Se per certi versi l’avvento del tablet ha aperto agli editori nuove opportunità di prodotto e di mercato, per altri restano ancora molti nodi da sciogliere, principalmente di conto economico e di processo.
Le illusioni generate dalla vetrina luccicante delle App e dal canale distributivo, che se vogliamo è davvero planetario, mal si concilia coi tempi di ritorno degli investimenti, che sono da metempsicosi. Per quanto si riesca a vendere, l’imposizione di un prezzo unitario molto basso, i fardelli dell’Iva e del costo del canale e le aspettative di autori e fornitori affossano il conto economico sul nascere oppure penalizzano la qualità dell’offerta di prodotto.
Non si può contare su economie di processo fra prestampa e digitale, perché come abbiamo visto più volte in questa rubrica una «buona App» è qualcosa di molto diverso dall’impaginato di un libro. Le economie di scala vanno dunque cercate altrove. Le parole chiave per tornare a una redditività decente sono quattro: skill di dialogo con gli sviluppatori, approccio progettuale, serialità e scalabilità del progetto.
Abbiamo volutamente messo al primo posto la «skill di dialogo con gli sviluppatori» perché questo è indubbiamente il nodo più critico. Il Dna di editoriali e softwaristi è, per entrambi, pericolosamente distante.