorre poi limitare la libertà contrattuale nella cessione dei diritti d’autore, a tutela delle parti deboli, «dal momento che gli scambi contrattuali possono essere inficiati da uno squilibrio di potere»; sottolinea a tale riguardo «l’importanza della libertà contrattuale». Sono solo due esempi delle contraddizioni contenute nel testo finale della Risoluzione sul diritto d’autore, adottata il 9 luglio 2015, particolarmente evidenti perché le frasi in esame sono una di seguito all’altra (nel Considerandum M e nel paragrafo 25, rispettivamente); ma il sovrapporre opinioni differenti senza prender posizione è la cifra precipua del documento e, purtroppo, dell’intero dibattito sul diritto d’autore negli ultimi mesi.