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Se si pensava che la lettura di libri in Italia venisse salvata dai «ragazzini», ecco pronta la smentita. Già lo avevamo accennato sul numero scorso del «Giornale della Libreria» ma i bambini di 6-10 anni leggono oggi in misura minore rispetto al 2013 (se ne sono persi in un anno 176 mila), e altrettanto fanno gli 11-14enni (432 mila in meno). In totale, nelle età che coincidono con le prime fasce scolari, abbiamo in 365 giorni una perdita di 608 mila lettori. Quasi 1.700 al giorno! È come se 64 classi scolastiche smettessero dalla mattina alla sera di leggere libri diversi da quelli di scuola. Il paradigma – e il dogma di fede – era di questo genere: bambini e ragazzi leggono e leggeranno sempre di più (anche se con crescite non eclatanti un anno sull’altro); qualcuno lo perderemo per strada al crescere dell’età traviato da Tv, tecnologie, da una «cattiva scuola»; ma poco a poco – con un effetto onda – crescendo, avremo che anche le fasce adulte manterranno il gusto e l’interesse per la lettura. Niente di meno vero – per lo meno dal 2013! – tanto che oggi possiamo dire che si trattava di un concetto e di un paradigma su cui abbiamo costruito il nostro modo di guardare al mercato ma che ormai non funziona più.
 

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