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Indagini

I lettori di rientro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2009

di Giovanni Peresson

Chi nel 2007 si era allontanato, nel 2008 è tornato a leggere. Se il risultato è a somma zero (o quasi), diventa importante ragionare non solo sulle politiche di promozione intese come allargamento della base della lettura, ma anche su quelle di promozione dell'intensità della lettura.

Analytics per tablet

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2014

di Giorgio Kutz

Abbiamo già citato nel numero scorso i nuovi strumenti di marketing analitico da poco disponibili per gli editori e per chiunque veda nei prodotti per tablet un possibile sbocco di mercato. Tra i nuovi analisti spicca App Annie, (www.appannie.com) specializzata nel tracciare le vendite negli «store» per tablet, che recentemente ha pubblicato un rapporto sui trend di comportamento degli acquisti emersi nel corso del 2013. Anche se il mercato editoriale in senso stretto è ad oggi marginale (ma contiguo) val comunque la pena tener d’occhio questo mondo, agitato da una significativa crescita dei mercati emergenti, da un forte sviluppo di fatturato dell’area giochi e dall’invasione delle piattaforme di social networking.

Mangia, prega, viaggia

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2014

di Ester Draghi

Nonostante la crisi economica abbia ridotto in maniera consistente la spesa degli italiani per viaggi e vacanze – secondo Istat nel 2013 i residenti in Italia hanno effettuato 63 milioni e 154 mila viaggi con pernottamento, contro i 78 milioni e 703 mila dell’anno precedente (-19,8%) – il turismo religioso mostra numeri in netta controtendenza con un buon 4,4% di persone che nel 2013 si sono messe in viaggio contro il 3,9% del 2012 e il 2,0% del 2011. Sono molte le realtà editoriali che hanno aperto il loro catalogo in direzione della creazione di guide turistiche che riportino gli itinerari di interesse religioso così come verso la pubblicazione di guide enogastronomiche che rispecchino le tradizioni culturali e le usanze religiose legate al territorio. Ne abbiamo parlato con Manuel Kromer (Claudiana), Antonio Paolucci (Edizioni Musei Vaticani), Shulim Vogelmann (Giuntina) e Giannozzo Pucci (Libreria editrice fiorentina).

Papa Francesco: un ciclone in libreria

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2014

di Giorgio Raccis

Parafrasando scherzosamente una nota serie televisiva tedesca di argomento conventuale si può affermare senza tema di smentita che Jorge Mario Bergoglio negli ultimi dodici mesi (risale infatti al 13 marzo 2013 la sua salita al soglio pontificio) si è abbattuto «come un ciclone» in libreria e ha monopolizzato l’attenzione di gran parte del mondo editoriale e librario italiano. Non si sono ancora spente le luci, mentre la folla che aveva accolto stupita il papa venuto «dalla fine del mondo» sta sfollando da piazza san Pietro, che le Edizioni Missionarie Italiane (Emi) bruciano sul tempo la concorrenza più agguerrita ed escono con tre novità, due testi tradotti di Bergoglio e un libro di Gianni Valente. Il 17 marzo quest’ultimo volume (Francesco. Un papa dalla fine del mondo) è già in testa alla classifica nelle librerie religiose, sostituendo gli ultimi scritti autobiografici del papa teologo e scrittore, Benedetto XVI. Da questo momento il mondo editoriale sembra quasi ipnotizzato dalla figura di questo gesuita, inizialmente pressoché sconosciuto e che per primo sceglie il nome di Francesco, inondando i banconi delle librerie di un numero impressionante di novità, libri di papa Francesco e libri su papa Francesco.

Se i giovani non leggono

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2014

di Emilio Sarno

Non solo tra 2012 e 2013 la lettura di libri è calata nel nostro Paese, ma è calata anche quella di bambini e ragazzi tra i 6 e 14 anni (Istat non ha ripetuto l’indagine relativa alla lettura nella fascia tra i 2 e 5 anni che aveva condotto per la prima volta nel 2012 con un 63,3% di «lettori»). Il calo è importante, forse il maggiore dall’inizio delle rilevazioni annuali: -7,4%. Si tratta di una perdita di circa 218.000 lettori tra i 6 e i 14 anni tanto che, come avevamo visto sul numero scorso del «GdL», dei quasi due milioni di lettori complessivamente dati per dispersi sul mercato italiano tra 2012 e 2013, ben l’11% appartiene alla fasce di età infantili. Soprattutto, quello che è avvenuto lo scorso anno ha pochi precedenti lungo la serie storica che scandisce l’andamento del mercato della lettura dal 1995 a oggi. Si calcolano infatti quasi quattro punti in termini di indice di penetrazione persi nella fascia dei giovani dagli 11 ai 14 anni e cinque in quella tra i 6 e i 10 anni! Certo, se vogliamo vedere gli aspetti positivi, si è passati (con incredibile lentezza) da un 41,3% di ragazzi tra i 6 e i 10 anni di età che «leggevano almeno un libro non scolastico nei 12 mesi precedenti» del 1995 al 49,3% di oggi e, nella fascia di età superiore (11-14 anni), dal 54,5% al 57,2%. Così come resta di conforto sapere che bambini, ragazzi e giovani adulti leggono di più (molto di più) della media della popolazione italiana: li separa una distanza tra i 10 e i 20 punti percentuali. Ma il fatto resta: le generazioni più giovani, quelle che dovevano diventare i lettori e i clienti di editori e librerie o frequentatori di biblioteche iniziano anche loro a calare, allontanandosi dalla pagina dei libri. Un primo elemento di questo fenomeno lo intravediamo nella serie storica della lettura infantile. La fascia degli 11-14enni è entrata in «sofferenza» (rispetto alle forme tradizionali della lettura?) a partire dal 2010-2011. Sofferenza in parte compensata (o comunque non amplificata) da quello che avveniva nella fascia dei 6-10 anni e anche (lo sappiamo relativamente al solo 2012) agli elevati indici di lettura tra i bambini dai 2 ai 5 anni.

OPL: geografia della promozione

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2009

di Francesca Vannucchi

Il caso OPL delinea un pubblico e una geografia di luoghi per rafforzare la lettura e la sua intensità, in un Paese in cui la metà dei lettori non arriva a leggere più di un libro ogni quattro mesi.

Il pubblico nel museo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2014

di Emilio Sarno

Nel 2012 sono state – tra paganti e non – ben 36,4 milioni le persone che hanno varcato le porte dei musei italiani senza contare quelli, non rilevati, che si sono recati alle tante mostre temporanee che non sempre si svolgono negli spazi museali. Si tratta di visitatori – come diverse indagini mostrano – con una buona propensione alla spesa su servizi (bar e ristorazione), per l’acquisto di libri (dal catalogo, alle monografie, dalle cartoline ai manifesti) e interessati al merchandising che si trova esposto nelle strutture museali. Tuttavia il modo in cui sono stati gestiti negli ultimi vent’anni i così detti «servizi aggiuntivi» rappresenta una delle tante occasioni perse del nostro Paese per valorizzare i beni culturali come leva di sviluppo di un segmento editoriale (e di merchandising) con forte vocazione alla «qualità» e all’internazionalizzazione (si veda l’e-book Il ritratto dell’arte. Rapporto sull’editoria d’arte 2013 disponibile on line). Il flusso di visitatori strettamente «paganti» rimane sostanzialmente costante e oscilla attorno ai 16 milioni di persone. Diverso, invece, l’andamento del flusso di ingressi complessivi che passano dai 34,5 milioni (del 2006) ai 36,4 milioni del 2012 (sono quasi due milioni di visitatori in più!). In ogni caso aumentano gli incassi complessivi derivanti dalla bigliettazione dei musei (+8,7% e + 2,6% tra 2011 e 2012), anche se la spesa media rimane del tutto irrisoria (attorno a 3 euro a visitatore), ed appare lontana dai valori di spesa di analoghe istituzioni straniere. Tanto più che la stima delle vendite nei bookshoop museali si attestava nel 2012 a circa 18 milioni di euro (-10% sull’anno precedente) pari all’1,3% del mercato trade (inteso in senso allargato: edicole, fiere, ecc.). Ovviamente non è solo una questione di visitatori perché alla base di queste performance del sistema museale italiano ci sono alcuni elementi strutturali che non si è saputo (o voluto) modificare.

La salute prima del benessere

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2014

di Emilio Sarno

L’impatto della crisi economica si è fortemente ampliato nel corso del 2012 e ancor più nel 2013, con la discesa della fiducia dei consumatori ai minimi storici a causa della somma delle incertezze legate al posto di lavoro e della crescente insicurezza personale. Risultato: le strategie di acquisto tendono ad appiattirsi sulla convenienza o sulla riduzione dei consumi. In questo quadro, la «salute» – invece – si conferma come valore baricentrico, resistente alle tensioni generate dalla crisi economica. Oltre il 60% degli italiani la pone al primo posto nel proprio ranking valoriale, ben prima dello stesso «benessere economico» (39%), o di «casa e famiglia» (35%; Fonte: Gfk Eurisko «A lei cosa interessa di più avere e valorizzare nella vita?»). Nell’ultimo decennio sono andati crescendo una serie di comportamenti (macro e micro) finalizzati alla ricerca attiva di benessere, e di percezione del proprio stato di salute. In un momento di forti incertezze, il prendersi cura di sé rappresenta uno dei modi attraverso cui costruire un progetto individuale positivo, dotato di senso. Promuovere la propria salute appare – lungo tutto il decennio scorso e con trend di crescita che si accentuano ulteriormente in anni recenti – come uno dei bisogni primari. Anche se, nel 2013, per la prima volta si colgono i segnali di una ricerca della convenienza anche nei prodotti/servizi legati al benessere, l’area dei consumi di salute non sembra più di tanto toccata dalla crisi.

Lettura, boom negativo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2014

di Giovanni Peresson

1.984.000 lettori in meno: un calo del -7,6% rispetto al 2012 e, se a questo aggiungiamo che i canali trade hanno fatto segnare a loro volta un -6,5% a valore (e un -2,1% a copie; i dati si riferiscono al periodo gennaio-novembre 2013 sul corrispondente periodo dell’anno precedente), non possiamo dire che l’uscita dal tunnel in cui si trova l’editoria italiana sia vicina. I tre punti percentuali in meno di penetrazione della lettura di libri rilevati da Istat lo scorso anno e resi noti a dicembre, riportano il mercato potenziale della nostra filiera di carta ai valori del 2005/2007. In questo senso, lo scorso anno, avevamo peccato di ottimismo nel leggere quel +1,2% (dopo il -2,7% del 2011) come una delle normali oscillazioni del mercato.

Sotto il segno -

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2008

di Giovanni Peresson

Le famiglie italiane sono meno ricche. I dati aggiornati al giugno 2008, confrontati con il medesimo periodo dell'anno precedente, mostrano che hanno perso 260 milioni di euro (-6,9%) ed è cresciuto anche il loro livello di indebitamento: circa 11 miliardi in più. Tutto questo come si traduce per le imprese editrici - soprattutto di piccola e media dimensione - e sulle librerie?

Guardando al futuro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2008

di Federico Motta

Se il mondo delle famiglie con bambini e ragazzi che frequentano la scuola, vanno in biblioteca, entrano in libreria a comprare libri di lettura e di svago, chiede risposte agli editori, gli editori devono dare queste risposte. Ma c'è bisogno di chiarezza: nel settore dell'editoria scolastica ed educativa, in materia di strumenti attraverso cui allargare il mercato. A cominciare dalla promozione della lettura giovanile.

Lettura, ineguaglianza, mobilità sociale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2008

di Giovanni Peresson

Scommettere sui giovani pone la necessità per gli editori di ribadire la propria centralità e il proprio ruolo nei processi sociali che vanno ben al di là di una più efficiente e moderna gestione della filiera.

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