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Lettura

I libri in televisione

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Redazione

In occasione della passata edizione del Salone del libro di Torino, il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini lanciò una provocazione: «Tutte le Tv, da Rai a Mediaset a Sky, le pubbliche e le private, hanno fatto tanti danni in questi anni alla lettura che adesso devono risarcire. Come? Facendo più trasmissioni che presentino libri, facendo pubblicità alla lettura. In ogni fiction, o film in televisione, o show che io veda, c’è sempre uno che parla, che litiga, che ama e che fa pace, ma mai qualcuno che legga un libro o un presentatore con un libro in mano». Tale dichiarazione suscitò reazioni contrastanti da più parti. Massimo Turchetta, direttore generale Libri Trade della Rcs-Rizzoli, commentò su «Repubblica»: «Premesso che lo stato in cui versa il nostro mercato editoriale non è così disastroso come lo si dipinge, penso che occorra uscire un po’ dal “ghetto” del libro in Tv. I libri e i loro contenuti devono contaminare la televisione. È quanto è accaduto con il libro di Alan Friedman. Oppure con Gomorra di Roberto Saviano: un’opera che ha dato origine a una fiction». Simone Cosimini, giornalista, scrisse invece su «Wired»: «Il fatto è che se il ministro della Cultura considera Rai, Mediaset e Sky come i principali operatori culturali nazionali – avesse detto la scuola, pure – sceglie di autotrincerarsi all’interno di categorie che sono cambiate perfino per quegli stessi soggetti. […] La cultura, da sempre, vive fra la gente. E ora che le persone trascorrono pezzi sempre più cospicui delle proprie esistenze anche on line, parte della cultura – che è il racconto e l’approfondimento che gli individui fanno del mondo e dei suoi connotati – passa da lì. […] Che c’entra la Tv con tutto questo?». Eppure la televisione un effetto sulle vendite dei libri ce l’ha ed è oggettivo: l’Ufficio studi Aie lo indagò nel 2013, con l’indagine Nuove evidenze: libri ed editori nei blog e in Tv. Gli effetti sulle vendite, presentata quell’anno al Salone di Torino. Della presenza dei libri in televisione abbiamo parlato con Piero Dorfles, giornalista, critico letterario e conduttore di Per un pugno di libri insieme a Geppi Cucciari.

A tutto ZOO

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2012

di Lorenza Biava

Nata undici anni fa a Reggio Emilia, ZOOlibri ha fatto delle pubblicazioni di qualità e della vendita di diritti la propria forza. La casa editrice – come ci spiega Corrado Rabitti in questa intervista – focalizzata sulla produzione di libri per ragazzi è oggi una delle realtà editoriali indipendenti europee più attive sia per l’acquisto di diritti che nella vendita dei propri titoli all’estero.

Ragazzi a 360 gradi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2012

di Elisa Molinari

Distribuzione capillare, catalogo differenziato e inizative in libreria. Come cambia il settore ragazzi per un gruppo articolato come Giunti? Ne parliamo con Beatrice Fini, direttore editoriale Giunti.

Milano capitale del Paese che vuole leggere

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Redazione

«Un modello esemplare di come pubblico e privato possano collaborare per la crescita culturale dei cittadini». Con queste parole il Ministro Dario Franceschini salutava il lancio di #ioleggoperché durante la conferenza stampa di presentazione del progetto ideato da Aie e supportato da tutta la filiera. Proprio da questo assunto siamo partiti per investigare il peso che le politiche culturali portate avanti da un’amministrazione pubblica locale possono avere nella vita di una città, ma soprattutto dei suoi cittadini. E quale città meglio Milano, Città del libro 2015 e palcoscenico del grande evento live che il 23 aprile rappresenterà il culmine di #ioleggoperché? Ne abbiamo parlato con l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno.

Vedi alla parola «lettura»

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Giovanni Peresson

Se si pensava che la lettura di libri in Italia venisse salvata dai «ragazzini», ecco pronta la smentita. Già lo avevamo accennato sul numero scorso del «Giornale della Libreria» ma i bambini di 6-10 anni leggono oggi in misura minore rispetto al 2013 (se ne sono persi in un anno 176 mila), e altrettanto fanno gli 11-14enni (432 mila in meno). In totale, nelle età che coincidono con le prime fasce scolari, abbiamo in 365 giorni una perdita di 608 mila lettori. Quasi 1.700 al giorno! È come se 64 classi scolastiche smettessero dalla mattina alla sera di leggere libri diversi da quelli di scuola. Il paradigma – e il dogma di fede – era di questo genere: bambini e ragazzi leggono e leggeranno sempre di più (anche se con crescite non eclatanti un anno sull’altro); qualcuno lo perderemo per strada al crescere dell’età traviato da Tv, tecnologie, da una «cattiva scuola»; ma poco a poco – con un effetto onda – crescendo, avremo che anche le fasce adulte manterranno il gusto e l’interesse per la lettura. Niente di meno vero – per lo meno dal 2013! – tanto che oggi possiamo dire che si trattava di un concetto e di un paradigma su cui abbiamo costruito il nostro modo di guardare al mercato ma che ormai non funziona più.

Dietro le quinte di #ioleggoperché

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2015

di Interviste a cura di P. Sereni

È uno dei più vasti eventi di promozione della lettura dell’ultimo decennio e si propone di mettere un libro in mano a 240mila non lettori. Ma come è nata ed è stata costruita la campagna #ioleggoperché? Lo abbiamo chiesto direttamente alle persone che, ben prima del lancio dell’iniziativa in una affollatissima conferenza stampa a Milano, hanno seguito i lavori dei molteplici comitati interni all’Associazione. Quello che emerge è il grande entusiasmo e il forte spirito di squadra che ha guidato il lavoro di tutti e che, senz’altro, è il presupposto migliore per il successo di questa prima edizione dell’iniziativa.

Gusti che cambiano

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2015

di Dennis Abrams

Se in Italia la lettura è in calo, anche negli Stati Uniti, dove comunque si legge più che da noi, la situazione non è delle più rosee. L’ultimo report del National Endowment for Arts, A Decade of Arts Engagement, ha infatti aperto nuovi scenari su cosa e come leggono gli americani. Ad emergere è una forte disaffezione verso il romanzo e la narrativa. Infatti, secondo il recente sondaggio che ha coinvolto più di 37mila americani, il numero di adulti che ha letto almeno un romanzo, un testo teatrale o un testo poetico è passato dal 50% del 2008 al 47% del 2012 (trent’anni fa la percentuale era del 56%). I dati mostrano come il 2008 sia stato l’ultimo anno in cui la lettura di narrativa abbia presentato un andamento positivo mentre oggi siamo tornati ai livelli del 2002. Il declino della narrativa si è verificato soprattutto tra i bianchi americani senza distinzioni di genere o estrazione sociale. I numeri sono invece rimasti sostanzialmente invariati tra i gruppi non bianchi ed ispanici.

Spazio ai bambini

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2012

di Lorenza Biava

Anche le catene – e i multistore – in questi ultimi anni si sono preoccupati di sviluppare settori ragazzi in cui coniugare assortimento e servizio. Fabio Brugnoli, direttore acquisti e direttore ufficio marketing di Librerie Feltrinelli, e Patrizia Elena, responsabile del progetto Mobi Mobi – Mondadori Bimbo, spiegano la filosofia che sta dietro ai due progetti.

Stare in ascolto

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Giugno 2011

di Laura Novati

Era un fenomeno abbastanza incomprensibile: come si spiegava il fatto che mentre la produzione e la vendita di audiolibri cresceva in tutto il mondo occidentale, specialmente in Germania e negli Usa, da noi questo mercato praticamente continuava a non esistere, fatta eccezione per i supporti magnetici allegati a libri di testo scolastici o del settore educational o ad altre proposte consimili?

Editoria cattolica e nuovi lettori

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2011

di Giorgio Raccis

C’è un fatto che emerge evidente dalle ultime indagini realizzate dall’Unione degli editori e librai cattolici italiani (Uelci): il mercato dell’editoria cattolica in Italia è in costante crescita, così come cresce il numero di coloro che leggono libri di argomento religioso.

L'aerodinamica del calabrone

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2015

di Giovanni Peresson

Il mercato dei ragazzi ricorda la paradossale aerodinamica del calabrone: la superficie alare è incompatibile con la massa dell’insetto ma – lo si è capito poi – la conformazione delle ali è tale da essere in grado di generare dei micro vortici che finiscono per aumentarne l’efficienza permettendone il volo. Fuor di metafora: cosa permette al settore ragazzi di «volare» ben al di sopra della media del settore del libro in Italia? Cominciamo a guardare meglio l’andamento demografico di questi anni. Limitiamoci per comodità agli anni del «post» censimento (che, lo ricordiamo, è stato realizzato nel 2011): tra 2012 e 2014 ci sono 212 mila bambini in più (il dato comprende i figli degli immigrati che presentano indici di natalità più elevati di quelli della popolazione residente, ma redditi più bassi).

Messaggeri in ateneo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2015

di Gabriele Pepi

Templi del sapere e della condivisione, le università italiane – anche grazie all’impegno e alla disponibilità degli editori del Gruppo accademico professionale dell’Associazione – costituiscono uno dei luoghi principali per il reclutamento dei messaggeri di ioleggoperché. Ne abbiamo parlato con Claudia Napolitano (Pisa University Press) e Maurizio Messina (Guerini Next) che si sono occupati attivamente all’interno del Gap degli aspetti organizzativi e del coinvolgimento degli atenei.

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