La rivistaClassifiche
di Alessandra Rotondo
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10.1390/GDL_201510_Classifiche
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La classifica di agosto parla di serialità e di narrazioni lunghe. Sospese, continuate, riprese, approfondite. Era di maggio di Antonio Manzini, che balza dalla diciassettesima alla terza posizione, riapre la vicenda di Non è stagione, riprendendo la narrazione tre giorni dopo la conclusione del libro precedente. Elena Ferrante continua a tenere banco, in classifica con due dei volumi del ciclo L’amica geniale, e Grey rimane sul podio seguendo la scia delle Sfumature. Camilleri sale con La giostra degli scambi, espressione della serialità classica e collaudata del commissario Montalbano. Anche l’unica novità in classifica – Quello che non uccide di David Lagercrantz – è espressione di una narrativa di lungo progetto: si tratta, infatti, del quarto capitolo della saga Millennium di Stieg Larsson, rimasta ferma a causa dell’improvvisa scomparsa dell’autore e poi ripresa da un altro, non senza polemiche da parte degli eredi. Senza entrare nel merito delle strategie di marketing sottese all’iniziativa, è evidente che la serialità sia una strada che sempre più gli editori si trovano a percorrere. Come lettori siamo affascinati dalle storie che si evolvono con noi, s’interrompono, ritornano sui loro passi per poi proseguire altrove. In questa passione è riconoscibile quell’amore per il racconto che, dall’oralità dei miti allo storytelling sui social media, evidentemente ci coinvolge ancora.
Non è un caso che uno dei risultati migliori quest’estate lo abbia ottenuto Anna Todd, al terzo posto con After (in salita dal nono) e al sesto con Un cuore in mille pezzi, secondo capitolo della vicenda. Interessante è costatare come la Todd abbia cominciato a scrivere su Wattpad, la community di autori regno della fanfiction. Un posto in cui gli utenti non si limitano a caricare i propri racconti, ma interagiscono tra loro, si danno consigli, si leggono a vicenda, scrivono e riscrivono, tessendo, infine, una trama narrativa compartita e collettiva.
La versione di Marta Baroni: narrativa italiana
di Marta Baroni
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10.1390/GDL_201510_Marta_Baroni
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Cashmere e mocassini, toppe di tweed e tabacco sfuso. L'ironico ritratto di Marta Baroni dello scrittore radical chic da manuale.
I numeri della produzione
di Emilio Sarno
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10.1390/GDL_201510_numeri
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Più che l’andamento della produzione assoluta appare significativa la vera e propria esplosione di titoli di diritto (+192%). Effetto evidente dei nuovi titoli legati alle riforme legislative del governo. Gli e-book – per la prima volta – con 5.084 titoli, sono di più dei titoli di carta pubblicati nello stesso mese: 5.063. I dati con le serie mensili sono consultabili su www.giornaledellalibreria.it.
La direzione del cambiamento
di Federico Motta
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10.1390/GDL_201510_direzione_cambiamento
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Anche dalle pagine del Giornale della Libreria voglio ringraziare i mie colleghi per la fiducia accordatami, della quale sento tutta la responsabilità.
Grazie ai vice presidenti, grazie alla struttura dell’Aie, grazie a Marco Polillo per i suoi sei anni di presidenza, vissuti con capacità, impegno e spirito di sacrificio. Grazie al lavoro suo e di tanti, i prossimi due anni di presidenza potranno partire da basi solide.
Solide, ma non statiche, in quanto già è stato avviato un processo di riflessione e di cambiamento, che tutti abbiamo convenuto essere necessario.
L’essenza del nostro mestiere risponde ai bisogni espressi e latenti di conoscenza, informazione, evasione, aggiornamento presenti nella società. «Non solo dare ai lettori ciò che vogliono leggere, ma anche quello che non vorrebbero sentirsi dire» come diceva George Orwell. La vera domanda è: in quale direzione continuare a cambiare?
Vorrei dirlo a partire da quattro parole che credo siano fondamentali: consapevolezza, partecipazione, responsabilità e – come conseguenza delle prime tre – unità.
Più libri: condivisione e rinnovamento
di Antonio Lolli
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10.1390/GDL_201510_direzione_cammino
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Più libri più liberi, la più importante fiera in Italia dedicata alla piccola e media editoria, anno dopo anno si è andata affermando sempre di più anche come fondamentale luogo di scambio e di interazione tra diversi attori del settore. Dalla sua prima edizione svoltasi nel 2002, infatti, la fiera ha raggiunto anno dopo anno una sempre maggiore popolarità e una riconosciuta autorevolezza. Se infatti la prima edizione aveva avuto una media di circa 30 mila visitatori, di cui 1.500 professionali, l’edizione 2014 ha visto la partecipazione di circa 400 marchi editoriali e una media di oltre 55 mila visitatori, di cui 5 mila professionali. I numeri parlano chiaro anche considerando gli eventi organizzati nel corso degli anni dalla fiera: si è passati, infatti, dagli 85 eventi organizzati nel 2002, agli oltre 300 dell’ultima edizione.
«Questi dati – afferma Antonio Monaco, delle Edizioni Sonda, presidente del Gruppo dei piccoli editori dell’Associazione italiana editori – confermano l’importanza di continuare lungo la strada dell’affermazione di Più libri come manifestazione in grado di parlare a 360 gradi di tutti gli aspetti utili per i piccoli e medi editori».
Paesaggio prima del cambiamento
di Giovanni Peresson
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10.1390/GDL_201510_paesaggio_cambiamento
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È come essere sulla soglia di una porta che dà su un’altra stanza; o su un’altra dimensione che non abbiamo mai conosciuto.
La mappa che traccia confini e attori del nostro mondo, il prossimo anno potrebbe risultare completamente cambiata rispetto a quella che troviamo nelle due pagine seguenti e che si riferisce alla situazione di fine 2014 (e, quindi, sostanzialmente anche a quella odierna). Sicuramente nel 2016 il «paesaggio editoriale» risulterebbe già assai diverso per il viandante che provasse a orientarsi con questa cartina. Innanzitutto per l’annunciata proposta d’acquisto da parte del Gruppo Mondadori di Rcs libri (e dopo la conclusione dell’istruttoria di Agcom), ma anche per possibili (e/o probabili) effetti «a catena» e contromosse di altri player.
Ma già nel 2014 si è preannunciato il cambiamento di paesaggio che sta avendo luogo in questi anni, come effetto del restringimento del mercato domestico (tra 2010 e 2014 i canali trade hanno perso 256 milioni di euro): è come se la superficie della mappa in cui stanno le nostre 4.604 case editrici «attive» (cioè che hanno pubblicato almeno un libro nei dodici mesi precedenti) si fosse ridotta di quasi un quinto.
Far conoscere le eccellenze
di Emilio Sarno
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10.1390/GDL_201510_conoscere_eccellenze
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In anni non molto lontani, un titolo ogni quattro pubblicati dagli editori italiani era la traduzione di un libro straniero. Nel 2014 siamo scesi al 17%. Nel 2001 vendevamo ai nostri colleghi stranieri diritti di edizione per circa 18 mila titoli. Oggi sfioriamo i 5 mila. Certo, continuiamo a comprare più di quanto vendiamo, perché i lettori in Italia saranno pochi, ma questi pochi sono molto curiosi e vogliono leggere quanto di meglio le letterature e le editorie dei vari Paesi stampano per i loro lettori.
In questi anni è avvenuta una silenziosa ma importante trasformazione. Abbiamo imparato a pensare ai libri non più solo guardando al nostro cortile di casa, ma anche alle possibilità offerte da un mercato sempre più internazionale e in cui la libera circolazione dei diritti di edizione costituirà l’asse portante degli sviluppi futuri.
Se non ci fossero gli italiani!
di Giovanni Peresson
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10.1390/GDL_201510_fossero_italiani
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La narrativa rappresenta, tra quella d’autore italiano e quella d’autore straniero, il 36-37% delle vendite a valore e il 38-39% delle vendite in numero di copie (mentre in termini di titoli si tratta del 26-27% di quelli pubblicati). Questo vuol dire che ogni cento copie di libri venduti in librerie indipendenti o di catena, dai banchi libro della Gdo o acquistati negli store on line, quasi quaranta sono opere di narrativa.
Quello della narrativa è un settore che nel 2014, nel suo complesso, aveva fatto segnare una flessione a valore del -4,3%, superiore alla media (purtroppo negativa) del mercato complessivo (-3,8% a valore e -6,5% a copie secondo Nielsen; -2,7% per GfK).
Ma all’interno della narrativa l’andamento è tutt’altro che omogeneo.
Mappa ragionata della narrativa italiana
di Andrea Tarabbia
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10.1390/GDL_201510_mappa_ragionata
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Dove va la narrativa italiana oggi? Quali generi e sottogeneri esplora? Qual è il rapporto che intrattiene con le letterature degli altri Paesi? Ma soprattutto: quali tendenze internazionali assorbe e fa proprie, in qualche modo «italianizzando» i motivi che danno forma alle letterature del mondo? Se, da un lato, non è semplice fornire risposte esaurienti a queste domande, dall’altro è pur vero che cercare di comprendere che cosa, e come, si scrive nell’Italia di oggi può gettare una luce sulla temperie culturale del nostro Paese e aiutare a capire come si muovono le scelte editoriali, svelando i suoi gradi di parentela con le maggiori editorie straniere.
In questo senso, un portale come BooksinItaly costituisce un osservatorio privilegiato.
Effetto Premi
di Sandro Pacioli
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10.1390/GDL_201510_effetto_premi
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Il numero di copie vendute rappresenta, per l’editore straniero, uno degli indicatori più importanti attraverso cui giungere alla decisione di acquistare i diritti di traduzione di un autore italiano: e nel marketing della casa editrice – accanto alla gestione del lancio, a quella commerciale e del brand dell’autore, alla comunicazione tradizionale e non e alla partecipazione dell’autore a incontri con il pubblico – la vincita (e la costruzione della strategia per conseguirla) di un premio letterario costituisce una leva che torna ad avere la sua importanza anche nel prolungare il ciclo di vendita del titolo, così come nel far muovere quelli usciti in precedenza; sia nella versione cartacea (che qui misuriamo) che in quella e-book (di cui, al momento, nulla possiamo sapere e dire). Con la collaborazione di IE-Informazioni editoriali abbiamo provato proprio a vedere l’effetto premio su sei autori italiani che nel 2013 e nel 2014 hanno partecipato e vinto i tre principali premi letterari.
Le voci di dentro
di Antonio Lolli
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10.1390/GDL_201510_voci_dentro
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In questa parte dello Speciale diamo voce ad alcune delle case editrici che si distinguono maggiormente nella pubblicazione di narratori italiani contemporanei. Delle voci dal «di dentro» di questo mondo. Una ricognizione, certamente incompleta, ma che fa emergere alcuni fili rossi che sembrano collegare le scelte di oggi.
La prima è la ricerca di voci nuove capaci di raccontare una società sempre più liquida e molecolare. La seconda è la convinzione – più o meno esplicitata a chiare lettere – delle potenzialità ancora non completamente espresse della narrativa italiana per gli editori e i mercati stranieri.
Per amore, per vocazione
di Serena Baccarin
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10.1390/GDL_201510_amore_vocazione
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La promozione letteraria oggi sembra non conoscere confini. Non c’è autore che non abbia almeno una pagina Facebook o un account Twitter attraverso i quali pubblicizzare le proprie opere e creare occasioni di discussione con i lettori, reali o potenziali. Da parte loro, le librerie continuano a lavorare come hanno sempre fatto, puntando al servizio e al rapporto con il cliente, conservando il loro ruolo principe nella promozione di titoli nuovi e di catalogo. Sono loro, i librai, ad avere un’idea più prossima alla realtà dell’andamento di un settore ricco, quanto a volte bistrattato, come quello della narrativa italiana contemporanea. Decidiamo quindi di entrare nel mondo di Laura Ligresti, quel «mondo offeso» che ammicca a Vittorini ed è sinonimo di attenzione agli ultimi e di predilezione per le tematiche di tipo civile, sociale e politico. Una libreria che denuncia fin dal logo, quello stesso uomo ritratto nella copertina di Tristano muore di Antonio Tabucchi, la forte specializzazione nella narrativa italiana contemporanea e del ’900.
Tradurre le copertine
di Giovanni Baule
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10.1390/GDL_201510_tradurre_copertine
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Pubblicare un romanzo tradotto significa spesso «tradurre» anche le copertine. Ma possiamo individuare e tracciare alcune linee che hanno guidato gli editori stranieri nel tradurre con il romanzo anche la copertina? Fatto che già di per sé implica un modo e un atteggiamento diverso rispetto all’attività del tradurre.
Un’idea estesa di «traduzione» ci consente così di vedere con uno sguardo diverso e più ampio l’insieme del lavoro editoriale. Per quanto riguarda le copertine, e a maggior ragione quelle dei libri di traduzione, si può parlare di traduzione visiva.
Nuovo look per la Rizzoli New York
di Antonio Lolli
Codice DOI
10.1390/GDL_201510_look_Rizzoli
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La storica libreria Rizzoli New York ha riaperto i battenti nel quartiere NoMad, al 1133 di Broadway all’incrocio con la 26esima strada.
Angelo Rizzoli era già da tempo arrivato in America con le sue librerie: la prima fu inaugurata nel 1964, poi traslocò sulla 57esima per approdare, ora, a Broadway. Proprio come le star.
La sede attuale non ha niente da invidiare alle precedenti, in quanto a sacralità e fascino. L’edificio ospitante è quello progettato dall’architetto Bruce Price nel 1896, con la sua facciata elegante che combina elementi in pietra, mattoni, terracotta, ferro e rame in stile Beaux-Arts, e non meno pregevoli sono gli interni. Il progetto per la nuova sede è stato invece realizzato dal celebre studio di design Ike Kligerman Barkley, che ha ripreso i dettagli «Gilded Age» della struttura storica, combinandoli con elementi del design contemporaneo.
Effetto Risiko
di Lorenza Biava
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10.1390/GDL_201510_effetto_risiko
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«Lo scopo del gioco è il raggiungimento di un obiettivo predefinito, segreto e diverso per ciascun giocatore, che può consistere nella conquista di un certo numero di territori, nella conquista di due o più continenti o nell’annientamento di un player avversario». Questo è quello che si legge sulla plancia di Risiko, uno dei più diffusi e conosciuti giochi di strategia; ma con qualche piccola correzione potrebbe essere anche un ottimo modo di guardare all’edizione 2015 della classifica dei maggiori editori a livello globale, promossa per il nono anno consecutivo da «Publishers Weekly» e «Livres Hebdo».
Se Pearson si conferma l’editore più importante per fatturato (7,072 miliardi di dollari nel 2014), le grandi acquisizioni, la transizione al digitale e l’emergere di nuove potenze editoriali come la Cina hanno giocato un ruolo fondamentale nella classifica di quest’anno.
Partiamo dalla performance degli editori italiani. Il primo che troviamo in classifica è DeAgostini, al 18esimo posto, con una revenue stimata di 1,367 miliardi di dollari, che ha perso cinque posizioni rispetto allo scorso anno. Segue il Gruppo editoriale Mauri Spagnol, anche lui in leggera discesa – dal 34esimo al 35esimo posto in classifica – con un fatturato di 460 milioni di dollari; leggermente distaccato troviamo il Gruppo Mondadori, che passa dalla 36esima alla 37esima posizione con un fatturato di 410 milioni di dollari. In calo anche il quarto editore italiano presente in classifica, Rcs Libri, che passa dalla posizione 44 alla 48 (271 milioni di dollari).
Il promotore editoriale ai tempi del digitale
di di Valeria Pallotta
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10.1390/GDL_201510_promotore_editoriale
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I colporteurs, oggetto di una recente mostra a Milano e di un libro, erano venditori ambulanti che tra il XVI e il XX secolo hanno contribuito alla diffusione della cultura, portando in aree anche isolate e remote dai libri alle stampe, fino ai lunari, calendari, almanacchi e testi religiosi. Oggi questa diffusione avviene grazie alla figura del promotore editoriale, che si trova a navigare in acque inquiete perché opera in un mercato scosso dalla concorrenza delle tecnologie digitali dei mezzi di comunicazione, dall’irruzione degli acquisti on line, dalla trasformazione delle librerie, dalla mutata interazione della società con la lettura.
Concepire questo mestiere come quello del venditore ambulante delle novità editoriali ha generato negli ultimi anni un equivoco, trasformando il promotore da consulente del libraio in grado di «vedere» il tessuto di fermenti culturali che attraversano un territorio, per intercettarli e tradurli in vendite, a operatore commerciale, troppo spesso stretto tra novità da piazzare e obiettivi da raggiungere per la sostenibilità dei costi della proposta editoriale.
Se l’attività della promozione diventasse uno storytelling segmentato, per cui in diverse modalità e tempistiche il promotore valorizzasse sul territorio i libri prima in fase di prenotazione, quindi in occasione dell’uscita, non tornerebbe a essere una figura fondamentale di connessione della filiera?
Per meglio comprendere l’utilità e le potenzialità spesso inespresse di questa figura professionale, ci si confronterà con tre promotori editoriali di varia che rappresentano realtà differenti, hanno ruoli diversi e operano in aree geografiche distinte: Roberto Malgrati, ispettore alle vendite e referente presso Promedi, Michele Grossi, promotore editoriale per Laterza, e Pina Micoli, ispettore alle vendite presso la casa editrice Einaudi e il Gruppo Mondadori.
Innovazione per l’editoria «intelligente»
di Redazione
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10.1390/GDL_201510_innovazione_intelligente
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È quasi un luogo comune che il digitale imponga alle case editrici di confrontarsi con l’innovazione tecnologica. Quali sono però gli ambiti specifici di ricerca e sviluppo (R&S) cui le case editrici guardano con maggiore attenzione? È quanto Tisp – Technology and Innovation for Smart Publishing, l’iniziativa europea coordinata dall’Aie (www.smartbook-tisp.eu) – ha chiesto con un questionario on line a un centinaio di imprese di 18 diversi Paesi europei, in prevalenza (86%) editori, e ad alcune aziende tecnologiche già impegnate nel settore. Interessante anche il profilo dimensionale del campione: il 62% è costituito da piccole e medie imprese (PMI), il 25% da grandi imprese e il rimanente 13% da start-up. Il cuore del questionario constava di un elenco di 33 possibili temi di R&S che le imprese potevano votare come più o meno interessanti (in una scala da 1 a 6). Per meglio orientare i partecipanti al sondaggio, il questionario divideva i temi in quattro aree, relative a (1) processi produttivi; (2) nuovi prodotti o servizi; (3) promozione e distribuzione; (4) standard e interoperabilità. I dati di dettaglio, con i punteggi medi per tutti i temi sottoposti a verifica, sono reperibili sul sito www.smartbook-tisp.eu. Abbiamo quindi chiesto a Piero Attanasio e Cristoph Bläsi di farci il punto della situazione.
Il futuro della lettura sarà lo smartphone?
di Dennis Abrams
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10.1390/GDL_201510_futuro_smartphone
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Sul Wall Street Journal, Jennifer Maloney scrive: «Non sarà l’e-reader la piattaforma che dominerà le future vendite del mercato editoriale, ma lo smartphone».
Prendiamo il caso di Andrew Vestal, Program Manager di Microsoft. Con sua grande sorpresa, Vestal ha scoperto che il modo migliore per trovare il tempo di leggere, tra il lavoro in ufficio e quello di papà, era cercarlo nelle brevi pause quotidiane, grazie al suo iPhone: «Volevo che la lettura fosse parte della mia vita» ha dichiarato al Wall Street Journal. «Se avessi continuato ad aspettare di avere, di nuovo, il tempo che una volta dedicavo ai libri (cinque ore al giorno), avrei smesso di leggere del tutto».
Vestal non è il solo. Il Wall Street Journal riporta che, secondo un sondaggio Nielsen condotto lo scorso dicembre su un campione di 2 mila persone, quasi il 54% degli acquirenti di e-book ha dichiarato di utilizzare, almeno in parte, lo smartphone per la lettura; un dato in forte crescita rispetto al 24% del 2012.
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