La rivistaClassifiche
di Antonio Lolli
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10.1390/GDL_201512_Classifiche
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La classifica generale del mese di ottobre è particolarmente ricca di novità: su 20 posizioni, infatti, 13 sono occupate da new entry. È la Sicilia a fare da sfondo - in modo nettamente diverso - alle opere di due nomi della nostra narrativa che si trovano ai primi posti della classifica.
La versione di Marta Baroni: piccola editoria
di Marta Baroni
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10.1390/GDL_201512_Marta_Baroni
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È dicembre. Tempo di Natale e di Più libri più liberi 2015.
E di shopping d'eccellenza tra gli stand della media e piccola editoria che tornano - dal 4 all'8 - ad animare il Palazzo dei Congressi di Roma.
I numeri della produzione
di Emilio Sarno
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10.1390/GDL_201512_numeri
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Un numero dedicato alla piccola editoria non può che considerarne anche i Numeri. Rilevando, così, un mix produttivo diverso dalla media: i piccoli editori sono più forti nel settore bambini e ragazzi, nella saggistica, nella manualistica pratica. I dati con le serie mensili sono consultabili su www.giornaledellalibreria.it
Tra sfide e progetti
di Giovanni Peresson
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10.1390/GDL_201512_sfide_progetti
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È diventata in poco più di dieci anni la «terza forza» tra le manifestazioni del settore. Dopo Torino, Bologna – che rientra nella categoria delle manifestazioni riservate al mondo professionale – c’è Roma, con Più libri più liberi. L’unica manifestazione in Europa, e quindi nel mondo, dedicata alla piccola editoria (o, come si dice altrove, all’editoria «indie»).
Ritorna con il suo mix di incontri «pop» rivolti al pubblico di lettori e appassionati
(mai termine, in fondo, si adatta meglio a una manifestazione come questa, che nel 2014 ha fatto oltre 55 mila ingressi), e di convegni, workshop, seminari professionali.
Alla fine della manifestazione dello scorso anno ci chiedevamo cosa potesse dire una fiera del libro dell’attuale stato di salute dell’editoria italiana, e non solo della salute della piccola editoria.
Ce lo chiedevamo per due ragioni.
La prima perché le fiere e i festival letterari hanno, per tutti gli anni Ottanta e
i successivi, anticipato tendenze, gusti, comportamenti e bisogni del pubblico dei lettori (Roma, ad esempio, ha intercettato la domanda di una maggiore qualità dell’assortimento della libreria).
La seconda perché a sua volta la piccola editoria ha sempre segnalato, a saperla guardare, tendenze e flussi che poi emergendo nel mercato mainstream sono diventati comuni a tutto il nostro mondo. E le pagine di questo «GdL» in larga parte dedicato proprio alla piccola editoria costituiscono un sondaggio di questa propensione, o come si ama dire: di questa «eccellenza».
Non di soli libri
di Antonio Lolli
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10.1390/GDL_201512_soli_libri
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In un momento particolarmente complesso come quello di oggi, è sempre più importante per una casa editrice riuscire a diversificare la propria offerta, così da fidelizzare ulteriormente i propri clienti ma anche soddisfare le esigenze di nuove fasce di pubblico. Riportiamo di seguito le esperienze di tre realtà editoriali che hanno saputo, in maniera diversa, offrire nuovi servizi ai propri clienti, sfruttando le possibilità che le tecnologie e le attuali forme di comunicazione mettono a disposizione.
È il caso di Effatà, casa editrice che ha creato una società specializzata nell’organizzazione di viaggi culturali e spirituali, ma anche di Iperborea, particolarmente attiva nella realizzazione di corsi di lingue nordiche, seminari e incontri, e di minimum fax, che opera, mediante la minimum fax media, anche nella produzione di audiovisivi e di eventi.
Piccoli e vegan
di Alessandra Rotondo
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10.1390/GDL_201512_piccoli_vegan
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Marina Berati di AgireOra Edizioni e Antonio Monaco di Edizioni Sonda ci raccontano come la piccola editoria possa dar voce a tematiche peculiari anche nell'ambito della cucina e del lifestyle alternativo.
Piccoli e in viaggio
di Alessandra Rotondo
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10.1390/GDL_201512_piccoli_viaggio
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Oscar Buonamano di Carsa Edizioni e Walter Martiny di Edizioni il Capricorno ci raccontano l'evoluzione del turismo e l'affermarsi delle mete di prossimità. E i nuovi bisogni che l'eccellenza editoriale indirizzata alle guide di viaggio sa e può intercettare.
Piccoli e saggi
di Camilla Pelizzoli, interviste a cura di Camilla Pelizzoli
Codice DOI
10.1390/GDL_201512_piccoli_saggi
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Roberto Revello di Mimesis Edizioni e Manuel Orazi di Quodlibet parlano del ruolo che i piccoli editori di settore possono avere nella valorizzazione e l'esplorazione della saggistica di cultura.
Piccoli e innovativi
di Andrea Tarabbia
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10.1390/GDL_201512_piccoli_innovativi
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Un vecchio adagio, per la verità un po’ trito, vuole che in Italia si possa fare editoria di ricerca solo a patto di essere piccoli e indipendenti. Ovvero: le grandi case editrici non coltivano più i talenti, ma si limitano a pubblicare il secondo libro di scrittori scoperti e lanciati da editori piccoli, magari di provincia, che pongono al centro del loro lavoro l’attività di scouting e reclutamento di autori inediti e sconosciuti, lo smussamento dei loro difetti e il lancio sui banchi delle librerie. Ovviamente non è vero: non esistono né una regola né una prassi consolidata, anzi, molte major hanno lanciato – e con successo – giovani autori sconosciuti al loro primo libro.
Piccoli e curiosi
di Emilio Sarno
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10.1390/GDL_201512_piccoli_curiosi
Asia
di Marco Pondrelli
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10.1390/GDL_201512_letteratura_Asia
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Maurizio Gatti di O barra O edizioni e Felicetta Ferraro di Ponte 33 raccontano l'opera d'indagine e di scoperta che i cataloghi delle rispettive case editrici conducono nel panorama culturale e letterario asiatico.
Sud America
di Alessandra Rotondo
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10.1390/GDL_201512_Sud_America
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Lorenzo Ribaldi de La Nuova Frontiera e Marco Cassini di Edizioni SUR parlano dei loro progetti editoriali e del viaggio alla scoperta delle letterature latinoamericane e ispanoamericane che i cataloghi delle rispettive case editrici sapientemente conducono.
Africa
di Camilla Pelizzoli, interviste a cura di Camilla Pelizzoli
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10.1390/GDL_201512_letteratura_Africa
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Isabella Ferretti di 66thand2nd e Sandro Ferri di Edizioni e/o raccontano l'attenzione che i loro cataloghi riservano alle letterature africane, mostrandoci quanto la piccola editoria sappia trattare in maniera culturalmente onesta anche le culture tanto lontane dalla nostra.
A ognuno la sua grafica
di Giovanni Baule
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10.1390/GDL_201512_ognuno_grafica
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Sempre più di frequente ci sono volumi editi nell’ambito della piccola editoria che si mostrano a tutti gli effetti come palestra di eccellenza anche sul piano della grafica editoriale. Sono libri e collane che, nel loro complesso, disegnano un paesaggio comunicativo variamente sperimentale, dove la soluzione editoriale, scelta di carta e di formato, il trattamento del testo e la griglia di impaginazione mostrano una particolare sensibilità per la varietà degli stili comunicativi, dei linguaggi grafici di copertina.
Talvolta aprono strade o inventano prototipi che poi saranno ripresi dall’editoria a grande scala. La copertina traduce visivamente il contenuto testuale, e il passaggio da testo a immagine grafica è una traduzione «intersemiotica»: accompagna da un mondo di segni testuali a uno visivo, tramite filtri differenti.
Le strategie per i piccoli editori
di Antonio Lolli
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10.1390/GDL_201512_strategie_editori
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Dopo aver dato ampio risalto alle eccellenze della piccola editoria dal punto di vista dei contenuti e della produzione, affrontiamo ora altri due aspetti strategici per il raggiungimento degli obiettivi delle piccole e medie case editrici: quelli della promozione e della distribuzione. Abbiamo chiesto ad Angela di Biaso, direttore commerciale di Messaggerie libri, di fare il punto sui cambiamenti avvenuti negli ultimi anni e di indicare agli editori alcuni suggerimenti per raggiungere risultati migliori dal punto di vista logistico e distributivo.
Go international!
di Alessandra Rotondo
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10.1390/GDL_201512_go_international
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Il mondo è diventato più piccolo. O semplicemente più vicino.
Di culture inesplorate ne sono rimaste poche e, finita la fase dell’esotismo, anche l’approccio al geograficamente e culturalmente «altro» è diventato un affare da sbrigare nel quotidiano, con la giusta dose di confidenza e preparazione.
Gli editori, in questo senso, hanno sicuramente rappresentato un vettore di avvicinamento e di familiarizzazione: proponendo al proprio pubblico le opere straniere in traduzione, immergendosi e selezionando, tra le proposte estere, quei testi che immaginavano avrebbero incontrato il successo a casa propria.
Senza ripercorrere l’iter che dai letterati editori e traduttori arriva a consolidare i canoni di una traduzione più rispettosa e «culturalmente onesta», è interessante conoscere alcuni tra gli strumenti – italiani e non solo – che oggi fanno da vettori di internazionalizzazione per l’editoria. Sia dal punto di vista della promozione delle editorie nazionali all’estero, che da quello della compravendita dei diritti di traduzione
e pubblicazione da un Paese all’altro.
Fuori catalogo: le novità
di Sandro Pacioli
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10.1390/GDL_201512_fuori_catalogo
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Quando si parla di innovazione in editoria il pensiero va subito agli e-book, alle banche dati, alle App, ai servizi Internet sviluppati dalle case editrici. In buona sostanza ai «prodotti»; molto meno alle innovazioni che riguardano i processi, e tanto meno all’innovazione della logistica distributiva. Dalla segnalazione dell’uscita di un libro, passando alla trasmissione dell’anagrafica sul gestionale della libreria, alla circolazione delle informazione sui dati
Viaggio al Future Book Forum
di Antonio Lolli
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10.1390/GDL_201512_viaggio_forum
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Un caldo sole quasi primaverile ha dato il benvenuto ai partecipanti del Future Book Forum, organizzato da Canon il 4 e 5 novembre scorsi, presso il Customer Experience Centre di Poing, nei pressi di Monaco di Baviera. Tre possono essere considerate le parole chiave dell’evento: collaborazione, creatività e innovazione. Collaborazione tra editore e stampatore, ad esempio, ma più in generale tra tutti gli attori della filiera, per il raggiungimento degli obiettivi comuni; creatività per garantire la più alta qualità ai propri clienti e per offrire un prodotto in grado di rispondere alle loro nuove esigenze; innovazione, che non deve essere considerata solo dal punto di vista tecnologico, ma che deve comportare un vero e proprio cambio di mentalità. Nella situazione economica in cui ci troviamo oggi, infatti, non bisogna avere paura delle sfide ma è importante essere in grado di coglierle come un’opportunità.
Più di 250 sono stati i partecipanti, tra cui figure manageriali di case editrici, stampatori, addetti stampa e partner tecnologici di Canon e 25 i Paesi rappresentati: la maggior parte europei, con Germania, Regno Unito e Francia in testa, ma si è avuta la partecipazione anche di realtà extra-europee come l’Egitto e il Sudafrica.
Indie o chain? Canada, librerie per tutti i gusti
di di Valeria Pallotta
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10.1390/GDL_201512_Canada_librerie
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Nella raccolta di racconti Troppa felicità, è alle librerie canadesi che sembra riferirsi Alice Munro quando dice: «ci sono pochi luoghi in una vita, forse persino uno solo, in cui succede qualcosa; dopodiché ci sono tutti gli altri luoghi».
Eppure il mondo di queste librerie è stato costretto a ricorrere a soluzioni creative e
a un gran lavoro sull’assortimento; privo di leggi che garantiscano un tetto massimo
agli sconti applicabili, il mercato editoriale canadese – del valore di 1,3 miliardi di euro per 35 milioni di abitanti – vede l’acquisto on line pesare il 36% del totale, contro il 52,2% rappresentato delle librerie fisiche e il 3% da altri canali. E anche se il 2014 si è chiuso con un -3,5% nelle vendite rispetto al 2013, segnali di crescita sono rappresentati
dal segmento dei libri per ragazzi (+4,1%), dal genere della historical fiction (+42,6%), dai gialli (+11%) e dai graphic novel (7,7%).
Viaggio tra le librerie indipendenti israeliane
di Elena Refraschini
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10.1390/GDL_201512_librerie_israeliane
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Israele, nonostante abbia un territorio di dimensioni limitate e conti solo 8 milioni
di abitanti, vanta un settore editoriale variegato e dinamico: si pubblicano 5 mila libri all’anno in lingua ebraica e sono attive più di un centinaio di case editrici di varie dimensioni. Il grande problema, però, è legato alla distribuzione, dato che il mercato dei libri nuovi è sostanzialmente un oligopolio: il 75% è infatti occupato da due catene, Steimatzky e Tzomet Sfarim.
Fino al 2002, la catena di librerie Steimatzky era l’unico attore sul mercato. È anche la più vecchia del Paese: fu infatti fondata a Tel Aviv nel 1920 da Yechezkel Steimatzky, cittadino russo emigrato in Palestina (che allora era Mandato britannico) che colse l’opportunità di servire i lettori della crescente comunità internazionale formata da nuovi immigrati e soldati inglesi. L’idea fu tanto azzeccata che in pochi anni vennero fondate nuove sedi nelle maggiori città, tra cui Gerusalemme e Haifa.
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