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Ediser

La versione di Gud: viaggiare

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2014

di Redazione

I libri di viaggio stanno cambiando forma, ma continuano ad essere - oggi come ieri - strumenti indispensabili per il turista. Gud rivisita uno dei romanzi d'avventura più amati di sempre, l'Isola del tesoro, per raccontarci il suo personalissimo rapporto con le guide di viaggio.

Librerie e strategie social

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2014

di Elisa Molinari

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di Amazon Prime Air – il fantomatico servizio di Amazon che, si dice, dovrebbe recapitare gli oggetti acquistati in trenta minuti tramite dei droni – oppure di #AmazonCart, una nuova funzionalità che permette ai clienti statunitensi del colosso di Seattle di aggiungere prodotti al proprio carrello direttamente da Twitter, semplicemente rispondendo al tweet contenente ili link di un prodotto con l’hashtag #AmazonCart. Che si tratti di marketing, fantascienza, servizio al cliente, quel che è sicuro è che ogni trovata dei grandi colossi riesce sempre e comunque a farsi notare. Come possono invece le librerie tradizionali fare sentire la propria voce senza poter contare su una cassa di risonanza così ampia? Quali sono le armi da affilare per raggiungere il cliente con la propria offerta e i propri servizi? Le strategie, come in ogni campagna che si rispetti, sono molteplici. Dall’emulazione, alla creatività, dalla tempestività, allo sfruttamento della moda del momento, a dimostrazione del fatto che in guerra (e in amore) tutto è lecito. A cominciare dalle parodie.

Libri in escursione

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2014

di Serena Baccarin

Con l’avvento dei supporti tecnologici e l’immissione sul mercato di numerose applicazioni dedicate, quello del turismo sembra essere un settore che più di altri in libreria accusa i sintomi della crisi. Ma lo scaffale «viaggio», si sa, non si compone solo di guide e carte per turisti. Il segmento in realtà è tanto ampio da consentire ai librai di lavorare sulla profondità del catalogo, giungendo sino ad ambiti solo apparentemente non confinanti, come quelli della filosofia e della narrativa per ragazzi. Ecco che dal titolo turistico, le preferenze del pubblico sembrano orientarsi sempre di più verso la filosofia del viaggio e della lentezza. Quali sono i titoli più acquistati dai viaggiatori? Ne abbiamo discusso con Giandomenico Tono, titolare della libreria Pangea di Padova.

Opportunità o minacce?

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2014

di Emilio Sarno

Nelle scorse settimane Uelci (l’associazione che raccoglie editori e librai cattolici) ha presentato il quarto Osservatorio sull’editoria religiosa, curato dall’Ufficio studi dell’Aie, a cui si è aggiunta quest’anno, la seconda edizione dell’indagine che l’Ipsos di Nando Pagnoncelli ha condotto sulla lettura dei libri religiosi – ne parliamo più diffusamente nell’articolo successivo, Chi legge i libri religiosi? – da parte dei lettori italiani (la precedente era stata condotta nel 2012). Che cosa emerge dallo studio? Innanzitutto il peso crescente di questa parte della produzione editoriale rispetto a quella complessiva pari a 64.117 titoli nel 2013. Tra le opere religiose pubblicate dalle case editrici cattoliche e dagli altri editori (compresi, ovviamente, quelli laici) sono stati immessi sul mercato qualcosa come 5.798 titoli (tra novità e nuove edizioni): sono il 9,0% della produzione complessiva, mentre nel 2012 rappresentavano, con 5.510 titoli, l’8,2%. Se dunque la produzione complessiva dell’editoria italiana aveva fatto segnare lo scorso anno – per la prima volta dal dopoguerra – un valore negativo (-4,1%), quella di argomento religioso mostra un andamento di segno opposto: +5,2%. Si assiste però a uno spostamento di equilibri. Cresce infatti il peso della produzione pubblicata da editori «altri» rispetto a quelli cattolici. Tra 2012 e 2013 la loro offerta fa segnare un +24,0% rispetto a un leggero calo (-0,6%) della produzione delle case editrici cattoliche. E questo non è un dato strettamente congiunturale bensì un aspetto di tendenza di medio-lungo periodo visto che gli andamenti, rispetto al 2010, risultano essere, rispettivamente, del +25,3% contro un modesto +2,7%.

Piccoli lettori alla riscossa

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2014

di Michela Gualtieri

In Francia il 70% della popolazione al di sopra dei 15 anni ha letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi, e la «rentrée», cioè la ripresa lavorativa dopo la pausa estiva, è stata segnata quest’anno dalla pubblicazione di ben 607 romanzi tra metà agosto e fine ottobre, nondimeno l’impatto della crisi e delle trasformazioni tecnologiche si fa comunque sentire. Nel 2013 e per il terzo anno consecutivo le vendite del settore editoriale sono state in calo, sia per volume che per valore. Nonostante questi dati siano in linea con la congiuntura europea e anzi evidenzino in Francia una situazione meno allarmante che in altri Paesi, il Syndicat National de l’Edition (Sne) è corso ai ripari. Dopo una serie di provvedimenti presi per difendere editori e librerie contro la minaccia dei grandi player di Internet (legge sul prezzo dell’e-book, creazione dell’associazione per lo sviluppo della libreria di qualità, riduzione dei costi di trasporto dei libri), il Sne ha lanciato nel 2012 un piano quinquennale di promozione della lettura rivolto soprattutto ai più giovani.

Più libri, più rete

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2014

di Elena Vergine

Anche quest’anno Più libri più liberi riproporrà il Fellowship Program, un’occasione unica per gli operatori stranieri di entrare in contatto con la produzione della piccola editoria italiana e, per i nostri editori, una grande opportunità di visibilità, al di fuori dei dispendiosi eventi fieristici internazionali. Di fronte alla crisi infatti, la compravendita dei diritti non è solo una voce che può rivelarsi decisiva nel bilancio di una piccola casa editrice, ma è anche un momento fondamentale per fare rete, allargare i propri orizzonti e cogliere le tendenze in atto nel panorama internazionale come testimoniano le interviste che abbiamo raccolto.

Pr digitali, cosa sono?

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2014

di Andrea Boscaro

BoscaroIl ruolo delle Pr digitali non è (solo) quello tradizionalmente attribuibile alle Pr off line: mentre queste ultime si orientano ad ottenere una buona copertura stampa e a generare il passaparola grazie ad interventi sui media e ad eventi off line, le Pr digitali hanno anche un ruolo tecnico legato alle piattaforme digitali e devono perciò essere verificate sotto questo profilo. Concentrandoci inizialmente sulle similitudini. Entrambe le attività di relazioni pubbliche hanno il compito di intercettare gli influencers: se però nell’attività tradizionale off line tale compito è svolto soprattutto attraverso il rapporto con i media ed un numero tutto sommato limitato di giornalisti, sul Web occorre lavorare con un numero più elevato, e per certi aspetti frammentato, di interlocutori. Testate on line, siti letterari, blogger, account Twitter e pagine Facebook rilevanti sono ambienti che non necessariamente si limitano ad essere la declinazione in rete di player conosciuti, ma sono spesso attori nativi che quindi devono essere coinvolti fin dall’inizio nella costruzione di relazioni e nel costante lavoro di aggiornamento tipico della giornata di un Pr manager.

Prove di prestito

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2014

di Lorenza Biava

Quando parliamo di e-lending la parola chiave attorno alla quale ruotano gli sforzi e le speranze di editori e biblioteche è una sola: mercato. Il mercato della lettura digitale, che potrebbe crescere e consolidarsi se le biblioteche operassero su larga scala il prestito degli e-book, e il mercato dei libri digitali che per il momento guarda con scetticismo ai modelli in uso, timoroso di cannibalizzare i fatturati. Il prestito digitale lascia aperti quesiti cruciali sia sul versante della sicurezza dei file, sia sulle modalità stesse di prestito, mentre l’esempio di quanto accaduto in Svezia, dove un modello di business sbagliato ha di fatto inibito lo sviluppo della domanda interna, pone seri interrogativi sulla sua effettiva sostenibilità economica. Eppure le biblioteche, con i loro utenti registrati, possono essere partner cruciali per analizzare le dinamiche dei consumi digitali. Le potenzialità dell’e-lending sono molte e molto interessanti ecco perché, con l’aiuto dell’International Publishers Association e della Federazione degli editori europei, abbiamo deciso di indagare su quanto sta accadendo nei Paesi che hanno attivato le sperimentazioni.

Trame e intrecci

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2014

di Serena Baccarin

Con la crisi del mercato, non stupisce che ad affermarsi in modo preponderante sia il modello di libreria ibrida, una libreria che pur fissando come core business la vendita del prodotto editoriale, gli affianca il commercio di articoli ascrivibili alla macrocategoria del non book. La ragione principale va certamente rintracciata nella necessità di rinforzare i margini di fatturato, ma per alcuni librai si tratta di trasferire competenze acquisite in corso d’opera o da esperienze precedenti. Accade così che accanto agli ormai consueti gadget tecnologici e alla cartoleria, facciano la loro comparsa anche i capi d’abbigliamento. Come si integrano queste merceologie con il lavoro della libreria? A raccontare la loro esperienza sono Giada Filannino, titolare di Ambarabacicicocò di Corato, Bari, che ha introdotto abiti bio nella sua libreria per ragazzi, e Marcella Licata che con il marito Salvo Spiteri da anni importano tessuti e prodotti dall’India per la loro libreria di Palermo, ModusVivendi.

Arte per crescere

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2014

di Marzia Corraini

I libri d’arte per ragazzi corrispondono ad un preciso segmento della produzione libraria, ben distinto, ad esempio, dai libri illustrati per ragazzi o dai libri di didattica artistica che utilizzano immagini d’arte. Il mio punto di vista su questo settore è strettamente professionale essendo il focus su cui ho sempre incentrato il mio lavoro di editore. Certamente un momento importante per questa produzione è il Novecento, anche in Italia nella seconda metà del secolo c’è stata una importante e frizzante produzione grazie ad artisti fondamentali a livello mondiale relativamente ai libri d’artista. Parliamo di Bruno Munari, Leo Lionni e Luigi Veronesi, e di altre personalità, magari meno note, ma non meno importanti. La maggiore popolarità o meglio una maggiore consapevolezza da parte di un numero più ampio di persone in Italia relativamente a questo genere così specifico è un fenomeno abbastanza recente. Penso di poter collocare un primo momento di svolta in questo senso negli anni Settanta, grazie all’opera di Rosellina Archinto con Emme Edizioni, che ha regalato a questi titoli una visibilità del tutto nuova e anche attraverso il lavoro, in questo caso, di curatore della collana di Munari (sempre lui) Tantibambini pubblicata da Einaudi. Oggi continuiamo a parlare di una nicchia che, sebbene stia continuando ad evolversi e a crescere, non costituisce, se la si considera a livello italiano, un mercato di massa ma certamente un interessante spazio in evoluzione. Sicuramente, si tratta invece di una realtà internazionale riconosciuta e apprezzata nel mondo occidentale. Preciso questa collocazione perché, mentre attualmente l’Oriente sta cominciando a studiare la nostra produzione editoriale artistica per ragazzi, l’Occidente conosce ancora poco quanto i Paesi asiatici avrebbero da offrire in questo senso e, anche qui, è utile studiare e iniziare a muoversi.

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