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Tecnologie

Editori on air

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Lorenza Biava

Da qualche tempo a questa parte assistiamo a due processi opposti ma ugualmente significativi per il settore editoriale. Da un lato grandi gruppi editoriali come Rcs o Mondadori cedono i rami di azienda esteri, ma anche alcuni business periferici come quello delle divisioni tipografiche, per focalizzarsi sul core business editoriale. Dall’altro alcuni editori stanno studiando modi alternativi per differenziare il proprio business testando nuovi format per il canale retail ma anche diversificando la strategia aziendale, magari investendo nel settore delle tv digitali, in chiaro o meno, e delle piattaforme Web. Ne parliamo con due realtà editoriali che si sono impegnate proprio in quest’ultima direzione.

Film, libri e made in Italy

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Gabriele Pepi

«La sfida dei mercati internazionali oggi può essere affrontata solo in un’ottica di sistema. Servono progetti di internazionalizzazione congiunti che possano essere l’inizio di una nuova visione per esportare il nostro made in Italy». Con queste parole Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia e di Aie, presentava a inizio giugno la prima parte di Words on screen. New Italian Literature into Film, il progetto congiunto che ha portato a New York per due giorni una selezione di pellicole italiane tratte da romanzi italiani ma anche dibattiti con registi, produttori, scrittori ed editori. Obiettivo della missione – nata nell’ambito dell’anno della cultura italiana negli Stati Uniti e dalla collaborazione con Anica e la Fondazione Cinema per Roma e con il sostegno del Ministero per lo sviluppo economico – è quello di rafforzare la presenza dell’industria cinematografica ed editoriale italiana sul mercato statunitense e di favorire rapporti di coproduzione internazionale. «Gli Stati Uniti rappresentano una sfida molto particolare per la penetrazione culturale, – prosegue Polillo. – È un Paese particolarmente “autarchico” e chiuso ai prodotti culturali stranieri: solo il 5% dei libri in commercio è in traduzione da altra lingua. Se c’è una “cultura” che può provare ad rompere questo tabù è sicuramente quella italiana che comunque riveste un fascino particolare negli Stati Uniti. Ma abbiamo bisogno di nuove strategie, alleanze e risorse. L’alleanza tra produttori ed editori costituisce potenzialmente un mix formidabile proprio per la forza evocativa che i libri e cinema tricolore hanno da sempre in giro per il mondo: se riuscissimo a fare in modo di costruire un nuovo modello per l’estero ne trarrebbe beneficio l’intero sistema Paese». Per capire meglio gli orizzonti dell’iniziativa che si colloca nel più ampio «Progetto speciale di promozione del made in Italy», che per due anni porterà in giro per il mondo i prodotti dell’industria cinematografica promuovendoli come già si fa per la moda o il food, abbiamo intervistato Francesca Medolago Albani, responsabile dell’Ufficio studi, sviluppo e relazioni associative di Anica che ha curato il progetto insieme a Fabio Del Giudice per conto di Aie.

I nuovi editori

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Luca Conti

Il mondo dell’editoria libraria sta attraversando un momento di cambiamento epocale. Il libro, seppur con una concorrenza mai vista prima in termini di attenzione, tra videogame, film on demand e social network, mantiene un ruolo insostituibile nell’intrattenimento e nell’acquisizione di nuova conoscenza. Chi non se la passa altrettanto bene sono gli editori tradizionali e le vecchie librerie, in difficoltà nel far quadrare i conti con la crisi del sistema paese Italia e il calo dei consumi e nel passaggio a forme di contenuto sempre più digitali. In questo scenario apparentemente critico, nuove professioni stanno cominciando a emergere, per soddisfare nuovi bisogni o semplicemente seguire il lettore su nuove piattaforme per continuare il lavoro di sempre: cura di contenuti, proposte di qualità, ascolto e relazione con il lettore. In uno scenario macroeconomico difficile, alcuni segnali fanno ben sperare sul futuro del libro, qualsiasi forma esso debba avere nella sua naturale evoluzione. Il primo segnale positivo viene dal commercio elettronico, settore in cui l’Italia è sempre stata agli ultimi post in Europa. Il rapporto 2013 sull’e-commerce in Italia redatto da Casaleggio Associati vede l’editoria proiettata su un +18% di crescita rispetto al 2012. Un dato in controtendenza rispetto al complesso del mercato editoriale, segno di come Internet possa diventare un canale sempre più importante, anche per la vendita di libri. Il settore dell’editoria sta in media rispetto all’andamento di altri settori, tra il tempo libero quasi piatto al +4% e l’arredamento previsto a +31% sull’anno precedente, ma superiore al turismo (+15%), da sempre uno dei segmenti più sviluppati on line.

La scienza nel tablet

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Giorgio Kutz

L’offerta di app per tablet nell’area scientifica è strabordante. Siamo ben oltre la divulgazione scientifica indifferenziata «per la famiglia» e cominciamo ad avere proposte di buon livello per fasce di utenza differenziate, dalla scuola primaria al mondo universitario – professionale, passando per le curiosità e gli effetti speciali. Non a caso il Web pullula di recensioni di rango: da quelle della rivista «Focus» a quelle di siti dedicati alle risorse per gli insegnanti come Educational Technology (http://www.educatorstechnology.com/), Teachwithyouripad, Teachthought e altri, rivolti a chi insegna nelle scuole. I temi di area scientifica vanno dall’astronomia (compresa l’esplorazione dello spazio) alle scienze della terra, alla chimica, alla biologia, all’anatomia, ai reference. Anche i prezzi conoscono qui oscillazioni abissali, fatto non comune nel mondo dei prodotti per tablet: andiamo dal gratuito per prodotti di buon livello come Molecules a prezzi professionali come nel caso del Netter’s Anatomy Atlas, di Elsevier, che costa 79,99 €. Il grande neo di questo segmento è la scarsissima offerta di prodotti originali in lingua italiana a fronte dell’ enorme mole di prodotti in lingua inglese. Ritroviamo una vecchia conoscenza, Esplorando il Corpo Umano in 3D della De Agostini, nipotino delle versioni su Cd-rom degli anni ’90, e poco altro. Ma tant’è: se la lingua inglese era la lingua comune della comunità scientifica d’elite siamo ormai destinati ad essere linguisticamente colonizzati fin giù nella trincea delle maestre elementari. Fanno eccezione alcune traduzioni eccellenti della Touch Press, come quella della migliore delle tavole periodiche sul mercato, Gli Elementi, Un’esplorazione Visiva (€12,99), di Theodore Gray, che raccoglie una ricca messe di informazioni sugli elementi e consente di zoomare e ruotare in 3D oltre cinquecento oggetti, restituendo indubbiamente a chi la usa molto di più del buon vecchio originale statico di Mendeleev. Restando in ambito chimico abbiamo a complemento il già citato Molecules che consente di caricare da uno sterminato database la molecola che si vuole visualizzare in 3D, per analizzarne (o descriverne) la struttura ruotandola con il dito.

Non chiamatelo manuale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Paola Sereni

Da qualche anno, ormai, ai manuali universitari si sono affiancati altri modi di studiare e preparare l’esame: alcuni ideati dagli editori mentre altri, dalle dispense alle slide ai riassunti delle lezioni, proposti dai docenti stessi o assemblati dagli studenti. Si tratta di cambiamenti che impongono una profonda riflessione soprattutto agli editori universitari, come spiega Mirka Giacoletto Papas, Presidente del Gruppo accademico professionale di Aie.

Nuovi profili cercasi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Edward Nawotka

In apparenza le qualifiche professionali in editoria non hanno bisogno di spiegazioni. L’agente lavora con gli scrittori per svilupparne i manoscritti. L’editor acquisisce i libri e ne appronta la pubblicazione. Il direttore di produzione prepara il testo, accompagnandolo in tutti i passaggi, dall’ufficio tecnico alla stampa fino alla distribuzione. Il reparto promozione contatta i critici, invia loro copie del libro e spera che ne parleranno nei loro editoriali. L’ufficio marketing e vendite fa del suo meglio per piazzare i volumi nelle librerie e assicurarsi che qualcuno entri a comprarli. I dirigenti si occupano di sovrintendere a tutta l’operazione e di riferire al Consiglio d’amministrazione e alla proprietà, aggiornando i risultati annuali con un’apposita relazione. A dire il vero un quadro del genere di questi tempi è piuttosto fittizio. Oggi come oggi gli agenti fanno anche gli editori, gli autori non si percepiscono più come meri «scrittori», ma come «marchi che creano contenuti», gli editor fanno ben poco lavoro di redazione, e si dedicano invece alla gestione del progetto – supervisione dei contenuti creati non solo per il libro, ma per le app, il sito Web e altri mezzi digitali –, i direttori di produzione devono passare dai flussi di lavoro tradizionali per la stampa a quelli digitali, chi si occupa di promozione e marketing deve gestire social media e vendite dirette, così come le recensioni radiofoniche e sui giornali e gli ordini dei rivenditori e i dirigenti.

Professioni creative

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Intervista a cura di E. Vergine

Il digitale ha cambiato la filiera editoriale. I processi produttivi stanno mutando profondamente e con essi le competenze necessarie per lavorare in casa editrice. I concetti chiave per aprire le porte del futuro sembrano essere creatività, innovazione e puntare ad attirare giovani promesse. E allora quali caratteristiche devono sviluppare le professionalità che già lavorano nell’editoria e in che direzione devono andare le aziende editoriali per attirare a sé nuove e interessanti risorse? Ne abbiamo parlato con Jo Howard, relatrice ad Editech 2013 nella sezione «Innovazione nell’organizzazione». Consulente per l’executive search nel settore editoriale per Mosaic Search and Selection la Howard si occupa anche di consulenza e coaching per dirigenti a livello internazionale. Da lungo tempo attiva nel cuore della comunità editoriale inglese, dispone di una profonda e vasta conoscenza di questo mondo a livello produttivo e distributivo e di un’impareggiabile rete di contatti.

Pubblicarsi all'estero

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Elisa Molinari

Che il selfpublishing sia uno dei fenomeni editoriali più chiacchierati è ormai risaputo. L’Ufficio studi dell’Associazione italiana editori ha recentemente dedicato un istant e-book a questo attualissimo argomento (Prospettiva self publishing. Autori, piattaforme e lettori dell’editoria 2.0, Aie, 2013, disponibile su tutti i maggiori store on line). Autori che scalano le classifiche nazionali e internazionali, critici letterari che recensiscono indistintamente romanzi pubblicati e auto-pubblicati (non da ultimo Michiko Kakutani, il più influente critico letterario del New York Times e la famosa recensione di The Revolution was televised di Alan Sepinwall), articoli di giornale, conferenze e incontri sul tema non sono che alcuni dei mille rivoli in cui il selfpublishing si dipana. Se poi ci sono mettono anche gli autori di Hollywood, il successo è assicurato: Jim Carrey, l’attore di The Truman Show, ha deciso di ricorrere al selfpublishing per How Roland rolles, da lui definito libro metafisico per bambini. «Auto-pubblicherò il mio libro perché le cose stanno così adesso e perché credo che sia trendy». Fenomeno di costume? Forse. Moda passeggera? Meno probabile. Sicuramente molti autori iniziano a vedersi sotto una nuova luce, galvanizzati dalla possibilità di poter potenzialmente raggiungere milioni di lettori (e di dollari) con un click. Si tratta degli Ape, la fortunata definizione che dà il nome al nuovo libro (ovviamente selfpublished) di Guy Kawasaki, ex leader di Apple, che indica chi allo stesso tempo si preoccupa di essere Author, Publisher, Entrapreneur: autori che si fanno editori e, soprattutto, imprenditori della propria opera. Idea questa che trova conferma nelle parole di Barry Eisler, scrittore statunitense, citato proprio nel libro di Kawasaki: «Tutti gli scrittori pensano a quello che fanno come se fosse un’arte. Gli scrittori intelligenti capiscono che la scrittura è anche una questione di affari. Gli scrittori veramente intelligenti si vedono anche come imprenditori». Di tutto le questione trattate, la meno nota, forse, riguarda l’arsenale di strumenti a disposizione degli aspiranti scrittori che, oltre a poter scegliere tra varie modalità con cui pubblicare i propri testi, possono facilmente trovare tool per calcolare le royalties, impaginare, creare copertine, acquistare spazi pubblicitari, trovare correttori di bozze e tanto altro.

Punti in comune

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Emilio Sarno

Sono diversi gli elementi in comune tra le principali industrie dei contenuti che operano nel nostro Paese. Il primo è che tutti – dai libri alla stampa quotidiana e periodica, dalla musica all’home entertainment (mancano i videogiochi ma il report annuale a oggi non è ancora stato presentato) – fanno segnare per il secondo (o terzo) anno consecutivo segni negativi nelle vendite (specifichiamo che, per omogeneità tra i settori, abbiamo considerato solo le aree di ricavo che vengono generate dalle vendite nei canali trade). Il valore complessivo che se ne ottiene per il 2012 arriva (almeno) a 7,270 miliardi di euro rispetto agli 8,617 del 2011. Significa 1,346 miliardi in meno di spesa degli italiani per acquisto di prodotti culturali: - 15,6% (per il 2011 si veda E. Sarno, Un 2011 di segni meno, «GdL», 7-8, pp. 14-16). Le ragioni?

Upi al lavoro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Lorenza Biava

L’ultimo rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani (disponibile su www.almalaurea.it) rileva come sia sempre più difficile per i giovani entrare nel mondo del lavoro. La laurea nell’arco della vita lavorativa, continua a rappresentare un forte investimento contro la disoccupazione pur se meno efficace in Italia rispetto agli altri Paesi tanto che, nell’intervallo di età 25-64 anni, i laureati godono di un tasso di occupazione più elevato di oltre 12 punti percentuali rispetto ai diplomati. È evidente quindi il ruolo di raccordo che l’editoria universitaria, raccogliendo da un lato le istanze interne all’università e dall’altro i nuovi bisogni formativi del mondo del lavoro, può giocare in questo senso. Ne parliamo con Claudia Napolitano, presidente del coordinamento Upi.

App ed eventi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Giorgio Kutz

A fronte di una crisi economica sempre più opprimente un bisogno diffuso di cultura percorre come un brivido il Paese da nord a sud, e si riverbera, come abbiamo visto negli articoli precedenti, in mille iniziative locali che si pongono e ci pongono domande inquietanti sul nostro futuro europeo e planetario. La crisi economica non riesce a far tacere questa irrequietezza ma anzi sembra stimolarla. In questo nuovo mondo «glocal» le iniziative locali aprono le finestre del pianeta, trovano cittadinanza sul Web e, da poco tempo, anche su applicazioni per tablet e iphone/smartphone.

Da progetto a servizio

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2013

di Rosa Mugavero

Dal 18 giugno è attivo Lia-Libri Italiani Accessibili, il servizio realizzato dall’Associazione italiana editori, in stretta collaborazione con l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti e grazie ad un finanziamento del Ministero per i beni e le attività culturali, per aumentare la disponibilità di contenuti editoriali accessibili alle persone con disabilità visive. In occasione della presentazione ufficiale del servizio Lia, che si è svolta a Roma presso la Sala delle colonne di Palazzo Marini, è stata infatti messa on line la vetrina Lia, all’indirizzo Web www.libriitalianiaccessibili.it, su cui è disponibile un catalogo di oltre 2.500 titoli di narrativa e saggistica accessibili anche ai disabili visivi. Il catalogo, suddiviso per generi, è ampio e variegato: dalle ultime novità editoriali ai bestseller di narrativa, dalla saggistica ai libri per bambini e ragazzi fino alla manualistica. Sulla vetrina Lia, sviluppata in maniera accessibile in modo da essere navigata in autonomia anche da non vedenti e ipovedenti, è possibile sfogliare l’intero catalogo degli e-book accessibili dei 40 editori che aderiscono a Lia fare, una ricerca per genere, autore o titolo, selezionare i titoli di interesse, consultare la scheda libro, salvare un titolo tra i preferiti oppure inserirlo nel carrello per procedere poi all’acquisto su una delle librerie integrate alla vetrina Lia. La vetrina Lia è infatti integrata con le piattaforme di e-commerce delle librerie on line che aderiscono al servizio, ma non gestisce le transazioni di acquisto, che restano invece di esclusiva pertinenza della libreria online su cui l’utente decide di concludere l’acquisto. Il servizio, presentato in dettaglio da Cristina Mussinelli, responsabile scientifico di Lia, è stato definito dal ministro Massimo Bray «uno dei pochi ma semplici e, al tempo stesso radicali, progressi dello sviluppo tecnologico e informatico per il superamento della disabilità». Apprezzamenti sono arrivati anche dalla presidente della Camera Laura Boldrini che nel suo messaggio ha detto: «Sono convinta che l’inclusione debba essere uno dei valori guida della nostra società e un parametro tra i fondamentali per misurare la qualità della nostra convivenza. Voi avete saputo praticare l’inclusione in un ambito – quello della cultura – dove troppo spesso invece crescono le diseguaglianze e si fa più profondo il divario sociale. Saper portare anche alle persone con disabilità visive un’offerta di libri ricca come quella di cui tutti gli altri cittadini possono usufruire è una concreta applicazione di quanto ci chiedere di fare l’Articolo 3 della nostra Costituzione».

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