In occasione della passata edizione del Salone del libro di Torino, il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini lanciò una provocazione: «Tutte le Tv, da Rai a Mediaset a Sky, le pubbliche e le private, hanno fatto tanti danni in questi anni alla lettura che adesso
devono risarcire. Come? Facendo più trasmissioni che presentino libri, facendo pubblicità alla lettura. In ogni fiction, o film in televisione, o show che io veda, c’è sempre uno che parla, che litiga, che ama e che fa pace, ma mai qualcuno che legga un libro o un presentatore con un libro in mano».
Tale dichiarazione suscitò reazioni contrastanti da più parti. Massimo Turchetta, direttore generale Libri Trade della Rcs-Rizzoli, commentò su «Repubblica»: «Premesso che lo stato in cui versa il nostro mercato editoriale non è così disastroso come lo si dipinge, penso che occorra uscire un po’ dal “ghetto” del libro in Tv. I libri e i loro contenuti devono contaminare la televisione. È quanto è accaduto con il libro di Alan Friedman. Oppure con Gomorra di Roberto Saviano: un’opera che ha dato origine a una fiction».
Simone Cosimini, giornalista, scrisse invece su «Wired»: «Il fatto è che se il ministro della Cultura considera Rai, Mediaset e Sky come i principali operatori culturali nazionali – avesse detto la scuola, pure – sceglie di autotrincerarsi all’interno di categorie che sono cambiate
perfino per quegli stessi soggetti. […] La cultura, da sempre, vive fra la gente. E ora che le persone trascorrono pezzi sempre più cospicui delle proprie esistenze anche on line, parte della cultura – che è il racconto e l’approfondimento che gli individui fanno del mondo e dei suoi connotati – passa da lì. […] Che c’entra la Tv con tutto questo?».
Eppure la televisione un effetto sulle vendite dei libri ce l’ha ed è oggettivo: l’Ufficio studi Aie lo indagò nel 2013, con l’indagine Nuove evidenze: libri ed editori nei blog e in Tv. Gli effetti sulle vendite, presentata quell’anno al Salone di Torino.
Della presenza dei libri in televisione abbiamo parlato con Piero Dorfles, giornalista, critico letterario e conduttore di Per un pugno di libri insieme a Geppi Cucciari.