La rivistaOcchi su Bruxelles
di Lorenza Biava
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10.1390/GDL_201412_occhi_Bruxelles
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Il 9 dicembre prossimo a Bruxelles si decidono le sorti del mercato del libro e della lettura digitale: quella data, in cui si riunirà il Consiglio Ecofin, in futuro potrebbe rappresentare una pietra miliare per la fine della disparità di trattamento fiscale che oppone libri di carta e libri digitali. Oppure no, e in tal caso l’Italia potrebbe anche decidere di non adeguarsi al giudizio europeo.
Al momento in cui scriviamo, la metà di novembre, non abbiamo modo di sapere quali saranno le sorti dell’istanza, ma possiamo dire fin d’ora che, qualunque siano gli esiti dei passi intermedi che ci porteranno al Consiglio Ecofin, è intenzione dell’Associazione italiana editori sostenere con tutte le proprie forze la campagna Un libro è un libro, lanciata per dire no alla discriminazione che nega agli e-book la dignità di oggetto culturale, equiparandoli invece a software e videogames. Proprio in questi giorni l’iniziativa è al rush finale.
L’abbiamo ripercorsa con Laura Donnini, vice presidente di Aie e uno dei promotori del progetto per l’Associazione.
Ancora Più libri
di Gabriele Pepi
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10.1390/GDL_201412_ancora_libri
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Al Palazzo dei Congressi dell’Eur è tutto pronto per la tredicesima edizione della più importante manifestazione dedicata alla piccola e media editoria italiana.
Gli stand sono allestiti, le sale pronte ad accogliere gli oltre 300 eventi della convegnistica e i corridoi aspettano, innaturalmente silenziosi, il flusso allegro e interminabile dei 50-55 mila visitatori medi che ogni anno fanno tappa a Più libri. È proprio in questo momento di operosa calma, prima che si apra il sipario sui cinque ricchissimi e sfiancanti giorni della kermesse, che incontriamo Fabio Del Giudice, direttore di Più libri, per farci raccontare le novità di questa edizione ma anche per chiedergli di come l’editoria indipendente stia reagendo alla crisi.
I sommersi e i salvati
di Giovanni Peresson
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10.1390/GDL_201412_sommersi_salvati
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Le storie guidano il mondo e la piccola e media editoria italiana è uno dei più vasti e ricchi laboratori di narrazioni attivi nel nostro panorama culturale. Portavoce di universi narrativi e instancabili organizzatori di cultura capaci di interpretare i desideri dei lettori e trasformarli in libri, gli oltre 400 marchi presenti a Più libri più liberi rappresentano una ricchezza inestimabile per il settore. Tuttavia troppo spesso, invece di raccontare queste storie e ciò che di positivo va costruendosi, indugiamo sulla narrazione della crisi e dei suoi effetti che, certo, sono reali e presenti, ma per fortuna non sono l’unica chiave interpretativa per analizzare quanto sta accadendo oggi.
In un Paese in cui di «grandi imprese» industriali ne restano poche e il tessuto della piccola media imprenditoria versa da tempo in gravi condizioni a causa delle difficoltà nell’accesso al credito, della non elevata propensione all’innovazione tecnologica, della scarsa attenzione alla formazione e all’internazionalizzazione e via elencando, non c’è da stupirsi se la piccola editoria ha ottenuto in questi anni risultati inferiori a quelli della media del settore.
Il 2014 è il quarto anno di una crisi che ha iniziato a cambiare il settore: dai modi di acquistare e leggere dei clienti alla comunicazione, fino al diverso peso assunto dai vari canali di vendita che, a fronte della crescita dell’e-commerce del libro fisico e dell’e-book, registrano il calo della quota di mercato della libreria.
Insieme verso il futuro
di Redazione
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10.1390/GDL_201412_insieme_futuro
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Lo scorso anno il bacino dei lettori si è ristretto del 6,1%, il mercato si è ridimensionato (-4,7%) e si registra un andamento negativo – per la prima volta – nel numero di titoli pubblicati (-4,1%).
Di fronte a questo scenario sconfortante sono in atto grandi trasformazioni in tutta la filiera del libro, che sta concentrando risorse, idee ed energie per sopravvivere alla crisi.
Sul «GdL» di novembre vi abbiamo proposto il punto di vista dei librai sulla situazione attuale, su questo numero riportiamo quello degli editori indipendenti.
Format di innovazione
di Giulia Bussotti
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10.1390/GDL_201412_format_innovazione
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Editech è un appuntamento ormai consolidato tra le attività formative di Aie, dal 2008 è l’occasione per fornire agli editori un momento di approfondimento con esperti internazionali sul tema dell’innovazione tecnologica in campo editoriale.
Proprio con Editech si sono sperimentate negli anni diverse formule di aggiornamento professionale e quest’anno si è molto lavorato con la commissione digitale di Aie per proporre un incontro che fosse nuovo ed efficace, e che fornisse una reale occasione di confronto e di esperienza formativa.
Quest’anno si è proposto un format aperto a diversi tipi di professionalità, editori, ma anche service e sponsor. La due giorni si è tenuta presso H-Farm, incubatore italiano di start-up e culla dell’innovazione tecnologica made in Italy, dove siamo riusciti a instaurare gruppi di lavoro residenziali e operativi, fatti di workshop in cui il confronto con gli esperti internazionali sulle esigenze derivate dallo stato dei lavori in Italia si è alternato al dialogo tra pari. La scelta del nuovo format è stata premiata.
Il risultato? Una full immersion in un ambiente innovativo e intersettoriale che ha generato una risposta positiva da parte di tutti i partecipanti. A Editech quest’anno hanno preso parte 31 diverse aziende che operano nel settore editoriale, erano presenti tutti i grandi gruppi editoriali e una importante rappresentanza di quelli indipendenti.
Più vicino agli editori
di Lorenza Biava
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10.1390/GDL_201412_vicino_editori
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Arriviamo a Monaco di Baviera in una grigia mattina di novembre per partecipare alla Publisher & Book Printing Conference organizzata da Canon nel consumer experience center di Poing, un vasto spazio espositivo dove gli utenti possono toccare con mano e vedere in azione le ultime tecnologie proposte dall’azienda giapponese – tra cui la nuova ImageStream 3500 – e incontrare circa duecento addetti ai lavori tra editori e stampatori.
In un momento in cui il digitale sta trasformando radicalmente i processi in atto nella filiera, passeggiando nell’area espositiva viene da chiedersi come i maggiori produttori di macchine per la stampa percepiscano questi cambiamenti e se ne siano in qualche modo allarmati. «L’e-book rappresenta per noi una grande sfida, ma allo stesso tempo è anche un’opportunità incredibile per il segmento della stampa digitale – spiega Peter Wolff, a capo della divisione commerciale di Canon Europa – lo sviluppo dell’editoria digitale incide sulle tirature che, complice una maggior attenzione agli investimenti dettata dalla crisi economica, tendono oggi a diminuire, aprendo scenari assai interessanti per chi come noi sta investendo sulle tecnologie di stampa digitale».
Ma non è il nascente mercato e-book l’unico fattore che sembra giocare a favore della stampa digitale. «La crescita dell’e-commerce del libro cartaceo, la preferenza per ordini iniziali sempre più bassi da parte dei retailer, la contrazione delle vendite dei titoli di backlist cartacei e la crisi delle librerie, stanno cambiando l’ecosistema del libro fisico, rendendo sempre più convenienti le soluzioni offerte dalla stampa digitale.
Storie sulla rete
di Andrea Boscaro
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10.1390/GDL_201412_storie_rete
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Ciò che abbiamo visto nei nostri contributi precedenti e riferito ad aspetti, quali l’indicizzazione sui motori di ricerca e l’utilizzo il più possibile efficace dei social media per la promozione dei nostri libri, ci sollecita ad individuare correttamente lo storytelling con il quale costruire il climax che prepari l’uscita del libro e ne valorizzi la ricezione sia presso i lettori che presso i blogger letterari e, più in generale, gli influencers on line.
Il lavoro in questo senso deve essere parallelamente fatto sul libro e sull’autore come dimostra l’esempio di Guy Kawasaki che si serve in modo sinergico di tutte le piattaforme digitali: dal più conosciuto Facebook ai social media meno diffusi come Google Plus.
Dobbiamo infatti sempre considerare che, se Facebook nel nostro Paese è il principale social network raggiungendo 26 milioni di utenti su 28 milioni di navigatori, anche gli altri social media hanno un pubblico che, proprio perché specifico, ma molto fedele, può essere utile per raggiungere community di nicchia: da valutare quindi non solo Twitter – che raggiunge in Italia 8 milioni di iscritti e 3 milioni e mezzo di utenti attivi – ma anche Pinterest che con i suoi quasi 600 mila utenti è particolarmente significativo per un pubblico femminile ed è quindi particolarmente indicato in caso di testi indirizzati a quel target: libri di cucina, di design o di architettura riceveranno un’accoglienza di indiscutibile valore su Pinterest senza dimenticare infine Instagram che, sul target più giovane, sta prendendo piede e forse è il social network più interessante.
Libri da (video)giocare
di Elena Vergine
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10.1390/GDL_201412_libri_giocare
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Chi lo dice che i videogiochi siano la forma di intrattenimento più lontana – quando non concorrenziale – rispetto al libro? A dir la verità a sostenerlo sono in molti, sulle pagine del «GdL», in un suo editoriale intitolato Publishing’s Front Lines, Edward Nawotka (Editor in Chief di «Publishing Perspectives») sottolineava: «In realtà l’editoria non è in guerra con sé stessa. Il vero fronte è contro la miriade di distrazioni digitali che hanno
spostato l’attenzione dei consumatori dai libri. Leggi: i videogiochi». E non è l’unico a pensarla così.
Tuttavia la tendenza che emerge dalle principali fiere di settore italiane e internazionali si colloca su un altro fronte. Gli editori hanno dimostrato di avere l’interesse, la necessità e la voglia di capire meglio il mondo dei videogiochi perché il successo di nuovi prodotti «ibridi» e le possibilità offerte dalle tecnologie digitali hanno modificato la vecchia percezione dell’intrattenimento digitale come qualcosa di antitetico ed estraneo rispetto ai libri, per lasciare il posto ad una corrente più aperta e possibilista, incuriosita da quanto questo mondo avrebbe da offrire anche in termini economici e di crescita.
Secondo il Global Games Market Report di Newzoo, una ricerca realizzata su scala mondiale, entro il 2016 il mercato globale dei videogames arriverà a valere qualcosa come 86,1 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annua del 6,7%.
La lettura fotografata
di Giovanni Peresson
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10.1390/GDL_201412_lettura_fotografata
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I numeri non rappresentano più le trasformazioni che sta subendo la lettura in questi anni. Dicono sempre meno di come stanno cambiando i modi, i tempi, i luoghi, e i supporti su cui si legge. Perché i cambiamenti sono molto più rapidi di un tempo, e perché sono soprattutto le dimensioni qualitative del leggere a mutare e a diventare rilevanti per editori, autori e librai.
Tali dimensioni aiutano a pensare a storie, a prodotti editoriali: quando si vede un bambino che cerca di attivare le illustrazioni sulle pagine di un libro cartaceo come se il libro fosse un tablet, ci troviamo di fronte a un’informazione importante sull’evoluzione della lettura, su come il pubblico vorrà vedere organizzate e presentate le storie che ama dall’editore.
Alle statistiche si deve quindi affiancare un’antropologia della lettura. Un’antropologia che si fa osservatorio dei cambiamenti dei modi di leggere, e delle forme stesse del supporto attraverso cui il lettore entra nelle storie. Un’antropologia fatta di scatti che documentino, oggi, la «lettura praticata»: i luoghi, i comportamenti, i tic, le posture. Il modo stesso di interpretare la lettura da parte di chi oggi la fotografa.
Questa l’idea di partenza dell’Associazione italiana editori e del «Giornale della libreria». Un’idea che si è tradotta, grazie all’aiuto dell’Istituto italiano di fotografia (Iif), nella mostra La lettura fotografata, tenutasi dal 14 al 16 novembre in occasione di Bookcity a Milano. A partire da questo numero del «GdL», riproporremo via via le 30 fotografie che compongono il progetto e scattate da 11 giovani fotografi dell’Iif coordinati dalla docente Wanda Perrone Capano.
Il libro nell'orto
di Emilio Sarno
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10.1390/GDL_201412_libro_orto
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Boschi verticali, villette con giardino, orti metropolitani sui tetti delle case o sui terrazzi, orti e giardini nella casa di campagna. Rubriche sulla stampa periodica, mensili specializzati (almeno cinque a cominciare dal più noto «Gardenia» con 574 mila lettori nel numero medio; Fonte Ads 2014/II). Garden center e fiere del florovivavismo (la più nota quella di Verbania) tra rose, gardenie, orchidee o piante grasse. Un turismo stagionale da fine settimana tra garden center e vivai. Sono queste – e l’elenco potrebbe continuare – le coordinate entro cui si muovono gli appassionati di giardinaggio e di orticultura.
L’amore per il «verde», la cura del giardino o dell’orto, la cultura e la rinnovata attenzione verso queste dimensioni valoriali è sicuramente, da anni, una dimensione in crescita. Collegata com’è a componenti salutistiche, alla maggior attenzione e cura dell’ambiente domestico, al cibo «sano», a «km 0» e tanto meglio se autoprodotto nell’orto di casa, ai processi sociali di de-urbanizzazione e fuga verso cascine, casali o, più spesso, verso i piccoli comuni che circondano le metropoli, caratterizzati dalle villette a schiera con immancabile giardinetto (e annessi nanetti) da accudire.
Se da un lato le dimensioni economiche del settore (fiori e piante da giardino) generano un mercato domestico di oltre 2 miliardi di euro (Fonte: Assogarden) – pur risentendo dal 2012 degli effetti di una maggior attenzione alla spesa da parte della famiglie (-6%) – dall’altro indicano come nel nostro Paese le famiglie «con vocazione e pratica del verde» sono complessivamente qualcosa come 12,5 milioni (Fonte: Nielsen).
Passione verde
di Redazione
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10.1390/GDL_201412_passione_verde
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La cura del verde, la sensibilità verso i temi dell’ecologia, del mangiare biologico, del condurre uno stile di vita sano e del ritorno alla coltivazione della terra anche come «pratica spirituale» sono solo alcuni degli argomenti trattati dall’editoria di giardinaggio e orticultura. Un segmento della manualistica che, in questi anni, vede allargarsi quello che storicamente era il suo target di riferimento – lettori deboli, di mezza età, spesso casalinghe con molto tempo a disposizione – per andare a parlare ad una fascia molto più ampia di popolazione e ponendosi come argomento trasversale che interessa un pubblico di tutte le età, di tutte le professioni e di cultura medio alta.
Nella frenesia della vita moderna e nel grigiore dell’ambiente urbano, l’orto sul terrazzo e il verde casalingo, stanno diventando sempre più questioni di status, afferenti alla sfera del lifestyle.
Alle nuove esigenze dei lettori e alle mode del momento gli editori che presidiano il settore rispondono con libri di qualità, sia formale che testuale, che affiancano alle necessità pratiche e al «saper fare» una buona dose di insegnamenti teorici e relativi allo stile di vita che posizionano la passione per il verde entro una sfera di serenità e di evasione, quale che sia l’ambiente in cui la si pratica.
Un bouquet di titoli
di Serena Baccarin
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GDL_201412_bouquet_titoli
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Da 25 anni, nel cuore di Milano, esiste una libreria che è un punto di riferimento per tutti i lettori appassionati di natura, botanica e giardinaggio. Un pubblico di nicchia, ma dal gusto esigente e molto raffinato. Dalla progettazione dei giardini all’entomologia, l’offerta di titoli che si incontra alla Libreria della Natura è ampia e diversificata, fino a giungere alla produzione e alla vendita di e-book e applicazioni. Gian Cristoforo Bozano, che con la socia Valentina Romano gestisce la libreria, ci racconta le peculiarità di un settore librario per certi versi atipico e spesso inesplorato dagli editori italiani.
La versione di Gud: Natale is coming
di Redazione
Codice DOI
10.1390/GDL_201412_Gud_Natale
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Dicembre è il mese delle feste e dei regali, il problema è individuare quello giusto e... muoversi per tempo! In questa tavola Gud, tormentato dagli spiriti del Natale, decide di risolvere i suoi problemi mettendo un libro sotto l'albero...
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