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Ediser

Il peso della stampa

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2013

di Emilio Sarno

La produzione sta cambiando. Non ci stiamo riferendo al mix di generi che le case editrici propongono al mercato, e neppure alla crescente integrazione (già nella fase produttiva del processo editoriale) in cui carta e digitale hanno una lavorazione «parallela» per venir distribuite poi su canali di vendita diversi: canali fisici e librerie on line da una parte, store di e-book dall’altra. Ci riferiamo proprio alle «quantità» di libri prodotti dall’industria editoriale italiana. I due grafici che corredano l’articolo e che mostrano come sono cambiate le cose in questi anni sono già estremamente eloquenti e considerano i tanti segmenti che compongono la varia adulti (non abbiamo considerato l’editoria educativa soggetta a dinamiche sue proprie né quella destinata a bambini e ragazzi). L’arco di tempo che abbiamo considerato è abbastanza lungo, così da evitare possibili «effetti best seller» che potrebbero in qualche misura inquinare il dato in un semplice confronto anno su anno (il 2012 sul 2011, ecc.).

L'editoria del mondo arabo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2013

di Elena Refraschini

Una delle aree d’investimento che si stanno facendo sempre più presenti negli ultimi anni per gli editori occidentali è la «Mena» – quell’area che unisce Medioriente e Nord Africa e che comprende Paesi tanto diversi come l’Egitto, la Tunisia, il Libano, il Marocco, l’Iran, e gli Emirati Arabi Uniti e che, in totale, ospita circa 381 milioni di persone. Mentre l’industria editoriale di alcuni Paesi è stata messa in ginocchio da crisi politiche senza precedenti (in particolare è il caso dell’Egitto o della Tunisia), in altri, ingenti investimenti fanno sì che il settore si sviluppi e attragga anche l’attenzione delle editorie occidentali. Nonostante il centro dell’attività editoriale dell’area sia sempre stato il Libano (è sua infatti una delle industrie più antiche nonchè la sede di molti editori di lingua araba, tanto che è stato anche coniato il motto «l’Egitto scrive, il Libano pubblica, l’Iraq legge »), è negli Emirati che oggi si concentra un flusso di investimenti tale da attrarre l’attenzione dell’industria locale e internazionale. L’Abu Dhabi International Book Fair soprattutto, ma anche la Sharjah International Book Fair stanno, anno dopo anno, diventando appuntamenti imperdibili per i professionisti del settore. Basti pensare che a Sharjah il governo mette a disposizione tre milioni di dollari l’anno per la fiera, mentre oltre sessanta milioni vengono destinati all’implementazione di una solida industria editoriale. Cifre così importanti non possono non far storcere il naso ai più cinici, che vedranno facilmente la connessione tra gli investimenti e il petrol-dollaro. Ma non si tratta solo di questo.

La realtà di Lia

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2013

di Rosa Mugavero

Da sempre dicembre è il mese in cui si tirano le somme sull’anno che sta per concludersi e così anche per Lia-Libri italiani accessibili è il tempo dei bilanci. Avviato nel gennaio 2011, grazie ad un finanziamento del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, sotto il coordinamento di Associazione italiana editori e della sua società controllata Ediser e in stretta collaborazione con Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, lo scorso giugno, come è noto, Lia è diventato un vero e proprio servizio che consente ai lettori non vedenti e ipovedenti di accedere alle ultime novità editoriali negli stessi modi e negli stessi tempi di tutti gli altri lettori (R. Mugavero, Da progetto a servizio, «GdL», 7/8, luglio/agosto, 2013, pp. 42-43). In concomitanza con la presentazione ufficiale del progetto, tenutasi alla Sala delle Colonne di Palazzo Marini a Roma, è stata infatti messa online sul sito www.libriitalianiaccessibili.it la vetrina Lia su cui è disponibile un ampio catalogo di e-book di narrativa e saggistica accessibili anche alle persone con disabilità visive, che possono essere acquistati sulle librerie on line Bookrepublic, UltimaBooks, net-ebook di Mediaworld e Deastore oppure presi in prestito attraverso la piattaforme digitali di MediaLibraryOnline e, dallo scorso ottobre, anche attraverso quella di Rete Indaco.

La Roma del libro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2013

di Paola Sereni

La ricchissima mappa dei luoghi del libro curata da Più libri ci permette di gettare uno sguardo più approfondito sulle tante realtà che costellano il tessuto urbano di Roma. Abbiamo chiesto ad alcune di queste di raccontarsi e di illustrare quali attività hanno portato avanti tra il 27 novembre e l’8 dicembre durante Più libri più luoghi, il fuori fiera di Più libri che per la prima volta le ha messe in rete in un progetto organico.

Lo scaffale dell'editore

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2013

di Serena Baccarin

Editore e libraio sono figure complementari dello stesso mondo professionale e accade non di rado che i due profili si sovrappongano. Accanto alle catene dei grandi gruppi editoriali e le librerie show-room dei piccoli editori, molte case editrici indipendenti hanno deciso di aprire o di rilevare una libreria di varia. Come si presentano queste librerie in termini di assortimento e quali sono le opportunità che nascono dall’acquisizione di un canale fisico? Ne abbiamo discusso con Ilaria Rodella (Libreria Corraini ExTemporanea 121+ di Milano), e con tre rappresentanti del circuito librario-editoriale indipendente romano: Vincenzo Gallico (responsabile di Fandango Incontro), Romano Castellani (direttore delle Libreria Fanucci) e con Andrea Esposito (socio della Libreria Minimum Fax).

Nobel vs Strega

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2013

di Oddina Pittatore

Non è una novità che vincere un prestigioso premio letterario possa fare la fortuna dello scrittore, e la gioia dell’editore, moltiplicando le vendite da un giorno all’altro. È meno noto, invece, quanto duri la spinta nel tempo, se gli effetti siano temporanei o duraturi e se incidano in modo differente sui diversi titoli pubblicati dall’autore. La visibilità offerta dal riconoscimento dà carburante a un solo libro o all’intera opera in commercio? Avrà la forza di trainare anche le nuove uscite? Porterà a nuove edizioni, traduzioni, cambi di editore? Per scoprire le conseguenze meno conosciute dei premi abbiamo messo a confronto i tre Strega più recenti, conferiti a luglio degli ultimi tre anni, (Walter Siti con Resistere non serve a niente, Rizzoli, 2013; Alessandro Piperno con Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi, Mondadori, 2012; Edoardo Nesi con Storia della mia gente, Bompiani, 2011) con gli ultimi tre Nobel assegnati alla letteratura nel mese di ottobre (Alice Munro, 2013, che, alla data della premiazione, ha 10 opere pubblicate con Einaudi e 1 con Mondadori; Mo Yan, che nel 2012 aveva 5 titoli nel catalogo Einaudi e 1 con Nottetempo; Tomas Tranströmer, che nell’ottobre 2011 aveva 1 raccolta con Herrenhaus e 1 con Crocetti).

Se gli editori fanno rete

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2013

di Paola Sereni

Roma è una città di cui tutto si può dire tranne che manchi di cultura. Perché allora, pur essendo culla di moltissimi editori indipendenti, di librerie, di biblioteche e di attivissime associazioni culturali, stenta ad essere percepita come una città «del libro»? Ne abbiamo discusso con Silvia Barbagallo che ha curato Più libri più luoghi, il calendario degli eventi off della fiera di Più libri dal quale quest’anno è nato il progetto della «Roma del libro», una mappa durevole pensata per raccogliere, quartiere per quartiere indirizzi e siti delle principali realtà che operano nel mondo del libro.

Sviluppare un'App

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2013

di Giorgio Kutz

Se per certi versi l’avvento del tablet ha aperto agli editori nuove opportunità di prodotto e di mercato, per altri restano ancora molti nodi da sciogliere, principalmente di conto economico e di processo. Le illusioni generate dalla vetrina luccicante delle App e dal canale distributivo, che se vogliamo è davvero planetario, mal si concilia coi tempi di ritorno degli investimenti, che sono da metempsicosi. Per quanto si riesca a vendere, l’imposizione di un prezzo unitario molto basso, i fardelli dell’Iva e del costo del canale e le aspettative di autori e fornitori affossano il conto economico sul nascere oppure penalizzano la qualità dell’offerta di prodotto. Non si può contare su economie di processo fra prestampa e digitale, perché come abbiamo visto più volte in questa rubrica una «buona App» è qualcosa di molto diverso dall’impaginato di un libro. Le economie di scala vanno dunque cercate altrove. Le parole chiave per tornare a una redditività decente sono quattro: skill di dialogo con gli sviluppatori, approccio progettuale, serialità e scalabilità del progetto. Abbiamo volutamente messo al primo posto la «skill di dialogo con gli sviluppatori» perché questo è indubbiamente il nodo più critico. Il Dna di editoriali e softwaristi è, per entrambi, pericolosamente distante.

Ben fatti e accessibili

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2013

di Rosa Mugavero

Con la diffusione delle nuove tecnologie e l’evoluzione dei formati di produzione, l’accessibilità dei contenuti editoriali non è più una questione di nicchia che riguarda esclusivamente la cosiddetta editoria speciale. L’ingresso del digitale all’interno del mondo editoriale, oltre a migliorare notevolmente la possibilità da parte di persone con disabilità visiva di accedere alle informazioni, ha offerto agli editori l’opportunità di pubblicare contenuti digitali più accessibili. Un contenuto digitale è per definizione un contenuto flessibile e versatile e dunque accessibile perché fruibile in diversi modi. Lo scorso ottobre, a Francoforte nell’ambito di Contec 13, all’interno della sessione «Building a more accessible book market» il segretario generale di Ipa-International Publishers Association, Jens Bammel, ha definito il concetto di accessibilità come «hyperflexibility», insistendo molto sul fatto che gli editori che oggi sono in grado di soddisfare le esigenze dei lettori con disabilità visiva in futuro avranno maggiori chance rispetto a quelli che non lo faranno. Del resto un e-book accessibile è un e-book strutturato semanticamente e che quindi può essere facilmente interpretato indipendentemente dalla piattaforma di visualizzazione (sia essa un browser, un ereader, un tablet). Inoltre un e-book strutturato semanticamente è più facilmente gestibile in modo automatico in previsione di eventuali ulteriori conversioni verso nuovi o altri formati.

Copertine da esplorare

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2013

di Elisa Molinari

La grafica della casa editrice barese racconta come offrire ai lettori esperienze di lettura ricercate e multisensoriali. Come cambia la grafica delle copertine se i lettori comprano sempre meno in libreria? Noi cerchiamo di suggestionare il lettore con delicatezza, offrendogli un’esperienza di lettura e di manipolazione del libro che somigli più a un’esplorazione, a una lenta scoperta di dettagli inaspettati: una sensazione tattile piacevole; un titolo di copertina che si espande fino a invadere quarta e alette; un frontespizio che viene svelato attraverso una copertina forata; un’immagine, un’illustrazione o un gioco grafico che accompagna lo sfogliare delle pagine scandendo il ritmo della suddivisione in capitoli, il tutto in un costante gioco di equilibri e richiami tra interni e copertina, progettato a partire dal contenuto di ciascun titolo. In un momento di crisi, quanto si punta sulla creatività e sulla sperimentazione? Nella maggior parte dei casi, vista spesso la scarsa disponibilità di mezzi, si cerca di fare dell’economia un punto di forza: è un lavoro di squadra, riuscire a realizzare con cura dei dettagli libri belli e fatti bene, cercando di «contenere» e incanalare le spinte creative. Si ha, però, piena libertà d’azione nelle questioni prettamente grafiche. In fondo, se in qualche modo si parla di Caratteri-Mobili, è anche per la bellezza dei dettagli, e questo attrae i lettori.

Cover digitali

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2013

di Lorenza Biava

Secondo l’ultimo Rapporto sullo stato dell’editoria, dei 21.300 e-book pubblicati nel nostro Paese nel 2012 il 66% è uscito in contemporanea all’edizione cartacea. Sebbene la maggioranza degli e-book rappresenti quindi la riproposizione, in formato digitale, dell’omonimo titolo cartaceo, possiamo con una qualche sicurezza affermare che non è piccolo il numero dei titoli digitali che lo scorso anno è stato progettato esclusivamente per tablet ed ereader. Cosa comporta questo per la grafica delle copertine? Ridotte a thumbnail e costrette a convivere in spazi digitali dominati da logiche di interazione diverse rispetto a quelle che si giocano nel mondo fisico, quali espedienti si devono mettere in atto per entrare in sintonia col lettore? Ne abbiamo parlato con i grafici di due esperienze digitali diverse ed ugualmente interessanti: Emma Books, la sigla editoriale lanciata nel 2011 da BookRepublic con la collaborazione con Grandi & Associati che è interamente dedicata alla letteratura femminile e che consta oggi di nuove collane, e gli e-book di IoScrittore, il concorso di GeMS rivolto agli esordienti giunto nel 2013 alla quinta edizione, che nel tempo ha portato alla pubblicazione di una settantina di volumi in formato «digital only».

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