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Editori

La versione di Marta Baroni:libri e fedi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Marta Baroni

Non è semplice parlare di religione, questa è l'interpretazione di Marta Baroni

Milano capitale del Paese che vuole leggere

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Redazione

«Un modello esemplare di come pubblico e privato possano collaborare per la crescita culturale dei cittadini». Con queste parole il Ministro Dario Franceschini salutava il lancio di #ioleggoperché durante la conferenza stampa di presentazione del progetto ideato da Aie e supportato da tutta la filiera. Proprio da questo assunto siamo partiti per investigare il peso che le politiche culturali portate avanti da un’amministrazione pubblica locale possono avere nella vita di una città, ma soprattutto dei suoi cittadini. E quale città meglio Milano, Città del libro 2015 e palcoscenico del grande evento live che il 23 aprile rappresenterà il culmine di #ioleggoperché? Ne abbiamo parlato con l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno.

Oltre papa Francesco?

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Giorgio Raccis

In attesa di analizzare i dati dell’Indagine 2015 sull’editoria religiosa in Italia, che sarà presentata al Salone del libro di Torino ed è realizzata per Uelci dal Consorzio editoria cattolica e dall’Ufficio studi di Aie, la lettura delle classifiche che raccolgono i dati del circuito di librerie collegate al sistema Arianna+ offre alcuni spunti interessanti per l’analisi del settore. Senza pretendere di attribuire alle statistiche un valore profetico o vaticinante, la loro lettura fa emergere alcune tendenze di fondo. Tre sono le aree su cui focalizziamo l’analisi: il mercato del libro religioso (che fotografa l’andamento dei prodotti editoriali di argomento religioso, editi da editori laici e religiosi), il segmento delle librerie religiose di catena e il mercato dell’editoria religiosa (che rappresenta le vendite di tutti i prodotti editoriali degli editori cattolici e di altre confessioni).

Perché un libro è un libro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Edoardo Barbieri

Si è conclusa con una bocciatura di Francia e Lussemburgo l’iter della procedura di infrazione che la Corte di giustizia aveva aperto nei confronti dei due Paesi dopo la scelta, nel 2012, di introdurre un’Iva agevolata per gli e-book. Se infatti l’Europa riconosce che alcuni beni – tra i quali c’è il libro di carta, appunto – possano essere sottoposti ad una Iva ridotta la Corte di giustizia stabilisce con questa sentenza che tale agevolazione non è applicabile ai libri digitali, che vanno inquadrati come servizi e non come beni primari. La Francia aveva scelto di entrare in conflitto con la disciplina europea applicando, dal 1° gennaio 2012, un’Iva del 7% per gli e-book a fronte di un’imposta sul valore aggiunto ordinaria del 19,6%. Stessa cosa anche per il Lussemburgo dove l’Iva sui libri digitali era scesa al 3%. La decisione della Corte di giustizia getta ora ombre anche sull’Italia che, a partire dal gennaio 2015, ha applicato a sua volta l’aliquota ridotta sugli e-book equiparandoli ai libri di carta. La risposta degli editori italiani e delle altre associazioni europee e internazionali alla sentenza non ha tardato ad arrivare sotto forma di una lettera aperta al presidente della Commissione Junker, al presidente del Parlamento europeo Schultz e al presidente del Consiglio europeo Tusk, affinché si intervenga sulla direttiva comunitaria per eliminare la stortura che penalizza lo sviluppo del libro e della lettura nell’intero continente. A fine marzo anche i ministri della cultura di Italia, Francia, Germania e Polonia si sono uniti all’appello scrivendo una lettera congiunta all’Ue per superare «l’ingiustificata discriminazione fiscale» tra i libri cartacei e quelli in formato elettronico.

Prospettiva Open Access

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Edward Nawotka

I modelli di pubblicazione e di concessione delle licenze Open Access per riviste accademiche, scientifiche, mediche o per altre pubblicazioni legate al mondo della ricerca, possono spesso rivelarsi un argomento incomprensibile ai più. E «se sei confuso, allora, significa che stai iniziando a comprendere l’inizio del problema», sostiene Christopher Kenneally, direttore e business development manager del Copyright Clearance Center (Ccc). In definitiva, tutto dipende da cosa si intende per «open». «Esistono una moltitudine di definizioni», afferma Kenneally, «che variano a seconda delle condizioni imposte dall’ente finanziatore. Nel Regno Unito, ad esempio, il Wellcome Trust, una delle principali istituzioni finanziatrici della ricerca a livello nazionale e mondiale, impone che i beneficiari dei suoi fondi rendano pubblici gratuitamente i risultati dei loro studi tramite l’Open Access».

Riflessioni sulla fede

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Gabriele Pepi

Se il 2013 è stato l’anno di papa Francesco e dei tanti libri pubblicati sulla sua parola, il 2014 ha visto fare capolino i primi titoli che si ripromettono di scavare nel messaggio del pontefice argentino. Naturalmente le angolazioni di questa ricerca, come è giusto che sia vista la fitta trama di case editrici specializzate nella produzione religiosa presenti nel panorama editoriale dello Stivale, sono le più variegate: dai libri dedicati ai ragazzi a quelli di saggistica, da brevissime dissertazioni a più corposi volumi, dai testi più teologici ai compendi pratici la tendenza sembra per altro essere destinata ad affermarsi ulteriormente in questo 2015. D’altro canto, come spiega Guido Dotti (amministratore delegato Edizioni Qiqajon) nell’intervista che segue, «editoria religiosa non significa soltanto pubblicare testi di argomento religioso, ma ancor più far dialogare le istanze di fede con il tessuto della convivenza civile». In questo senso uno dei temi caldi sarà sicuramente il Giubileo proclamato a sorpresa dal pontefice. «Il tema della misericordia scelto da papa Francesco – commenta Aurelio Mottola (direttore Vita e Pensiero) – aiuterà a focalizzare la riflessione credente, e quindi le proposte editoriali, sui fondamentali del cristianesimo e sulla riforma della Chiesa, che va accompagnata da una complessiva visione ispiratrice».

Scouting in rete

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Lorenza Biava

Digitale non è esclusivamente sinonimo di e-book, ma al contrario indica sempre più una galassia di prodotti e strategie che le case editrici italiane stanno ormai da tempo scandagliando. Che il Web sia il tramite attraverso cui scoprire nuovi talenti e creare comunità di lettori o piuttosto un radar per intercettare nuove tendenze, il Gruppo editoriale Mauri Spagnol, De Agostini e il Gruppo Mondadori hanno sviluppato progetti assai interessanti nell’area digitale. Abbiamo chiesto ai responsabili delle divisioni digitali di raccontarceli.

Spleen et idéal delle librerie religiose

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

Autori vari

Con la crisi editoriale del settore religioso, alleviata negli ultimi due anni dall’ingresso dirompente di papa Francesco nelle classifiche, stupisce, e non poco, osservare come in Francia il libro protagonista della rentrée settembrina, fosse già Il regno di Emmanuel Carrère, ovvero una confessione privata e insieme un’indagine sulla fede che si fa racconto del primo secolo di cristianesimo. Stupisce un po’ meno che dopo l’attentato a «Charlie Hebdo» del 7 gennaio 2015, a occupare i primi posti nelle classifiche francesi siano stati libri a tema religioso e pamphlet, da Sottomissione di Houellebecq, a Il suicidio francese di Éric Zemmour, da Place de la Rèpublique. Pour une spiritualité laïque, sino al boom nelle vendite di titoli come il Trattato sulla tolleranza di Voltaire, e la rottura di stock, annunciata su tutti i giornali francesi, del Corano. Più che un ritorno alla spiritualità, si evince innegabilmente il rinnovato bisogno della ricerca di una propria identità, nonché l’interesse verso il rapporto tra laicità e religioni. Se in Francia il settore religioso vale oggi l’1% delle vendite degli editori – contro il 6,3% dell’Italia e il 2,9% della Germania – ciò è frutto di una contrazione superiore a quella dell’editoria generalista, con una perdita di più del 30% di vendite negli ultimi cinque anni. In Francia coloro che dichiarano di leggere libri afferenti all’area religiosa sono per lo più praticanti regolari (in una percentuale che varia tra il 60 e 80% a seconda delle aree geografiche) che rientrano nella fascia dei grandi lettori e in netta maggioranza donne. Un elemento interessante che caratterizza questo pubblico è la modalità di acquisto: se circa il 23% dei francesi sceglie abitualmente le librerie fisiche per acquistare i libri, nel caso del settore religioso questa percentuale arriva al 75% con una preferenza per le librerie indipendenti e per quelle specializzate. Le librerie religiose in Francia, rappresentate per lo più dal Syndicat des librairies des littérature religieuse (Sllr) e dalle due maggiori catene di librerie specializzate, La Procure e Siloë, sono circa 250. A queste si aggiungono le librerie ebraiche, una trentina circa, e quelle musulmane, una ventina, in entrambi i casi concentrate per lo più a Parigi.

Vedi alla parola «lettura»

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Giovanni Peresson

Se si pensava che la lettura di libri in Italia venisse salvata dai «ragazzini», ecco pronta la smentita. Già lo avevamo accennato sul numero scorso del «Giornale della Libreria» ma i bambini di 6-10 anni leggono oggi in misura minore rispetto al 2013 (se ne sono persi in un anno 176 mila), e altrettanto fanno gli 11-14enni (432 mila in meno). In totale, nelle età che coincidono con le prime fasce scolari, abbiamo in 365 giorni una perdita di 608 mila lettori. Quasi 1.700 al giorno! È come se 64 classi scolastiche smettessero dalla mattina alla sera di leggere libri diversi da quelli di scuola. Il paradigma – e il dogma di fede – era di questo genere: bambini e ragazzi leggono e leggeranno sempre di più (anche se con crescite non eclatanti un anno sull’altro); qualcuno lo perderemo per strada al crescere dell’età traviato da Tv, tecnologie, da una «cattiva scuola»; ma poco a poco – con un effetto onda – crescendo, avremo che anche le fasce adulte manterranno il gusto e l’interesse per la lettura. Niente di meno vero – per lo meno dal 2013! – tanto che oggi possiamo dire che si trattava di un concetto e di un paradigma su cui abbiamo costruito il nostro modo di guardare al mercato ma che ormai non funziona più.

Classifiche

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2015

di Ester Draghi

È la politica, seppur romanzata, a guidare la classifica generale e quella di Narrativa. Due Paesi, Italia e Francia, due autori di fama mondiale, Umberto Eco e Michel Houellebecq, e due romanzi, Numero Zero e Sottomissione che in maniera più o meno indiretta fanno i conti con i grandi temi che animano la scena politica presente, passata e futura con un taglio ironico e amaro. Eco fa un salto indietro di 23 anni, nell’Italia a cavallo tra lo stragismo di mafia e di Mani pulite e parla di giornalismo, di quello cattivo, lasciando trasparire una critica non troppo velata sui tempi presenti. Houellebecq invece fa un salto in avanti di 7 anni e tratteggia lo scenario politico della Francia del 2022 dove il presidente musulmano Ben Abbes, vince le elezioni e islamizza la società. Come è ovvio si tratta di due libri già molto discussi, che dividono la critica su più fronti e che si possono paragonare solo in quanto si contendono il primato in libreria a gennaio, un mese convulso e segnato dal tragico attentato parigino alla redazione di «Charlie Hebdo». L’Europa di oggi è stata spinta, brutalmente, a riflettere su sé stessa ed è qui che il ruolo del libro si fa fondamentale. Laddove i giornali, Internet e la televisione tentano di coprire l’attimo presente, il ruolo dell’approfondimento, della riflessione intima, della metafora che aiuta ad espandere la coscienza, a trasformare le opinioni volatili in convinzioni più o meno salde è ancora del libro. E qui la narrativa può giocare un ruolo fondamentale, sconfinando in un campo che troppo spesso si crede di proprietà esclusiva della saggistica. In un momento in cui si denuncia e si combatte, giustamente, per contrastare il fenomeno del calo della lettura, gli editori dovrebbero riflettere sul ruolo fondamentale ed esclusivo che ancora possono giocare, con le loro pubblicazioni, nel presente.

Dietro le quinte di #ioleggoperché

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2015

di Interviste a cura di P. Sereni

È uno dei più vasti eventi di promozione della lettura dell’ultimo decennio e si propone di mettere un libro in mano a 240mila non lettori. Ma come è nata ed è stata costruita la campagna #ioleggoperché? Lo abbiamo chiesto direttamente alle persone che, ben prima del lancio dell’iniziativa in una affollatissima conferenza stampa a Milano, hanno seguito i lavori dei molteplici comitati interni all’Associazione. Quello che emerge è il grande entusiasmo e il forte spirito di squadra che ha guidato il lavoro di tutti e che, senz’altro, è il presupposto migliore per il successo di questa prima edizione dell’iniziativa.

Gusti che cambiano

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2015

di Dennis Abrams

Se in Italia la lettura è in calo, anche negli Stati Uniti, dove comunque si legge più che da noi, la situazione non è delle più rosee. L’ultimo report del National Endowment for Arts, A Decade of Arts Engagement, ha infatti aperto nuovi scenari su cosa e come leggono gli americani. Ad emergere è una forte disaffezione verso il romanzo e la narrativa. Infatti, secondo il recente sondaggio che ha coinvolto più di 37mila americani, il numero di adulti che ha letto almeno un romanzo, un testo teatrale o un testo poetico è passato dal 50% del 2008 al 47% del 2012 (trent’anni fa la percentuale era del 56%). I dati mostrano come il 2008 sia stato l’ultimo anno in cui la lettura di narrativa abbia presentato un andamento positivo mentre oggi siamo tornati ai livelli del 2002. Il declino della narrativa si è verificato soprattutto tra i bianchi americani senza distinzioni di genere o estrazione sociale. I numeri sono invece rimasti sostanzialmente invariati tra i gruppi non bianchi ed ispanici.

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