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Lettura

Titoli e lettura

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2012

di Giovanni Peresson

La buona notizia è che i 6-17enni continuano a leggere più dei loro genitori: 56,9% contro il 45,3%. Quella cattiva è che sono tornati a leggere quanto leggevano nel 2008. In una sorta di gioco dell’oca, la lettura infantile/giovanile (young adults, Ya) dopo due anni di crescita è tornata a salire su quelle montagne russe a cui nel decennio precedente ci aveva comunque abituato. Nel 2005 avevamo visto la lettura balzare al 57,4% (circa 250.000 dei 15-17enni erano nuovi lettori che entravano nel mercato) in corrispondenza dell’uscita in libreria di Harry Potter e il principe mezzosangue. Lettori che vi escono nel 2006, per rientrarci nel 2007 in corrispondenza con l’uscita di Harry Potter e i doni della morte. Poi nel 2009 abbiamo l’effetto Twilight di Stephenie Meyer e il sali-scendi si arresta. Tra l’altro nel 2001 e nel 2003 erano usciti i titoli precedenti della Rowling. Ora sono due anni che mancano, in queste fasce di età, fenomeni editoriali analoghi per importanza. Se ci sono stati (e ci sono stati, si pensi alla serie del Diario di una schiappa), si vanno a collocare (in misura maggiore o minore a seconda degli anni) nell’età prescolare che Istat non considera (anche se dovrebbe esser stato avviato un primo monitoraggio di quest’area della «lettura» o della «pre-lettura»).

Carta e dintorni

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Emilio Sarno

Quello dell’editoria professionale è stato uno dei primi settori a credere e a investire – fin dagli anni Ottanta – nel digitale. Allora erano i cd-rom, poi vennero i Dvd e Internet e quindi le banche dati. Oggi sono tante piattaforme e i servizi su cui il professionista può andare alla ricerca di contenuti, trovare e acquistare on line libri e abbonamenti. Il tutto senza far scomparire la carta. La quale, anzi, viene a riposizionarsi in modo non meno strategico e complementare rispetto al «digitale». Ma cosa sappiamo oggi degli utenti professionali a cui le case editrici italiane si rivolgono? E cosa conosciamo, soprattutto, dei loro rapporti con nuove tecnologie e servizi? L’utilizzo dei moderni strumenti social non sembrerebbe ancora troppo diffuso. Sul totale della popolazione nelle fasce di età inserite nel mondo del lavoro ne fa uso il 10,9% dei 25-34enni, l’8,9% dei 35-44enni e appena il 6,3% dei 45-54enni. Poi si scende a valori compresi tra il 6% e il 3%. Paradossalmente coloro che dichiarano di partecipare (negli ultimi tre mesi) a un network professionale creandosi un profilo, postando messaggi o altri contributi su Linkedin, Xing, ecc. sono leggermente più alti nelle fasce di età più giovani: 9,9% sia tra i 18-19enni che tra i 20-24enni. Non sono comunque valori elevati – anche se andrebbero incrociati (cosa che Istat non fa) non con il totale della popolazione in età ma, più correttamente, con la popolazione inserita in situazioni occupazionali e professionali. Anche rispetto all’uso di servizi di e-learning (ma sempre riferiti alle fasce di età) i valori che troviamo tra i 25-54enni restano compresi tra il 2% e il 4%. Sale (ma siamo in presenza di ricollocazioni professionali) a un 5,2% tra i 55-59enni.

E-book, i nuovi paperback?

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Ginevra Vassi

New York, Quinta Strada, civico 555. Nello store più rappresentativo di Barnes& Noble da un paio d’anni trova posto il Nook centre, uno spazio dedicato all’e-reader e al tablet della catena di librerie. Questo negozio, considerato ormai il simbolo dell’ascesa del digitale, fa da contraltare al declino di un formato, il tascabile, che una volta occupava un posto privilegiato nel cuore delle librerie della catena americana. La conferma, oltre che da Barnes & Noble, viene anche dai dati Nielsen BookScan 2011 sul mercato librario americano. Infatti è stato rilevato un calo del 23,4% per quanto riguarda le vendite dei mass market paperback, il che significa che ora le copie vendute si aggirano intorno a poco meno di 100 milioni di unità all’anno. Se poi confrontiamo queste rilevazioni con il 2008, il dato è ancora più evidente: la vendita dei tascabili è diminuita di oltre il 60%. Anche gli altri formati hanno registrato dei cali rispetto all’anno precedente ma decisamente meno impressionanti: meno 6,9% i trade paperback (le edizioni in brossura, generalmente più grandi rispetto al tascabile mass market) e meno 5,9% gli hardcover.

Editori per sport

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Elisa Molinari

Paul Scholes (Manchester United), Philipp Lahm (Bayern Monaco) e Zlatan Ibrahimovic (AC Milan). No, non parliamo di fantacalcio ma eventualmente di fantaeditoria. O meglio, di alcuni dei casi editoriali degli ultimi mesi. Sfogliando le recenti classifiche internazionali troviamo infatti le fatiche letterarie di questi calciatori, ai primi posti rispettivamente in Inghilterra, Germania, Italia e Svezia (paese natale dell’attaccante del Milan). Se in principio fu Francesco Totti con i suoi libri sulle barzellette (seguiti poi da Mo je faccio er cucchiaio, La mia vita, i miei gol, Quando i bambini fanno “aho”) a riuscire a vendere oltre un milione e mezzo di copie, oggi la schiera degli sportivi che trovano il tempo per scrivere o per farsi immortalare dalle penne altrui si è notevolmente allargata. Io Ibra, 200 mila copie vendute in Italia prima di Natale e oltre mezzo milione in Svezia, non è che l’ultimo caso. Tennisti (Agassi, Nadal e McEnroe), motociclisti (Valentino Rossi su tutti) e ciclisti (Armstrong) non stanno di certo a guardare e a loro volta hanno deliziato centinaia di fan in tutto il mondo con aneddoti e ricordi delle proprie imprese.

La cultura della salute

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Paola Sereni

Proprio come per il calcio, anche per quanto riguarda la salute, è un vezzo tutto nazionale quello di credere fermamente che la propria conoscenza dell’argomento sia superiore a quella di chi esercita nel campo per mestiere. Non stupisce dunque che il successo dei titoli legati alla salute e alla cura psicofisica della persona sia, nel nostro Paese, in costante crescita. Medicine alternative, omeopatia, pet therapy, metamedicina, pranayama, aromaterapia ma anche diete, metodi per smettere di fumare e assistenza infermieristica domestica sono solo alcuni dei settori su cui si concentra l’attenzione editoriale (e, per chi è in cerca di consigli insoliti, sono editi anche manuali di iridologia, di medicina con le spezie e di oloefloriterapia). Una produzione che prospera (sono 98 i titoli solo nel mese di novembre, fonte IE- Informazioni editoriali) forse, anche in seguito al basso livello di soddisfazione che, secondo il Rapporto Eurispes 2011, emerge nei confronti del sistema sanitario nazionale. Dall’analisi dei dati, confermati anche dall’indagine coordinata dal Censis per il forum per la Ricerca Biomedica, risulta infatti che la maggior parte dei cittadini, complessivamente il 61,4%, è poco (44,3%) e per niente (17,1%) soddisfatto dei servizi offerti, un dato in crescita rispetto all’anno precedente.

La scienza si fa festival

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Laura Novati

All’Auditorium Parco della Musica di Roma si è tenuto dal 19 al 22 gennaio il Festival delle Scienze, giunto alla settima edizione, che ha visto l’afflusso di 20.000 partecipanti. Un numero consistente, intorno al tema di quest’anno, il concetto del tempo. «Il tema è stato scelto – ha detto Vittorio Bo, direttore artistico del festival – perché rappresenta una dimensione della nostra vita che da sempre, dai Greci sino ai giorni nostri, ha attratto la curiosità e il desiderio speculativo della mente umana», intrigando filosofi e scienziati quanto artisti. Perciò tra gli invitati c’erano Jean Pierre Luminet, astrofisico, scrittore e poeta, seguito da Stefano Benni con il suo reading Che ore sono, dal filosofo Ned Markosian, esploratore della metafisica nel tempo e Giovanni Amelino Camelia, docente alla Sapienza, nominato tre anni fa come l’erede di Einstein, che ha tracciato Una breve storia del Tempo: prima, durante e (forse) dopo Einstein. E ancora: il campione di atletica, Andrew Howe, Oliviero Beha e Stefano Tamorri, presidente degli psicologi sportivi; l’incontro fra un fisico, Julian Barbour, e Giulio Giorello, chiamati a rispondere alla domanda: «Esiste il tempo?». Dunque successo a Roma, come successo ogni anno a Genova al Festival d’autunno, o a Modena sul concetto di natura, ma queste occasioni di incontro, sia pure di alto profilo, quanto incidono sulla cultura diffusa nel nostro Paese? Quanto si fa, in altri termini, per una almeno dignitosa «cittadinanza scientifica»?

Top 20

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Emilio Sarno

È di Fabio Volo il libro più venduto del 2011 nelle 1.483 librerie che fanno parte del circuito di Arianna (il 61,7% di catena e il restante 38,3% indipendenti). Uscito in libreria nel settembre dello scorso anno in appena 10 settimane arriva ad esser stampato in 700.000 copie. Poi a sorpresa troviamo il libro di Angelo Scola, neocardinale di Milano (uscito a novembre con 942.000 copie distribuite; ma in Arianna non confluiscono alcuni punti/forme di vendita del circuito cattolico). Due titoli che dicono subito di una caratteristica che ha avuto l’anno editoriale appena trascorso. In un’annata andata più male che bene, e in cui ci si è interrogati sul ruolo di sconti, promozioni, e-book e dei loro effetti sulle librerie e le vendite, due titoli in tre mesi arrivano da soli a fare oltre 1,6 milioni di copie (diverso ovviamente il loro contributo al fatturato). Ovvero: con due o tre casi analoghi, distribuiti nell’anno, avremmo avuto un 2011 diverso per risultati, probabilmente in linea con il 2010.

30 poeti per un secolo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Laura Novati

«In effetti ogni poesia/ potrebbe intitolarsi “Attimo”.// Basta una frase/ al presente/ al passato o perfino al futuro:// basta che qualsiasi cosa/ portata dalle parole/ stormisca, risplenda,/ voli nell’aria,/ guizzi nell’acqua,/ o anche conservi/ un’apparente immobilità,/ ma con una mutevole ombra…» È l’inizio di In effetti, ogni poesia e bastano questi pochi versi a rendere la leggerezza ironica e disincantata di questa poetessa polacca che vive appartata nella sua Cracovia. Un premio Nobel, d’accordo, ma che aveva trovato in Italia un traduttore d’eccezione, Pietro Marchesani (vero veicolatore in Italia della cultura polacca del secondo Novecento) mancato lo scorso 29 novembre. La Szymborska gli ha mandato un enorme cuscino di rose rosse, accompagnato da due versi per lui, a dirgli il suo affetto e la sua riconoscenza. Perché è davvero singolare che lei sia diventata in assoluto la poetessa più letta e conosciuta in Italia, tanto da giustificare il suo nome per il lancio della nuova collana di poesia, iniziata il 27 dicembre, un’antologia cui è stato dato il titolo di Elogio dei sogni, prezzo di vendita euro 1,80. La cura, ultima fatica, è ancora di Marchesani, ma il curatore complessivo dellacollana è Nicola Crocetti, a cui chiediamo di parlarci dell’iniziativa. 

A volte ritornano

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Giovanni Peresson

Li avevamo dati per scomparsi. O destinati a scomparire. Invece, eccoli qua. Smagriti nelle pagine e (soprattutto) nel prezzo come si conviene ai periodi di recessione annunciata in cui si hanno meno soldi da spendere. Stiamo parlando della nuova stagione di collaterali. D’altra parte anche Ikea aveva annunciato che la sua storica libreria Billy, in anni di e-book, doveva venir riprogettata perché le biblioteche domestiche saranno fatte più da digitale e meno di carta. Non c’è stato bisogno di tanto. Alle enciclopedie e alle grandi opere di reference, e poi alle collane di dvd di cinema, si sono sostituiti esili «volumetti» di racconti o di romanzi brevi. O come per il «Corriere della Sera», di poesia. L’unico caso, questo, che vede la collaborazione di un quotidiano con una casa editrice: Crocetti. Ma è interessante anche il caso di «Famiglia cristiana» con la sua collanina di spiritualità che comprende alcuni degli scritti di Enzo Bianchi.

Divisa dal Muro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Laura Novati

Alcuni scrittori hanno in sorte il destino di essere non solo autori delle loro opere, ma testimoni in prima persona del loro tempo, che invade o domina le loro stesse biografie, connota le loro posizioni pubbliche e private. Questo è stato il destino di Christa Wolf, scomparsa di recente a Berlino a 82 anni, personalità di primo piano nel mondo della cultura e della critica letteraria della ex Ddr, in qualche modo assumendo il ruolo che era stato di Anna Seghers (ebrea nata Netty Reiling, 1900-1983). Se la Seghers era però nata a Magonza e dopo l’esilio aveva scelto la parte orientale tedesca, la Wolf vi nasce, anche se lei stessa proveniente dalla fuga e dall’esilio; non si ricorda mai infatti la tragedia di milioni di persone che Stalin caccia dai confini orientali della Polonia di guerra verso i territori slesiani, cacciando da questi i tedeschi-polacchi che migrano verso Occidente (e continueranno a farlo, anche dopo il 1989, a patto di avere almeno un nonno tedesco/a, per godere dei benefici dello stato assistenziale federale). Un esodo che ha pesato non poco sul destino di ambedue le Germanie e che ha tolto al mondo tedesco uno dei centri storici della sua cultura, prima e dopo l’età classica, la Breslau o Breslavia storica divenuta Wroclaw.  

Graphic novel e fiction transmediale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Raffaele Cardone

Nel variegato mondo delle apps, almeno 500.000 per l’ecosistema Apple e 300.000 per Android (TechCrunch), le «book apps» non sono ancora propriamente un genere e neppure un segmento di mercato. Nella fiction invece l’idea di libri interattivi anima le sperimentazioni dell’avanguardia transmediale ma senza accendere l’interesse dell’editoria tradizionale. Negli esperimenti fatti finora sui romanzi, le integrazioni multimediali sono appunto«integrazioni», contenuti aggiuntivi che non creano ancora una nuova esperienza di lettura e di fruizione dei contenuti. E anche nei rari casi di romanzi costruiti in funzione dei tablet si stanno sperimentando scritture collettive, trame modificate dai lettori, pout pourri di scrittura, immagini, suoni e musica che valgono certamente come sperimentazione ma non hanno ancora generato un prodotto con un senso letterario: qualcosa in grado di sorprendere ma anche di appagare il lettore con una «storia».

Il caso Weltbild

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Raffaele Cardone

Weltbild, protagonista del retail librario tedesco, è nuovamente sul mercato dallo scorso novembre. Cosa abbia spinto a questo la Chiesa cattolica tedesca, proprietaria del gruppo tramite le sue diciotto diocesi, resta ancora un mistero perché la motivazione ufficiale è abbastanza pretestuosa. I fatti. Alla fine di ottobre si scopre che nell’assortimento della catena ci sono anche alcuni titoli «soft-porno». Un esempio? The Lawyer’s Whore, di Helen Carter, un titolo mai tradotto in italiano e che non è presente neppure nello sconfinato catalogo di Amazon.com. Peraltro pare che Weltbild l’avesse come disponibile solo nell’assortimento on line. Una svista? Solo romanzetti erotici da edicola di stazione? Sì, probabilmente, ma più d’uno. E i cacciatori di questo genere di libri hanno scovato nell’offerta di Weltbild anche vari titoli esoterici e qualcun altro in odore di satanismo. 

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