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Marzo 2015

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Marzo 2015
Fascicolo digitale

La rivista

Classifiche
Abstract
È la politica, seppur romanzata, a guidare la classifica generale e quella di Narrativa. Due Paesi, Italia e Francia, due autori di fama mondiale, Umberto Eco e Michel Houellebecq, e due romanzi, Numero Zero e Sottomissione che in maniera più o meno indiretta fanno i conti con i grandi temi che animano la scena politica presente, passata e futura con un taglio ironico e amaro. Eco fa un salto indietro di 23 anni, nell’Italia a cavallo tra lo stragismo di mafia e di Mani pulite e parla di giornalismo, di quello cattivo, lasciando trasparire una critica non troppo velata sui tempi presenti. Houellebecq invece fa un salto in avanti di 7 anni e tratteggia lo scenario politico della Francia del 2022 dove il presidente musulmano Ben Abbes, vince le elezioni e islamizza la società. Come è ovvio si tratta di due libri già molto discussi, che dividono la critica su più fronti e che si possono paragonare solo in quanto si contendono il primato in libreria a gennaio, un mese convulso e segnato dal tragico attentato parigino alla redazione di «Charlie Hebdo». L’Europa di oggi è stata spinta, brutalmente, a riflettere su sé stessa ed è qui che il ruolo del libro si fa fondamentale. Laddove i giornali, Internet e la televisione tentano di coprire l’attimo presente, il ruolo dell’approfondimento, della riflessione intima, della metafora che aiuta ad espandere la coscienza, a trasformare le opinioni volatili in convinzioni più o meno salde è ancora del libro. E qui la narrativa può giocare un ruolo fondamentale, sconfinando in un campo che troppo spesso si crede di proprietà esclusiva della saggistica. In un momento in cui si denuncia e si combatte, giustamente, per contrastare il fenomeno del calo della lettura, gli editori dovrebbero riflettere sul ruolo fondamentale ed esclusivo che ancora possono giocare, con le loro pubblicazioni, nel presente.
La versione di Marta Baroni: Bologna book fair
Abstract
Marzo è il mese della Bologna Children's Book Fair e Marta Baroni, con la sua tavola, ci fa fare un tuffo nei grandi libri d'infanzia italiani e internazionali per incontrare i personaggi più noti del mondo dell'editoria per ragazzi.
I numeri della produzione
Abstract
Cala il prezzo medio dei libri pubblicati a dicembre: si passa dai 20,39 euro del 2011 ai 18,99 euro del dicembre 2014 (-6,9%), segno di una continua attenzione degli editori italiani al tema del prezzo, soprattutto in un periodo delicato e pieno di aspettative come il Natale.
Dietro le quinte di #ioleggoperché
di Interviste a cura di P. Sereni
 
Abstract
È uno dei più vasti eventi di promozione della lettura dell’ultimo decennio e si propone di mettere un libro in mano a 240mila non lettori. Ma come è nata ed è stata costruita la campagna #ioleggoperché? Lo abbiamo chiesto direttamente alle persone che, ben prima del lancio dell’iniziativa in una affollatissima conferenza stampa a Milano, hanno seguito i lavori dei molteplici comitati interni all’Associazione. Quello che emerge è il grande entusiasmo e il forte spirito di squadra che ha guidato il lavoro di tutti e che, senz’altro, è il presupposto migliore per il successo di questa prima edizione dell’iniziativa.
Pronti a tutto per farvi leggere!
di Intervista a cura di E. Vergine
 
Abstract
Il cuore, il fulcro di #ioleggoperché, il più ambizioso progetto di promozione della lettura che si sia visto finora in Italia, sono i messaggeri del libro, lettori forti e appassionati, gli unici in grado di trasmettere la passione per il libro e la lettura ai non lettori o ai lettori casuali. Del resto, anche prima che l’algoritmo di Amazon tentasse di replicarlo artificialmente, il passaparola è da sempre indicato come il principale vettore che porta il lettore alla decisione di acquistare un particolare titolo. Oggi poi, le nuove tecnologie e i social network creano e animano nuove comunità virtuali di lettori. Recensioni, discussioni, pareri e consigli che affollano i blog letterari rappresentavano, già nel 2009, per i 14-19enni il 15% delle motivazioni che portano alla scelta di un libro da comprare contro il 12% delle recensioni lette sui giornali, mentre in generale il passaparola muoveva gli acquisti del 38% dei lettori, superato solo dal genuino e personale interesse per l’argomento o il genere. La sfida oggi è trasmettere l’interesse per il libro non tanto agli altri lettori forti, quanto ai lettori occasionali fino ad arrivare ai non lettori. Per innescare questo effetto «domino» #ioleggoperché attribuisce ai messaggeri un ruolo strategico e mette a loro disposizione tutta una serie di meccanismi per coinvolgerli e farli sentire parte di una comunità che trova il suo collante nella passione per la lettura. Di questi e molti altri aspetti abbiamo parlato con Marco Zapparoli (delegato Aie per la Lombardia e responsabile del comitato messaggeri).
Messaggeri in ateneo
Abstract
Templi del sapere e della condivisione, le università italiane – anche grazie all’impegno e alla disponibilità degli editori del Gruppo accademico professionale dell’Associazione – costituiscono uno dei luoghi principali per il reclutamento dei messaggeri di ioleggoperché. Ne abbiamo parlato con Claudia Napolitano (Pisa University Press) e Maurizio Messina (Guerini Next) che si sono occupati attivamente all’interno del Gap degli aspetti organizzativi e del coinvolgimento degli atenei.
La crisi dei tascabili
Abstract
Il mercato dei tascabili non è più quello di una volta! La libreria li percepisce in modo diverso, la promozione di questo formato non è più stagionale, ma si snoda durante tutto l’anno e soprattutto risentono della crisi della Gdo e della crescita dell’e-commerce. Esiste poi una correlazione col calo della lettura poiché questo formato, a basso prezzo e dall’ampia distribuzione anche fuori dalle quattro mura delle librerie, faceva presa sui lettori cosiddetti occasionali, proprio quelli che si sono recentemente allontanati dalla lettura. Eppure i tascabili sono rimasti – e devono rimanere – una delle colonne portanti del catalogo editoriale, una ricchezza da valorizzare e su cui dobbiamo continuare a puntare.
L'aerodinamica del calabrone
Abstract
Il mercato dei ragazzi ricorda la paradossale aerodinamica del calabrone: la superficie alare è incompatibile con la massa dell’insetto ma – lo si è capito poi – la conformazione delle ali è tale da essere in grado di generare dei micro vortici che finiscono per aumentarne l’efficienza permettendone il volo. Fuor di metafora: cosa permette al settore ragazzi di «volare» ben al di sopra della media del settore del libro in Italia? Cominciamo a guardare meglio l’andamento demografico di questi anni. Limitiamoci per comodità agli anni del «post» censimento (che, lo ricordiamo, è stato realizzato nel 2011): tra 2012 e 2014 ci sono 212 mila bambini in più (il dato comprende i figli degli immigrati che presentano indici di natalità più elevati di quelli della popolazione residente, ma redditi più bassi).
Il polso del mercato
Abstract
Lo abbiamo visto nelle pagine precedenti, il mercato ragazzi anche quest’anno si rivela un’oasi felice per il settore. Ma se pure i dati lo danno in crescita, l’editore non può permettersi di sottovalutare come sta cambiando il suo cliente finale: il bambino. Se è opinione comune che le fasce più giovani della popolazione siano anche quelle più riparate dalla penetrazione delle tecnologie, le cose oggi non stanno più esattamente così e l’età attorno alla quale i genitori permettono ai figli di venire a contatto con tablet e smartphone è sempre più bassa. Capire questi cambiamenti e come incidono sui gusti di bambini e ragazzi è la chiave per gli editori per riuscire a proporre prodotti allettanti e ispiranti, capaci di convincere i genitori ma anche e soprattutto di invogliare i bambini a occupare parte del loro tempo leggendo. Proprio ad inquadrare questi cambiamenti e i relativi universi narrativi e mediali di riferimento, sono stati dedicati i Kids Marketing Days promossi da Doxa con la partnership di Aie lo scorso 4-5 marzo a Milano: il primo evento italiano dedicato alle strategie di family marketing e all’incontro tra operatori e aziende che si rivolgono al target bambini e famiglie. Abbiamo chiesto a Cristina Liverani, di Doxa, di raccontarci come stanno cambiando le abitudini dei più piccoli e il loro rapporto con la tecnologia.
Se il libro lo salvano i ragazzi
Abstract
..."Il calo dei lettori è estremamente preoccupante, soprattutto perché il trend di perdita dei lettori si anticipa sempre più! Di certo ci troviamo di fronte anche agli effetti del calo delle nascite che ha fatto sì che, rispetto a qualche anno fa, la popolazione delle varie fasce d’età sia diminuita ma, detto ciò, il segno «meno» rimane. Il vero problema è che sono anni che non riusciamo a consolidare la popolazione dei lettori: si legge perché esce il bestseller e non perché si ama leggere. Ma le cose devono cambiare, perché non possiamo permetterci di perdere i lettori già a questa età. Farlo non sarà facile, perché significa agire sulla cultura stessa del nostro Paese raccontando, sulla lettura, una storia diversa, capace di renderla appetibile e soprattutto agendo sulla scuola e sulle biblioteche per creare sinergie capaci di rendere l’accesso al libro facile e continuativo.
Perché i bambini non leggono più?
Abstract
Come mai i ragazzi non leggono più? Al di là del calo demografico, che comunque incide sul numero totale dei ragazzi che annualmente entrano nel perimetro della lettura, abbiamo cercato di indagare, con l’aiuto di alcune voci autorevoli del settore, le ragioni che sono alla base di quello che con una metafora azzeccata abbiamo definito il «paradosso del calabrone» (vedi G. Peresson, L’aerodinamica del calabrone, pp. 20-22).
Sempre la stessa storia
di Pierdomenico Baccalario e Davide Morosinotto
 
Abstract
Le letteratura per ragazzi di quando ero ragazzo – e quindi ormai trent’anni fa – era ricchissima di luoghi, personaggi, avventure e immaginari che non potevano essere più diversi tra loro. C’erano le giungle di Tarzan e i mari orientali dei pirati. C’era il West e c’erano le astronavi. C’erano l’Africa nera e la Terra del Fuoco, l’Antartide con basi militari perdute e mostri di Frankenstein che vagavano tra i ghiacci; i vicoli di Praga dove ci si poteva imbattere in un Golem, un vampiro o un alchimista pazzo. C’erano mondi dietro l’armadio, mondi a cui si accedeva sbattendo i tacchi delle scarpette rosse, rotolando in una tana di coniglio, attraversando uno specchio e altri che non potevano proprio essere raggiunti. Erano storie dove si scopriva qualcosa del nostro pianeta e dei suoi abitanti, seppur trasfigurati dall’occhio immaginario degli scrittori. Da lettore cercavo di imitare i comportamenti degli eroi, ma anche dei cattivi. E di servirmi dello sguardo della mia immaginazione per ritrovare le suggestioni di quei libri. Piramidi, pianeti stellari e moschettieri vivevano contemporaneamente con me nel bosco di casa. La magia era la mia testa. A trent’anni di distanza queste avventure sembrano perdute. E la magia è diventata una scusa commerciale.
Il 2015 dei ragazzi
Abstract
Un buon libro per bambini non è più (o forse non è mai stato) solo un libro per bambini. Moltissimi adulti infatti amano leggere e rileggere i libri che hanno prediletto nella loro infanzia, tanto che alcuni di loro, se il caso ha voluto che nella vita adulta arrivassero ad esercitare la professione delle lettere, finiscono anche per scriverli. È il caso di celebri autori di thriller come James Patterson e la sua serie dedicata alla vita durante la scuola media o John Grisham con il suo Theodore Boone, ma anche di acclamati scrittori di narrativa come Salman Rushdie – che ha recentemente espresso la propria convinzione che di tutta la sua pluri premiata opera, l’unico libro che è certo che resterà ai posteri è Harun e il mar delle storie scritto, appunto, per i ragazzi – e di autori trasversali come Neil Gaiman. Ma si tratta di un fenomeno molto più ampio e popolare che ha finito per coinvolgere, a più livelli, anche altre categorie di aspiranti scrittori – da Madonna a Jim Carrey – convinti che la porta d’accesso migliore per guadagnarsi il patentino di autore siano le letture per i più piccoli. Tutti desiderosi di scrivere libri per ragazzi dunque, ma perché? Forse perché i libri per bambini non solo sono strumenti fondamentali per formare le coscienze dei futuri adulti ma sono anche un patrimonio di storie capace di sedimentarsi nella nostra mente, influenzando la nostra percezione del mondo per molti anni a venire.
Ascoltiamo i bambini
Abstract
Un layout facilmente leggibile, un tappeto morbido e iniziative che stimolino la curiosità. Sono tutti elementi che contribuiscono a rendere la libreria per ragazzi un luogo accogliente, in cui il piccolo cliente può operare le sue scelte per essere il lettore forte di domani. Alice Della Puppa, titolare dal 2010 della Libreria Baobab di Porcia (Pordenone), ci dà 10 buoni consigli per gestire al meglio una libreria per ragazzi.
The kids are all right
Abstract
Nonostante le brutte notizie delle statistiche sulla lettura, rimane una consolazione: i libri possono ancora contare su bambini e ragazzi. Consolazione non solo italiana, perché le previsioni per questo settore dell’editoria, che può sfruttare meglio di altri le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, sembrano ottimistiche anche nel resto del mondo. Vediamo cosa succede in tre mercati importanti come Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. I libri per ragazzi costituiscono il 37% del mercato editoriale americano e ne incoraggiano la crescita. Stando ai dati presentati dal presidente di Nielsen Book Jonathan Nowell a Digital Book World, tenutosi a New York a gennaio, gli e-book rappresentano il 21% delle vendite del 2014. L’approccio al digitale è sempre più precoce, ma il cartaceo mantiene la sua importanza, e l’ultimo anno ha visto crescere in particolare (+22%) le vendite dei «board books», i libri di piccolo formato, ma in cartoncino spesso, per i più piccoli. Nowell sottolinea l’importanza dei brand (Star Wars, le principesse Disney) e di mezzi come YouTube, che consentono anche a chi parte da zero di farsi pubblicità e raggiungere successi inaspettati grazie alla diffusione virale e alla condivisione sui social. Fa inoltre un’importante osservazione: non capita di rado che i libri per ragazzi vengano in realtà acquistati da adulti senza figli per interesse personale. Proprio la categoria Young Adult si è rivelata da qualche anno fonte sempre più ricca di bestseller mondiali, come le trilogie di Hunger Games, Divergent o i romanzi di John Green, le cui vendite di milioni di copie hanno contribuito in maniera non indifferente a far girare l’economia editoriale statunitense. Una curiosità? Nielsen Book afferma che l’80% degli acquirenti dei libri Ya sono adulti.
La tecnologia e la carta
Abstract
Come rispondere in maniera efficace alla sfida del digitale? Molti editori obietterebbero che il digitale non lo si sfida, lo si usa invece come una risorsa, oppure si differenzia la propria offerta editoriale realizzando libri cartacei che sono piccole opere d’arte e ingegno. A metà tra queste due correnti si colloca Private Vegas, l’ultimo romanzo dello scrittore americano James Patterson, edito da Little, Brown and Company. In previsione dell’uscita in libreria lo scorso 26 gennaio, l’autore ha messo on line un mini sito – themosthrillingreadingexperiencemoneycanbuybyjamespatterson.com – attraverso il quale, per 294,038 dollari, era possibile acquistare un’«esperienza» assai avventurosa. Accanto ad una copia del volume appositamente imbottita di esplosivo il fortunato (e benestante) lettore acquistava un volo di prima classe per una destinazione ignota, due notti in un hotel extra lusso, una squadra di artificieri ben addestrati per gestire il libro bomba, una cena di cinque portate con Mr Patterson, la collezione completa delle avventure di Alex Cross autografata dall’autore e un binocolo d’oro con le iniziali di James Patterson.
Il Rinascimento americano
di Elena Vergine, Intervista a cura di E. Vergine
 
Abstract
Di fronte alla generale crisi della filiera del libro, con le librerie indipendenti e di catena che faticano sempre più a reggere la concorrenza dell’e-commerce, la situazione americana ha dell’incredibile: le librerie indie, che sembravano soffrire delle stesse difficoltà che scontavano le loro sorelle oltreoceano, sono infatti inaspettatamente rifiorite. Per gran parte degli anni Novanta e Duemila, i librai indipendenti americani hanno sofferto a causa dell’espansione aggressiva delle grandi librerie di catena come Barnes & Noble e Borders. Eppure se quest’ultimo ha cessato le attività nel 2011, B&N non se la passa meglio e, dopo aver perso centinaia di milioni di dollari a causa del suo Nook, oggi sta chiudendo o ridimensionando i suoi punti vendita nel tentativo di tornare a concentrarsi sul suo core business originale. Naturalmente però, la minaccia più grande per le librerie indipendenti continua ad essere Amazon. Dal 2000 al 2007 hanno chiuso i battenti circa 1.000 librerie indipendenti americane, tra le quali diverse librerie storiche. Nel 2009 però la decrescita è cessata e, secondo i dati dell’American Bookseller Association il numero delle indipendenti è cresciuto di circa il 20% dal momento più nero della recessione ad oggi, passando dalle 1.651 del 2009 alle 2.094 del 2014. Ma come si spiega questo fenomeno? Gli addetti del settore italiani guardano con interesse alla libreria indipendente americana e alla crescita che ha registrato in un periodo così difficile per il mondo del libro, ma spesso non ne conoscono a fondo i meccanismi che ne regolano l’attività. Ne abbiamo parlato con Michael Reynolds, editor in chief di Europa Editions.
Gusti che cambiano
Abstract
Se in Italia la lettura è in calo, anche negli Stati Uniti, dove comunque si legge più che da noi, la situazione non è delle più rosee. L’ultimo report del National Endowment for Arts, A Decade of Arts Engagement, ha infatti aperto nuovi scenari su cosa e come leggono gli americani. Ad emergere è una forte disaffezione verso il romanzo e la narrativa. Infatti, secondo il recente sondaggio che ha coinvolto più di 37mila americani, il numero di adulti che ha letto almeno un romanzo, un testo teatrale o un testo poetico è passato dal 50% del 2008 al 47% del 2012 (trent’anni fa la percentuale era del 56%). I dati mostrano come il 2008 sia stato l’ultimo anno in cui la lettura di narrativa abbia presentato un andamento positivo mentre oggi siamo tornati ai livelli del 2002. Il declino della narrativa si è verificato soprattutto tra i bianchi americani senza distinzioni di genere o estrazione sociale. I numeri sono invece rimasti sostanzialmente invariati tra i gruppi non bianchi ed ispanici.
Stop a Kindle Unlimited
Abstract
Il Ministro della Cultura francese, Fleur Pellerin ha dichiarato che Kindle Unlimited, Izneo e gli altri servizi di lettura digitale in abbonamento attivi nel Paese contravvengono alla legge Lang sul prezzo fisso, affermando così la necessità di regolare la loro posizione entro tre mesi. Il mediatore per il libro francese Laurence Engel era stato incaricato dal Ministero della Cultura di condurre i negoziati con Amazon e le altre piattaforme per individuare un nuovo modello economico cui esse avrebbero dovuto adeguarsi entro tre mesi dall’apertura dei lavori. «Il principio fondamentale è che devono essere gli editori a fissare il prezzo della loro offerta» ha affermato la Pellerin, il che significa che «nessuno degli attuali sistemi di sottoscrizione per la lettura illimitata di libri digitali rispetta la legge».
Tracciare il cliente
Abstract
Non passa giorno che non si leggano ricerche che ci inducono a pensare che le newsletter siano ormai «morte», sostituite dai social media come modo con il quale le case editrici possono rimanere in contatto con gli utenti interessati ai loro aggiornamenti: tale conclusione potrebbe anche essere corretta a patto di non generalizzare ed includere in questo ragionamento soggetti protagonisti dell’e-commerce come i siti di vendite private che invece, agendo su un modello di e-commerce emozionale, traggono dalle newsletter una fonte importante dei loro ricavi e, di conseguenza, curano con attenzione maniacale la pulizia dei loro database. Non è un caso che Goodreads, la piattaforma social acquisita da Amazon, consenta agli autori di avvalersi anche dell’invio di newsletter come veicolo promozionale personalizzabile.
Una libreria tra i sassi
Abstract
Chiunque visiti Matera non può non far tappa presso la Libreria dell’Arco: in pieno centro e con un meraviglioso affaccio sui Sassi, la libreria è un punto di riferimento fondamentale per la vita culturale della città. Oltre a offrire una scelta ricercata nel panorama editoriale moderno in un ambiente caldo e confortevole, è coinvolta in tante iniziative che animano la città lucana. Come ad esempio il premio letterario Energheia (creato dall’omonima associazione nel 1992, che ha avuto tra i suoi giurati scrittori come Errico Buonanno, Nicola Lagioia, Giorgio Fontana, Fabio Stassi), ma anche la rassegna libri&città, e infine il Women’s Fiction Festival, imperdibile appuntamento dedicato alla letteratura femminile internazionale giunto nel 2014 all’undicesima edizione. Un ruolo in prima linea che la libreria intende assumersi soprattutto ora che è iniziato il countdown verso il 2019, anno in cui, come sappiamo, Matera sarà Capitale europea della cultura. Ne abbiamo parlato con il libraio Giovanni Moliterni.

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