Se il digitale è ormai l’hot topic in assoluto più sentito dal mondo del libro, una delle sue declinazioni è il tema dell’accessibilità. In una fase di crescita tanto rapida quanto delicata del mercato degli e-book, la possibilità di veicolare agli utenti con disabilità visive l’accesso alla lettura con nuovi strumenti e prodotti certificati tecnicamente può creare un valore aggiunto per tutti gli attori della filiera. Se ne dibatte, naturalmente, alla Fiera del Libro di Francoforte: oltre alla sessione EPublishing: Making Accessibility Mainstream coordinata da Lia (Libri italiani accessibili) durante il Toc – Tools of Change for Publishing, EDItEUR e Lia hanno dedicato
un’intera mattinata esclusivamente all’accessibilità.
Ma durante il seminario A new market: accessible ebooks in mainstream channels, non si è discusso tanto di problemi, quanto di soluzioni; o meglio, delle strade che l’editoria sta prendendo per accompagnare i libri verso un pubblico sempre più vasto, garantendo a tutti l’accesso ai contenuti e alle risorse on line a parità di condizioni tecniche ed economiche.
Gli interventi dei panelist segnano un percorso che muove inizialmente dalla casa editrice. A monte della catena produttiva si colloca il senso di responsabilità sociale dell’editore: questo, secondo Chris Rogers (digital publishing technology coordinator di Penguin Books), il primo motore che spinge gli editori a riqualificare il proprio catalogo secondo i criteri di accessibilità.
Elemento chiave per la buona riuscita di un e-book (accessibile e non) è però la consapevolezza che non si tratta di una replica in «seconda visione» della versione a stampa, bensì di un prodotto con le proprie specificità e, verosimilmente, il proprio mercato.