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Distribuzione

Le strategie per i piccoli editori

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2015

di Antonio Lolli

Dopo aver dato ampio risalto alle eccellenze della piccola editoria dal punto di vista dei contenuti e della produzione, affrontiamo ora altri due aspetti strategici per il raggiungimento degli obiettivi delle piccole e medie case editrici: quelli della promozione e della distribuzione. Abbiamo chiesto ad Angela di Biaso, direttore commerciale di Messaggerie libri, di fare il punto sui cambiamenti avvenuti negli ultimi anni e di indicare agli editori alcuni suggerimenti per raggiungere risultati migliori dal punto di vista logistico e distributivo.

Paesaggio prima del cambiamento

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2015

di Giovanni Peresson

È come essere sulla soglia di una porta che dà su un’altra stanza; o su un’altra dimensione che non abbiamo mai conosciuto. La mappa che traccia confini e attori del nostro mondo, il prossimo anno potrebbe risultare completamente cambiata rispetto a quella che troviamo nelle due pagine seguenti e che si riferisce alla situazione di fine 2014 (e, quindi, sostanzialmente anche a quella odierna). Sicuramente nel 2016 il «paesaggio editoriale» risulterebbe già assai diverso per il viandante che provasse a orientarsi con questa cartina. Innanzitutto per l’annunciata proposta d’acquisto da parte del Gruppo Mondadori di Rcs libri (e dopo la conclusione dell’istruttoria di Agcom), ma anche per possibili (e/o probabili) effetti «a catena» e contromosse di altri player. Ma già nel 2014 si è preannunciato il cambiamento di paesaggio che sta avendo luogo in questi anni, come effetto del restringimento del mercato domestico (tra 2010 e 2014 i canali trade hanno perso 256 milioni di euro): è come se la superficie della mappa in cui stanno le nostre 4.604 case editrici «attive» (cioè che hanno pubblicato almeno un libro nei dodici mesi precedenti) si fosse ridotta di quasi un quinto.

L’e-lending in Italia e in Europa

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2015

di Lorenza Biava

Nel 2014, secondo i dati di Assinform, gli italiani hanno speso circa 103 milioni di euro per l’acquisto di e-reader. Sebbene il valore risulti in calo rispetto all’anno precedente anche a causa della riduzione dei prezzi medi dei device – oltre che per colpa della crisi –, il fatto che le famiglie dedichino un budget all’acquisto di un dispositivo pensato esclusivamente per la fruizione di libri ci racconta di un nuova familiarità degli italiani con la lettura in digitale.

In continua evoluzione

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2015

di Lorenza Biava

Dopo le grandi trasformazioni degli ultimi due decenni del secolo scorso, le librerie italiane si trovano a vivere una stagione di grande cambiamento dei paradigmi che fino ad oggi ne hanno regolato il modello commerciale. Non ci riferiamo (o per lo meno, non ci riferiamo esclusivamente) ai mutati equilibri nei pesi specifici dei diversi canali di vendita con il boom dell’e-commerce e la parallela riduzione degli acquisti nelle librerie fisiche, ma piuttosto alla ricerca di modelli identitari nei quali sia possibile per i librai riconoscersi e sviluppare, facendole crescere, idee nuove. Se altrove, e in particolare in America, le librerie sembrano essersi lasciate alle spalle il momento più difficile (cfr. E. Refraschini, American dream, pp.45-46), in Italia le indipendenti vivono ancora una stagione di stallo, sospese tra la voglia di lanciarsi verso nuovi orizzonti e la paura di cadere non riuscendo a sviluppare business sostenibili.

Quando l'innovazione è nel processo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2015

di Giovanni Peresson

Quando si parla di innovazione ed editoria si tende a pensare subito agli e-book o alle App. Anzi, e-book e App sono diventati ormai sinonimi di innovazione. Più un Paese ha alte quote di mercato in questi prodotti, più verrà considerato innovativo. Viceversa, minore è l’investimento, più gli editori saranno considerati vecchi, sorpassati, «polverosi» e destinati a una naturale estinzione. In questo assunto c’è indubbiamente una verità, ma c’è anche molto manicheismo, perché si associa l’innovazione al «prodotto», mentre in realtà esistono anche forme di innovazione legate ai «processi». Nonostante si producano beni sostanzialmente molto simili a quelli precedenti, infatti, le tecnologie consentono di rendere più efficace il processo. Il flusso logistico (informativo e fisico) è uno degli ambiti in cui il risultato che si ottiene apparentemente è identico: il libro è sempre lo stesso ma è cambiata l’infrastruttura tecnologica che porta questo prodotto in libreria, consentendo di migliorare l’efficienza di tutto il processo. Anche questa è innovazione e «il processo – come ribadisce Simonetta Pillon, amministratore delegato di Ie-Informazioni editoriali, che gestisce il sistema Arianna+ – è giunto a una sua prima fase di maturazione nella prima metà del decennio scorso. Poi, a partire dalla seconda metà, si è assistito a un’ulteriore accelerazione».

Big data, questi sconosciuti

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Redazione

Cosa si intende quando si parla di smart publishing e quali sono i nuovi modelli organizzativi nell’industria editoriale? Di questo e d’altro si è discusso in un convegno lo scorso marzo presso la sede di Google Italia organizzato dall’Associazione italiana editori e Noovle, società di consulenza Ict specializzata in servizi Web. Nata nel 2013 dalla fusione di due premier partner di Google for Work, Global Base e Scube NewMedia, Noovle lavora sulle ultime frontiere del Web confrontandosi con temi che vanno dalle tecnologie per la mobilità ai big data, dal cloud alle smart enterprise, dallo smart working ai classici social e al modo in cui tutto questo può collaborare a rendere più proficui i flussi di lavoro. Piergiorgio De Campo (chief technology officer di Noovle) e Gabriella Giani (marketing manager) ci hanno raccontato come gli strumenti del Web possono cambiare il lavoro delle aziende – anche di quelle editoriali.

Prospettiva Open Access

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2015

di Edward Nawotka

I modelli di pubblicazione e di concessione delle licenze Open Access per riviste accademiche, scientifiche, mediche o per altre pubblicazioni legate al mondo della ricerca, possono spesso rivelarsi un argomento incomprensibile ai più. E «se sei confuso, allora, significa che stai iniziando a comprendere l’inizio del problema», sostiene Christopher Kenneally, direttore e business development manager del Copyright Clearance Center (Ccc). In definitiva, tutto dipende da cosa si intende per «open». «Esistono una moltitudine di definizioni», afferma Kenneally, «che variano a seconda delle condizioni imposte dall’ente finanziatore. Nel Regno Unito, ad esempio, il Wellcome Trust, una delle principali istituzioni finanziatrici della ricerca a livello nazionale e mondiale, impone che i beneficiari dei suoi fondi rendano pubblici gratuitamente i risultati dei loro studi tramite l’Open Access».

C'era una volta la Gdo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2015

di Giovanni Peresson

C’era una volta la Grande distribuzione che anno dopo anno erodeva, quote di mercato alle care vecchie librerie. Potrebbe cominciare così una riflessione sulla Gdo oggi. Non ci riferiamo naturalmente alle librerie aperte nelle gallerie dei centri commerciali che sono arrivate ben dopo l’inizio della nostra storia, ma piuttosto al «banco libri» presente all’interno di supermercati e grandi magazzini. Se fino a qualche tempo fa era proprio la Grande distribuzione a mettere paura alle librerie, oggi a destare preoccupazione è piuttosto l’impetuosa crescita dell’e-commerce fisico e digitale che impone agli spazi tradizionali di ripensarsi e trovare benefit nuovi per i propri clienti, individuando nuove nicchie da cui ricavare i fatturati e le marginalità perdute. Il libro entra nella grande distribuzione nel 1975 (con un tentativo di Coop), ma sarà solo con la metà degli anni Ottanta – e con la nascita di piattaforme logistiche e di servizio dedicate – che inizierà la vera e propria travolgente ascesa del canale. Traducendo in euro i valori di mercato di allora, la Gdo valeva nel 1986 circa 5,2 milioni di euro che nel 1989 crescevano a 44,4 fino a raggiungere, nel 1990, quota 51,6 milioni. Una crescita esponenziale, in poco meno di cinque anni, sia in termini di venduto che di punti vendita aperti. Si passa cioè da una quota di canale dell’1,5% del 1986 all’8,8% del 1990 (Fonte: Demoskopea). Quote di canale sottratte soprattutto alla libreria e, parzialmente, ai club del libro. Da allora la quota di mercato della Gdo è continuata a crescere. Nel 2007 rappresentava il 17,5% delle vendite di libri nei canali trade per salire al 18,0% nel 2009, valore che resta il picco massimo raggiunto fino ad oggi: nel 2013 la Gdo rappresentava il 15,5% delle vendite e le stime che vengono proposte a chiusura del 2014 la collocano tra un 14,3%-14,5% per l’anno appena trascorso.

Librerie fusion

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2014

di Marianna Albini

Mi è sembrato di vedere una libreria. Questa è l’impressione che lasciano alcuni tra gli esperimenti meglio riusciti di «nuove librerie»: punti di ritrovo, socialità e offerta culturale che ruotano attorno ai libri, ma che non di sole pagine si nutrono. Sono librerie di cui, già dal sito Web (innanzitutto ce l’hanno!), si capisce che hanno voluto abbandonare un approccio tradizionale e sperimentare l’idea di uno spazio dove offrire qualcosa in più ai loro clienti. Diverse tra loro per impostazione e tipo di pubblico, l’ingrediente che senz’altro hanno in comune è la capacità osare. Abbiamo intervistato la libreria La forma del libro di Padova e la Open di Milano.

Canali alternativi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2014

di Paola Sereni

La crisi economica ha influito molto sulle abitudini dei consumatori, si tratta di cambiamenti, magari minimi, nell’ambito della singola famiglia, ma che, sommati gli uni agli altri, hanno di fatto disegnato nuove geografie di consumo e consolidato nuove abitudini di spesa, facendo guadagnare quote ai canali alternativi. Non stupisce dunque che, per far fronte ad un cliente sempre più dinamico ed esigente, gli editori abbiano iniziato a considerare, a fianco alla tradizionale libreria, nuovi possibili canali per incontrare i potenziali lettori nei luoghi dove sorge il bisogno di acquisire o consolidare nuove competenze. Ne abbiamo parlato con Moreno Lanaro, responsabile delle vendite per Fastbook.

Professione distributore

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2014

di Ester Draghi

Il Consorzio Egaf è una struttura organizzativa specializzata nella distribuzione del settore editoriale giuridico fiscale, aziendale, tecnico-scientifico ed universitario. La capillarità del servizio unitamente alla puntualità delle visite effettuate dagli agenti fanno di Egaf una delle più significative realtà per la distribuzione specializzata sul territorio nazionale. «Dopo venticinque anni di storia la nostra organizzazione ha avuto contatti con quasi tutta la filiera editoriale, – spiega Gabriele Panimolle, presidente del Consorzio Egaf. – Anche se oggi, arallelamente al nostro core business giuridico, abbiamo avviato anche un servizio che ci consentirà di espanderci nel settore dell’editoria di varia». Ad oggi il Consorzio Egaf è composto da undici «distribuzioni» con una copertura capillare su tutto il territorio nazionale: «I nostri oltre trenta agenti visitano le librerie con periodicità settimanale o quindicinale, presentando le novità dei nostri editori e governando lo scaffale per tenere i librai sempre aggiornati sulle novità. Nel 2013 abbiamo toccato 2.624 punti vendita tra librerie generaliste, specializzate e cartolibrerie. Inoltre, oramai da un po’ di tempo, abbiamo attivato un servizio di depositi presso le librerie grazie al quale i nostri agenti operano continuamente la spunta del venduto sui depositi e aggiornano costantemente il libraio rispetto alle novità in uscita».

Nasce Proliber

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2013

di Paola Sereni

Qualcosa si muove nel grande mondo della distribuzione del libro fisico e la panoramica raccolta in queste pagine sembra restituire l’idea che una risposta positiva alla crisi si possa azzardare. Osservando alcuni degli eventi più significativi degli ultimi mesi quella che si può riconoscere è prima di tutto una certa tendenza da parte dei soggetti di volta in volta in gioco a rafforzare quando possibile le partnership commerciali con altre realtà. Basta pensare a quanto successo nel mondo della distribuzione cattolica con la nascita di Proliber di cui ci parlano Oscar Raimondi e Vittorio Sancini, consiglieri delegati della Proliber.

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