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Marzo 2012

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Marzo 2012
Fascicolo digitale

La rivista

20 anni di storie
di Lorenza Biava
 
Abstract
Il 2012 è un anno importante per Piemme e per il Battello a Vapore che festeggiano insieme i primi vent’anni di storia della collana. In questi anni molte cose sono cambiate ma l’impegno costante nella promozione della lettura attraverso le scuole e nella costruzione di un catalogo di qualità non sono tra queste. Tra i meriti della collana – come ci spiega in quest’intervista Alice Fornasetti, senior editor della collana – soprattutto la capacità di scoprire e dare spazio, accanto ai più importanti nomi del panorama internazionale della letteratura per ragazzi, una nuova generazione di scrittori capaci di parlare con loro e con storie attuali.
A tutto ZOO
di Lorenza Biava
 
Abstract
Nata undici anni fa a Reggio Emilia, ZOOlibri ha fatto delle pubblicazioni di qualità e della vendita di diritti la propria forza. La casa editrice – come ci spiega Corrado Rabitti in questa intervista – focalizzata sulla produzione di libri per ragazzi è oggi una delle realtà editoriali indipendenti europee più attive sia per l’acquisto di diritti che nella vendita dei propri titoli all’estero.
Cartonati ma non solo
di Ester Draghi
 
Abstract
Il gruppo Edicart è presente sul mercato da oltre 25 anni ed è una delle realtà editoriali pioniere nella produzione di libri dedicati ai personaggi dei cartoni animati che negli anni ha stretto alcuni tra i più importanti accordi di licensing del settore. Dal 1986 ad oggi, Edicart infatti si è mantenuta fedele alla propria politica editoriale che all’acquisizione di nuovi marchi editoriali unisce la ricerca di partnership con operatori specializzati anche sul mercato estero. A ciò si affianca la diversificazione dei canali di vendita che ha permesso alla casa editrice di Legnano di essere presente in tutti i principali ambiti della distribuzione del libro per bambini – dalla libreria alla cartolerie, dalla grande distribuzione ai canali alternativi. Di questo e molto altro parliamo con Luigi Cagnola.
Fenomeno Amanda
di Elisa Molinari
 
Abstract
Ore 13, mercoledì 25 gennaio, Fnac di Milano. L’appuntamento è con quella che probabilmente nel futuro verrà considerata un pezzo (o una tappa) di storia dell’editoria: Amanda Hocking è in Italia per il lancio di Switched, il segreto del regno perduto. Grazie al contratto con Fazi che durante l’ultima Buchmesse si è aggiudicata i diritti italiani della serie Trylle (capace, da sola, di vendere oltre 500.000 copie in versione digitale su Amazon), l’autrice americana è in Italia per promuovere il libro e raccontare la sua storia. A presidiare con impazienza l’ingresso della libreria milanese una ragazza che tiene orgogliosamente in mano due copie di Switched, una in italiano e una in inglese, pronte ad essere autografate. Racconta di essersi imbattuta nelle storie di Amanda grazie al gruppo Anobii «Romanticamente Fantasy… Urban Fantasy e Paranormal & co» (circa 3.000 utenti iscritti) e che, tra i vari motivi che l’hanno spinta a comprare un Kindle, il fatto di poter leggere le storie di troll e goblin della Hocking, ha giocato un ruolo fondamentale. Le cifre parlano di un vero e proprio fenomeno, capace, nello spazio di poco meno di due anni, di diventare la stella nascente dell’editoria digitale self publishing. Il 15 aprile 2010 la scelta di autopubblicarsi su Amazon: dopo svariate lettere di rifiuto delle case editrici e con lo scopo di raccogliere soldi per andare a vedere uno spettacolo sui Muppet a Chicago, la svolta: l’upload di My blood approves.
Galassia ragazzi
di Lorenza Biava e Elena Vergine
 
Abstract
Facile dire editoria per ragazzi ma che cosa significa? Non c’è forse un altro segmento del mercato editoriale altrettanto complesso e variegato. Non solo per quanto riguarda i prodotti (si passa dai cartonati ai libri gioco ai libri attività) ma anche per quanto riguarda le fasce d’età e i segmenti di produzione, fino ad arrivare ai canali di vendita (i libri per ragazzi si vendono in edicola, in cartoleria, al supermercato in libreria e così via). Negli ultimi anni la varietà dei generi e degli argomenti è stata sviluppata capillarmente dagli editori soprattutto perché quello dei ragazzi è considerato un mercato non solo solido, ma per certi settori addirittura in crescita. A contribuire a questa situazione è anzitutto il fatto che la propensione da parte dei genitori all’acquisto di libri per i propri figli è negli anni costantemente cresciuta. Il merito è sia del livello di scolarizzazione dei genitori mediamente più alto che li spinge ad investire con maggiore facilità in oggetti culturali, percepiti come utili alla formazione relazionale e cognitiva dei figli, sia delle campagne di promozione della lettura sviluppate nell’ambito del progetto Nati per leggere che, dal 1999, promuove la lettura ad alta voce per i bambini compresi tra i 6 mesi e i 6 anni.
Il premio Ifap
di Laura Novati
 
Abstract
Jabbour Douaihy, Habib Selmi, Rabee Jaber, Ezzedine Choukri, già selezionato nel 2009 per Intensive Care, Nasser Iraq e Bashir Mufti sono i sei finalisti del più prestigioso premio letterario dell’area regionale di lingua araba, l’International Prize for Arabic Fiction 2012, declinata nelle diverse varianti linguistiche, ma che pure fanno capo al Cairo, dove l’annuncio è stato dato lo scorso 11 gennaio in una conferenza stampa. I temi privilegiati dalle opere selezionate riguardano la più scottante attualità – si pensi alle rivolte che in quest’ultimo anno hanno attraversato il mondo arabo: le (cosiddette) primavere –, investono la dimensione dell’individuo alle prese o con la realtà dell’esilio o con una situazione interna al proprio paese, mai facile per gli intellettuali e per la libertà di pensiero e di espressione, ma che gli avvenimenti dello scorso anno hanno comunque rivoluzionato. Il premio è giunto alla quinta edizione e si è imposto per la serietà, la trasparenza e l’indipendenza di giudizio, diventando un punto di riferimento in un’area non certo facile. Il premio prevede un compenso dell’ammontare di 10.000 dollari per ciascuno dei sei finalisti, mentre al vincitore ne sono destinati 50.000. Il suo nome sarà annunciato in una cerimonia ad Abu Dhabi il prossimo 27 marzo, durante l’annuale Fiera del libro e gli sarà anche garantita la traduzione in inglese dell’opera con cui ha partecipato al concorso. Finanziatori dell’iniziativa sono la Booker Prize Foundation e l’Emirates Foundation for Philanthropy.
L'avventura Geronimo
di Elena Vergine
 
Abstract
Nel complesso universo dell’editoria per ragazzi ci sono storie che si distinguono per la loro capacità di uscire fuori dalle pagine dei libri e diventare fenomeni ad ampio spettro, capaci di adattarsi perfettamente a media la cui natura può essere anche molto lontana da quella della carta stampata. La realtà di Atlantyca nasce proprio per occuparsi e curare a 360 gradi di questi casi articolati a diversi livelli. Claudia Mazzucco, Ceo di Atlantyca Entertainment, ci racconta l’esperienza di Geronimo Stilton e come i prodotti transmediali hanno cambiato e stanno cambiando i bambini e i ragazzi di oggi.
La fantasia in mostra
di Elena Vergine
 
Abstract
Sàrmede è un piccolo paesino veneto che ha fatto della fiaba (e dell’illustrazione) la sua ragion d’essere. Ogni anno le strette vie del paese su cui affacciano case dipinte che paiono uscite anche loro da una favola, si colorano coi toni del sogno ospitando dal 1982 la Mostra internazionale d’illustrazione per l’infanzia. Questa iniziativa, la cui importanza è cresciuta di anno in anno fino ad affermarsi come uno degli eventi più attesi dagli illustratori di tutto il mondo, è giunta nel 2011 alla sua ventinovesima edizione. Luogo di incontro per alcune delle più innovative realtà nazionali e internazionali specializzate in albi illustrati, la mostra è diventata un efficace trampolino di lancio per i giovani che ambiscono a una carriera nel mondo dell’illustrazione anche grazie alla Scuola internazionale d’illustrazione organizzata dalla Fondazione «Štepán Zavrel» di Sàrmede. Aperta da ottobre a gennaio l’esposizione Le immagini della fantasia si propone nel corso dell’anno in forma itinerante (attualmente è visibile a Monza). Oltre alla tradizionale rassegna dell’illustrazione, la mostra comprende anche due sezioni speciali: una dedicata ad un ospite d’onore (quest’anno è l’illustratrice altoatesina Linda Wolfsgruber) e l’altra dedicata alla sezione fiabe dal mondo, intitolata Il grande albero delle rinascite, fiabe delle Terre d’India, con opere realizzate da 50 illustratori e 50 allievi della Scuola di Sàrmede.
La libreria che vorrei
di Giovanni Peresson
 
Abstract
Come i bambini immaginano la loro libreria? Abbiamo chiesto (in occasione del laboratorio per «piccoli librai» della Libreria dei ragazzi di Milano tenuto da Fausto Boccati) ai bambini della maestra Simona Piccinini che frequentano la scuola elementare dell’Istituto suore francescane, di disegnarci la libreria che vorrebbero. Due ci sono sembrati i modelli immaginativi. Il primo è quello della libreria come «casa». Lo troviamo nel disegno (nel progetto?) di Alice, di Giorgia (che diventa un po’ anche castello). Libreria dunque come ambiente e spazio domestico in cui ritrovare la dimensione affettiva e il calore delle cose familiari. L’altro è quello della libreria tecnologica: tra parco divertimenti e macchina robotizzata che stampa i libri che i piccoli lettori (futuri librai e progettisti di librerie?) si immaginano. È la «libreria robottica» di David, o la libreria con poltrona sospesa che porta il cliente direttamente davanti allo scaffale del suo autore di Francesca. La «libreria macchina» di Pietro è invece specializzata (in automobilismo). Ma stampa anche i libri on-demand su richiesta del piccolo (o grande) lettore. Librerie tecnologiche che si fondono in librerie labirinto ma dotatissime di strumenti tecnologici per la ricerca dell’autore (ecco perché saranno importanti i metadati per i futuri clienti) Accanto a modelli più tradizionali (ma coloratissimi) come la «libreria mille gusti» di Anna, sono forse le tecnologie a permeare le «librerie che vorrei»: il maxi schermo della libreria dei giochi di Rodolfo, lo schermo del pc in quella di Vera. In ogni caso per tutti vale il disegno di Riccardo: «Mi sono divertito molto quando ci sono andato. Ciao!»
Less is more
di Elisa Molinari
 
Abstract
La libreria londinese Woolfson & Tay ha aperto nel settembre 2010 con l’idea di creare un polo culturale e creativo riferito specialmente ai bisogni del proprio quartiere. In poco tempo «The Bookseller» l’ha inserita nella lista delle librerie indipendenti più interessanti del Regno Unito ed è stata pure inclusa nella lista dei 50 negozi migliori di Londra del 2012, per la sua capacità di offrire al cliente un servizio del tutto particolare. «Volevamo offrire un’esperienza di acquisto unica ai nostri clienti e mostrare loro una vasta gamma di autori e di voci che altrimenti non avrebbero avuto modo di incontrare», raccontano dalla libreria. «Dall’apertura ci siamo contraddistinti nell’area SE1 di Londra come destinazione culturale e ci proponiamo di fornire una scelta dinamica di libri, mostre, eventi e offerte. Siamo molto presenti sul Web, con una media di 500 visitatori unici giornalieri. I social si sono rivelati uno strumento impagabile in termini di marketing e promozione dei nostri eventi ma anche per suscitare l’interesse nel negozio in generale. Questi mezzi ci permettono di stare in contatto e capire le esigenze dei nostri clienti regolari, di creare una community intorno alla libreria e anche di raggiungere persone e gruppi che potrebbero altrimenti non conoscerci. I social, inoltre, servono a dare una dimensione più umana e a dare un volto a Woolfson & Tay».
Lezioni dal Toc
di Cristina Mussinelli
 
Abstract
Anche quest’anno si è svolta a New York la Toc (Tools of change) conference organizzata da O’Reilly. Un giorno di seminari e due giorni di conferenza in cui keynote speech in sessione plenaria si alternano a un programma di sessioni parallele che coprono i principali temi dell’evoluzionedell’editoria digitale. Nel programma quattro i principali temi che possono rappresentare altrettante lezioni per l’editoria europea e nazionale.
librerie in erba
di Paola Sereni e Elena Vergine
 
Abstract
Nell’ultimo anno, nonostante la pesante «contrazione dei consumi» in cui anche il libro inizia ad essere impigliato, c’è ancora chi sceglie di scommettere sulla cultura e sui libri. Tra le numerose nuove aperture del 2011 abbiamo chiesto a due neonate realtà di raccontare perchè, nonostante la crisi, hanno scommesso sull’apetura di una libreria specializzata per ragazzi. Di promozione della lettura, laboratori ed esperti librai cui rifarsi, parliamo con Teresa Porcella, co-titolare insieme a Bianca Belardinelli ed Elena Cavini della Libreria Cuccumeo di Firenze, e David Tolin, cotitolare con Arianna Tolin e Maurizio Citran della Libreria Pel di carota di Padova.
Libri in... serial
di Elena Vergine
 
Abstract
Le serie sono oggi uno dei format televisivi di maggiore successo, quello cioè che riesce ad aggiudicarsi, sera dopo sera, le più alte percentuali di share anche quando deve competere con i reality o i film in prima visione (Fonte: «Tv key», 291, novembre 2011). Un fenomeno tanto rilevante che anche registi e produttori cinematografici iniziano a guardare con un occhio diverso le potenzialità che la serialità televisiva offre in termini di opportunità narrative. Sempre più di frequente dietro alle fiction più note, statunitensi o europee, – si pensi ad Heimat di Edgar Reitz (1981-2006), The Sopranos (1999-2007) o E.R. (1994-2009) – troviamo un impianto narrativo i cui effetti sul pubblico non sono molto diversi da quelli del romanzo ottocentesco o del classico feuilleton a puntate. Veri e propri cicli narrativi, la cui duttilità e adattamento alle regole narrative e commerciali (la pubblicità) consente di realizzare facilmente delle trasposizioni per la televisione e poi per la vendita nei negozi di home video. Non a caso il segmento «tv series» arriva a circa il 7 % del totale del valore delle vendite e del noleggio di Dvd e Blu Ray (Fonte: Univideo su dati Gfk). Umberto Eco anni fa aveva proposto due modelli di riferimento. Quello della «saga» e quello della «serie». Quest’ultima è caratterizzata dalla presenza di personaggi fissi (l’ispettore Poirot, Miss Marple, ecc.) che ripetono gli stessi eventi (l’indagine) con minime variazioni (le persone coinvolte, il luogo del delitto ecc.). Nella saga, invece, più personaggi si susseguono e sono al centro di una lunga storia che si ripete sempre uguale (Dallas, ecc.). «Chi però studi con attenzione le strutture narrative della saga si accorge che le vicende, se pure accadono a personaggi diversi e in situazioni diverse, possono essere ridotte ad alcune strutture narrative costanti […]. E questo ci dice che di saghe ce ne sono sempre state, e anche il ciclo della Tavola rotonda era una saga, dove poteva accadere a personaggi diversi come Parsifal o sir Galaad di incontrare cavalieri o castelli incantati assai simili tra di loro» (L’innovazione nel seriale, in Sugli specchi, Milano, Bompiani, 1985).
Percorso di cambiamento
di Giovanni Peresson
 
Abstract
È il quarto gruppo editoriale italiano. Un «gruppo indipendente, – precisa subito Bruno Mari – perché non capisco proprio l’uso che si fa del termine “editoria indipendente”. Come se di “indipendente” in Italia ci fosse solo la piccola editoria. Il nostro è interamente di proprietà della famiglia Giunti». Un’attività editoriale che nasce nel 1841 con l’idea di formare la classe dirigente della futura Italia unita con un progetto organico di tipo educativo. Al catalogo scolastico si affianca quello di varia con le altre due matrici della casa editrice: la tradizione per ragazzi (Pinocchio, Gian Burrasca) e la manualistica pratica (l’Artusi). Matrici che sono rimaste sempre la costante della casa editrice prima, del gruppo poi, ma che nel contesto competitivo di mercato degli ultimi decenni assumono progressivamente una nuova veste. «L’80% del fatturato Giunti – continua Bruno Mari – proveniva negli anni Ottanta dallo scolastico. Ma in ragione del crollo demografico, iniziò a maturare una riflessione che riguardava la strategia della casa editrice. Un editore che fa l’80% del fatturato nel settore della scuola con una produzione di varia concentrata nel segmento ragazzi come poteva affrontare quel cambiamento? Cosa doveva guidarci in quel processo? La scelta fu quella di sviluppare la costruzione di un catalogo di varia strutturato attorno alla divulgazione su tutti i campi del sapere. Un nuovo progetto, ma fortemente ancorato alla tradizione divulgativa e “popolare” ottocentesca».
Ragazzi a 360 gradi
di Elisa Molinari
 
Abstract
Distribuzione capillare, catalogo differenziato e inizative in libreria. Come cambia il settore ragazzi per un gruppo articolato come Giunti? Ne parliamo con Beatrice Fini, direttore editoriale Giunti.
Salaam Europe!
di Laura Novati
 
Abstract
Lo scorso novembre a Bruxelles si è tenuta la cerimonia di premiazione dei 12 scrittori che sono stati insigniti del Premio per la letteratura dell’Unione Europea per il 2011 (vedi tabella, i titoli sono riportati nella versione inglese). Il premio è un progetto di cooperazione dell’European Booksellers Federation, della Federation of European Publishers, dell’European Writer’s Council nell’ambito di Literature across frontiers – Passa Porta. In occasione della cerimonia, è stato distribuito anche un libro che raccoglie le biografie degli autori designati e estratti delle opere vincitrici. Come si vede dall’elenco, il premio non è riservato solo a scrittori appartenenti a paesi dell’Unione, ma anche a paesi alle sue frontiere o che sembrano aspirare ad entrarvi, proprio perché la dimensione «frontaliera» è una delle sue caratteristiche costitutive. Questa è la terza edizione del premio, lanciato nel 2009, i cui vincitori provengono da 36 paesi partecipanti al Culture Programme dell’Unione Europea che cofinanzia l’iniziativa. L’assegnazione avviene a rotazione e premia un solo autore per nazione.
Self Amazon o self Apple?
di Raffaele Cardone
 
Abstract
Il lancio di iBook Author lo scorso gennaio è stato visto come un nuovo capitolo nella tenzone fra Apple e Amazon per il controllo del self publishing nel mercato del libro digitale. In breve: Amazon presidia il mercato mondiale degli e-book, dei reader e del self publishing; Apple quello dei tablet. Amazon con Kindle Fire è entrato come competitor nel mercato dei tablet, e Apple con iBook Author in quello del self publishing, con l’intento di dare carburante al proprio iBook Store, diffondere l’iPad nelle scuole e quindi affermare se stessa come book retailer e il proprio device come un reader. Sistema iPad contro sistema Kindle. L’equazione è facile, ma non si esaurisce qui perché si apre alle grandi questioni di fondo dell’editoria digitale. Mike Shatzkin, in un post di due anni fa, ci avvisava che «con l’agency model la rottura del modello di business veicolato dall’iPad avrebbe avuto sull’ecosistema del libro elettronico un impatto maggiore del device in sé e per sé». Una giusta profezia. Oggi iBook Author si inserisce perfettamente in questo quadro, ed enfatizza aspetti dell’editoria elettronica, e del publishing nel suo complesso, che sono diventati centrali. Il self publishing è l’espressione più evidente della disintermediazione tra autore e editore. Ma non è, nella sua dimensione digitale, l’apertura di un reale canale diretto tra autore e pubblico. Da un lato è vero che – almeno per i più intraprendenti – per accedere al mercato digitale non c’è più bisogno della mediazione editoriale in sé e per sé; al tempo stesso è evidente che anche nei casi di maggior successo del self publishing, il rapporto diretto tra autore e pubblico in realtà non esiste. Marketing, promozione e distribuzione – per quanto viaggino su altri canali e con altre modalità – sono funzioni al centro del mercato librario digitale, così come lo sono di quello cartaceo. Se quindi non è l’editore a svolgere queste funzioni deve farlo qualcun altro. Ed è episodico che un autore abbia le competenze, i mezzi e le risorse per poter svolgere questo lavoro da solo, o affidarlo ad agenzie extraeditoriali.
Servizio al centro
di Giovanni Peresson
 
Abstract
Continua ad essere la principale «idea» di chi, quando vuole aprire una libreria, non ne vuole aprire una generalista. È la libreria per ragazzi che continua a rappresentare – da quando nel 1982 Roberto Denti aprì a Milano la prima libreria specializzata – una formula commerciale che riesce ad affrontare con relativa (ma sempre meno relativa) facilità una competizione crescente tra i canali trade. Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito all’evoluzione della formula: qualitativa e quantitativa. Quantitativa se facciamo riferimento al numero di punti vendita e di superfici dedicate all’interno di librerie generaliste. Qualitativa, non solo perché gli spazi dedicati sono scesi dai soppalchi (o saliti dai seminterrati) e hanno occupato una collocazione centrale (o semi-centrale) nel layout delle librerie generaliste e dei multistore. Non solo perché l’arredo, i materiali, i colori vengono pensati (e non riadattati) per un’utenza diversa. Per la crescita della componente «servizio» all’interno del reparto quali competenze e professionalità sono richieste al libraio che cura il reparto?
Spazio ai bambini
di Lorenza Biava
 
Abstract
Anche le catene – e i multistore – in questi ultimi anni si sono preoccupati di sviluppare settori ragazzi in cui coniugare assortimento e servizio. Fabio Brugnoli, direttore acquisti e direttore ufficio marketing di Librerie Feltrinelli, e Patrizia Elena, responsabile del progetto Mobi Mobi – Mondadori Bimbo, spiegano la filosofia che sta dietro ai due progetti.
Tecnologie in cattedra
di Rosa Mugavero
 
Abstract
Con oltre 650 espositori e 30.368 visitatori provenienti da tutto il mondo, la 28esima edizione ha fatto registrare un incremento del 3,82% rispetto alle presenze della precedente edizione, riconfermando British Education and Training Technology (Bett) come la più importante manifestazione a livello globale per quanto riguarda le ultime novità della tecnologia in ambito educativo-didattico. Per quattro giorni, dall’11 al 14 gennaio scorso, l’Olympia Exhibition Centre di Londra si è trasformato in un luogo di incontro per moltissimi insegnanti, sviluppatori di hardware e software, consulenti ed esperti del settore provenienti da tutto il mondo, i quali hanno avuto la possibilità di conoscere le più recenti innovazioni tecnologiche applicate alla didattica, approfondendo l’attuale stato dell’arte del settore a livello internazionale. Nel corso degli anni la fiera è infatti diventata il punto di riferimento, oltre che per il mondo educativo inglese, anche per il mercato internazionale, attirando la partecipazione di numerosi visitatori provenienti da paesi stranieri. Tuttavia, l’internazionalità non ha caratterizzato soltanto il pubblico del Bett. Quest’anno infatti, oltre alle principali novità prodotte nel Regno Unito, si è registrata anche la presenza di stand collettivi che hanno raccolto numerosi espositori provenienti da diverse parti del mondo tra cui Francia, Spagna, Ungheria, Danimarca, Polonia, Svezia, Canada, America Latina, India, alcuni paesi asiatici tra cui il Giappone e molti altri ancora.
Titoli e lettura
di Giovanni Peresson
 
Abstract
La buona notizia è che i 6-17enni continuano a leggere più dei loro genitori: 56,9% contro il 45,3%. Quella cattiva è che sono tornati a leggere quanto leggevano nel 2008. In una sorta di gioco dell’oca, la lettura infantile/giovanile (young adults, Ya) dopo due anni di crescita è tornata a salire su quelle montagne russe a cui nel decennio precedente ci aveva comunque abituato. Nel 2005 avevamo visto la lettura balzare al 57,4% (circa 250.000 dei 15-17enni erano nuovi lettori che entravano nel mercato) in corrispondenza dell’uscita in libreria di Harry Potter e il principe mezzosangue. Lettori che vi escono nel 2006, per rientrarci nel 2007 in corrispondenza con l’uscita di Harry Potter e i doni della morte. Poi nel 2009 abbiamo l’effetto Twilight di Stephenie Meyer e il sali-scendi si arresta. Tra l’altro nel 2001 e nel 2003 erano usciti i titoli precedenti della Rowling. Ora sono due anni che mancano, in queste fasce di età, fenomeni editoriali analoghi per importanza. Se ci sono stati (e ci sono stati, si pensi alla serie del Diario di una schiappa), si vanno a collocare (in misura maggiore o minore a seconda degli anni) nell’età prescolare che Istat non considera (anche se dovrebbe esser stato avviato un primo monitoraggio di quest’area della «lettura» o della «pre-lettura»).

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