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Storie dell'editoria

Riviste nell'era del Web

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Elena Vergine

Dal decimo Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione emerge che il mondo dei lettori di periodici, riviste e quotidiani è in profonda e rapida trasformazione. I lettori di quotidiani acquistati in edicola (-2,3% tra il 2011 e il 2012), che erano il 67% degli italiani cinque anni fa, sono diventati oggi solo il 45,5%. Al contrario, i quotidiani on line contano il 2,1% di lettori in più rispetto allo scorso anno, arrivando a un’utenza del 20,3%. Perdono lettori anche la free press, che si attesta al 25,7% di utenza (-11,8%) e i settimanali (-1%). E proprio tra i giovani la disaffezione per la carta stampata è più grave: tra il 2011 e il 2012 i lettori di quotidiani di 14-29 anni sono diminuiti dal 35% al 33,6%. E allora quale sarà il futuro del giornalismo? Ne abbiamo parlato con Giovanni De Mauro (direttore di «Internazionale») e Alessandro Lanni (caporedattore di «Reset»).

Scrivere e riscrivere

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Lorenza Biava

Aumentano le riscritture dei grandi classici, ultima in ordine di tempo la Bibbia: è una tendenza editoriale (magari dettata dal fatto che storie fuori diritti possono essere un buon punto di partenza per sviluppare altri formati) o piuttosto si deve al fatto che alcuni testi sono dotati di un immaginario narrativo talmente ricco da avere sempre qualcosa da dire? Ne parliamo con Pierdomenico Baccalario, uno dei più noti autori per bambini contemporaneo. Assistiamo oggi a una tendenza alla riscrittura come la interpreta? È vero che oggi ci sono moltissimi progetti editoriali per ragazzi in cui si rivisitano personaggi famosi e vecchie epopee. La nota sui diritti è azzeccata, ma ne cambierei il punto di vista: la nostra è forse l’epoca in cui stiamo limitando sempre di più le possibilità di riscrittura dell’immaginario collettivo: tutto sempre più industrialmente «protetto». Sarà l’argomento di una serie di romanzi a firma Ulysses Moore che uscirà questo autunno, ma sono convinto che stiamo assistendo, senza reagire, a una presa di possesso dell’immaginario da parte dell’industria dei contenuti. Allora ecco che gli eredi di Conan Doyle (che nulla hanno a che fare con la creazione delle sue opere) chiedono i diritti su Sherlock Holmes, la Disney vorrebbe estendere la copertura del copyright di Mickey Mouse e la stessa attività di riscrittura dei fan viene ingabbiata per crearne valore (sto pensando per esempio a iniziative come Pottermore).

Welcome to the future

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Elisa Molinari

Come saranno le librerie del futuro? Quali elementi del mondo fisico mantenere in un mondo sempre più digitale? Una caffetteria è importante? A queste e a tante altre domande sta cercando di dare una risposta Foyles, la storica libreria londinese nata nel 1903, il cui negozio principale in Charing Cross Road ospita oltre 200.000 titoli disposti su cinque piani. Centodieci anni di storia che saranno debitamente celebrati in agosto, come si legge sul sito della libreria: «Abbiamo creato il nostro business vendendo storie, eppure la storia di Foyles non appartiene solamente a noi, ma a tutti gli innumerevoli amanti dei libri che hanno vagabondato tra gli scaffali, anno dopo anno. Per questo motivo, ad agosto sarà allestita una galleria presso gli spazi di Charing Cross Road per mostrare i volti passati, presenti e futuri di Foyles. Per questo motivo la libreria chiede a tutti di inviare il proprio ricordo personale, che sia una vecchia foto, un disegno, un racconto o un souvenir». Nostalgici a Foyles, ma non troppo: oltre a celebrare le glorie passate, a Londra si guarda al futuro. La libreria ha infatti unito le forze con «The Bookseller», una delle riviste di settore più importanti del mondo anglosassone, per coinvolgere clienti e addetti ai lavori nel ripensamento del nuovo negozio, probabilmente l’ultima libreria di grandi dimensioni costruita nel Regno Unito, i cui lavori di «ristrutturazione» inizieranno nel 2014. Il progetto, annunciato il 3 dicembre scorso alla Futurebook conference a Londra, prende avvio in un momento in cui le librerie tradizionali si trovano ad affrontare uno scenario decisamente complesso. Ne abbiamo parlato con Miriam Robinson, responsabile marketing della libreria: «La decisione di spostarci nelle nuova location è nata quando il Central St. Martin’s College of Art ha annunciato che avrebbe cambiato sede. La struttura che lo ospitava è perfetta per una libreria come la nostra, con le sue ampie aree luminose». Aree che lo studio Lifschultz Davidson and Sandilands sarà chiamato a ripensare, ma in ottima compagnia.

40 anni in mongolfiera

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Redazione

Chi ha una qualche familiarità con i libri per bambini non può non avere mai incrociato la collana delle storie della fattoria, quella dei libri gioco con calamite, puzzle, e suoni, oppure, per i più piccini, i carezzalibri. I libri della mongolfiera per dirla con altre parole, quelli delle edizioni Usborne, che quest’anno festeggiano i loro primi 40 anni con ottimi risultati di vendita visto che nel 2012 sono entrate tra le prime 10 case editrici per ragazzi in Italia con una crescita sul fatturato dell’anno precedente pari al 60%. Ne parliamo con Peter Usborne, fondatore della casa editrice della mongolfiera. Come nasce la sua casa editrice? La mia carriera di editore è iniziata più di cinquanta anni fa con la pubblicazione di un giornalino comico studentesco che ho ideato quando frequentavo l’Università di Oxford. Dopo la laurea ho avviato una rivista satirica che oggi è molto famosa: «Private Eye». Dopo tre anni sono entrato in un grande gruppo editoriale come assistente particolare del Presidente. Un pomeriggio mia moglie mi telefonò per comunicarmi che stavo per diventare padre. Fu una notizia sconvolgente e la mia vita cambiò completamente. Mi rivolsi subito al mio superiore per chiedere un trasferimento in un settore del suo impero editoriale che avesse collegamenti con l’infanzia. Così entrai a fare parte della divisione editoriale educativa e imparai a pubblicare, con grande successo, libri molto semplici di non fiction per gli alunni delle scuole. Dopo alcuni anni finii per creare la mia azienda (grazie a un consistente prestito del mio ex datore di lavoro) e iniziai a pubblicare da casa libri molto più divertenti per bambini. Uno dei primi si intitolava Spycraft; era molto divertente, molto elegante, completamente diverso da tutto quello che era stato pubblicato prima e a tutt’oggi rimane il mio libro Usborne preferito. A 40 anni di distanza dai suoi inizi, la Usborne Publishing è molto cresciuta e oggi è una delle più famose case editrici per l’infanzia; i nostri volumi sono tradotti in più di 100 lingue e il marchio Usborne è presente in numerosi Paesi tra i quali anche l’Italia.

Bambini in vacanza

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Elena Vergine

Quando ci si muove in famiglia si sente spesso la necessità di individuare degli strumenti a «misura di bambino» per coinvolgere anche i piccoli viaggiatori in un turismo più consapevole. Abbiamo selezionato per voi due diversi case history di realtà che hanno studiato proposte di qualità per rispondere alle necessità di genitori e ragazzi.

Dentro il magazzino

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Lorenza Biava

Trovato, scelto e comprato con pochi click. Fin qui tutto semplice ma cosa succede nei magazzini di un grande store on line quando premiamo il tasto «acquista»? Per scoprirlo siamo andati a visitare il magazzino di Ibs.it, ad Assago (Milano), proprio qualche giorno prima dell’annuncio della fusione di Internet Bookshop Italia con il sito specializzato nella vendita della scolastica nuova e usata Libraccio.it che è entrato nel capitale di Ibs con una quota del 5,2% (il restante 94,8% è controllato da Emmelibri Gruppo Messaggerie). «Ogni giorno qui evadiamo circa 20.000 ordini – spiega Guido Rugginini, direttore operativo per Ibs.it, che ci accompagna alla scoperta del magazzino della prima libreria on line nata in Italia – e tendenzialmente, se un ordine viene effettuato prima delle 14 e la merce è a magazzino, possiamo farlo partire entro sera in modo che il cliente finale lo riceva la mattina successiva a casa». Le 620mila occorrenze librarie disponibili arrivano negli 8mila metri quadri del magazzino di Assago da distributori, grandi editori e piccole-piccolissime case editrici che non possedendo una rete distributiva inviano quotidianamente, a mezzo posta, i libri acquistati dagli utenti. «Il numero dei titoli disponibili direttamente è cresciuto esponenzialmente da quando ci siamo trasferiti fuori Milano. Nel 1998 ci appoggiavamo al grossista Iperbook (20 mq di magazzino) e a un secondo magazzino in centro città (250 mq). Nel 2003 con il trasferimento a Trezzano siamo arrivati a 2mila metri quadri e poi nel 2007 ci siamo spostati qui e abbiamo raddoppiato lo spazio a disposizione fino ad arrivare alle dimensioni attuali. La necessità di spazi più grandi è stata determinata dall’aumento dei volumi e dall’introduzione di nuove modalità per gestire le merci. All’inizio non potevamo tenere uno stock di magazzino e ciò impattava anche sui tempi di spedizione del prodotto, poi, con l’aumento degli spazi abbiamo potuto tenere a stock i best seller, le novità e in ultimo anche il catalogo: i titoli di libri in stock sono oggi 130.000 cui si sommano 20.000 titoli di Dvd e 40.000 di CD».

Esperimenti di successo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Elena Vergine

Raccontare la scienza ai bambini in modo semplice e accattivante non è cosa semplice, per di più in un Paese come il nostro dove regna il non-dialogo tra le due culture e dove le statistiche evidenziano un progressivo calo delle iscrizioni nelle facoltà scientifiche. Una delle ragioni dell’ostilità degli italiani per la scienza è che questa viene spesso comunemente intesa come qualcosa di astruso, comprensibile solo a pochi eletti, gli «scienziati» appunto. Non c’è nulla di più lontano dalla realtà: esperimenti editoriali stranieri e nostrani dimostrano che la scienza vende. Ne abbiamo parlato con due case editrici che hanno reso il libro di scienza per bambini un piccolo successo editoriale, Editoriale Scienza ed Edizioni Dedalo.

Fenomeno Peppa Pig

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Redazione

È stata il fenomeno indiscusso dell’editoria per ragazzi nel 2012, i suoi libri hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo e i bambini sembrano non desiderare altro che sentir parlare di lei. Peppa Pig è la maialina più famosa del momento, un successo transmediale che in Italia è stato declinato, per quanto riguarda la parte relativa ai libri, da Silvia D’Achille per Giunti Kids. Può raccontarci come è cominciata la sua avventura con Peppa Pig? Si può parlare di «colpo di fulmine»: la vidi per la prima volta nello showroom di uno stampatore, ma allora pensavo fosse la protagonista del libro che avevo davantiì agli occhi, non sapevo che fosse un character con tanto di copyright e serie animata alle spalle. Due anni dopo, Rai venne in casa editrice a presentarci le sue nuove licenze: quando fu il turno di Peppa, la riconobbi subito! A quel punto, mi misi a studiare il personaggio: la serie, i temi trattati, il linguaggio, la struttura degli episodi, il successo in Inghilterra, ecc. Scegliere un personaggio su licenza non è sempre semplice: negli ultimi anni il mondo del licensing è cambiato molto e non c’è più quella garanzia di successo che l’esposizione televisiva sembrava dare fino a qualche tempo fa. Come prima cosa, l’offerta è notevolmente aumentata, sia per il moltiplicarsi dei canali televisivi (digitale e pay tv) e la nascita di reti dedicate (Rai yoyo, Cartoonito, Disney Junior, Boing, ecc.), sia per l’uso diventato quotidiano di mezzi diversi dalla Tv (internet con YouTube in primis, ma anche i Dvd che ormai i bambini sanno avviare in totale autonomia). Inoltre, nell’ambito ragazzi, si è assistito a un progressivo abbassamento del target con un autentico proliferare di prodotti prescolari. E l’esperienza di altri Paesi non è necessariamente indicativa: a parte casi eccezionali, si registrano performance molto diverse da nazione a nazione. Tutto questo per dire che, così come nella scelta di un autore o di una storia, anche per i licensing è necessaria una riflessione squisitamente editoriale: ciò che mi portò a scegliere Peppa fu proprio la convinzione che potesse funzionare anche solo sui libri, indipendentemente dall’eventuale riuscita televisiva.

L'Oriente bambino

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Elena Refraschini

La crisi economica non ha colpito soltanto i Paesi occidentali, ma anche i mercati generalmente in crescita dell’Asia orientale. Proprio per questo motivo, gli editori children e YA nazionali sono stati in questi ultimi anni riluttanti nel comprare i costosi diritti di bestseller provenienti da Occidente, per favorire invece l’interscambio di opere creative locali. Come afferma in un’intervista a «Publisher’s Weekly» Claire Chiang, responsabile del consiglio organizzativo dell’Asian Festival of Children’s Content di Singapore: «Possiamo accedere senza difficoltà e con grandi benefici ai testi educativi e d’intrattenimento per bambini provenienti dall’Occidente; al contrario, i materiali creati in Asia, anche quelli già disponibili sul mercato, vengono raramente promossi e tradotti, e rimangono in gran parte inesplorati. Questa è una grave perdita per i bambini di tutto il mondo, ed è anche un mercato potenziale da sfruttare». Ma di cosa parliamo, quando parliamo di produzione per l’infanzia nelle nazioni asiatiche? Mercati maturi e stabili come quello giapponese, sudcoreano e taiwanese vendono all’estero diritti per libri illustrati, fumetti a scopo educativo e manga; invece, mercati emergenti come quello cinese si basano ancora fortemente sull’importazione, per alzare gli standard qualitativi domestici. Un tratto comune dell’area sembra essere comunque quello della ricerca di contenuti educativi e che siano appetibili per delle nicchie, come antidoto per contrastare il grave problema del calo delle nascite.

Leggere per crescere

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Antonio Monaco

L’editoria per ragazzi come la conosciamo oggi è un fenomeno recente di una quarantina di anni, preceduto da una fase di preparazione di altri venti. Rispetto ad altri settori il suo vantaggio è di avere preso coscienza di sé, nell’ultimo decennio, con molta determinazione. Innanzitutto ha un target specifico: i bambini e i ragazzi. Un target che implica il rinnovamento continuo delle generazioni ed è estremamente differenziato per fasce d’età, molto più degli adulti. Ed è inoltre é investito di tutti i cambiamenti sociali in forma anticipata (vedi il cambiamento multietnico nel nostro ambiente sociale e l’impatto delle nuove tecnologie della comunicazione sui cosiddetti «nativi digitali»). E anche l’intera filiera dell’editoria per ragazzi presenta delle peculiarità. Ci sono librerie e biblioteche specializzate. Esiste un «ambiente educativo» che assume la promozione della lettura come scopo istituzionale e che abbraccia figure come insegnanti, animatori culturali, pediatri e genitori. Nella produzione editoriale, accanto ad autori specializzati, si è affiancata con un peso sempre più rilevante la presenza degli illustratori. È il settore che è stato maggiormente investito dalla globalizzazione, basta pensare alla massiccia presenza di coedizioni, o allo scambio di diritti che ha visto progressivamente il nostro Paese incrementare e rendere positivo lo scambio con l’estero: all’inizio del 2001 per ogni titolo esportato ne importavamo tre, nel 2011 su tre titoli importati ne abbiamo esportati quattro. Infine l’innovazione di prodotto dal punto di vista tecnico-materiale ha un grande peso: per i materiali utilizzati, i formati, il colore, lo stile linguistico e comunicativo, l’esuberanza delle pagine (pop up). Il mercato del libro per ragazzi è cresciuto costantemente nei primi dieci anni degli anni Duemila al ritmo medio annuo dell’ 1,5%. Con il 2011 c’è stata una frenata e nel 2012 il segno meno (- 0,4%) ha investito anche il settore ragazzi: nulla rispetto al - 7,8% complessivo. La crisi non risparmia nessuno, ma è prevedibile un più rapido attraversamento del tunnel.

Nuovi canoni

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Laura Novati

L’incontro doveva avvenire nella Libreria Mursia, all’angolo tra via Galvani e via Melchiorre Gioia a Milano, dove da un paio di anni si svolgono regolarmente incontri e presentazioni, non sempre strettamente legati a nuove uscite della casa editrice; durante le ferie natalizie però, un improvvido allagamento ha reso inagibili i locali che si spera riaprano in marzo, consentendo la ripresa delle attività. Di questi incontri si occupa spesso Guido Oldani. Nato nel 1947 a Melegnano, ha pubblicato diverse raccolte poetiche (Stilnostro, 1985, Sapone, 2001, La betoniera, 2005). È stato curatore dell’Annuario di poesia di Crocetti ed è presente in alcune antologie, tra cui Il pensiero dominante, Garzanti 2001 e Almanacco dello specchio Mondadori 2008. Adesso, ha preso in carico questa collana, Argani, della Mursia.

Storie in musica

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2013

di Ester Draghi

L’educazione musicale è un aspetto fondamentale della crescita dei ragazzi e in più è un elemento trasversale che, declinato in modi diversi, accomuna fasce d’età anche molto lontane fra loro. Se l’insegnamento della musica nelle scuole italiane è spesso trascurato, considerato secondario o principalmente tecnico, gli editori italiani che si occupano di musica sono caratterizzati da una produzione moderna, attuale, vivace e prolifica. Di questo e tanto altro abbiamo parlato con Laura Moro di Curci e Antonio Monaco di Sonda.

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