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Storie dell'editoria

Expo nel piatto

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2015

di Paola Sereni

L’alimentazione naturale è una delle tendenze più attuali per l’editoria di cucina. Per rendersene conto basta uno sguardo ai dati della produzione libraria di Informazioni editoriali raccolti nella sezione Numeri (pp. 10-11): negli ultimi tre anni il numero di titoli dedicati alla cucina salutistica e integrale è infatti cresciuto del 60,3%. Ma quali sono le nuove tendenze che stanno emergendo a livello internazionale? Lo abbiamo chiesto a Eluard Cointreau, presidente della Paris Cookbook Fair e promotore dei Gourmand World Cookbook Awards.

Il potere del Web

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2015

di Andrea Boscaro

Molti di noi ricorderanno l’immagine di Sergiy Stakhovsky, il tennista russo che, di fronte a una chiamata controversa dell’arbitro, riprese l’impronta della palla sulla linea per dimostrarne l’errore e la diffuse via Twitter. Che ci piaccia o no, siamo entrati nell’era della trasparenza e le aziende sono alle prese con una sfida senza precedenti, al punto che sindaci apprezzati come Bloomberg hanno confessato di essere spinti a scelte di breve periodo e di «populismo digitale» proprio per non incorrere nella perdita di consenso. È evidente che gli editori e gli autori non sono affrancati da questa tendenza, tanto più che esistono ambienti come Goodreads che aggregano informazioni e commenti su opere e scrittori. Di fronte alla trasparenza, non è però lo streaming elevato a sistema che serve. Ciò che può proteggere un autore o una casa editrice è innanzitutto la reputazione, creata dal valore delle azioni che vengono portate avanti sul Web e nel mondo fisico.

In continua evoluzione

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2015

di Lorenza Biava

Dopo le grandi trasformazioni degli ultimi due decenni del secolo scorso, le librerie italiane si trovano a vivere una stagione di grande cambiamento dei paradigmi che fino ad oggi ne hanno regolato il modello commerciale. Non ci riferiamo (o per lo meno, non ci riferiamo esclusivamente) ai mutati equilibri nei pesi specifici dei diversi canali di vendita con il boom dell’e-commerce e la parallela riduzione degli acquisti nelle librerie fisiche, ma piuttosto alla ricerca di modelli identitari nei quali sia possibile per i librai riconoscersi e sviluppare, facendole crescere, idee nuove. Se altrove, e in particolare in America, le librerie sembrano essersi lasciate alle spalle il momento più difficile (cfr. E. Refraschini, American dream, pp.45-46), in Italia le indipendenti vivono ancora una stagione di stallo, sospese tra la voglia di lanciarsi verso nuovi orizzonti e la paura di cadere non riuscendo a sviluppare business sostenibili.

Le librerie di Torino

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2015

di di Valeria Pallotta

«Sai come fanno quattro elefanti ad entrare in una seicento?» Nella domanda di apertura e chiusura del film di Gianni Amelio, Così ridevano, sembra concentrarsi la complessità di risposte che la città di Torino ha cercato di trovare negli ultimi vent’anni, necessarie reazioni alla grande crisi che investì la città e il suo sistema economico nel decennio a cavallo degli anni Ottanta e Novanta. In quesgli anni chiusero, infatti, gli stabilimenti Fiat del Lingotto, di Chivasso, di Rivalta, si dimezzò il numero di lavoratori di Mirafiori (attualmente l’1,4% della popolazione di Torino) e di altri grandi insediamenti industriali. In quello stesso decennio Torino passò da 1,2 milioni a 900 mila abitanti. Fu un vero e proprio terremoto. Ma chi ha l’opportunità di visitare Torino oggi può constatare, non senza sorpresa, quanto la città abbia cambiato la sua identità e il suo profilo. Torino ha iniziato a investire sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica, sulle start up, sulla formazione, sulla cultura e sul patrimonio artistico. Che conseguenza ha avuto questo processo? Torino è riuscita a diventare la città con la maggiore densità di librerie in Italia: fino al 2007 c’erano 150 librerie, il numero più alto di tutta Europa.

Libri italiani in Germania

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2015

di Piero Salabè

C’era una volta l’Italia che piaceva alla Germania. Erano gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta. Era un’Italia più povera, più contadina, più comunista, più fantasiosa, più diversa socialmente e più vicina culturalmente, più «sorella» di quanto non lo sia ora. Era l’epoca in cui i Paesi al di qua della cortina di ferro erano forse più uniti, più ravvicinati. Per i tedeschi poi l’Italia era il primo «sud» a portata di mano, raggiungibile via terra in un tempo in cui si volava poco; la meta di evasione per antonomasia per generazioni di tedeschi colti che, oltre ai tesori culturali, cercavano il sole, il cibo e il temperamento mediterraneo.

Nuove tribù alimentari

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2015

di Gabriele Pepi

Gli stili alimentari degli italiani sono in rapida evoluzione, vuoi per la crisi, vuoi per le intolleranze emergenti, vuoi per scelte di consumo più consapevoli e sostenibili. Ciò di cui ci cibiamo dice molto sulla nostra personalità e sulla nostra visione del mondo, tanto che c’è chi ha coniato l’espressione tribù alimentari per identificare, fra etica e dietetica, il modello alimentare di riferimento. Secondo Nielsen, che ha creato dei panieri di prodotti specifici per valutare i trend di acquisto nella grande distribuzione, la spesa degli italiani si è decisamente spostata verso consumi legati al mondo della salute (+3,8% a valore tra l’ottobre 2013 e lo stesso mese del 2014) e del benessere personale connesso ad uno stile di vita più sano (+21,9%).

Nutrire la proposta

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2015

di Serena Baccarin

Siamo a maggio e l’evento più atteso dell’anno è giunto al suo momento inaugurale. Questa volta non è di libri che stiamo parlando, o almeno non solo. Tra chi lo attende da anni con favore, pensando al possibile indotto per il Paese e per Milano, e chi ne denuncia le debolezze, Expo 2015 è la manifestazione da cui nessuna attività culturale e commerciale può prescindere. Lo sanno bene gli editori, che negli ultimi mesi hanno ripensato al loro posizionamento in libreria, nutrendo gli scaffali con collane ad hoc, dalla cucina ai cartonati per bambini.

Raccontare la realtà

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2015

di Elena Vergine

La rapidità, la capillarità e l’immediatezza dell’informazione al tempo di Twitter ha messo in discussione il ruolo dei quotidiani che, alla disperata ricerca di click, sempre più spesso cedono al glamour e al pettegolezzo. Ancora al di fuori da questo meccanismo, ma inevitabilmente da esso influenzata, la saggistica d’inchiesta sta evolvendosi: all’impersonalità e all’oggettività sottesi alla presentazione dei fatti si stanno sostituendo il racconto, la soggettività e l’emotività. «Negli anni passati molti editori hanno pubblicato libri di attualità, qualche volta veri libri inchiesta. Le inchieste sono lunghe e impegnative. E rischiose per via delle querele. Ora se ne fanno comunque meno perché il mercato della saggistica si è molto contratto e il taglio del racconto sta prendendo piede sempre di più. Chiarelettere ha inaugurato la collana Narrazioni che va in questa direzione ma non rinuncia alle inchieste, come dimostrano i recenti libri dedicati all’Expo di Milano (Hotel Excelsior di Barbacetto e Maroni) e alla corruzione (I re di Roma di Abbate e Lillo)» spiega Lorenzo Fazio, direttore editoriale di Chiarelettere.

Tutto in 24 ore

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2015

di Alfieri Lorenzon

Il 23 aprile scorso è giunta al culmine #ioleggoperché, la campagna di promozione della lettura organizzata da Aie. Poderosi i numeri dell’iniziativa: 11.879 studenti universitari coinvolti, 200 scuole superiori, 896 librerie, 110 biblioteche, 1.000 autorizzazioni di viaggio messe a disposizione da Trenitalia per i Messaggeri. I 30 mila Messaggeri del libro hanno invaso le piazze e le città coinvolgendo migliaia di persone in una grande celebrazione della lettura e consegnando le 240 mila copie in edizione speciale della collana di 24 titoli. Le piazze di Milano, Roma, Cosenza, Sassari e Vicenza si sono fatte palcoscenico di grandi feste, che hanno raccolto più di 20 mila persone. Sono state occasioni di incontri, con grandi eventi legati al libro e ai lettori, a cui si sono aggiunte più di duemila iniziative su tutto il territorio nazionale. Ma non è tutto: Rai Tre ha portato i libri di #ioleggoperché in prima serata dedicandogli una diretta condotta da Pierfrancesco Favino, che è stata vista da migliaia di persone. Un evento nell’evento, valorizzato anche dai collegamenti in diretta da piazza Gae Aulenti, con tanti ospiti, artisti, musicisti, cantanti e scrittori. #ioleggoperché ha potuto contare su alcune partnership d’eccezione che hanno portato i libri anche in luoghi inusuali. L’appoggio della Lega Calcio, per esempio, che ha fatto sì che per la prima volta i libri fossero presenti in ben 32 partite di calcio dei campionati di serie A e B, coinvolgendo calciatori e arbitri. Il Web è stato fondamentale per veicolare l’iniziativa e i risultati sono stati molto positivi: oltre 645 mila visualizzazioni del sito, 93.229 interazioni sul wall, 18.225 citazioni da libri caricate dai Messaggeri e 25.591 fan della pagina Facebook.

Big data, questi sconosciuti

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Redazione

Cosa si intende quando si parla di smart publishing e quali sono i nuovi modelli organizzativi nell’industria editoriale? Di questo e d’altro si è discusso in un convegno lo scorso marzo presso la sede di Google Italia organizzato dall’Associazione italiana editori e Noovle, società di consulenza Ict specializzata in servizi Web. Nata nel 2013 dalla fusione di due premier partner di Google for Work, Global Base e Scube NewMedia, Noovle lavora sulle ultime frontiere del Web confrontandosi con temi che vanno dalle tecnologie per la mobilità ai big data, dal cloud alle smart enterprise, dallo smart working ai classici social e al modo in cui tutto questo può collaborare a rendere più proficui i flussi di lavoro. Piergiorgio De Campo (chief technology officer di Noovle) e Gabriella Giani (marketing manager) ci hanno raccontato come gli strumenti del Web possono cambiare il lavoro delle aziende – anche di quelle editoriali.

Esiste la libreria ideale?

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Redazione

Cosa ci fa affezionare a una libreria? Per rispondere a questa domanda la Scuola per librai Umberto e Elisabetta Mauri ha commissionato al Dipartimento di economia dell’Università Roma Tre la ricerca L’eccellenza in libreria nella prospettiva dei  consumatori che ha analizzato l’esperienza di consumo offerta da undici librerie di Roma e del Lazio – Altroquando, Fandango Incontro, Feltrinelli con i due punti di vendita Largo Argentina e Via Appia, IBS, Libreria internazionale il Mare, Nuova Europa nel centro commerciale I Granai, libreria Mondadori di Via Piave, Odradek, San Paolo e la libreria Ubik a Monterotondo. I risultati che ripercorriamo qui con Michela Addis, professore associato di Economia e gestione delle imprese e curatrice della ricerca realizzata in concreto da 68 studenti, ci raccontano qualcosa di più sugli attributi della libreria ideale, ma anche sulle motivazioni che spingono un cliente ad acquistare, sugli ostacoli che lo trattengono, sui benefici ricercati dall’esperienza in libreria e sulle criticità nei servizi attualmente offerti.

La via americana

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Elena Refraschini

«Non si può inventare un algoritmo che sia bravo quanto un libraio a consigliare libri», ha detto John Green all’annuale conferenza dell’American Bookseller Association, che ha raccolto lo scorso febbraio oltre 500 librai in North Carolina. Secondo i dati dell’associazione, che vanta tra i suoi membri più di 2.000 librerie indipendenti sparse in tutti gli Stati Uniti, dal 2009 all’anno scorso hanno aperto 440 nuove librerie «indie», con un incremento del 27%. Inoltre, le vendite di dicembre 2014 sono aumentate del 9% rispetto a quelle dello stesso periodo nel 2013. Questi dati hanno stupito non poco gli addetti ai lavori ed esprimono una decisa inversione di tendenza: dopo la caduta delle grandi catene schiacciate dal peso dei giganti on line, stiamo assistendo alla fioritura dei negozi indipendenti. Quali sono gli elementi di questo successo? Dopo l’intervista a Micheal Reynolds pubblicata sullo scorso numero (E. Vergine, Il Rinascimento americano, «GdL»,3, marzo 2015, pp. 42-44), continuiamo la nostra inchiesta intervistando alcuni dei librai americani più intraprendenti. Sicuramente servono qualità e costanza, ma a volte il successo della libreria è decretato anche dal saper cogliere le opportunità al volo: come quando un libraio della libreria Third Place Books, sfruttando la disputa Amazon/Hachette che non rendeva possibile pre-ordinare le copie del nuovo libro della Rowling, decise di rendere disponibile il pre-ordine nella sua libreria e di consegnare a mano le copie nella città di Seattle. Anche i nostri interlocutori si sono distinti in questo senso: Green Apple ha installato scaffali di libri usati nei bar, portando fuori dai confini della libreria la propria attività; Book Passage organizza conferenze e corsi che attirano insegnanti e alunni da tutto il mondo (quella dedicata alla scrittura di viaggio quest’anno ospiterà anche Isabelle Allende e Tim Cahill); Boulder ha reso disponibile l’intero catalogo della Naropa University, la più grande università buddista negli Stati Uniti.

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